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Introduzione tesina 3 media sull'infanzia negata
La seguente tesina per l'esame di terza media verte sul tema dell'infanzia negata e permette anche i seguenti collegamenti interdisciplinari: in Storia Owen e le prime leggi a favore dei minori lavoratori, in
Italiano Victor Hugo: Dove vanno tutti questi fanciulli?, il Romanticismo, Giacomo Leopardi: L'infinito e Passero solitario, in Tecnologia le invenzioni del XX secolo: la macchina a vapore, in Scienze il carbone...e non solo, in Francese le nuove forme di energia, in Arte e immagine dalle avanguardie all'astrattismo: Kandinsky, in Musica le avanguardie musicali: Schoenberg e Jonh Cage, in Inglese i disastri ambientali, in Educazione fisica le schiave bambine della ginnastica cinese e la mia esperienza
e in Geografia la Cina.

Collegamenti
Tesina 3 media sull'infanzia negata
Storia: Owen e le prime leggi a favore dei minori lavoratori.
Italiano: Victor Hugo: Dove vanno tutti questi fanciulli?; il Romanticismo; Giacomo Leopardi: L'infinito e Passero solitario.
Tecnologia: Le invenzioni del XX secolo: la macchina a vapore.
Scienze: Il carbone...e non solo.
Francese: Le nuove forme di energia.
Arte e immagine: Dalle avanguardie all'astrattismo: Kandinsky.
Musica: Le avanguardie musicali: Schoenberg e Jonh Cage.
Inglese:I disastri ambientali.
Educazione fisica:Le schiave bambine della ginnastica cinese e la mia esperienza.
Geografia:La Cina.
Premessa
Ho iniziato ad interessarmi al problema dello sfruttamento minorile l'anno scorso dopo aver
letto la storia di Iqbal.
Sono venuta a conoscenza di una storia di diritti negati che ha origini antichissime ma che
purtroppo continua, in alcune zone, ad essere molto presente: a tutt'oggi nel mondo esistono 218
milioni di bambini lavoratori tra i 5 e i 17 anni . Molti di loro sono orfani o sono stati
abbandonati, altri scappano da maltrattamenti e abusi sessuali. Maltrattati, trascurati, indifesi.
Sono centinaia di milioni nel mondo i bambini che vivono senza alcuna protezione, vittime di
sfruttamento e di discriminazioni. Sono i cosiddetti ’bambini invisibili’.
2
Storia:
La rivoluzione industriale: i bambini, manodopera a basso costo pag. 7
Conseguenze sociali della rivoluzione industriale: Marx e Owen pag.10
Italiano:
Victor Hugo:Dove vanno tutti questi fanciulli? pag.14
Il Romanticismo pag.15
Giacomo Leopardi: L'infinito e Passero solitario pag.17
Tecnologia:
Le invenzioni del XX secolo: la macchina a vapore pag.26
Scienze:
Il carbone ... e non solo pag.31
Francese:
Le nuove forme di energia pag.38
Arte e immagine
Dalle avanguardie all'astrattismo pag.42
Kandinsky pag.43
Musica:
Le avanguardie musicali pag.47
Schoenberg e la dodecafonia pag.48
Neoavanguardie: Jonh Cage pag.49
Inglese
I disastri ambientali pag.51
Educazione fisica:
Le schiave bambine della ginnastica cinese pag.55
La mia esperienza pag.56
La ginnastica artistica pag.57
Geografia:
La Cina pag.60
3
Lo sfruttamento minorile: una piaga antica
La condizione del bambino nel corso dei secoli
Lo sfruttamento dei minori è nato con l'uomo, ha seguito la sua storia, l'evolversi delle strutture
sociali e culturali.
I bambini hanno sempre vissuto nella "storia", ma quasi mai da protagonisti, spesso sono stati
vittime di problemi economici, politici e culturali.
Il precoce avviamento al lavoro dei minori nel passato era una piaga sociale giustificata dalla
necessità di sopravvivenza dalla normalità di un fenomeno che rientrava nella "natura della
cose".
L'età antica
Andando ad analizzare civiltà come quella egizia, babilonese, fenicia, ebraica, o più recenti come
quella greca e romana, possiamo vedere come presso le antiche culture il neonato non era
considerato parte del genere umano.
Al neonato egizio attraverso alcune preghiere veniva ricondotta l'anima al corpo, presso i
babilonesi il padre alitava sul figlio per infondergli lo spirito. Nel periodo precedente a questi
rituali il bambino era sottoposto alle volontà del padre che poteva condannarlo a morte. Come è
noto nella civiltà greca era lecito gettare dalla rupe Tarpea i bambini deformi, e con i romani il
padre aveva il “ diritto di vita e di morte” sui figli. Inoltre nella Roma imperiale era molto diffuso
l'abbandono.
Pratiche d' infanticidio erano solite usarsi anche in occasione di sacrifici rituali come offerta
propiziatoria.
Per quanto concerne l' educazione rimaneva incontestato l'uso di sanzioni fisiche per gli allievi,
l'uso ripetuto della frusta era ricorrente presso popolazioni come i Sumeri.
Con l'avvento del Cristianesimo si è acquistata una nuova visione della persona, una nuova
attenzione viene rivolta verso tutti i bambini anche se orfani.
Con Costantino l'infanticidio viene riconosciuto un crimine, oltre all'influenza cristiana anche
per questioni demografiche. Rimane la soppressione dei bambini cosiddetti illegittimi.
La chiesa prosegue l'opera in difesa della dignità umana.
Dopo il 700 viene riconosciuto al bambino il diritto alla vita, ma solo in termini di sopravvivenza
fisica.
L'età moderna
Sembra di poter rilevare in epoca moderna un maggiore interesse per i bisogni del bambino.
Nel XIV secolo si usa mandare il bambino per due anni dalla balia presso le famiglie
aristocratiche, aumenta l'attenzione da parte di medici e maestri e si avvia la presa di coscienza
della tutela del bambino. Questi processi sono dovuti al mutamento sociale, prima di tutto della
struttura familiare: comincia a prevalere il sentimento a discapito dell'interesse. Questa
tendenza sempre più marcata culminerà con l' organizzazione di istituzioni scolastiche apposta
per l' infanzia, quindi ad una separazione del bambino dalla società adulta, e a un'accresciuta
indipendenza di questo.
Nel XVI l' educazione è molto dura e utilizza punizioni corporali, la scuola non è ancora
obbligatoria e le femmine ne sono totalmente escluse.
L’utilizzo di manodopera minorile non fu considerato un problema sociale fino alla Rivoluzione
industriale, che introdusse tempi e ritmi di lavoro, mutandone completamente l’organizzazione.
4
E' in questo periodo che si affaccia il lavoro minorile, paesi come Francia e Inghilterra sono pieni
di piccoli lavoratori a partire dai sei anni o anche dai quattro per gli spazzacamini. La durata
della giornata lavorativa era 14/16 ore.
Il bambino era legato al datore di lavoro da un rapporto di dipendenza morale e materiale. Al
bambino in cambio d'obbedienza veniva insegnato un mestiere dal mastro, dunque gli veniva
fornita un educazione.
Con la prima fase dell'industrializzazione, con la problematica dei salari, degli orari e delle
condizioni lavorative inizia lo sfruttamento sistematico della manodopera minorile.
Solamente nel' 1800 verranno emanate delle leggi tutelanti il bambino ma solo sul fronte
lavorativo, rimane la difficile situazione inter familiare con il potere esercitato dal padre
culminante con punizione, e abusi sessuali spesso ad opera di domestici.
Società contemporanea
La consapevolezza della negatività di questo fenomeno ha tardato molto a svilupparsi e a
tutt'oggi, nonostante La Convenzione Internazionale sui diritti dell'Infanzia approvata
dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 Novembre 1989, il numero di bambini
sottoposti a violenze , abusi e sfruttamento raggiunge cifre incredibili.
Il lavoro minorile continua a costituire oggi un grave problema in molte parti del mondo,
soprattutto nei paesi sottosviluppati dell’America latina, dell’Africa e dell’Asia, dove le condizioni
di vita dei fanciulli lavoratori sono misere e le possibilità di istruzione minime. In certi casi essi
vengono ceduti dalla famiglia stessa a padroni che hanno anticipato una somma di denaro sulla
quale sono dovuti onerosi interessi, che i fanciulli devono rimborsare col proprio lavoro, venendo
così a trovarsi in una situazione di vera e propria schiavitù.
L’industrializzazione ha creato per i minori condizioni lavorative praticamente simili a quelle
delle fabbriche e delle miniere europee del nono secolo. E’ difficile ottenere statistiche precise
poiché il lavoro minorile è ufficialmente illegale quasi ovunque: per le autorità è molto difficile
quantificare il problema, e quindi controllarlo.
L'infanzia rubata: non solo lavoro minorile
Oggi parlare di sfruttamento minorile non significa solo discorrere di bambini sfruttati sul
lavoro, ma anche di bambini dimenticati, abbandonati e costretti a crescere da soli come se
fossero già adulti.
Infatti, dopo vent'anni dall'approvazione della Convenzione Internazionale sui Diritti
dell'Infanzia, si sono compiute numerose azioni e sono stati adottati molti provvedimenti in
difesa dei minori ma, nonostante tutti gli interventi contro i maltrattamenti, gli abusi, i disagi,
ancora centinaia di migliaia di bambini sono privati dei loro diritti, vivono in condizioni di
disagio fisico e psicologico, e molti di essi non conoscono cosa sia l'affetto e l'amore dei genitori;
ciò non deve esclusivamente imputarsi a genitori incoscienti che abbandonano i propri figli, ma
alla grande povertà che investe gran parte dei paesi del mondo, alla violenza, ai maltrattamenti
e ai traumi delle guerre.
Ebbene, nonostante siamo nell'era delle tecnologie e dell'informazione, i nuovi mezzi di
comunicazione diffondono solo marginalmente questa scottante realtà.
I bambini di strada
In molti stati i bambini non sono considerati soggetto degni di diritti ma solo “responsabilità dei
loro genitori”. Se non hanno genitori o hanno abbandonato la loro famiglia perché cresciuti in
un ambiente troppo violento, sono costretti ad affidarsi alla miseria della strada. Viene
considerato bambino di strada ogni minore per cui la strada è diventata unica dimora privo di
un'adeguata protezione e vulnerabile a ogni genere di abuso e violenza.
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I bambini soldato
Migliaia di bambini vengono arruolati negli eserciti e impiegati in azioni di guerra; moltissimi
vengono catturati, mutilati, feriti, uccisi. Quelli che sopravvivono si portano dietro, per tutta la
vita, questo terribile e violento passato. Bisogna considerare che, anche quando la guerra
termina, continuano a venire uccisi dalle mine, disseminate ovunque, perfino nei giocattoli
lasciati appositamente ai bordi delle strade. Questa è la realtà dei bambini soldato, che per poter
sopportare il dolore della guerra spesso vengono imbottiti di anfetamine e altre droghe.
Sfruttamento sessuale
Non bisogna tralasciare lo sfruttamento sessuale che devono subire molti minori, sotto diverse
forme come prostituzione, traffico di bambini e utilizzo per uso pornografico. Spesso bambini e
bambine vengono rapiti e venduti nei bordelli e sacrificati alla perversione di individui
insospettabili, per lo più occidentali. Le piccole vittime sono tenute in tuguri dove raramente
entra la luce, in condizioni igieniche deprecabili, minacciate e seviziate al fine di stroncare ogni
possibile resistenza o tentativo di fuga. In molte regioni dell'Africa, inoltre, viene ancora
praticata l'infibulazione alle bambine, in nome della tradizione.
Il dramma delle adozioni internazionali illegali
Sono venuta a conoscenza di questo problema guardando casualmente un servizio giornalistico
delle IENE. Il tenore e lo stile di vita del mondo occidentale hanno progressivamente portato ad
un tasso di infertilità tra le coppie molto elevato e di conseguenza ad un aumento esponenziale
delle domande di adozione. I tempi che occorrono per riuscire ad adottare un bambino sono
generalmente molto lunghi, così si assiste sempre di più al dilagare della "vendita" vera e
propria di minori. Il servizio in particolare evidenziava un caso in cui questo fenomeno assume
dimensioni drammatiche che è quello delle situazioni estremamente caotiche che si creano dopo
i grandi disastri ambientali. Gli sciacalli mossi solo da ambizioni economiche rapiscono nel vero
senso della parola i piccoli orfani (spesso senza nemmeno sapere se lo sono davvero) e li
immettono su mercato strappandoli, in un momento così drammatico, dalla loro terra e dai loro
legami.
La nave Garaventa: un modello di recupero di minori disagiati
Il mio trisnonno si chiamava Nicolò Garaventa ed insegnava matematica in un liceo di Genova
alla fine del 1800. Una sera tornando verso casa si imbattè in un ragazzino che chiedeva
l'elemosina e che gli raccontò la sua storia di povertà e disagio. Non era un delinquente e così il
mio avo decise che aveva diritto ad avere un'opportunità e che non lo avrebbe lasciato cadere
vittima della delinquenza peraltro dilagante in quel periodo.
Smise così di fare il professore e decise di mettere al servizio di tanti giovani sventurati la sua
esperienza e il suo impegno. Raccolti i primi reietti con lo scopo di allontanarli dal
degrado sociale in cui vivevano, li condusse sulla spianata dell'Acquasola e, parlando loro
in dialetto genovese per farsi comprendere con più facilità, offrì loro l'opportunità di redimersi
iscrivendosi alla scuola che da tempo aveva in mente di costruire. Egli aveva visto che una
vecchia nave della marina di guerra riposava in deposito e, ottenutane la donazione da parte
della Marina Militare italiana, vi impiantò la scuola di redenzione sociale che da tempo
progettava.
Nacque così il 1º dicembre 1883 la Scuola-officina per orfani e ragazzini poveri o discoli, basata
sui principi della vita di mare e all'insegna della moralità e religiosità. Da quel momento iniziò la
ricerca di tutti i giovani sbandati inferiori ai 16anni, pregiudicati o in procinto di divenirlo. Il