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Sintesi

Introduzione tesina sul piacere



La seguente tesina di maturità descrive il tema del piacere e permette i seguenti collegamenti interdisciplinari con le varie materie scolastiche: in italiano Leopardi e la teoria del piacere; in filosofia Schopenhauer, il piacere, il dolore e la noia
in psicologia Freud e la teoria delle pulsioni.

movimento estetico in letteratura e Gabriele D’Annunzio

Collegamenti


Tesina sul piacere



Italiano - Leopardi e la teoria del piacere.
Filosofia - Schopenhauer, il piacere, il dolore e la noia.
Psicologia - Freud e la teoria delle pulsioni.
Estratto del documento

Andrew Wyeth, Christina’s World (1948), dipinto a tempera

su tavola, Museum of Modern Art, New York.

Giacomo Leopardi (1798-1837)

La vita

1798-1815 L’infanzia a Recanati

­ L’istruzione ecclesiastica

Lo studio matto e disperatissimo nella biblioteca paterna

1815-1819 Conversione “dall’erudizione al bello”

­ Studio dei grandi poeti Omero, Virgilio e Dante

Corrispondenza con Pietro Giordani

1819-1822 Conversione “dal bello al vero”

­ 1822-1823 Permanenza a Roma

­ 1823-1827 Le Operette morali

­ La vita

1827-1828 Permanenza a Firenze

­ A Silvia e la serie dei “grandi idilli”

Peggioramento delle condizioni di salute

1828-1830 “Sedici mesi di notte orribile”

­ 1830-1833 Ritorno a Firenze

­ Amicizia con Antonio Ranieri

1833-1837 Ultima permanenza a Napoli

­

I. Antitesi tra Natura e Ragione

Atteggiamento titanico nei confronti della civiltà del suo

­ tempo: il pessimismo storico

La tensione inappagata verso un piacere infinito caratterizza

­ l’essenza infelice della natura umana

Natura come madre benigna offre strumenti per rimediare

­ allo stato di infelicità: l’immaginazione e le illusioni

II. La natura malvagia

Il male rientra nel piano della Natura, la quale ha messo

­ nell’uomo quel desiderio di felicità infinita senza

permettergli di soddisfarlo

Concezione meccanicistica e materialistica: la Natura è

­ indifferente alla sorte del singolo

Condizione assoluta di infelicità come dato eterno e

­ immutabile: pessimismo cosmico

Rimedi all’infelicità

Tramite l’immaginazione l’uomo può figurarsi piaceri

­ infiniti

Teoria della Visione e Teoria del Suono

­ Esempio: L’Infinito (1819)

Nell’arte come per la pittura, la musica o la poesia il

­ bello coincide con il vago e l’indefinito

Da “Lo Zibaldone” (1820)

La teoria del piacere (1/3)

[…] L'anima umana (e così tutti gli esseri viventi) desidera

sempre essenzialmente, e mira unicamente, benché sotto mille

aspetti, al piacere, ossia alla felicità, che considerandola bene, è

tutt'uno col piacere. Questo desiderio e questa tendenza non

ha limiti, perché ingenita o congenita coll'esistenza, e perciò

non può aver fine in questo o quel piacere che non può essere

infinito, ma solamente termina colla vita. […] Veniamo alle

conseguenze. Se tu desideri un cavallo, ti pare di desiderarlo

come cavallo, e come un tal piacere, ma in fatti lo desideri

come piacere astratto e illimitato. Quando giungi a possedere

il cavallo, trovi un piacere necessariamente circoscritto, e senti

un vuoto nell'anima, perché quel desiderio che tu avevi

effettivamente, non resta pago. […]

Da “Lo Zibaldone” (1820)

La teoria del piacere (2/3)

[…] Il fatto è che quando l'anima desidera una cosa piacevole,

desidera la soddisfazione di un suo desiderio infinito,

desidera veramente il piacere, e non un tal piacere; ora nel

fatto trovando un piacere particolare, e non astratto, e che

comprenda tutta l'estensione del piacere, ne segue che il suo

desiderio non essendo soddisfatto di gran lunga, il piacere

appena è piacere, perché non si tratta di una piccola ma di

una somma inferiorità al desiderio e oltracciò alla speranza. E

perciò tutti i piaceri debbono esser misti di dispiacere, come

proviamo, perché l'anima nell'ottenerli cerca avidamente

quello che non può trovare, cioè una infinità di piacere, ossia

la soddisfazione di un desiderio illimitato. […]

Da “Lo Zibaldone” (1820)

La teoria del piacere (3/3)

[…] Considerando la tendenza innata dell'uomo al piacere,

è naturale che la facoltà immaginativa faccia una delle sue

principali occupazioni della immaginazione del piacere. E

stante la detta proprietà di questa forza immaginativa, ella

può figurarsi dei piaceri che non esistano, e figurarseli

infiniti 1. in numero, 2. in durata, 3. e in estensione. Il

piacere infinito che non si può trovare nella realtà, si trova

così nella immaginazione, dalla quale derivano la speranza,

le illusioni ec. Perciò non è maraviglia 1. che la speranza sia

sempre maggior del bene, 2. che la felicità umana non

possa consistere se non se nella immaginazione e nelle

illusioni. […]

Arthur Schopenhauer (1788-1860)

La tesi dell’identificazione della realtà con la Volontà

­ Il riconoscimento tardivo del pensiero schopenhaueriano

­ Meriti e critiche a Kant

­ Critica alla metafisica e distruzione della filosofia scolastica

Distinzione tra fenomeno e noumeno

Critica a Hegel

­ Identificazione della realtà con la razionalità

5'Provoca'l’infelicità'umana'

Noumeno' 5'Si'oggettiva'nelle'idee,'

determinate'da'una'legge'

' naturale'

'

'

' REALTÁ'= VOLONTÁ

' 'di'vivere'

'

'

'

'

5555555555555555555555555555555555555555555555555555555555555velo'di'Maya5555555555555555555555555555555555'

Fenomeno'

' ARTE'

'

' MORALE può'cogliere'

'

'

si'libera'della' ASCESI

volontà' ''

'

attraverso'

'

' UOMO' attraverso' RISCOPERTA'DEL'

' CORPO'UMANO'

'

' Con'tre'forme'a'priori'

' dell’intelletto:'

' 5'tempo'

' 5'spazio'

!

' 5'causalità'

'

'

' '

Costruisce'il'mondo'come' '

rappresentazione:' '

5'del'divenire ' '

5'del'conoscere' '

5'dell’essere' '

5'dell’agire ' '

Da “Il mondo come volontà e

rappresentazione” (1818) (1/2)

[…] Ogni volere proviene da un bisogno, cioè da una privazione, da

una sofferenza. La soddisfazione vi mette un termine; ma per un

desiderio che viene soddisfatto, ce ne sono dieci almeno che

debbono essere contrariati; per di più ogni forma di desiderio

sembra non avere mai fine, e le esigenze tendono all’infinito: la

soddisfazione è breve e avaramente misurata. […]

[…] Nessun voto realizzato può dare una soddisfazione duratura e

inalterabile; è come l’elemosina che si getta a un mendicante, che

gli salva la vita oggi per prolungare i suoi tormenti sino

all’indomani. Finché la nostra coscienza è riempita dalla nostra

volontà, finché ci abbandoniamo all’impulso dei desideri con la

loro alternativa di timori e speranze, finché, in una parola, siamo

soggetti del volere, non ci saranno concessi né felicità duratura né

riposo. […]

Da “Il mondo come volontà e

rappresentazione” (1818) (2/2)

[...] Ogni volere si fonda su di un bisogno, su di una

mancanza, su di un dolore: quindi è in origine e per essenza

votato al dolore. Ma supponiamo per un momento che alla

volontà venisse a mancare un oggetto, che una troppo facile

soddisfazione venisse a spegnere ogni motivo di desiderio:

subito la volontà cadrebbe nel vuoto spaventoso della noia:

la sua esistenza, la sua essenza, le diverrebbero un peso

insopportabile. Dunque la sua vita oscilla, come un

pendolo, fra il dolore e la noia, suoi due costitutivi

essenziali. […]

Sigmund Freud (1856-1939)

Il distacco dalla psichiatria positivista e l‘affermarsi

­ della psicoanalisi

L’inconscio, il preconscio e conscio

­ Il ruolo dell’analista e l’interpretazione dei sogni

­ Il contenuto manifesto e il contenuto latente

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