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INDICE
1. RENATA VIGANO
1.2 biografia
1.3 opere
1.4 l’Agnese va a morire
2. STORIA DELLA RESISTENZA ITALIANA
3. LA GUERRA CIVIL ESPAŇOLA
4. EPISODIO DI GUERNICA E OPERA
4.2 episodio di guerra
4.3 l’opera
4.4 l’interpretazione dell’opera
5. ERNEST HEMINGWAY
5.2 life
5.3 A Farewell to Arms
6. DIE WEIβE ROSE
La resistenza italiana nacque durante la seconda guerra mondiale in conseguenza all’invasione da
sud degli alleati, che sostennero i partigiani nella lotta contro i fascisti.
2. STORIA DELLA RESISTENZA ITALIANA
Quando nel 1943 fu dato l’ annuncio dell’ armistizio che l’ Italia aveva concluso con gli anglo-
americani, i soldati italiani furono lasciati senza ordini, senza saper come comportarsi con gli ex
alleati tedeschi: molti fuggirono, molti altri furono inviati nei campi di prigionia in Germania, in
alcuni casi furono sterminati. Il paese dal punto di vista politico era diviso in due: il centro-nord era
governato dalla repubblica di Salò, fondata da Mussolini e sostenuta dai tedeschi; il sud e parte del
centro continuavano ad essere sotto il regno d’ Italia, appoggiato dagli alleati. A questo punto gli
italiani dovettero compiere una scelta: da essa nacque la resistenza.
Alcuni italiani si schierarono dalla parte di Mussolini; altri scelsero di schierarsi contro i fascisti e
contro i tedeschi, diventando partigiani. Così anche in Italia iniziò la resistenza, cioè la lotta contro
il nazifascismo che gia si era sviluppato in altri paesi europei.
La resistenza italiana fu:
- una guerra patriottica, condotta per liberare il paese dai tedeschi;
- una guerra civile tra i partigiani e i fascisti;
- una guerra di classe, condotta soprattutto dai comunisti contro quei ceti che avevano sostenuto il
fascismo.
Diverse bande partigiane entrarono in azione al centro-nord. Esse si infoltirono con l’ arrivo di molti
giovani che non avevano risposto alla chiamata alle armi: i cosiddetti “renitenti alla leva”. A questo
punto i partigiani erano circa 10000. La resistenza agiva con sabotaggi, azioni di disturbo, attentati a
cui i tedeschi spesso risposero con feroci rappresaglie, come accadde a Boves, dove in 19 settembre
1943 i tedeschi distrussero il paese e uccisero 32 persone. La bande partigiane erano composte
soprattutto da operai e contadini, ma anche studenti e soldati del vecchio esercito italiano.
Inizialmente i gruppi partigiani si formarono in modo spontaneo e casuale, poi si aggregarono in
base all’ orientamento politico dei loro membri: le brigate Garibaldi, erano composte per lo più da
comunisti; le brigate Matteotti da socialisti; le brigate del popolo da democristiani; le formazioni di
giustizia e libertà facevano riferimento al partito d’ azione. Oltre alla bande partigiane agirono
formazioni dette autonome, che rifiutavano il comando o l’ assimilazione a partiti. Esse erano
composte per lo più da militari.
Brigata Matteotti a Monza Donne partigiane armate
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Già dopo la caduta di Mussolini nel 1943, si costituì a Roma il Comitato di Liberazione Nazionale
(CLN), che cercò soprattutto di coordinare l’ azione dei partigiani. Al nord si costituirono diversi
CLN locali. Aderirono al CLN il partito comunista e quello socialista, il partito liberale, il partito d’
azione e la democrazia cristiana. Secondo i comunisti la fine del fascismo doveva essere il primo
passo verso una rivoluzione sociale e politica; tra i socialisti, vi era chi auspicava una politica di
riforme per la ricostruzione del paese. Gli esponenti del partito d’ azione intendevano sostituire al
vecchio stato una struttura nuova fondata sui CLN; i democratici cristiani auspicavano l’
organizzazione di uno stato democratico e una maggior partecipazione dei cattolici alla vita politica.
Gli esponenti del CLN erano divisi anche sulla questione istituzionale. I comunisti e i socialisti
ritenevano che la monarchia si fosse macchiata di gravi colpe, a loro avviso in Italia si doveva
perciò costituire una repubblica. I cattolici e i liberali invece erano favorevoli al mantenimento della
monarchia. Nel 1944 l segretario del partito comunista Palmiro Togliatti dichiarò in un celebre
discorso tenuto a Salerno che per il momento era necessario unire tutte le forze per liberare l’ Italia
dai nazisti. A guerra finita, il popolo avrebbe deciso attraverso un referendum se mantenere la
monarchia o dar vita a una repubblica.
Nel 1944 Roma venne liberata dagli alleati. Badoglio si dimise e venne affidato a Ivanoe Bonomi l’
incarico di formare un governo. Gli obbiettivi del governo Bonomi furono:
- la defascistizzazione dello stato;
- l’ aiuto ai resistenti dell’ nord;
- l’ acquisizione della massima autonomia possibile dalla amministrazione degli Alleati.
Nel 1944 il numero dei partigiani era aumentato sino ad arrivare a circa 100000. essi acquisirono il
controllo di diverse zone del paese, in particolare delle vallate alpine. Alcune città, come Firenze,
vennero liberate senza l’ intervento anglo-americano. Intanto continuavano le feroci rappresaglie
dei tedeschi. Fra il 23 e il 24 marzo a Roma si verificò un episodio drammatico. I partigiani
compirono un’ attentato in cui uccisero 32 soldati tedeschi; in risposta all’ attentato il giorno dopo i
tedeschi fucilarono 355 ostaggi presso la via Ardeatina (Fosse Ardeatine). Il 30 settembre a
Marzabotto più di 1800 civili vennero uccisi dai tedeschi. Dopo la liberazione di Roma, ad opera
degli alleati (4 giugno 1944),il movimento resistenziale venne militarmente unificato: sorse così il
Corpo Volontario della Libertà (CVL), riconosciuto sia dal governo di Roma sia dagli Alleati.
Monumento alle Fosse Ardeatine
La resistenza visse il suo momento più difficile fra in 1944 e il 1945. La marcia delle truppe alleate
verso nord si arrestò e fu comunicato alla resistenza che l’ offensiva contro i tedeschi veniva
sospesa, invitando i partigiani a sospendere le operazioni. Le forze partigiani non obbedirono e la
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lotta per la liberazione continuò. La situazione si fece però estremamente difficile, sia perché gli
aiuti inviati dagli alleati non sempre erano sufficienti sia perché i tedeschi attuarono una violenta
controffensiva.
Nella primavera del 1945 gli alleati ripresero l’ offensiva e aumentarono in qualità e quantità i
rifornimenti dei partigiani. Questi ultimi, ormai circa 200000, poterono così riprendere le loro
azioni con maggiore intensità mentre gli occupanti tedeschi iniziarono la ritirata. Ci si preparava
ormai per l’ attacco finale e per la liberazione delle grandi città. Genova e Milano insorsero e si
liberarono il 25 aprile (data poi scelta per commemorare la liberazione). A Mussolini non rimaneva
che la fuga. Egli cercò di fuggire, ma il 28 aprile venne fucilato da una formazione partigiana nei
pressi del lago di Como, insieme alla sua compagna Claretta Petacci.
Il 30 aprile i due cadaveri, insieme a quelli di 18 gerarchi fascisti, portati a Milano nella notte,
vennero esposti sul piazzale Loreto da un gruppo di partigiani. Nello steso luogo nell’ agosto
precedente 15 prigionieri politici erano stati fucilati dai fascisti per rappresaglia, e i loro corpi
lasciati li per 24 ore: peri i milanesi piazzale Loreto era diventato simbolo del martirio antifascista.
L’ esposizione del corpo del condannato ne ha sempre segnato la fine assoluta e indiscussa. La
morte di Mussolini era avvenuta senza spettatori, in un luogo anonimo e appartato: l’ esibizione del
suo cadavere diventava una prova necessaria della sua morte. La notizia dell’ arrivo dei cadaveri in
piazzale Loreto si diffuse rapidamente in tutta la città di Milano, così che all’ alba una folla notevole
cominciò a radunarsi, ingrossandosi col passare delle ore. Presto, dalla curiosità si passo all’
esasperazione, dall’ silenzio si passò agli insulti e infine alla violenza: colpi, sputi,lancio di fango o
escrementi, fino ai 5 colpi di pistola sparati da una donna che aveva perso 5 figli durante un
bombardamento. I corpi, soprattutto quello di Mussolini, divennero bersaglio della rabbia
accumulata per la dittatura e la guerra. A metà mattina i partigiani decisero di sottratte i cadaveri
allo scempio: fu così che vennero appesi per i piedi a testa in giù. Alle 14 il comando americano
ordinò di concludere l’ esibizione pubblica: i corpi vennero così staccati e deposti in casse di legno.
Benito Mussolini e Claretta Petacci appesi in piazza Loreto a Milano
Si calcola che i caduti della resistenza siano stati circa 70000.
Un'altra forma di resistenza si verificò in Spagna contro l’ esercito di Francisco Franco durante la
guerra civile spagnola tra il 1936 e il 1939. 7
3. LA GUERRA CIVIL ESPAŇOLA
El siglo XIX se cerrò en toda europo en un contexto de desazòn y malestar; en Espaňa esa crisis
empeorò con el desastre del 1898 : la pèrdida de su ùltimas colonias americanas (Cuba y Puerto
Rico) y Filipinas, y como conseguencia su prestigio internacional.
El siglo XX se abriò con una gran incertidumbre que abarcaba la sociedad, la economìa y sobre
todo la polìtica, ya que el paìs se encontraba en una situaciòn de grave abraso en comparaciòn con
los demàs paìses europeos. Esta crisis desembocò en la primera dictatura espaňola con el general
Miguel Primo de Rivera, cuios intentos de reformas fracasaron en pocos aňos. Tras las elecciones
municipales en 1931 con el triunfo de la idzquierda y el entusiasmo popular se proclamò la
repùblica el 14 de abril.
Se intentaron poner en marcha varias reformas para la modernizaciòn del paìs pero las reacciones
contrarias de burgueses, ejèrcito e iglesia provocaron una alternancia en el poder del cobierno entre
la derecha y la izquierda: en unos cinco aňos se efectuaron tres elecciones entre percecuciones,
represallas y violencial callejeras. Mientras tanto,se iban formando los partidos polìticos de la
Falange espaňola (nacionalista y antimarxista,inspirada un el fascismo) y el Fente Popular, partido
de la izquierda.
La situaciòn se precititò en julio del 1936. En las primeras horas del 17 de julio, en Melilla, contra
el gobierno republicano se produjo el alzamiento militar que, encabezado por el general Francisco
Franco se fue extendiendo por toda espaňa en pocos dìas, dando inicio a la Guera Civil.
Los falangistas fueron apoyados por la borguesìa, la iglesia y, desde el extranjero, por Alemanna e
Italia, mientras los republicanos recibieron ayuda de Rusia y voluntarios de diversos paìses que
formaron las “Brigadas Internacionales”.
En 1937 los nacionales conquistaron el norte y el bombardeo sobre Guernica mostrò toda la fuerza
de la aviaciòn alemana,convirtiendo el ataque en el sìmbolo del horror de la guerra civil española
gracias al cèlebre cuardo de Picasso,Guernica. En 1938 los nacionales llegaron al Mediterràneo y la
batella del Ebro fue la màs sangrienta de toda la guerra. Al año siguiente, tras conquistar Barcelona
y Madrid, Franco anunciò victorioso el final de la guerra.
Los problemas decisivos que llevaron a la derrota republicana fueron la carencia de un lìder y la
incapacidad de coordinar la acciòn de sus militares. La guerra tuvo desde el principio implicaciones
internacionales: Hitler y Mussolini encontraron en España un campo de experimentaciòn para sus
sistemas bèlicos, por eso enviaron a Franco ayudas concretas (soldados, armas y materiales).
Guernica despues el bombardeo Francisco Franco
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El general Francisco Franco impuso en españa la dictatura abriendo un perìodo oscuro en la historia
del paìs que viviò un aislamiento total internacional de caràcter polìtico, econòmico y cultural.
Sòlo con el reconocimiento del Règimen por EE.UU. y el Vaticano en 1953 y tras la entrada en la
ONU del paìs en 1956, el sistema econòmico experimentò unos progresos: la importaciòn permitiò
la modernizaciòn de las empresas y el fenòmeno del turismo ampliò el mercado interior. Es el
perìodo que suele denominarse “el milagro econòmico español”. Sin embargo, el modelo polìtico de
Franco se mantuvo pràcticamente sin modificaciones entre 1939 y 1975. Sòlo la muerte del general,
el 20 de noviembre de 1975, y el nombramiento de Juan Carlos I de Borbòn como Rey de España
marcaron el principio de la recuperaciòn de las libertades por el pueblo español.
4. EPISODIO DI GUERNICA E OPERA
Guernica o Guernica y Luno (in basco
Gernika-Lumo) è una piccola città dei Paesi