vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
avuto un ruolo di primo piano. In epoca moderna lo sport ha assunto
importanza culturale e sociale ancora maggiore. Lo sport è diventato fenomeno
di massa con conseguenze in campo economico, sociale ed educativo.
Le olimpiadi sono delle manifestazioni quadriennali di giochi sportivi a cui
partecipano atleti di tutto il mondo. Le gare olimpiche moderne, ispirate alle
gare olimpiche della Grecia antica furono inaugurate nel 1896 ad Atene e
promotore fu il barone francese Pierre De Coubertin.
Egli riteneva che lo sport avesse notevoli
influenze sulla vita e sull’educazione dei
giovani: il movimento favorisce l’equilibrio fra
il corpo e la mente, stimola l’entusiasmo,
appaga l’immaginazione e i sensi,
producendo una sana stanchezza. Egli
sperava che le nuove olimpiadi potessero
riunire atleti di ogni ceto, razza, religione,
credo politico. Per questo richiamò la
gioventù di tutto il mondo in una serie di
pacifiche competizioni.
Ai primi giochi parteciparono 14 nazioni fra le
quali non figurava l’Italia. La prima partecipazione italiana risale all’edizione
parigina del 1900.
Alle olimpiadi possiamo assistere a sport di squadra, dove viene esaltato lo
sforzo personale al servizio del proprio gruppo, e sport individuali, come il
nuoto e l’atletica leggera, dove il singolo cerca di conseguire il massimo
risultato con il proprio corpo. Ma lo sport non è importante solo perché mette
alla prova le proprie potenzialità per ottenere
prestazioni elevate ma è anche una forma di
competizione non violenta che scarica in un
confronto agonistico la tensione che si accumula
nella vita in società.
Lo sport è esaltazione per il successo ma anche
rispetto per le regole.
Sul piano sociale lo sport è importante non solo per
l’azione che svolge sugli atleti ma anche per le
emozioni positive che suscita sul pubblico. Il
pubblico si identifica soprattutto nella nazione del
campione.
Lo sport ha giocato un ruolo importante nel favorire
le relazioni pubbliche, economiche, culturali tra popoli e stati diversi.
L’olimpiade è nata come modello di competizione pacifica, del rispetto delle
regole e della considerazione dell’avversario. Modello che diventa valido non
solo per lo sport ma per l’insieme delle relazioni fra i paesi.
De Coubertin sintetizzava gli scopi pedagogici delle olimpiadi con i seguenti
aspetti:
l’esaltazione del corpo
la ricerca della gloria nella competizione pacifica
la lealtà nei confronti dell’avversario
la necessità di costruire un carattere internazionale dello sport
l’assoluto disinteresse economico dell’attività agonistica
uguaglianza tra tutti i popoli e le razze
Inizialmente infatti la scelta ufficiale del comitato olimpico fu quella di
ammettere ai giochi solo i dilettanti in nome della
purezza originaria della prestazione sportiva. A lungo
andare nacquero però inconvenienti, il primo dei
quali era che alcune discipline tra le più popolari,
caratterizzate da un diffuso professionismo, o erano
del tutto assenti dai giochi olimpici o si presentavano
in una veste di messa. Col passare del tempo poi lo
sport venne ad arricchirsi di componenti di alta
specializzazione, che richiedono una applicazione
costante e non saltuaria e quindi la scelta di
privilegiare il dilettantismo divenne in parte
discutibile. Il metodo usato da molti paesi fu quello di inserire gli atleti nella
pubblica amministrazione, in particolare fra le forze militari e di polizia,
fornendo loro uno stipendio in cambio dell’attività sportiva. Da un ventennio a
questa parte la pregiudiziale dilettantistica delle olimpiadi è venuta a cadere
del tutto.
Le olimpiadi hanno anche un grande significato
politico. Naturalmente lo sport non è stato e non è
sufficiente da solo a fermare le guerre, ma il fatto
che le olimpiadi non si siano disputate soltanto in
concomitanza con le guerre mondiali (1916, 1940,
1944), conferma l’inscindibile legame fra lo sport e
la pacificazione internazionale. Le olimpiadi hanno
raggiunto un’immagine di abbracciare tutta la
popolazione mondiale nelle sue varie componenti di
genere e di razza. Nate come manifestazione dello
sport maschile, si sono estese alla partecipazione
femminile. Sorte come espressione della cultura
occidentale, sono diventate uno dei luoghi più
rilevanti di incontro fra uomini e donne di culture ed
etnie diverse.
Il modello della competizione internazionale pacifica
presenta, tuttavia, i suoi limiti, derivanti dal
carattere nazionalistico e di ricerca di sopraffazioni simboliche che lo sport a
volte assume sulla scena mondiale. L’esempio più rilevante fu il significato
assunto dal confronto tra USA e URSS in ambito olimpico: quasi una
continuazione della guerra fredda misurata in termini di record e medaglie.
In altre occasioni le olimpiadi divennero scenario di eventi legati a tensioni
politiche, in chiara contraddizione con l’idea di fratellanza universale che
dovrebbe ispirare la manifestazione. Nel
1976 a Montreal si assistette al
boicottaggio dei paesi africani, che non
parteciparono dopo aver inutilmente
chiesto l’espulsione della Nuova Zelanda,
colpevole di intrattenere relazioni
commerciali con il Sud Africa dove
esisteva una politica di segregazione
razziale nei confronti della gente di
colore. Nel 1980 Stati Uniti e altri paesi
occidentali si rifiutarono di recarsi a Mosca per protesta contro l’invasione
dell’Afghanistan da parte dell’URSS. Quattro anni dopo vi fu il boicottaggio
dell’URSS nei giochi di Los Angeles in quanto gli atleti sovietici non si sentivano
protetti contro i movimenti anticomunisti americani.
G F
LI EROI PER OSCOLO
C S
ARME DEI EPOLCRI
Foscolo scrisse questo componimento, un testo argomentativi formato da 295
endecasillabi sciolti, tra il marzo e il maggio del 1806.
Il Foscolo scrisse questo componimento dopo una disputa che ebbe con il poeta
Ippolito Pindemonte in merito al problema delle sepolture.
L’editto napoleonico di Saint – Claud (1804) imponeva che le sepolture fossero
poste fuori dall’abitato e dalla chiesa e vietava monumenti vistosi e iscrizioni
funerarie che dovevano essere uguali per tutti. Il cattolico Pindemonte pensava
che questo provvedimento potesse indurre a trascurare il culto dei defunti; il
Foscolo lo aveva contraddetto ma in seguito, approfondendo la propria
meditazione, compose questa opera ampliando le sue considerazioni.
Il Foscolo, pur non credendo nella sopravvivenza dell’anima, in una vita futura,
in un Dio, riteneva che le tombe fossero importanti dal punto di vista affettivo e
fossero uno stimolante esempio per i vivi. In particolare le tombe dei grandi,
degli eroi, cioè di coloro che hanno espresso gli ideali più nobili, diventando
patrimonio di una nazione e di tutta l’umanità e accendono gli animi generosi a
egregie servitù, l’antica grandezza, li esortano a rinnovarla, a riscattare la
patria dall’oppressione.
I nostri resti mortali e le tombe vengono distrutti mentre la gloria degli eroi non
muore, ma continua a vivere nel canto dei poeti. L’ultima parte del carme è un
inno alla poesia, in cui compito è quello di tramandare il ricordo degli eroi e i
valori che essi affermano. La poesia crea e diffonde il culto delle più alte
illusioni che riscattano la nostra vita dalla materia e dal nulla eterno.
Tombe dei grandi:
Machiavelli (Principe)
Michelangelo (cupola S. Pietro)
Galileo (universo)
Dante
Petrarca
P ENSIERO
In Foscolo coesistono elementi illuministici, romantici e classici.
Egli condivide le idee illuministiche (la fiducia nella ragione e nella scienza) ma
avverte l’insufficienza della conoscenza data dalla ragione. Secondo il poeta, la
scienza può spiegare la causa e l’effetto dei fenomeni della natura, ma non il
perché e l’essenza delle cose.
Motivo centrale della sua vita e della sua poesia è l’appassionata ricerca
dell’origine e della giustificazione della nostra esistenza. In lui si riflette il
travaglio fra il materialismo e la nuova ansia religiosa che fu propria del
romanticismo.
Perduta la fede cristiana, il Foscolo aderisce alle dottrine materialistiche che si
presentano alla sua ragione con un carattere di certezza. Ritiene, cioè, valide e
sicure solo le conoscenze che gli derivano dai sensi e dalla ragione, e
concepisce, di conseguenza, l’universo, come un ciclo perenne di nascita,
morte; un ciclo di cui dobbiamo rassegnarci a comprendere scientificamente le
fasi rinunciando a capirne le ultime ragioni, perché sfuggono alla nostra
esperienza.
Questo dissidio tra ragione e cuore provoca nel poeta una profonda
inquietudine, ansia (romantica), che si rispecchia nella sua vita tormentata e
movimentata.
Dio, l’anima e l’immortalità e la provvidenza sono esclusi dal pensiero di
Foscolo e appaiono un mistero indecifrabile.
L’esistenza è vista come un continuo errare senza scopo verso una felicità
irraggiungibile che termina nella morte e nel nulla eterno.
Per il poeta l’uomo ha valore a seconda dell’intensità delle sue passioni, è il
“forte sentire” che differenzia gli individui e che si esplica non tanto attraverso
le parole ma attraverso l’azione.
La poesia del Foscolo è una vocazione, un bisogno innato di esprimere con il
canto i propri ideali e stimolare gli animi all’azione.
Egli ha una sete di ideali come la libertà, la giustizia, l’amore, la bellezza, la
patria, l’eroismo, l’immortalità, irrealizzabili nella vita e nella storia ma dei quali
egli sentiva la necessità di ispirarsi per dare un significato alla propria
esistenza.
La ragione gli diceva che erano solo illusioni ma il cuore non si rassegnava a
considerarli tali.
Nasce così la religione delle illusioni che è accettazione tragica del nostro
destino di morte e sfida eroica ad esso.
La poesia è per il Foscolo la voce più alta delle illusioni.
La poesia è espressione di umanità e civiltà, perché fa vivere questi ideali nel
mondo, li sottrae al nulla della morte, eternando nei secoli gli spiriti di eroi e
poeti che li hanno fermati.
Solo operando virtuosamente possiamo trovare una ragione alla nostra vita e
l’unica possibile immortalità che consiste nel ricordo, nella tradizione.
L H
A TEORIA RAZZIALE DI ITLER
Sport e diritti umani. Storie di uomini e donne alle Olimpiadi di Berlino
Le Olimpiadi di Berlino del 1936 - evento cruciale nella storia dello sport - ci
permettono di rievocare la grande macchina propagandistica messa in funzione
dal regime nazionalsocialista: esaltazione della forza fisica tedesca, dell’amor
patrio, comunicazione al mondo intero che la Germania distrutta e umiliata
dalla sconfitta della prima guerra mondiale aveva ritrovato la sua naturale
grandezza.
I nazisti mettono in atto un piano radicale per trasformare un’occasione
sportiva in un
gigantesco spettacolo di massa per impressionare gli altri Paesi, ma soprattutto
in uno
strumento di battaglia ideologica.
Questo può essere visto nel:
gigantismo architettonico delle strutture sportive che si richiamano al
classicismo dell’antica Grecia, suggerendo allo spettatore l’identificazione
con la Germania nazista;
manifestazioni sportive che sembrano parate
militari;
abbinamento della bandiera nazista con la
svastica alla bandiera olimpica;
propaganda dell’immagine ideale dell’atleta
tedesco, che deve corrispondere perfettamente
all’ideale ariano: biondo, alto, prestante,
carnagione chiara e occhi azzurri (sia per i maschi
che per le femmine).
Ci si potrebbe interrogare sulla cecità dell’opinione
pubblica internazionale che prima protesta, qua e là
sull’opportunità di confermare la Germania nazista
come sede dei Giochi Olimpici e poi partecipa in massa all’evento (49 Paesi
aderiscono, più di tutte le edizioni precedenti).
Tutto questo non potrà che far emergere con forza il contrasto tra propaganda
e l’altra immagine della Germania di Hitler: la feroce repressione del dissenso e
il radicale antisemitismo che sembra solo allentarsi durante i Giochi Olimpici
per non attirare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale (ad esempio
verranno rimossi tutti i cartelli contro gli ebrei).