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La scelta del DNA come argomento principale di questa tesina di terza media è dettata dal mio interesse per le scienze, maturato nel corso di questo triennio. Lo studio sperimentale delle scienze con attività laboratoriali e pratiche mi ha consentito di appassionarmi allo studio di queste discipline, con lo scopo di capire la realtà e di chiarire il mistero e la complessità che è dentro la vita di ognuno di noi. Proprio per questo, in futuro mi piacerebbe diventare un ricercatore scientifico, in particolare nel campo biologico, affinché possa dare un contributo significativo nella lotta contro alcune malattie che tuttora sono considerate inguaribili. Penso, infatti, che la ricerca sia l’unico modo per sconfiggere queste terribili patologie e uno Stato lungimirante dovrebbe destinare più fondi per capire i meccanismi che regolano il funzionamento delle cellule e cosa può condizionarlo o alterarlo. La passione degli scienziati può aprire nuovi orizzonti diradando le paure della gente e dando speranza a quanti sono colpiti da una malattia come il cancro.
Scienze- Il DNA.
Tecnologia- Le biotecnologie.
Inglese- The discovery of DNA.
Scienze motorie- La produzione di energia nei muscoli.
Storia- La Guerra fredda.
Letteratura- Italo Calvino.
Musica- Il rock'n'roll.
Arte- L'arte informale.
Geografia- Gli Stati Uniti.
Antologia- Il razzismo.
Francese- Le racisme.
ANNO SCOLASTICO 2012-
2013
SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO
CARDUCCI-COTUGNO-GIOVANNI XXIII
IL
DNA:
LA
MOLEC
OLA
DELLA
VITA Luigi Sallustio 3^ G
1
INDICE
INTRODUZIONE: pag. 3
SCIENZE: pagg. 4-9
TECNOLOGIA: pagg. 10-13
INGLESE: pag. 14
SCIENZE MOTORIE: pagg. 15-16
STORIA: pagg. 17-20
LETTERATURA: pagg. 21-23
MUSICA: pagg. 24-27
ARTE: pagg. 28-30
GEOGRAFIA: pagg. 31-34
ANTOLOGIA: pagg. 35-37
FRANCESE: pagg. 38-39
CONCLUSIONI: pag. 40 2
INTRODUZIONE
La scelta del DNA come argomento principale di questo percorso
interdisciplinare è dettata dal mio interesse per le scienze, maturato
nel corso di questo triennio. Lo studio sperimentale delle scienze
con attività laboratoriali e pratiche mi ha consentito di
appassionarmi allo studio di queste discipline, con lo scopo di capire
la realtà e di chiarire il mistero e la complessità che è dentro la vita
di ognuno di noi. Proprio per questo, in futuro mi piacerebbe
diventare un ricercatore scientifico, in particolare nel campo
biologico, affinché possa dare un contributo significativo nella lotta
contro alcune malattie, che tuttora sono considerate inguaribili.
Penso infatti che la ricerca sia l’unico modo per sconfiggere queste
terribili patologie e uno Stato lungimirante dovrebbe destinare più
fondi per capire i
meccanismi che
regolano il
funzionamento delle
cellule e cosa può
condizionarlo o
alterarlo. La passione
degli scienziati può
aprire nuovi orizzonti
diradando le paure
della gente e dando
speranza a quanti
sono colpiti da una malattia come il cancro.
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IL DNA: LA
MOLECOLA DELLA
SCIENZE: IL DNA
All’inizio degli anni ’40 del secolo scorso
non c’erano più dubbi riguardo l’esistenza
dei geni e sul fatto che fossero localizzati
nei cromosomi. Poi, una svolta decisiva nel
campo della genetica si ebbe quando,
anche grazie al modello di DNA ideato da
Watson e Crick, gli scienziati capirono che
la funzione dei cromosomi era di portare e
immagazzinare una grande quantità di
informazioni estremamente complesse. I
cromosomi sono
formati da
atomi
disposti in
molecole.
Alcuni
studiosi
pensavano
4
che sarebbe stato impossibile capire la complessità dei sistemi
ereditari, altri invece ritenevano che una volta scoperta la struttura
chimica dei cromosomi, sarebbe stato semplice comprendere il loro
ruolo come portatori di informazioni genetiche. Così, si aprirono
veste ricerche, tutte nel campo della genetica molecolare. Le prime
analisi chimiche del materiale ereditario rivelarono che il
cromosoma è costituito da acido desossiribonucleico (DNA) e da
proteine, composte da amminoacidi. Il DNA, invece, è una molecola
formata solamente da quattro differenti tipi di nucleotidi. Esso fu
isolato per la prima volta nel 1869 da un medico tedesco, e venne
chiamato acido nucleico, proprio perché era stato trovato solo nei
nuclei cellulari. Poi il suo nome fu cambiato in acido
desossiribonucleico per distinguerlo dall’acido ribonucleico (RNA), di
cui parlerò in seguito. Il DNA è costituito da nucleotidi, ognuno
composto da una base azotata, da uno zucchero a cinque atomi di
carbonio e da un gruppo fosfato (acido fosforico). Esistono due tipi
di basi azotate: le purine, che presentano una struttura a due anelli,
e le pirimidine, che hanno un solo anello. Le purine sono l’adenina
(A) e la guanina (G), mentre le pirimidine sono la citosina (C) e la
timina (T). Le basi azotate all’interno del DNA si legano sempre in
un ordine ben preciso (A-T) (C-G), secondo la legge della
complementarità delle basi. La struttura del DNA fu scoperta da due
grandi scienziati: Francis Crick e James Watson, che si incontrarono
a Cambridge per la prima volta. Ai tempi in cui i due scienziati
iniziarono i loro studi, si conoscevano già tante informazioni
riguardo il DNA, quindi bisogna ricordare che la loro fu solo la
scoperta della struttura del codice. Mettendo insieme tutti i dati
conosciuti, Watson e Crick furono in grado di dedurre che il DNA è
una doppia elica molto lunga e spiralizzata. Si può paragonare a
una scala a pioli, i cui montanti rappresentano una sequenza di
acido fosforico e di zucchero, e i cui pioli rappresentano le basi
azotate appaiate, che sono unite da legami a idrogeno. Procedendo
su questa strada, i due studiosi giunsero a costruire un modello di
DNA in stagno e ferro. La scoperta venne pubblicata sul giornale
“Nature”.
americano Ma a questo punto la domanda viene
spontanea: come fa il DNA a duplicarsi e a continuare a eseguire la
sua funzione di portatore di informazioni? Il meccanismo è piuttosto
complicato, poiché si susseguono diversi passaggi complessi dal
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punto di vista biochimico. Al momento della duplicazione dei
cromosomi, la molecola si apre lungo la linea mediana e le basi
appaiate si separano a livello dei legami a idrogeno. A mano a mano
che i due filamenti si separano, essi fungono da stampo: ciascuno
dirige la sintesi di un nuovo filamento, esattamente identico a
quello precedente. La duplicazione del DNA inizia sempre da una
specifica sequenza di nucleotidi, detta punto di origine della
duplicazione, che richiede particolari enzimi (come le elicasi), che
hanno il compito di spezzare i legami idrogeno presenti nella
molecola. Dopo l’intervento di queste particolari sostanze, inizia
l’effettiva sintesi del nuovo filamento, attuata per mezzo di un
gruppo di enzimi noti come DNA-polimerasi. La regione in cui
avviene la sintesi sembra quasi un occhio, e prende il nome di
“bolla di duplicazione”. All’estremità di quest’area, la molecola
forma una struttura a Y, nota come forcella di duplicazione, che
avviene in due direzioni opposte; proprio per questo la duplicazione
del DNA si dice bidirezionale e semiconservativa. Un aspetto
significativo della duplicazione del DNA è che le DNA-polimerasi
hanno una funzione di proofreading (correzione della lettura). Le
DNA-polimerasi sono in grado di aggiungere nucleotidi al filamento
solo se quelli già inseriti sono appaiati esattamente ai loro
nucleotidi complementari sul filamento stampo. Ogni volta che si
incontra una coppia di nucleotidi non esattamente appaiati, gli
enzimi riparatori tagliano nel punto dell’errore e sostituiscono il
nucleotide sbagliato con quello giusto.
Il DNA controlla anche un’altra
importante funzione: la sintesi delle
proteine, che avviene nei ribosomi delle
cellule, situati nel citoplasma. Le
proteine sono costituite da lunghe
catene di molecole più piccole, gli
aminoacidi, che in natura bastano a
comporre tutte le proteine. Per codificare
una proteina intera occorre una
sequenza più o meno lunga di nucleotidi;
tale sequenza costituisce un gene.
L’insieme di tutti i geni che servono per
6
costruire le proteine di un organismo à detto genoma. Ma come
avviene la sintesi proteica? Nel nucleo della cellula, prima della
sintesi, si forma, su stampo del DNA, una molecola di RNA, acido
ribonucleico, identico al DNA, tranne che per una base azotata, che
in questo caso è l’uracile. Questo RNA, detto messaggero (RNAm) si
dirige quindi verso i ribosomi, nei quali giungono anche gli
aminoacidi organizzati in triplette e trasportati dall’RNAt
(trasportatore). Gli RNAt con gli
aminoacidi si legano alla catena di
RNAm e anche tra loro.
Successivamente, essi si staccano
dalla catena degli RNAt, e a questo
punto la proteina risulta formata.
Un altro argomento strettamente
legato al DNA è quello delle
mutazioni, che sono cambiamenti
nella struttura del patrimonio
ereditario di un organismo. Se la
mutazione avviene nel DNA di una cellula sessuale, verrà trasmessa
alla discendenza, mentre nel caso delle cellule somatiche non può
avvenire ciò. Le mutazioni possono essere geniche, se sono causate
da un inserimento o da una perdita di un nucleotide nella molecola
di DNA, cromosomiche se sono cambiamenti di interi segmenti di
cromosomi e genomiche se sono cambiamenti nel numero dei
cromosomi e avvengono durante la meiosi.
QUALCOSA IN PIU’! Il DNA si duplica durante i processi
biologici chiamati mitosi e meiosi.
Nella mitosi la duplicazione del DNA
avviene per consentire alle cellule
figlie di possedere un patrimonio
genetico intero, uguale a quello della
cellula madre. Avviene per ciò
inizialmente la duplicazione dell’acido
desossiribonucleico, poi la divisione
della cellula madre. Nella mitosi
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invece, grazie alla duplicazione del DNA, le cellule sessuali mature
presentano un patrimonio genetico dimezzato rispetto alla cellula
sessuale iniziale. In questo caso avviene innanzitutto la
duplicazione del patrimonio genetico, poi ci sono due divisioni, che
portano alla formazione di quattro cellule sessuali mature figlie.
Durante la mitosi la crescita delle cellule avviene in maniera
esponenziale, cioè aumentando seguendo le potenze del due: prima
una cellula, poi due, quattro, otto, sedici, trentadue, etc. Esistono
leggi matematiche che esprimono questa particolare situazione, e
sono quelle di dipendenza quadratica.
Un’altra curiosità riguardante il DNA consiste nella sua mappatura,
cioè nella codificazione. Questo processo si conosce soltanto da
pochi anni, da quando cioè è terminato il Progetto Genoma
Umano , guidato dal prof. Dulbecco, e tutti ne possono
“potenzialmente” usufruire alla cifra di 50 mila dollari (circa 38 mila
euro). E’ quanto ha fatto e speso Stephen Quake, 40 anni, sano,
professore di bioingegneria all’Università di Stanford in California,
quando l’anno scorso diventò famoso per essersi sottoposto al
sequenziamento dell’intero genoma. L’esito fu molto negativo:
scoprì infatti di avere una grandissima probabilità di morire di
infarto a causa di una malattia genetica e di avere diabete e cancro.
Comunque, lo scienziato coraggioso si è dichiarato felice di aver
vissuto questa esperienza e di aver conosciuto in tutti i minimi
dettagli il proprio patrimonio genetico.
Studiando il DNA si è giunti a livelli di conoscenza sempre più alti,
che hanno a volte smentito l’immaginario comune. Un esempio è lo
studio compiuto pochi mesi fa da un’università americana, che ha
determinato che l’attività dei neuroni legata all’apprendimento
sembra essere responsabile di un danno al DNA, di alcune lesioni
genetiche. Fortunatamente tutto ciò non è stato ancora testato
sull’uomo, ma solo sui topi che tuttavia, in seguito ai risultati di
altre ricerche, hanno dimostrato di possedere diverse
caratteristiche simili a quelle umane.
Quindi, spazio alla ricerca scientifica!
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TECNOLOGIA:
BIOTECNOLOGIE E MODELLINO
DNA Il DNA sta
acquisendo
sempre più
importanza nella
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società attuale, sia nel campo della ricerca scientifica, e quindi in
quello sanitario, sia in quello storico, legale e tecnologico. Proprio su
questa complessa molecola, quella dell’acido desossiribonucleico, si
basano le biotecnologie, che negli ultimi tempi diventano
estremamente rilevanti, soprattutto perché utilizzate al fine di
migliorare gli stili di vita di tutti i cittadini del mondo. Un esempio è
costituito dagli Organismi Geneticamente Modificati, un vero
traguardo per l’ingegneria genetica. Ma che cosa sono questi OGM,
che sempre di più compaiono nei comuni supermercati e negozi
alimentari? Essi sono organismi transgenici, cioè organismi nei quali
sono stati inseriti uno o più geni estranei in modo che sviluppino
delle caratteristiche che non avrebbero potuto acquisire
naturalmente. Si sono così ottenuti granoturco, soia, legumi e altri
alimenti resistenti ai parassiti e agli erbicidi, patate e riso più ricchi
di sostanze nutritive e pomodori che si conservano nel tempo senza
marcire. Per ottenere ad esempio piante più resistenti all’attacco
degli insetti, si preleva da un batterio il “pezzo” di DNA che risulta
essere nocivo per tali insetti. Quindi, il DNA viene immesso in un
altro batterio, che viene inserito nel DNA della pianta. Si ottengono
così esemplari di piante capaci di rilasciare la proteina tossica per
gli insetti. La produzione di piante transgeniche ha avuto diverse
conseguenze positive, come:
- Avere raccolti più abbondanti
- Ridurre l’uso dei pesticidi inquinanti
- Coltivare in zone con condizioni ambientali difficili, e in tal
modo “risvegliare”
l’economia dei Paesi più
poveri (basti pensare