Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LA STORIA
Peter Parker è figlio di due agenti dello S.H.I.E.L.D. (organizzazione spionistica e
militare internazionale) morti a causa di un criminale chiamato per
Teschio Rosso;
questo motivo il protagonista vive l’infanzia e l’adolescenza in casa degli zii
paterni, Ben e May. La grande intelligenza e l'aria "da secchione" fanno sì che i
compagni del liceo lo prendano in giro.
Durante una dimostrazione sull'energia nucleare e la radioattività, un ragno viene
investito dalle radiazioni; fortemente traumatizzato, il ragno cade sulla mano di
Peter, mordendolo prima di morire. Pian piano Peter inizia ad accorgersi di
possedere alcuni fantastici poteri, passatigli dal ragno radioattivo: agilità e forza
proporzionali a quelle di un aracnide, capacità di aderire alle pareti e un "senso di
ragno" che lo rende capace di percepire anticipatamente eventuali minacce.
All’inizio Peter pensa di utilizzare i propri poteri per arricchirsi e divenire
famoso, ma il senso di superiorità lo porta a trascurare la fuga di un ladro che
avrebbe facilmente bloccato. Lo stesso ladro, in un momento successivo, uccide
Ben, lo zio di Peter.
E’ così che Peter impara sulla propria pelle una dura ed importante lezione: "DA
UN GRANDE POTERE DERIVANO GRANDI RESPONSABILITA”.
Questo monito accompagnerà sempre la vita di Peter Parker, insieme ad un senso
di colpa e di impotenza per le morti delle persone a lui care.
Dopo la morte dello zio Ben, la vita di Peter cambia, si ritrova a combattere i
criminali per assicurare il bene della società.
Il nemico più grande è senza dubbio Goblin alias Norman Osborn, padre
dell'amico e compagno di scuola Harry.
Ma, mentre l'Uomo Ragno combatte per difendere New York ed i suoi cittadini
dai crimini e dalle ingiustizie, inizia ad essere criticato dall'opinione pubblica che
lo considera alla stregua di un criminale. La punta di diamante di questo
movimento contro l'Uomo Ragno è senza dubbio J. J. Jameson, allora direttore del
Daily Bugle, giornale che vedrà successivamente tra le sue file lo stesso Peter,
come fotografo freelance, attività che gli permette di avere a disposizione qualche
soldo in più.
Intanto il supereroe si trova di fronte una svariata quantità di nemici ognuno
diverso dal precedente e con storie personali sempre più disparate. Non mancano
poi le questioni amorose per il giovane Peter che deve conciliare amore e vita
segreta.
Si crea, così, intorno a Peter un mondo coerente ed attendibile, in cui ogni
criminale spesso è una persona qualunque.
Negli anni le storie di SpiderMan diventeranno non solo sempre più realistiche,
ma sempre più vicine al mondo giovanile e studentesco. 6
IL FUMETTO
Spiderman nasce in America dall’idea di Stan
Lee e dalla mano di Steve Ditko nell’agosto del
1962. La prima storia dell’eroe viene pubblicata
dalla Marvel Comics sul numero 15 di Amazing
Fantasy. Il nuovo fumetto si presentava subito
come un prodotto nato e destinato principalmente
agli adolescenti, i principali fruitori dei fumetti.
Spiderman affronta minacce imponenti pur
conservando la sua vera dimensione di
"amichevole Spiderman di quartiere", con i suoi
problemi quotidiani (la malattia della zia, i
compiti, l’amore), fatto che lo rese così simpatico
al pubblico, semplificando l'identificazione con
Peter nonostante i suoi superpoteri sovrumani.
A tutto questo si aggiunge che spesso si trovava a
dover combattere con i suoi avversari anche in
condizioni di menomazione (un braccio slogato,
un raffreddore od anche la febbre), o ad
affrontare minacce mistiche: in nessuna di queste situazioni, però, ha mai perso le sue
peculiari caratteristiche di semplicità e spontaneità.
Nel 1966 Ditko lascia il posto a John Romita Sr che abbandona le trame troppo noir
di Ditko e presenta al pubblico storie più romantiche, ma disegnate con uno stile
molto più realistico.
Successivamente agli anni Sessanta si susseguono
varie saghe e nuovi disegnatori e scrittori fino ad
arrivare ai giorni nostri, a più di quarant’anni dalla
sua prima pubblicazione, nei quali ancora la figura
di Spiderman è conosciutissima e molto apprezzata.
Spiderman ha molto successo, come ho già detto,
perché in lui generazioni di ragazzi si sono
immedesimate.
In Italia Spiderman si trasforma nel “L’Uomo
1970,
Ragno” e, nell’aprile del l’editoriale Corno
pubblica il primo fumetto, con le storie americane
di otto anni prima, in formato 17x26 spillato, in
bianco e nero e colori (fino al n.49), tutto a colori
(dal n.50) e con periodicità quattordicinale. 7
Successivamente anche in Italia, dopo alcuni cambiamenti, l’editoriale diventa Panini
Comics-Marvel.
Sia in America che in Italia, sono molte le edizioni alternative del fumetto, create
sempre per la Marvel Comics ma da altre mani, come per esempio: Ultimate Spider-
Man in cui si narrano le avventure di una versione modernizzata del classico Uomo
Ragno, Uomo Ragno 2099 ambientato in un futuro apocalittico ipotetico e
alternativo, l’Uomo Ragno del Mangaverse creato per una ambientazione nipponica
dei supereroi Marvel, Spider-Man Noir, ambientato nel 1935 di una realtà alternativa,
in cui Peter Parker è un socialista che riceve poteri di ragno e li usa per combattere i
mafiosi del Goblin, e altri. uscito nelle sale nel
Il mito di Spiderman è stato anche raccontato attraverso un film
1977 “L’Uomo Ragno” che servì come episodio pilota ad una serie televisiva.
Successivamente nel 1978 e nel 1979 uscirono nelle sale altri due film
dal nome “L’Uomo Ragno colpisce ancora” e “L’uomo Ragno sfida il
drago”. Più la serie di pellicole cinematografiche dirette da Sam Raimi:
Spiderman, Spiderman 2 e Spiderman 3. Molte, e sparse nel tempo, sono
invece le serie a cartoni animati: dalla prima nel 1967 all’ultima creata
nel 2008.
Oltre alla musica e al cinema, Spiderman, conquista anche lo spazio dei
videogiochi con molti titoli disponibili per le più comuni console moderne. 8
LA PSICOLOGIA DEL PERSONAGGIO
Come disse Stan Lee all’inizio della sua avventura, la storia avrebbe dovuto
presentare un ragazzo che fosse il protagonista principale della serie e che non
facesse "la spalla" del classico eroe adulto. Il protagonista sarebbe stato sconfitto ed a
volte umiliato almeno tante volte quante ne sarebbe uscito vincitore e che avrebbe
vissuto avventure in cui nulla si sarebbe svolto secondo formule prestabilite.
In effetti, fin dall’inizio Spideman si presenta come un eroe sui generis: non è infatti
immediata la scelta di utilizzare i suoi strani poteri per metterli a servizio degli altri e
solo la tragedia della morte dello zio, che forse avrebbe potuto evitare, lo porta alla
decisione definitiva. All’inizio, pensa addirittura di sfruttare le sue potenzialità per
diventare ricco e famoso, dimostrando il lato debole della sua personalità, vicina a
quella di ognuno di noi. Ogni scelta della sua vita sarà lacerante e ogni volta che si
mette a servizio della collettività, sacrifica una parte di sé, pur sapendo che ciò è
inevitabile. Significativo è a questo proposito l’amicizia con Mary Jane: spesso dovrà
rinunciarvi per non mettere in pericolo la ragazza.
Un’altra amica, Gwen, viene uccisa sotto i suoi occhi da uno dei suoi più acerrimi
nemici; ancora una volta la sensazione di impotenza sovrasta quella di invincibilità:
l’eroe esce sconfitto, come accadrà in vari momenti della sua vita a fumetti.
Altro aspetto interessante è come l’ opinione pubblica non sempre stia dalla sua parte:
spesso è visto alla stregua di un criminale, viene criticato o, più semplicemente, non
compreso. Sembra, in alcuni casi, essere quasi un emarginato, non un paladino della
verità a tutti i costi, ma un eroe troppo giovane, spesso dilaniato dai dubbi e dai
rimorsi. Peter Parker è un eroe anche perché non ha mai favoritismi dal mondo
esterno: ogni volta deve combattere per dimostrare a se stesso e egli altri che può
farcela. Da considerare anche il fatto che Peter è il “secchione” del suo Liceo, quello
ignorato dalle ragazze, in cui molti giovani possono riconoscersi: il suo alter ego è
un po’ anche la sua riscossa, la riscossa del ragazzo qualunque. Ciò che lo
contraddistingue e che comunque lo colloca tra i vincenti è l’intelligenza e spesso
anche l’umorismo, con cui affronta la sua vita e che lo rende più forte anche agli
occhi dei suoi avversari. Il suo carattere lo rende vincente: capisce che gli è stato dato
un dono e che deve usarlo per fare del bene. Un eroe, insomma, pieno di luci e
ombre, come ognuno di noi. 9
1960-1970. LA STORIA E L’ARTE AMERICANA NEGLI
ANNI DI SPIDERMAN
Quando nasce Spiderman in America siamo in pieno boom economico: nel
dopoguerra gli Stati Uniti fanno da traino all’economia occidentale e alla ripresa
economica mondiale. Lo sviluppo riguarda in primo luogo l’industria, la produzione
dei beni di consumo durevoli (automobili, elettrodomestici) e il settore della
tecnologia avanzata. Il benessere della popolazione si accresce dal punto di vista
alimentare e sanitario e questo favorisce l’aumento demografico nei paesi
industrializzati, primo fra tutti gli Stati Uniti. Così negli anni ’60 si assiste ad un
aumento consistente della fascia giovanile della popolazione che comincia ad essere
considerata “importante” dalla neonata società dei consumi: se i giovani sono molti, i
prodotti a loro destinati avranno largo consumo e dunque investire sui consumi
giovanili diventa un buon affare.
Così il mondo degli anni ’60 e ’70 è dei giovani: musica, cultura, letteratura, arte,
sono giovani e fatti giovani.
dei dai
Il FUMETTO stesso subisce un notevole incremento perché arriva in modo più
immediato al mondo personale dei ragazzi.
Anche l’ARTE scopre questa forma grafica per comunicare con i più, ovvero con i
giovani. Roy Lichtenstein usa il fumetto per riflettere sul rapporto tra finzione e
realtà. Nelle sue opere la tipica attenzione della Pop Art all’ambiente circostante e
all’influenza che su di esso esercitano i mass media e le attività commerciali, si
unisce a una interessante e approfondita analisi sul rapporto fra arte e linguaggio, fra
arte e oggetto. Tutto questo viene espresso proprio attraverso le particolari tavole a
fumetti ove spesso il protagonista è il superuomo onesto e leale, sempre vincitore del
male. Per rendere qualsiasi riflessione fortemente leggibile e di immediata
comprensione, Roy Lichtenstein ingrandisce porzioni di fumetti conosciuti ma anche
di grandi opere d’arte del passato e le restituisce a tutti tratteggiate semplicemente,
colorate con i primari blu, giallo e rosso, talvolta con un’esagerata retinatura. Questa
particolare scelta sta a indicare il futuro dell’espressione artistica e della sua
fruizione: il mondo della pubblicità, della grafica e della tecnica serigrafica e non
possiamo fare a meno, oggi, di apprezzarne la lungimiranza. 10
Roy Lichtenstein, IL TEMPIO DI APOLLO, 1964, collezione privata
Roy Lichtenstein, Blam!, 1962, New Haven, Yale University Art Gallery 11
Nelle generazioni precedenti si sentiva più forte l’importanza degli adulti e si
tendeva, con maggiore o minore convinzione, a diventare nello stesso modo. Gli anni
’60 decretano invece l’affermarsi della generazione nuova che ha il potere - diciamo
così immenso - per cambiare l’approccio con la realtà.
Dall’altro lato la consapevolezza di avere così tanta forza e importanza all’interno
della società dell’epoca, fa sì che i giovani rinneghino ben resto ciò che li ha
preceduti, ma anche gli elementi economico-culturali in cui sono cresciuti. Alla fine
degli anni ’60 proprio quella generazione che aveva conosciuto per prima la società
dei consumi, la rifiuta e apre la stagione della contestazione. La ribellione giovanile
rifiuta i modelli passati e si pone in contrasto con la generazione dei propri genitori.
Forse l’elemento più importante della contestazione giovanile del ’68 è proprio il
fatto che, diversamente da altre rivoluzioni, i giovani non sono solo parte integrante
del movimento, ma ne costituiscono proprio il motore: la “gioventù” stessa diventa il