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Sintesi
Estratto del documento

CARATTERI BOTANICI

L'olivo è una pianta longeva che può facilmente raggiungere alcune centinaia d'anni: questa sua

caratteristica è da attribuire soprattutto al fatto che riesca a rigenerare completamente o in buona

parte l'apparato epigeo e ipogeo che siano danneggiati. L'olivo è inoltre una pianta sempreverde,

ovvero la sua fase vegetativa è pressoché continua durante tutto l'anno, con solo un leggero calo nel

periodo invernale.

L'olivo è una specie tipicamente basitone, ovvero assume senza intervento antropico la forma

tipicamente conica.

Le gemme sono prevalentemente di tipo ascellare ed in piante molto vigorose oltre che alle gemme

a fiore e a legno si possono ritrovare anche gemme miste.

I fiori sono ermafroditi, piccoli, bianchi e privi di profumo, costituiti da

calice (4 sepali) e corolla (gamopetala a 4 petali bianchi). I fiori sono

raggruppati in mignole (10-15 fiori ciascuna) che si formano da gemme

miste presenti su rami dell'anno precedente o su quelli di quel annata.

La mignolatura è scalare ed inizia in modo abbastanza precoce nella

parte esposta a sud.

Le foglie sono di forma lanceolata e coriacee. Sono di colore verde glauco

e glabre sulla pagina superiore mentre presentano peli stellati su quella

inferiore che le conferiscono il tipico colore argentato e la preservano a

loro volta da eccessiva traspirazione durante le calde estati mediterranee.

Il frutto è una drupa ovale ed è l'unico frutto dal quale si estrae un olio

(gli altri oli si estraggono con procedimenti

chimici o fisici da semi). Solitamente di forma

ovoidale può pesare da 2-3 g per le cultivar da

olio fino a 4-5 g nelle cultivar da tavola.

Il tronco è contorto, la corteccia è grigia e liscia ma tende a sgretolarsi

con l'età; il legno è di tessitura fine, di colore giallo-bruno, molto

profumato (di olio appunto), duro ed utilizzato per la fabbricazione di

mobili di pregio in legno massello. Caratteristiche del tronco, sin dalla

forma giovanile, è la formazione di iperplasie nella zona del colletto

appena sotto la superficie del terreno; simili strutture si possono ritrovare inoltre sulla branche:

comunque queste formazioni sono date non da fattori di tipo parassitario ma da squilibri ormonali e

da eventi di tipo microclimatico.

Le radici sono prevalentemente di tipo fittonante nei primi 3 anni di età, dal 4° anno in poi si

trasformano quasi completamente in radici di tipo avventizio, superficiali e che garantiscono alla

pianta un'ottima vigorosità anche su terreni rocciosi dove lo strato di terreno che contiene sostanze

nutrienti è limitato a poche decine di centimetri. 4

AMBIENTE PEDOCLIMATICO

Fra le piante arboree l'Olea europaea si distingue per la sua longevità e la frugalità.

Le esigenze climatiche sono notevoli. Essendo una pianta eliofila soffre l'ombreggiamento,

producendo una vegetazione lassa e, soprattutto, una scarsa

fioritura. Il fattore climatico determinante sulla distribuzione

dell'olivo è la temperatura: la pianta manifesta sintomi di sofferenza

a temperature di 3-4°C. Sotto queste temperature gli apici dei

germogli disseccano. Per quanto riguarda gli altri fattori climatici

sono dannosi il forte vento, specie se associato a basse temperature,

l'eccessiva piovosità e l'elevata umidità dell'aria.

Le esigenze pedologiche sono modeste. In generale l'olivo predilige

terreni sciolti o di medio impasto, freschi e ben drenati. Vegeta bene

anche su terreni grossolani o poco profondi, con rocciosità

affiorante. Soffre invece nei terreni pesanti e soggetti al ristagno. In

merito alla fertilità chimica si adatta anche ai terreni poveri e con reazione lontana dalla neutralità

fino a tollerare valori del pH di 8,5-9. Fra gli alberi da frutto è una delle specie più tolleranti alla

salinità, pertanto può essere coltivato anche in prossimità dei litorali.

L'aspetto più interessante della capacità d'adattamento dell'olivo è la sua resistenza alla siccità anche

quando si protrae per molti mesi. In questi casi di la pianta

reagisce assumendo un habitus xerofitico: i germogli cessano di

crescere, si riduce la superficie traspirante con la caduta di una

parte delle foglie, gli stomi vengono chiusi e l'acqua delle olive in

accrescimento viene riassorbita. In questo modo gli olivi superano

indenni le lunghe estati siccitose manifestando una ripresa

dell'attività vegetativa solo con le prime piogge a fine estate. Gli

stress idrici pregiudicano la produzione. Le fasi critiche per l'olivo

sono il periodo della fioritura e dell'allegagione, l'indurimento del

nocciolo e il successivo accrescimento dei frutti: eventuali stress

idrici in queste fasi riducono la percentuale di allegagione, provocano cascola estiva delle drupe,

scarso accrescimento di quelle rimaste e minore resa in olio delle olive. 5

IRRIGAZIONE

L'irrigazione è importante soprattutto nei primi anni d'impianto e nel

periodo estivo. Se la pianta andasse in carenza idrica si potrebbero

riscontrare gravi danni alle piante, ad esempio nella fasi di

differenziazione delle gemme, fioritura e allegagione la riduzione del

numero di fiori e minore allegagione e dopo l’indurimento del

nocciolo si avrebbe uno sfavorevole rapporto polpa/nocciolo, con

diminuzione della resa in olio o ritardo nella maturazione.

Per ovviare a tale problema si interviene con l'istituzione in campo di

sistemi di irrigazione gravitazionali tradizionali oppure a microportata

(spruzzo e goccia). CONCIMAZIONE

La concimazione è in particolar modo importante al momento dell’impianto dell’oliveto. Questa

deve essere attuata con abbondanti quantità di letame, 30-60 tonnellate ad ettaro e con una

concimazione fosfo-potassica con almeno 150-200 kg ad ettaro di ciascun elemento. In terreni con

pH del terreno particolarmente basso possono essere effettuati apporti di Calcio.

La concimazione di produzione si attua tenendo conto delle asportazioni della coltura e degli

immobilizzi e dilavamenti che avvengono nel terreno, pertanto le

concimazioni varieranno a seconda delle condizioni pedoclimatiche e

colturali.

In molte zone viene praticata la seguente concimazione di produzione:

 Azoto in dosi da 50-80 kg/ha, pari a 1-2 q di urea oppure a 2-3

q di nitrato ammonico;

 Potassio in dosi di 60-100 kg/ha, pari a 1-2 q di solfato o

cloruro potassici somministrati annualmente o ogni 2-3 anni;

 Potassio in dosi di 50-60 kg/ha, pari a 2-3 q di perfosfato minerale somministrati

annualmente o a cadenza pluriennale.

La concimazione organica è consigliata per mantenere un buon livello di humus nel terreno, mentre

quella fogliare è utile in presenza di periodi critici e di malattie di carenza. 6

AGENTI DI MALATTIA E DI DANNO

I principali agenti di danno dell’olivo sono costituiti dal Cicloconio e dalla mosca dell’olivo.

OCCHIO DI PAVONE O CICLOCONIO Spilocaea oleaginea

 Divisione: Eumycota

 Sottodivisione: Deuteromycotina

E’ la più importante malattia ed eziologia che si manifesta sull’olivo. E’ presente in tutto l'areale di

coltivazione, e in particolare nel Veneto dove le precipitazioni sono sempre

molto abbondanti in primavera e autunno.

DANNO:

Colpisce tutti gli organi verdi, ma soprattutto le foglie nella pagina superiore

dove si manifestano delle macchie più o meno circolari isolate o riunite in

gruppi. Tali macchie sono di colore bruno verde costituite da anelli con

centrici circondati all'esterno da un alone giallastro. In seguito a questo attacco si ha una caduta

prematura delle foglie generalmente a spese di quelle più vecchie.

L'intensità della filloptosi è però variabile a seconda della gravità dell'attacco che solitamente è più

intenso in primavere con elevata umidità atmosferica e con temperature ottimali attorno ai 12 °C. È

possibile avere anche un attacco in autunni umidi in quanto i conidi del fungo germinano anche a

basse temperature.

In alcuni casi particolari possono essere colpite anche le drupe con un danno solitamente scarso e di

interesse più per la diminuzione della quantità che della qualità dell'olio estratto.

CICLO BIOLOGICO:

Questo fungo rimane vitale all'interno dei tessuti per tutto l'anno, con periodi

di quiescenza durante le stagioni sfavorevoli invernali (sotto i 4°C) ed estive

(sopra i 25°C). È legato all'acqua, infatti si diffonde come conidi germinati

dalle lesioni presenti sulla pianta e inseriti nelle gocce di pioggia. In seguito,

con periodi piovosi o molto umidi di almeno 2-3 giorni, riesce a penetrare i

tessuti verdi dell'olivo. E per questo che le nuove infezioni si compiono di

solito in primavera e in autunno

DIFESA:

La lotta contro questo fungo è essenzialmente di tipo chimico. La tecnica prevede u campionamento

delle foglie per stabilire la soglia di intervento; questa soglia, almeno indicativamente, è pari a 30-

40% di foglie colpite, con condizioni climatiche favorevoli all’infezione.

In questi casi si effettuano due trattamenti: uno a fine inverno-primavera (febbraio-marzo) ed uno in

autunno (ottobre). I prodotti da utilizzare sono:

 Rameici;

 Ziram, Dodina. 7

MOSCA DELL’OLIVO Dacus oleae

 Classe: Insetti Ordine: Ditteri

E’ l'insetto più dannoso degli oliveti. E’ un dittero presente soprattutto nelle regioni centro-

meridionali, ma può colpire in maniera grave anche le zone olivicole del

settentrione.

DANNO:

L’adulto misura circa 5 mm, ha un colore di fondo bruno-dorato, il capo

rossiccio e gli occhi verdi con riflessi metallici; il torace è di color cenere,

striato di nero e le ali sono trasparenti con riflessi iridescenti. Si nutrono

delle sostanze zuccherine, proteiche e del succo che fuoriescono dalle olive in seguito alle punture

di ovideposizione

La larva misura sugli 8 mm, è apoda, di colore bianco-giallognolo e si presenta più sottile verso

l’estremità cefalica; ben evidenti sono le mandibole a forma di uncino che sporgono dal capo.

Traggono nutrimento della polpa dei frutti scavando delle gallerie; le olive bacate possono essere

invase da microrganismi che provocano marciumi, con conseguente cascola.

I danni sono particolarmente gravi quando le infestazioni avvengono in tarda estate ed in autunno,

perché provocano ingenti perdite di prodotto. Dalle olive danneggiate si ricava un olio di scarsa

qualità, più acido della norma e con aroma completamente

compromesso, per il caratteristico odore di muffa che assume.

CICLO BILOGICO:

La mosca dell'olivo si presenta ciclicamente ed in corrispondenza di

definite fasce climatiche. In queste zone può compiere una o due

generazioni all'anno; la deposizione delle uova avviene prevalentemente in olive con nocciolo

lignificato. Le femmine depongono di regola un solo uovo per oliva. Solo in caso di elevate

infestazioni si possono notare più punture di ovideposizione sullo stesso frutto. Complessivamente

ogni femmina può deporre 200-300 uova circa; le larve si nutrono della polpa, passano attraverso

tre stadi larvali e poi si impupano all'interno delle olive stesse o nel terreno.

DIFESA:

La lotta contro la mosca dell’olivo è di tipo chimico; tuttavia essa si avvale anche di accorgimenti

agronomici, inoltre sono in sperimentazione delle tecniche di lotta biologica che si avvalgono di

entomofagi non specifici. Le infestazioni di questo insetto sono soggette a notevoli variazioni in

funzione degli andamenti stagionali; difatti basse o elevate temperature e periodi primaverili

siccitosi ostacolano la riproduzione del fitofago.

In natura le popolazioni di Dacus Oleae sono controllate da numerosi entomofagi, tra cui:

 Opius concolor;

 Prolasioptera berlesiana.

La lotta chimica si esegue effettuando trattamenti al superamento della soglia di intervanto che è

stata valutata in circa il 6-8% delle drupe infestate a seconda della produttività della pianta. I

prodotti da utilizzare sono Fosforganici endoterapici: Diazinone, Dimetoato, Fenitrotion. E’

possibile utilizzare anche Deltametrina o Azadiractina. 8

RACCOLTA

La raccolta delle olive destinate alla spremitura è un'operazione delicata che incide direttamente e in

modo irreversibile sulla qualità dell'olio: il grado di maturazione dell'oliva determina in positivo le

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