Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Ho scelto questo argomento per la mia tesina, perché quando mi guardo attorno, nel mondo di oggi, mi trovo circondata da molte forme di potere, sia nell'accezione positiva che in quella negativa. Per "potere" generalmente si intende la capacità di prendere decisioni su altre persone che le subiscono.
Questa definizione mi riporta alla mente la figura del dittatore, che, nel mondo occidentale, ha avuto la sua massima espressione nel nazifascismo. Del potere però ho deciso di descrivere all'interno della mia tesina di maturità in maniera più ampia l'aspetto socio-economico-sociale. Questi elementi sono interrelazionati tra loro in maniera indiscutibile.
Il mondo in cui viviamo è, infatti, basato sulla collaborazione di un vasto numero di gruppi, Istituzioni, persone; affinché tutto possa funzionare bene è necessario che il "potere" imponga la sua obbedienza, applicando sanzioni a chi non rispetta le regole. Così, nella tesina, dopo essere partita dalla riflessione su "come non dovrebbe essere il potere", ho ragionato su "come esso concretamente funziona", sulla capacità e possibilità di dirigere persone, contare su risorse umane e materiali e disporre di un apparato burocratico.
Come dice Michael Focault: "Il potere non è qualcosa che si acquista, si strappa o si condivide, qualcosa che si conserva o che si lascia sfuggire; il potere si esercita a partire da innumerevoli punti e nel gioco di relazioni disuguali e mobili".
Storia- Il nazifascismo.
Italiano- Ermetismo, Montale, Ungaretti.
Diritto- Lo Stato.
Inglese- The United Kingdom.
Scienza delle finanze- Entrate e spese pubbliche (imposte).
Ragioneria- Il bilancio d'esercizio.
Tecnica aziendale- Le autorità creditizie.
Informatica- Il sistema informatico aziendale (Database e Database in rete).
Matematica- La ricerca operativa: i problemi di scelta.
amaro di smarrimento, di angoscia di fronte a una desolante esistenza. La raccolta di poesie è dedicata a una
misteriosa poetessa americana, Irma Brandeis, di origini ebraiche e costretta a rimpatriare dopo la
promulgazione delle leggi razziali. In Ossi di seppia Montale aveva fatto capire che la poesia era un qualcosa
di irraggiungibile; invece, nelle Occasioni sostiene che la poesia è una realtà di ordine metafisico, divino, e
proprio le occasioni danno al poeta la possibilità di raggiungere la pura forma metrica. Mentre nella lirica
Ossi di seppia di solito troviamo una parte descrittiva e riflessiva delle cose, ne Le Occasioni il tema
principale è sempre oggetto, ma non ci sono mai le riflessioni, perché il poeta vuole lasciar parlare solo gli
oggetti. Il modo con cui egli descrive l'oggetto, fa capire lo stato d'animo del poeta e "quell'occasione" che ha
fatto scaturire nel poeta l'ispirazione. La raccolta, che si apre con una lirica introduttiva, si divide in quattro
sezioni: la prima comprende diciassette poesie; la seconda, intitolata Mottetti, raccoglie venti brevi poesie,
hanno lo scopo di riprodurre musicalmente il mottetto e sono dedicate a Clizia, la figura ideale di amante e
donna angelo dal ruolo salvifico; la terza è composta da tre liriche; infine la quarta, che comprende 15
poesie, inizia con liriche a largo respiro come La casa dei doganieri.
I LIMONI
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta 13
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno piú languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.
In questa poesia si rivolge ad un ipotetico ascoltatore, un uomo comune. Evidenzia che i poeti laureati,
incoronati di alloro, nelle loro liriche utilizzano immagini particolari, nomi di piante poco conosciute,
mentre i poeti antiaulici, di cui si sente far parte lo stesso Montale, nelle loro liriche utilizzano immagini
umili e quotidiane: pozzi, anguille, limoni... I poeti laureati vengono detti tali perché sono i poeti più
acclamati per le loro liriche tradizionali, scritte con un linguaggio difficile e prezioso. Uno di questi poeti era
D’Annunzio.
Nella seconda strofa ci sono elementi circostanti che suscitano nel poeta un’impressione di dolcezza
inquieta: il mormorio dei rami degli alberi di limoni e il profumo di questi che si espande sulla terra. Questi
elementi riescono a far dimenticare al poeta l'angoscia della solitudine.
Nella terza strofa c’è l’immagine che dà l’illusione che nella realtà sia presente il divino: nel silenzio della
sera l’uomo ha l’illusione di vedere una figura che si allontana, una divinità misteriosa.
Infine nella quarta strofa Montale evidenzia che l'illusione di poter conoscere il divino segreto della natura si
dissolve e così si ritorna nella piatta realtà delle città rumorose. A questo punto si fa avanti la speranza,
espressa in questo contrasto: la figura caotica della città e quindi la tristezza dell’animo viene rinfrancato
dalla visione, attraverso un portone semi-chiuso, di limoni che, con il loro giallo squillante simboleggiano la
speranza. 14 LO STATO
Lo stato viene definito come un popolo organizzato su un territorio sotto un unico sovrano. Dalla definizione
si può dedurre che per avere uno stato sono indispensabili tre elementi: la sovranità, il popolo e il territorio.
La definizione dello stato mette in evidenza tutti gli elementi che lo compongono, con particolare riferimento
al popolo che ne è l'elemento principale. E' questo il concetto di stato comunità, che è l'insieme di persone
che organizzano con il loro potere la società civile che vive in un certo territorio. Spesso però con il termine
stato si vuole intendere l'insieme degli organi che hanno un determinato potere. E' questo il concetto di stato
apparato, che può essere definito come l'organizzazione complessa che, entro un certo territorio e un certo
popolo, esercita il potere politico. Poi si ha lo stato moderno, che si sviluppa tra il XVI e il XVII secolo e
nasce quando si afferma il principio secondo cui l'organizzazione politica dello stato è il prodotto di un
insieme di soggetti che decidono di darsi delle regole. Nasce anche quando, in alcune monarchie dell'Europa,
il potere passa sempre più nelle mani del sovrano, che lo esercita direttamente su tutto il territorio e su tutta
la popolazione, attraverso anche un insieme di organi e di pubblici funzionari che si occupavano degli affari
dello stato stesso. Così scompaiono i centri di potere minori, che fin dal Medioevo esercitavano un effettivo
potere politico, in concorrenza o in sostituzione con quello dell'imperatore. Alla fine del '700 si delinea lo
stato moderno vero e proprio, nel quale l'individuo non era più un suddito di chi aveva il potere, ma un
cittadino, cioè un soggetto a cui sono riconosciuti diritti civili e politici.
I caratteri dello stato moderno sono: stato di diritto, stato costituzionale e stato rappresentativo.
Viene nominato stato di diritto, in quanto la legge domina sugli uomini e non viceversa. Così si afferma il
principio di legalità, dove tutti gli organi dello stato possono esercitare il loro potere solo nei limiti stabiliti
dalla legge.
Lo stato moderno viene definito anche stato costituzionale, cioè uno stato retto da una costituzione che
sancisce e garantisce i diritti inviolabili del cittadino. Le prime costituzioni sono nate con lo statuto albertino,
nel quale si potevano modificare leggi emanate in precedenza con altre leggi ordinarie (costituzioni
flessibili). Dal XX secolo le costituzioni sono diventate rigide, cioè che non possono essere modificate con
leggi ordinarie, ma solo con un procedimento di revisione particolare. Il passaggio dalle costituzioni flessibili
a quelle rigide, ha permesso la crescita dello stato costituzionale, perché la costituzione rigida assicura che
alcuni principi fondamentali siano tutelati da una garanzia superiore a quella tutelata assicurata da una legge
ordinaria e non siano modificabili. Lo stato contemporaneo, l'evoluzione dello stato moderno, è frutto di
trasformazioni che hanno modificato spesso le sedi dove vengono prese le decisioni politiche. Si è avuto un
aumento dei compiti che ha assunto lo stato in campo economico e sociale. Ha fatto si che per poterli
compiere ha accettato l'intervento di alcuni organi decisionali autonomi, come ad esempio i sindacati, le
organizzazioni di lavoratori, ecc.
Abbiamo detto che gli elementi che formano lo stato sono: la sovranità, il popolo e il territorio.
Lo stato si dice sovrano in quanto ha un potere di comando superiore a quello di ogni altro soggetto. Tutti gli
altri centri potere sono subordinati allo stato. Quindi possiamo dire che la sovranità dello stato è quel potere
d'imperio esclusivo, originario e incondizionato che lo stato ha su tutti quelli che ne fanno parte. Essa è'
originaria in quanto nasce con la nascita dello stato, esclusiva in quanto compete solo allo stato e
incondizionata in quanto, all'interno del territorio, non incontra nessun limite giuridico. Però la sovranità non
si esprime solamente all'interno del territorio, ma anche verso l'esterno, cioè nei confronti degli altri stati.
Questo ne assicura l'indipendenza, in quanto se ogni stato è sovrano entro i propri confini, non può esistere
subordinazione di un altro stato nei confronti di un altro. Quindi lo stato è sovrano al suo interno ed è
indipendente nei confronti degli altri stati. Anche se c'è il monopolio della forza, lo stato accetta che la
sovranità abbi i suoi limiti. Questi possono essere distinti in limiti interni e limiti internazionali. I limiti
15
interni alla sovranità riguardano sopratutto l'impossibilità da parte dello stato di assumere comportamenti
che vanno contro la libertà dell'uomo. Invece i limiti internazionali riguardano l'impossibilità dello stato di
assumere comportamenti che vanno contro le leggi degli altri stati.
Il popolo è l'insieme di tutti i soggetti che hanno la cittadinanza in uno stato. Quindi con lo status di
cittadino, sono collegati diritti e doveri nei confronti dello stato. Ogni stato stabilisce in che modo si acquista
la cittadinanza e può accedere che ci siano soggetti che hanno più di una cittadinanza e altri che non ne
hanno nemmeno una, e questi vengono chiamati apolidi. Il principio più importante che sta alla base
dell'acquisto della cittadinanza è quello del diritto per nascita, in base al quale alla nascita un soggetto
acquista la cittadinanza di uno stato secondo due criteri:
Diritto di sangue, secondo il quale i figli acquistano la cittadinanza dei genitori ovunque siano nati
o ovunque risiedano;
Diritto di luogo,secondo il quale sono cittadini tutti quelli che nascono in un determinato territorio
indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.
In Italia la cittadinanza si può acquistare: per nascita, per adozione, per matrimonio, per naturalizzazione e
per elezione.
Cittadinanza per nascita. Si ha quando si nasce da padre o madre italiani.
Cittadinanza per adozione. Si ha quando un minore straniero viene adottato da cittadini italiani.
Cittadinanza per elezione. Si ha quando un soggetto diventa cittadino di uno stato per sua scelta.
Cittadinanza per matrimonio. Si ha quando uno straniero sposa un cittadino italiano, purché risieda in
Italia.
Cittadinanza per naturalizzazione. Lo straniero, che risieda legalmente in Italia, la può avere:
Da almeno tre anni, se è nato in Italia o è cittadino di nascita;
Da almeno quattro anni, se è cittadino di uno stato dell'unione europea;
Da almeno cinque anni, dopo l'adozione da parte di un cittadino italiano (in particolare l'apolide);
Da almeno dieci anni, in tutti quei casi che non rientrano in quelli elencati;
Inoltre viene data la cittadinanza allo straniero che abbia prestato servizio per almeno cinque anni
alle dipendenze dello stato.
Il cittadino che acquista la cittadinanza di un altro stato non perde quella italiana, in questo caso si può
verificare che si ha la doppia cittadinanza. La si può perdere per rinunzia da chi acquista la cittadinanza
straniera, cioè che un cittadino italiano abbia accettato un impiego pubblico in uno stato straniero.
Lo stato è un concetto giuridico, mentre la nazione è un concetto che indica un insieme di persone
accomunate da valori storico-culturali. La cittadinanza indica l'appartenenza ad un certo stato in base a
norme specifiche, mentre la nazionalità indica l'appartenenza di una persona ad una collettività in cui si