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Le 4 tipologie di suicidio
Fin dall’800 si è soliti categorizzare il suicidio in
quattro diverse modalità, a seconda delle
intenzioni di chi lo compie. Si tiene in
considerazione l’uccidersi frutto
dell’integrazione o meno del singolo nella
società ma anche di altri fattori.
Le tipologie si dividono in due gruppi, che
per
tengono in considerazione le persone e
contro
quelle le quali ci si toglie la vita.
EGOISTICO è il suicidio commesso contro
• se stessi per se stessi. Questa categoria
comprende chi si è tolto la vita pensando
solo a sé stesso, per porre fine ad un dolore
insopportabile dovuto a motivi diversi da
caso a caso.
ALTRUISTICO è il suicidio commesso da
• chi rinuncia alla propria vita anche per il
bene di qualcun altro. Ne sono un esempio i
martiri cristiani.
AGGRESSIVO è il suicidio di chi, oltre a
• voler uscire da uno stato di sofferenza,
desidera punire la persona che lo ha
causato.
ARMA DI LOTTA è il suicidio di chi,
• morendo per una causa (di natura politica
o religiosa nella maggior parte dei casi),
intende colpire, danneggiare o addirittura
uccidere un nemico. Questo tipo di morte
suicidio per
volontaria si può definire anche
protesta.
Tutti i tipi di suicidio si riferiscono alle
intenzioni di chi li compie e al
significato del gesto. Essi dipendono
quindi da diversi fattori:
struttura sociale:
Fattori che riguardano la
Integrazione della persona nella società
o Regolamentazione sociale
o
natura psichiatrica
Fattori di (che
determinano quasi esclusivamente il
suicidio egoistico)
culturali
Fattori
Il suicidio in Occidente
EUROPA: DAL MEDIOEVO AL NOVECENTO
In Europa, fino al XVII secolo, il numero di suicidi è
• sempre rimasto contenuto, poiché gli uomini sono stati
tenuti lontani in molti modi dalle possibilità di togliersi la
vita.
Il più efficace è stato quello del controllo interno, cioè
• l’azione di norme e credenze interiorizzate dagli uomini.
condanna della morte volontaria da parte del
La ferma
cristianesimo ha avuto una straordinaria influenza sulle
coscienze degli uomini del Medioevo.
Le norme e le credenze cristiane riconducevano il suicidio
• ad alcune emozioni (ira, accidia, tristezza, disperazione)
che venivano considerate come peccati; si riteneva quindi
diavolo
che fosse il a istigare le persone a togliersi la vita.
Per molti secoli i teologi e giuristi hanno considerato il
• il peccato e il delitto più grave.
suicidio come Il suicidio
era considerato un omicidio doppio: fisico e spirituale.
pene molto
Le autorità religiose e civili hanno punito con
• severe coloro che si toglievano la vita (o cercavano di farlo).
A volte il corpo del defunto veniva “condannato”
• all’impiccagione oppure veniva trattato come quello di una
bestia. Si pensava che il suicidio fosse contagioso, fonte di
sventure e di disgrazie.
Le conseguenze maggiori però erano per i familiari del
• suicida: questi subivano le umiliazioni della comunità
perché visti con sospetto e disprezzo; molto spesso
perdevano parte dei loro averi, confiscati dal signore o dal
sovrano.
Durante tutto il Medioevo, la chiesa cattolica ha
• sempre rifiutato a coloro che si toglievano la vita
gli onori funebri. La pena più severa consisteva nel
lasciare il defunto senza sepoltura.
Stando alle teorie di San Tommaso d’Aquino, il
• suicidio doveva essere rifiutato per tre motivi:
Ogni essere umano deve amare se stesso
Ciascun uomo appartiene alla società e uccidendosi le
fa torto
La vita è un dono di Dio e chi se la toglie pecca contro
di lui
Per la Chiesa il suicidio escludeva qualsiasi
• possibilità di pentimento.
A partire dal XVII secolo il numero di suicidi è
• cominciato a crescere rapidamente. Questo
dalla crisi e dal
fenomeno è stato provocato
declino di quell’insieme di norme, di credenze,
di sanzioni che per molti secoli avevano
scoraggiato gli uomini a togliersi la vita.
Non si considerava più il suicidio come il peccato e
• il delitto più grave; si iniziava a spiegarlo non più
con cause sovrannaturali, ma con cause naturali
legate al funzionamento della mente umana.
La crescita del numero di suicidi è continuata tra
• alti e bassi attraverso i secoli, soprattutto
nell’Europa settentrionale.
EUROPA: DURANTE LA GUERRA
Nei paesi occidentali la guerra ha influito sulla frequenza
• con cui ci si toglie la vita. il tasso
Soprattutto durante la Seconda Guerra Mondiale,
• di suicidio è diminuito. Questo fenomeno è stato
crescita dell’integrazione sociale
ricondotto alla da parte
degli individui di una comunità.
Negli ultimi mesi di guerra però, principalmente nei paesi
• sconfitti, si è assistito ad una crescita eccezionale del
numero di morti volontarie. Ci sono tre cause principali:
Lo shock per la catastrofe
– L’ondata di violenza sulle donne da parte dei soldati vincitori
– che spinse molte di esse ad uccidersi
concezione dell’onore e dell’eroismo in Germania
La che
– spingeva gli sconfitti a suicidarsi piuttosto che consegnarsi al
nemico
È interessante anche porre lo sguardo sul
campi di concentramento.
suicidio nei
Dai pochi dati disponibili emerge che nei campi
di concentramento (nazisti e sovietici) ci si
sorprendente rarità.
uccideva con Ciò è
dovuto a diversi fattori:
Nei campi si considerava la morte normale, e
– mentre dal regno della vita si può uscire
si può tentare
uccidendosi, da quello della morte
di uscire vivendo
Il suicidio veniva severamente proibito dalle
– autorità che lo vedevano come una “sfida” al loro
potere assoluto
Il suicidio in filosofia
Il suicidio è stato considerato diversamente lungo la storia della
filosofia. Infatti ci sono state correnti di pensiero che lo hanno
ritenuto un atto naturale ed altre che lo hanno rifiutato.
stoicismo
Al primo gruppo appartiene lo stoicismo. Lo è forse
uno degli esempi più noti di filosofia che accetta il suicidio.
Seneca, filosofo che ha chiuso la sua vita con un atto
volontario di morte, spiega in più punti della sua opera che lo
stoico, quando ritenga di aver compiuto la parte che il fato gli
ha destinato, può decidere di uscire dalla vita. Bisogna quindi
sempre ricordare che il suicidio è ammesso solo quando il
proprio dovere è compiuto, ed è solo una libera scelta.
Uno dei filosofi che, invece, ha radicalmente rifiutato la morte
Arthur Schopenhauer.
volontaria è
Il rifiuto del suicidio in
Schopenhauer
“Il suicida è uno
che, anziché cessar
di vivere, sopprime
solo la
manifestazione di
questa volontà: egli
non ha rinunciato
alla volontà di vita,
ma solo alla vita.” 1
Il mondo come volontà e rappresentazione, par.69
1
Il mondo come volontà e rappresentazione
Nell’opera
• Schopenhauer afferma che l’essenza profonda del
zum leben),
volontà di vivere
nostro io è la (Wille cioè
l’impulso irresistibile che ci spinge ad esistere e ad
agire. l’essere come
Però l’essere come agire equivale a
• dolore: volere significa desiderare e desiderare
significa trovarsi in uno stato di tensione dovuto ad
una mancanza. Il desidero risulta quindi essere
assenza e vuoto, e quindi dolore.
Siccome la vita è sostanzialmente dolore, secondo
• Schopenhauer si arriva, poco per volta, a non
volerla. Si potrebbe quindi ritenere che la filosofia
pessimistica di Schopenhauer sia una “filosofia del
suicidio”. rifiuta e condanna fermamente il
Invece il filosofo
• suicidio, per due motivi principali:
Il suicidio non è la negazione della volontà, ma
– l’affermazione della stessa in quanto il suicida “vuole la
vita ed è solo malcontento delle condizioni che gli sono
toccate” 1
Il suicidio sopprime solamente l’individuo, che è una
– Wille,
manifestazione del ma non elimina la volontà di
vivere in sé.
A causa della natura profondamente contraddittoria
• del suicidio, Schopenhauer può parlare di esso come
il capolavoro dell’illusione, e quindi “di Maya”: ciò
che appare come negazione della volontà di vivere è
in realtà la sua più forte affermazione.
Il mondo come volontà e rappresentazione, par.69
1
Il suicidio nell’arte: Van Gogh
Nasce nel 1853, figlio di un pastore
• protestante in una modesta famiglia olandese.
Viene avviato agli studi teologici, ma è più
forte il suo interesse per la pittura.
Si accentua la sua incapacità di accettazione
• delle regole sociali e il fratello Theo sarà
l’unico che sino alla fine lo sosterrà
moralmente ed economicamente.
I suoi studi sono molto incostanti, e i suoi
• quadri non hanno alcun successo.
A partire dal 1888 l’artista viene più volte
• ricoverato in ospedale per eccessi di follia.
Il 27 luglio del 1890, Van Gogh si spara un
• colpo di pistola al cuore nel mezzo di un
campo di grano ; morirà due giorni dopo tra le
braccia del fratello. Campo di grano con volo di
Vincent Van Gogh,
corvi
1890; olio su tela; Amsterdam, Van Gogh Museum
Sicuramente importante per ciò che
• stiamo trattando, è il dipinto “Campo
di grano con volo di corvi” del 1890.
Il quadro è stato visto come una
• sorta di profezia della tragica fine
del pittore, in quanto viene
rappresentato un campo di grano,
molto simile a quello in cui si
dall’atmosfera cupa
toglierà la vita,
e minacciosa.
Una tempesta, quasi fosse un presagio di lutto, si sta per scatenare sul
•
campo, che è tagliato da una stradina dissestata e senza via d’uscita (come
la vita dell’artista). Uno stormo di corvi neri in volo rimarca i toni cupi
dell’opera. disperazione,
Nel dipinto possiamo trovare tutta la la rabbia e la
•
solitudine di Van Gogh. L’artista lo ha realizzato con una violenza mai
usata: il campo di grano, come scosso dal vento, viene dipinto con
“frustate” di giallo così come il cielo è trattato con “frustate”di colore nero.
Due casi di suicidio nel mondo della musica
Nell’ultimo secolo sono stati molti i casi di
• personaggi attivi nel mondo della musica che
hanno deciso di porre fine alla loro vita.
Ricollegandoci alle quattro tipologie esistenti,
• ricordiamo due esempi: il primo è il caso di
Luigi Tenco, la cui morte volontaria rientra
di
nella categoria del suicidio come “arma
lotta”; Dalida,
l’altro è il caso di il cui suicidio
può essere definito “egoistico”.
Luigi Tenco
« Io ho voluto bene al pubblico italiano
e gli ho dedicato inutilmente cinque
anni della mia vita. Faccio questo non
perché sono stanco della vita (tutt'altro)
ma come atto di protesta contro un
"Io tu e le rose"
pubblico che manda in
finale e ad una commissione che
"La rivoluzione".
seleziona Spero che
serva a chiarire le idee a qualcuno.
Ciao. Luigi. »