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Come sapete il mio Istituto Nautico si chiama Luigi Rizzo, in onore ad un gran ammiraglio della Regia Marina Italiana, sopranominato L’Affondatore, conte di Grado e di Premuda, nato a Milazzo (ME) l’8ottobre 1887, morto a Roma il 27 giugno 1951. Prestò servizio durante la Prima guerra Mondiale (1915-1918). La mia tesina di maturità quindi analizza la figura di Luigi Rizzo e le sue grandi imprese.
-Finita la Grande guerra, nel 1919 partecipò all’impresa di Fiume, e l’anno dopo lasciò
il servizio attivo.
-Nel 1935, per i suoi meriti di guerra, fu insignito del titolo di Conte di Grado,e nel
1941 Conte di Premuda.
- Nel 1936, partecipò come volontario alla Guerra d’Etiopia; e fu nominato ammiraglio
per i suoi meriti eccezionali.
-Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, rientrò in Marina per occuparsi della
lotta antisommergibile del Canale di Sicilia nel 1940, dopo quel periodo fu
dispensato dal servizio ed assunse la carica di Presidente del Lloyd Triestino (una
società di navigazione) e poi dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico.
- L’8 settembre 1943,(durante la Seconda guerra mondiale), ordinò il sabotaggio dei
transatlantici e dei piroscafi affinché non cadessero in mano tedesca. Per questa sua
direttiva venne trasferito dalla Gestapo in Austria,e deportato in un lager.
- Fu liberato nel maggio 1945 dalle truppe francesi e rimpatriato in’Italia.
- Morì a Roma il 27 giugno 1951.
L’ammiraglio Luigi Rizzo, ebbe un lungo curriculum di vittorie durante la Prima
Guerra Mondiale,
LUIGI RIZZO, UN GRANDE EROE SICILIANO.
BREVE STORIA DEL ISTITUTO TECNICO NAUTICO
LUIGI RIZZO
L’ I.T.N. Luigi Rizzo, è tra le più antiche scuole nautiche d’Italia, molto legata alla
comunità ripostese ed alla sua crescita culturale e sociale. E’ stata istituita nel
1820,
con Reale Decreto, da Ferdinando I di Borbone, come una scuola nautica per
capitani
di cabotaggio e d’altura.
Iniziò a funzionare sotto la guida del capitano ripostese, Ferdinando Coco, il
quale era
preside ed unico insegnate.
In Sicilia, il Nautico di Riposto, era la seconda scuola esistente, perché già nel
1788, era
stato fondato il Seminario Nautico di Palermo.
Il Nautico, non sorgeva soltanto grazie al re, ma anche per l’impegno dei
commercianti
ripostesi, guidati da Gaetano de Majo, che avevano chiesto al Governo
borbonico una
scuola nautica, obbligandosi al mantenimento di questa.
Nel 1836, grazie al Nautico, ai tanti cantieri navali, all’intenso commercio, indussero ai
governanti, a richiedere allo Stato la costruzione di un porto; si dovette aspettare fino al
1906 per la posa della prima pietra. Nel 1865, con il Regno d’Italia, la scuola diventò
“Scuola Nautica e di Costruzione Navale”, quasi dieci anni dopo, venne elevata a “Regio
Istituto Nautico”. Per un cinquantennio; Federico Cafiero (matematico e astronomo
ripostese), fu il preside del Nautico, ed istituì un osservatorio meteorologico, Il Planetarium,
il quale, numerose scuole del comprensorio a tutt’oggi vengono a visitare.
Nel prossimo 2020, il nostro Istituto Nautico, compierà 200 anni.
Grazie a questa istituzione, e all’impegno del corpo insegnati che si sono susseguiti negli
anni,
Tantissimi studenti si sono diplomati ed ora navigano per tutti i mari,orgogliosi di aver
studiato qui.
E’ un bene nostro, che non deve essere dimenticato, bensì rivalutato!
COS’ ERANO I M.A.S. ?
Motoscafi anti sommergibili, molto veloci muniti di cannone, mitragliatori e bombe
antisommergibile; erano usati come mezzi d’assalto dalla Regia Marina Italiana durante la
Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Molto agili e piccoli da non essere un bersaglio facile
da colpire, ma ben armati per provocare seri danni a navi e sommergibili.
I M.A.S. seminarono il
terrore tra le flotte del mediterraneo. Dalla Regia Marina sono ricordati per il raid militare
nella baia di Buccari, conosciuto come la “ Beffa di Buccari”, nella quale operazione Luigi
Rizzo e Gabriele D’Annunzio, il 10 febbraio 1918, guidarono i M.A.S. nella protettissima
baia sotto il dominio austriaco,attraversando i posti di sorveglianza, lanciarono i siluri contro
le navi nemiche, ma senza ottenere nessun esito. D’Annunzio, lasciò galleggiare delle
bottiglie contenenti dei messaggi di scherno scritti da lui stesso e decorate da nastrini
tricolori. La vera storia o” beffa “ era stata quella di violare un porto reputato inviolabile, e
risollevare il morale dell’esercito italiano impegnato nella Grande Guerra.
Tanti furono i successi di questi
mezzi di attacco, che segnarono le battaglie navali dell’Italia.
I M.A.S. furono sviluppati e migliorati,ed usati anche nella Seconda Guerra Mondiale.
LA GRANDE GUERRA (1914-1918)
Nel 1914 i rapporti tra le nazioni europee erano difficili: c’erano le rivalità, desideri d’espansione e
nazionalismi.
L’Europa era unita in alleanze:
- la Triplice Alleanza formata da : Germania, Austria-Ungheria e Italia;
-
la Triplice Intesa formata da : Inghilterra, Russia e Francia.
Il conflitto scoppiò a Sarajevo, dopo l’assassinio il 28 giugno 1914, di Francesco Ferdinando, erede al
trono d’Austria. Vienna attribuì al governo serbo la responsabilità del grave fatto, dichiarando il 28 luglio
( un mese dopo l’attentato), guerra alla Serbia.
Il sistema delle alleanze, fece entrare in conflitto Gran Bretagna, Francia e Russia da un lato, e Germania
e Austria dall’altro. L’Italia si mantenne, in un primo momento neutrale, dato che la Triplice
Alleanza,della quale faceva parte, era un patto difensivo, che non imponeva un intervento. Tra 1915 e il
1916 si vennero completando gli schieramenti delle alleanze in Europa, con l’entrata in guerra della
Grecia,Giappone, Montenegro, Romania e il Portogallo, al fianco dell’Intesa. Invece la Bulgaria
appoggiò l’Austria.
L’esercito tedesco con un rapido attacco (agosto 1914), invase il Belgio neutrale, penetrarono nel
territorio nemico ma furono sconfitti nella battaglia della Marna (Francia).
La guerra di movimento divenne guerra di posizione, combattuta nelle trincee, gli eserciti si
fronteggiavano martellandosi con i mortai, lanciando gas asfissianti, senza che nessuno riuscisse a
infliggere al nemico colpi decisivi. Gli alti comandi pianificavano strategie, che si rivelavano capaci di
produrre solo nuove carneficine.
Nel maggio 1915, l’Italia entrò in guerra, a fianco di Francia e Inghilterra, dopo lunghi
contrasti interni.- Contrari all’intervento si erano dichiarati, Giolitti, molti cattolici e socialisti.
-Favorevoli furono i nazionalisti ma anche molti democratici e socialisti riformisti, convinti che
la guerra fosse necessaria per completare l’indipendenza nazionale e ottenere le terre ancora
“irredente”, cioè in mano all’Austria: il Trentino, e l’Alto Adige sino al Brennero, Trieste e la
Venezia Giulia
Altre due grandi battaglie furono a Verdun (Francia), nel febbraio 1916, nella quale morirono
quasi 500 000 soldati tra francesi e tedeschi; e nel fiume Somme (nord della Francia), a luglio
dello stesso anno.
Sul fronte italiano dominava la guerra di trincea, tra l’agosto e settembre 1917, si combatté
l’undicesima battaglia nel fiume Isonzo, per tentare di sconfiggere il nemico austro-ungarico;
il nostro esercito subì una tremenda disfatta a Caporetto (Slovenia) nel ottobre 1917, dovuta
alla pessima condotta di guerra del generale Cadorna, allo sbandamento morale, all’estraneità
verso un conflitto di cui la maggior parte dei soldati italiani non aveva mai compreso il senso e
condiviso i valori, al rifiuto di una disciplina gestita in modo arrogante e spesso brutale.
La guerra era diventata sempre più sanguinosa, caratterizzata dall’uso di armamenti dal
potenziale distruttivo sempre maggiore: carri armati, aerei,sommergibili, gas asfissianti.
Alle morti e alle distruzioni si aggiungeva, nei paesi belligeranti, un situazione economica
sempre più drammatica, con le popolazioni agli estremi della sopravvivenza.