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INDICE Pag.
Prefazione 3
Introduzione: La nascita della fisiognomica 4
Come Lombroso si inserisce nel clima generale del Positivismo 6
La nascita della criminologia in Italia: Cesare Lombroso 8
Cenni biografici 9
Gli studi sulla povertà, l’emarginazione e la devianza criminale 11
Caso Passannante 12
Fisiognomica criminale 13
La forma della criminalità femminile: la donna prostituta e delinquente 15
La raccolta scientifica 17
L’eredità degli studi lombrosiani 19
Bibliografia, sitografia 21
2
PREFAZIONE
Il percorso che mi ha portato alla scelta del tema affrontato in questo lavoro è strettamente
legato ad un mio spiccato interesse per la fotografia.
Ma quale “taglio” proporre alla mia ricerca per sviluppare questo argomento? Partire da
una breve storia della fotografia mi avrebbe condotto troppo lontano e , probabilmente, a
dilungarmi in una successione cronologica di eventi e in una raccolta di dati tecnici poco
interessante e non corrispondente comunque a ciò che avevo vagamente ipotizzato.
Un approccio storico-letterario mi pareva d’altro canto possibile soprattutto dopo la
scoperta che Giovanni Verga, principale esponente del Verismo italiano, era stato altresì
un appassionato fotografo, tanto da lasciare ai posteri qualche sua immagine, seppur
sfocata, della campagna siciliana della seconda metà dell’Ottocento, teatro dei suoi scritti
più celebri.
Vi erano poi le fotografie segnaletiche della propaganda dell’Italia unita contro il
brigantaggio meridionale: foto di briganti, dalla postura minacciosa, ritratti ormai morti, ma
con il fucile impugnato per sottolinearne la pericolosità sociale.
La riflessione sulla manipolazione dell’immagine fotografica, anche in tempi più recenti e
con tecniche sempre più sofisticate- si pensi all’epurazione anche iconografica di alcuni
membri del partito bolscevico ai tempi di Stalin o all’ipotesi fantasiosa di un falso sbarco
statunitense sulla Luna realizzato in un set fotografico- , che rende oggi più che mai
incerta la catalogazione della fotografia come “documento” o “fonte” sicuramente
attendibile, era un tema senza dubbio degno di attenzione.
Mi sono infine imbattuta in alcune immagini presenti in un testo di criminologia di Ando
Gilardi, dedicato alla “storia, tecnica e estetica della fotografia criminale, segnaletica e
giudiziaria”, attraverso il quale ho raccolto alcuni cenni sugli studi di fisiognomica di
Cesare Lombroso. Da lì sono partita alla lettura di brani tratti dal suo scritto sulla donna
criminale e di notizie sull’incredibile vicenda dell’anarchico Passannante e del suo
cervello, e non ho avuto più dubbi. La fotografia mi aveva condotto su una strada diversa
da quella originaria, ma ugualmente appassionante, soprattutto per la modernità di alcuni
interrogativi scientifici sollevati dagli studi lombrosiani. Avrei lavorato su questo.
Introduzione: La nascita della fisiognomica
3
Riferimenti a relazioni tra l'aspetto di una persona ed il suo carattere risalgono all'antichità
e si possono rinvenire in alcune antiche poesie greche. Le prime indicazioni allo sviluppo
di una teoria in questo senso risultano nell'Atene del V secolo a.C. dove un certo Zopyrus
si proclamava esperto di quest'arte. Il filosofo Aristotele, nel IV secolo a.C., si riferiva
spesso a questo tipo di teorie anche con citazioni letterarie. Aristotele stesso era d'accordo
come testimonia un passaggio di Analitici primi (2.27).
«È possibile inferire il carattere dalle sembianze, se si dà per assodato che il corpo e
l'anima vengono cambiati assieme da influenze naturali: dico 'naturali' perché se forse,
apprendendo la musica, un uomo fa qualche cambiamento alla sua anima, questa non è
una di quelle influenze che sono per noi naturali; piuttosto faccio riferimento a passioni e
desideri quando parlo di emozioni naturali. Se quindi questo è accettato e anche il fatto
che per ogni cambiamento c'è un segno corrispondente, e possiamo affermare l'influenza
e il segno adeguati ad ogni specie di animale, saremmo in grado di inferire il carattere
dalle sembianze».
Il primo trattato sistematico sulla fisiognomica giunto fino ad oggi è il volumetto
Physiognomica attribuito ad Aristotele, ma più probabilmente frutto della sua scuola. È
diviso in due parti e quindi probabilmente in origine erano due lavori separati. La prima
sezione tratta soprattutto del comportamento umano sorvolando su quello degli animali. La
seconda sezione è incentrata sul comportamento animale dividendo il regno animale in
maschile e femminile. Da questo vengono dedotte corrispondenze tra l'aspetto umano ed
il comportamento.
Il principale esponente della fisiognomica moderna è stato il pastore svizzero Johann
Kaspar Lavater (1741 - 1801) che fu amico, per un breve periodo, di Goethe. Il saggio di
Lavater sulla fisiognomica fu pubblicato per la prima volta in tedesco nel 1772 e divenne
subito popolare. Venne poi tradotto in francese ed inglese influenzando molti lavori
successivi. Le fonti principali dalle quali Lavater trasse conferma per le sue idee furono gli
scritti di Giambattista della Porta (1535 - 1615) e del fisico e filosofo inglese Thomas
Browne (1605 - 1682) del quale lesse ed apprezzò Religio medici. In questo lavoro
Browne discute della possibilità di dedurre le qualità interne di un individuo dall'aspetto
esteriore del viso:
«Nei tratti del nostro volto è scolpito il ritratto della nostra anima».
In seguito Browne affermò le sue convinzioni sulla fisiognomica nella sua opera Christian
Morals (1675 circa):
«Poiché il sopracciglio spesso dice il vero, poiché occhi e nasi hanno la lingua, e l'aspetto
proclama il cuore e le inclinazioni basta l'osservazione ad istruirti sui fondamenti della
fisiognomica[…]. Spesso osserviamo che persone con tratti simili compiono azioni simili.
Su questo si basa la fisiognomica». 4
A Thomas Browne è accreditato l'uso della parola “caricatura” in inglese, sulla quale si
cercò di basare con fini illustrativi l'insegnamento della fisiognomica. Browne possedeva
alcuni scritti di Giambattista della Porta tra cui Della celeste fisionomia nel quale egli
sosteneva che non sono gli astri ma il temperamento ad influenzare sia l'aspetto che il
carattere. In De humana physiognomia (1586) Porta usò delle xilografie di animali per
illustrare i tratti caratteristici dell'uomo. I lavori di Porta sono ben rappresentati nella libreria
di Thomas Browne ed entrambi erano sostenitori della dottrina delle firme — cioè, le
strutture fisiche in natura come le radici, i gambi ed i fiori di una pianta, sono chiavi
indicative o firme delle loro proprietà medicamentose.
Tavole tratte dall’opera di Giambattista della Porta “De humana
physiognomonia [vol. 3] ”
5
Come Lombroso si inserisce nel clima generale del Positivismo.
L’indirizzo filosofico denominato Positivismo, sorto in Francia nella prima metà del XIX
secolo e successivamente sviluppatosi in tutti i paesi europei, è il principale riferimento
teorico della ricerca di Lombroso il quale, operante in questo contesto storico, assimila da
esso diverse linee di pensiero, in modo più o meno dichiarato. La caratteristica distintiva
del Positivismo è la considerazione della scienza esaltata a unica guida della vita
singola ed associata dell’uomo:
unica conoscenza e morale possibile. Volendo delineare un quadro generale delle
conseguenze teoriche di questo presupposto, enucleiamo le seguenti tesi fondamentali.
1. La scienza è l’unica conoscenza possibile e il metodo della scienza è l’unico
valido. Pertanto il ricorso a cause o principi che non sono accessibili al metodo della
scienza, non dà origine a conoscenza e la metafisica (che ricorre a tali cause e principi) è
priva di valore.
2. Il metodo della scienza è puramente descrittivo, in quanto descrive i fatti
mostrandone i rapporti costanti, espressi dalle leggi che ne consentono la previsione e in
quanto mostra la genesi evolutiva dei fatti più complessi a partire da quelli più semplici.
3. Il metodo della scienza, essendo l’unico valido, va esteso a tutti i campi
dell’indagine e dell’attività umana, e l’intera vita umana, singola e associata, deve
essere guidata da
esso.
Il fatto che l’unico metodo di indagine sia quello scientifico presuppone dunque una
sostanziale unità fra mondo umano e mondo naturale. Questa assimilazione fa sì che
l’uomo venga trattato come mero fenomeno, indagato come qualsiasi altro dato naturale,
sottostante alle medesime leggi, anche nella sfera psicologica. Infatti le manifestazioni
mentali ed emotive possono essere spiegate a livello fisico e biologico. Il fine di molta
ricerca medica dell’epoca è ricercare motivi materiali per fenomeni che fino ad
allora erano stati spiegati come espressioni dell’anima, della ragione o del
sentimento.
Come si potrà per esempio parlare di libertà o di responsabilità in un individuo che agisce
esclusivamente in base alla sua natura biologica? A questo problema il positivismo sociale
cercò di sfuggire . Assumendo come modello le scienze biologiche, i positivisti sociali
intesero la società come un tipo di organismo costituito di diversi componenti, interagenti
al fine di assicurare un corretto funzionamento del sistema nella sua totalità.
Se uno qualsiasi di questi componenti diventava “non funzionale”, era necessaria una
correzione per ripristinare l’equilibrio. In questi termini la scienza ha il diritto di diventare
operativa e si propone il rinnovamento della società, ricercando all’interno di se
stessa un nuovo fondamento di ordine unitario.
Questi presupposti storici e filosofici di Lombroso, uniti alla sua formazione medico-
psichiatrica, caratterizzano anche la sua antropologia e, conformemente alle nascenti
teorie evoluzionistiche, danno forma ad una nuova “scienza” da lui stesso denominata
“antropologia criminale”. 6
Durante le sue esperienze di guerra, tra la fine degli anni ’50 e la seconda metà degli
anni’60, Lombroso ebbe la possibilità di esaminare regolarmente i soldati e raccogliere
una grande quantità di dati antropologici sulla statura, sul peso, sulle misure craniche,…E’
in questo periodo che inizia a formulare le sue principali teorie. Innanzitutto, la più nota,
quella del “delinquente nato”, secondo la quale un’alta percentuale dei più gravi e
persistenti criminali possiederebbero una predisposizione congenita-presente sin dalla
nascita e di carattere ereditario- che, indipendentemente dalle condizioni ambientali, li
renderebbero inevitabilmente antisociali. Tali criminali “nati” erano caratterizzati,
sempre secondo Lombroso, anche da alcune peculiarità anatomiche, fisiologiche e
psicologiche quali:l’asimmetria facciale, la fronte bassa, gli zigomi sporgenti, le mascelle
enormi, la famosa “fossetta occipitale mediana” alla base del cranio, alcune anomalie delle
orecchie, l’insensibilità al dolore, la mancanza di senso morale, la vanità,la crudeltà, il
disprezzo della morte e della sofferenza, la particolare inclinazione al tatuaggio, ecc…
Strettamente correlata alla teoria del “delinquente nato” è quella dell’ ”atavismo”- legata
ai principi evoluzionistici di Darwin – tramite la quale si tentava di interpretare la
condotta delittuosa del criminale “nato” come una forma di regressione a livelli
primordiali dello sviluppo dell’uomo; il delinquente era un individuo primitivo, una
sorta di selvaggio ipoevoluto nel quale gli istinti e le pulsioni aggressive si
realizzavano nel delitto. 7
La nascita della criminologia in Italia
Cesare Lombroso
Cenni biografici
1835 Nasce il 6 novembre da Zefora Levi e Aronne Lombroso, una famiglia di
commercianti israeliti, a Verona, dove frequenta le scuole elementari e di
umanità.
1852 Si iscrive alla facoltà di medicina a Pavia.
1854-55 Continua gli studi di medicina prima a Padova poi a Vienna, dove entra in
contatto con la scuola anatomico-clinica legata ai nomi di Josef Skoda e
Karl Rokitansky, fondatore dell’anatomia patologica nonché autore di oltre