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La musica che
gira intorno
Ivano Fossati
Percorso pluri-disciplinare
di
Ilaria Carlino
La musica che gira intorno – Ivano Fossati
Per niente facili
uomini così poco allineati
li puoi chiamare ai numeri di ieri
se nella notte non li avranno cambiati
Per niente facili
uomini sempre poco allineati
li puoi pensare nelle strade di ieri
se non saranno rientrati
Sarà possibile sì
incontrarli in aereo
avranno mani e avranno faccia di chi
non fa per niente sul serio
Perché l'America così come Roma
gli fa paura
e il Medio-Oriente che qui da noi
non riscuote nessuna fortuna
Sarà la musica che gira intorno
quella che non ha futuro
Sarà la musica che gira intorno
saremo noi che abbiamo nella testa
un maledetto muro.
Ma uno che tiene i suoi anni al guinzaglio
e che si ferma ancora ad ogni lampione
o fa una musica senza futuro o
non ha capito mai nessuna lezione
Sarà che l'anima della gente
funziona dappertutto come qui
Sarà che l'anima della gente
Non ha imparato a dire ancora un solo sì
Sarà la musica che gira intorno
quella che non ha futuro
Sarà la musica che gira intorno
saremo noi che abbiamo nella testa
un maledetto muro.
Per niente facili
uomini così poco allineati
li puoi chiamare ai numeri di ieri
se nella notte non li avranno cambiati
Per niente facili
uomini sempre poco affezionati
li puoi tenere fra i pensieri di ieri
se non ci avranno scordati
Sarà la musica che gira intorno
quella che non ha futuro
Sarà la musica che gira intorno
saremo noi che abbiamo nella testa
un maledetto muro.
La mia interpretazione
“Sarà la musica che gira intorno quella che non ha futuro. Sarà la musica che gira intorno.
Saremo noi che abbiamo nella testa un maledetto muro.” Spesso i nostri pensieri sono circondati e
limitati da un muro, che si rivela rassicurante e protettivo per la nostra vita, ma che non ci permette
di vivere realmente, di costruirci il futuro che realmente desideriamo.
Credo sia questo il principale messaggio che Ivano Fossati prova a comunicare con le sue parole.
Poi, ognuno dà una propria interpretazione a ciò che incontra nella vita, da una semplice frase, a un
evento inaspettato. Questa è la mia versione.
“Per niente facili, uomini così poco allineati”: Credo ci sia qualcosa di assolutamente ironico in
questa frase! Cosa meglio della nostra società mostra un esempio di uomini “allineati”, così uguali e
monotoni nei loro vestiti di marca, nel loro desiderio di raggiungere il successo? Uomini facili,
certo… Facili al compromesso, facili alla menzogna verso gli altri ma, specialmente, verso se stessi.
“Li puoi chiamare ai numeri di ieri se nella notte non li avranno cambiati”: Uomini attaccati ai loro
principi di sempre. Uomini che vivono una vita seguendo schemi condivisi da tutti e che saranno
pronti a cambiarli solo nel caso in cui vengano modificati da qualcun altro e accettati come “nuovi
principi” della società.
“Per niente facili, uomini sempre poco allineati; li puoi pensare nelle strade di ieri se non saranno
rientrati”: Sono uomini che seguono sempre la stessa strada e non provano a cambiarla per cercare
il meglio. Si accontentano di vivere nella sicurezza di cose già conosciute e collaudate.
“Sarà possibile, si, incontrarli in aereo: avranno mani e avranno faccia di chi non fa per niente sul
serio”: L’aereo è il simbolo di qualcosa che va verso l’alto, verso qualcosa di superiore: è ciò che fa
volare. E questi uomini provano ad andare lassù, a superarsi, ma i loro gesti e le loro espressioni
rivelano l’assenza di serietà e di fiducia. È chiaro che non credono di poter davvero migliorare.
“Perché l’America così come Roma gli fa paura e il Medio-Oriente che qui da noi non riscuote
nessuna fortuna”: L’America è simbolo di una società che è stata capace di crescere e migliorarsi, è
il simbolo di ciò che si evolve nel tempo. Roma è, invece, il simbolo di una civiltà con un solido
passato, con meravigliose tradizioni. E, perciò, questi uomini hanno paura di confrontarsi con
culture così superiori alla loro mentalità. Il Medio-Oriente, invece, è un mondo caratterizzato da una
cultura così diversa che loro non riescono ad accettarlo.
“Ma uno che tiene i suoi anni al guinzaglio e che si ferma ancora ad ogni lampione, o fa una
musica senza futuro, o non ha capito mai nessuna lezione”: La nostra società è dominata dal mito
della giovinezza, da uomini che si attaccano alla loro età e pensano che la vita non debba mai finire.
Sono uomini incapaci di diventare autonomi e responsabili, davvero convinti di poter avere sempre
18 anni. Ma sono anche uomini che, come detto prima, si accontentano di quella minima sicurezza
data da una strada sempre uguale o, in questo caso, da un lampione che permette di vedere quello
sprazzo di mondo. Sono uomini che non si costruiscono un futuro e che non hanno capito che la vita
va vissuta fino in fondo, senza muri di alcun tipo.
“Sarà che l’anima della gente funziona dappertutto come qui”: Abbiamo tutti le stesse esigenze,
sogniamo tutti di vivere nella felicità e, in fondo, soffriamo tutti gli stessi mali. A mio parere, siamo
tutti strettamente connessi.
“Sarà che l’anima della gente non ha imparato a dire ancora un solo si”: I nostri muri mentali non
ci permettono di dire “si” agli altri e, di conseguenza, alla vita.
“Per niente facili, uomini sempre poco affezionati; li puoi tenere fra i pensieri di ieri se non ci
avranno scordati”: Come appena detto, sono uomini che non si aprono agli altri, sono uomini che
non hanno fiducia e che, in fondo, non credono ai veri sentimenti. Vivono false emozioni,
contrastando coloro che, con grande impegno e cuore, tentano di abbattere quel “maledetto muro”.
Letteratura
latina:
Seneca
Letteratura (De brevitate
italiana: vitae) Geografia
Italo Svevo generale:
(La coscienza La teoria
di Zeno) geocentrica
Fisica:
La fisica La musica che
quantistica Matematica:
gira intorno I limiti
entanglement
( ) (Ivano Fossati) Storia:
Inglese: Il razzismo nel
T. S. Eliot periodo
(The hollow nazi-fascista
men) Storia
dell’arte:
Munch Filosofia:
(Sera nel corso Nietzsche
Karl Johann) Tesina
Il testo di questa canzone mi ha preso particolarmente perché affronta una
delle principali problematiche dell’essere umano: i muri della mente; sia quelli
che ci dividono dall’esterno e dagli altri, sia quelli che ci separano dalla nostra
vera essenza e dalle nostre infinite potenzialità. Sono muri che ci creiamo
intorno per difenderci e che diventano la nostra galera e che pian piano ci
privano del nutrimento dello scambio, portandoci ad uno svuotamento, alla
morte interiore.
Matematica: Nel percorso da me intrapreso, soltanto il concetto di limiti
matematici è stato inserito per semplice analogia. Si dice che la funzione f(x)
ha per limite il numero reale l per x che tende a x , se per ogni numero positivo
0
epsilon piccolo a piacere esiste un numero delta epsilon tale che da |x-x | <
0
delta epsilon segua |f(x)-l| < epsilon. Quando x tende ad un valore finito c la
funzione può tendere a + ∞, a - ∞ o a entrambi. Nello studio di una funzione
diremo di essere in presenza di un asintoto verticale che passa per il punto c.
Quando x tende a + ∞, a - ∞ o a entrambi, la funzione può tendere ad un
valore finito. Nello studio di una funzione potremo dire di essere in presenza di
un asintoto orizzontale. Inoltre, quando x tende ad un valore infinito, anche il
limite della funzione potrà tendere all’infinito e, in tal caso, non ci saranno
asintoti.
Geografia: Uno dei principali muri della scienza, che è caduto solo con
Copernico e Galilei (XVI-XVII secolo), è rappresentato dalla teoria geocentrica di
Aristotele e Tolomeo. Fu Aristotele, infatti, a pensare che la Terra fosse
immobile e che il Sole, la Luna, i pianeti e le stelle le ruotassero intorno
seguendo orbite circolari. Tolomeo, nel II secolo d.C., sviluppò tale teoria in un
modello cosmologico completo. Nel suo sistema, la Terra era circondata da otto
sfere concentriche rotanti, ciascuna delle quali era più grande della
precedente. La Terra era collocata al centro di queste sfere. Nessuno si
preoccupò mai di chiarire cosa ci fosse al di là dell’ultima sfera poiché,
qualunque cosa ci fosse, non poteva senz’altro essere osservata dagli uomini.
Le stelle occupavano delle posizioni fisse all’interno di quest’ultima sfera, a
differenza dei pianeti, i quali si muovevano, all’interno della loro rispettiva
sfera, lungo cerchi più piccoli (epicicli). Questa teoria rimase valida, come ho
detto, fino al XVI-XVII secolo, ma va fatto notare che già precedentemente ad
Aristotele, Aristarco aveva formulato una teoria eliocentrica dell’Universo.
Latino: Mantenendoci a cavallo degli anni che hanno visto la nascita di Cristo,
una figura di rilievo della filosofia, della politica e della letteratura latina del
tempo fu Seneca. Egli, nel “De brevitate vitae”, focalizza la sua attenzione
sull’importanza del tempo ed esorta i cosiddetti uomini “occupati”, uomini in
carriera, a prendere coscienza dello sperpero del bene più grande e più
irrecuperabile, la vita, che il più delle volte viene spesa inavvertitamente, senza
accorgersene. Per realizzare il suo “protinus vive” (vivi adesso), Seneca
prospetta un cammino di guarigione che inizia rivolgendo l’attenzione
all’interno, verso se stessi, riconoscendosi come individui “malati”, bisognosi di
una terapia morale. Non, quindi, una chiusura rinunciataria, ma un invito
all’interiorità, al possesso di sé e alla cura di sé. L’aspetto fondamentale della
cura di sé è la riappropriazione di tutto ciò che si è perduto per un cedimento ai
condizionamenti e alle convenzioni imposti dall’esterno. Ora, la cosa più
importante che ci viene sottratta, secondo Seneca, è il tempo. Il tempo
“occupato” non ci appartiene più, scorre via inavvertitamente e, perciò,
all’occupazione deve sostituirsi la liberazione, e questo tempo liberato dovrà
essere esistenza vissuta intensamente. “Protinus vive”: la pienezza della vita si
coglie solo nell’usare il presente, per non dipendere dal futuro e per non
temerlo, ma anche per avere coscienza di aver vissuto, non soltanto di essere
stato nel tempo.
Filosofia: A distanza di secoli (1844-1900), Nietzsche riprende, tra i tanti suoi
temi, il tema del rapporto dell’uomo con il tempo attraverso la dottrina
dell’eterno ritorno, C’è uno stretto legame tra le idee di fondo della filosofia
nietzscheana: volontà di potenza, eterno ritorno e superuomo. Nell’uomo la
volontà di potenza si manifesta come volontà di volontà, come il fondo
inesauribile delle potenzialità della vita che sono state per troppo tempo
soffocate a vantaggio di valori puramente negativi. Volontà di potenza è
dunque il flusso costante della forza tesa al superamento di sé. La morte di Dio
e il conseguente nichilismo attivo, aprono nuovi orizzonti poiché sollecitano
l’uomo a dare un senso alla terra, esercitando in modo libero e pieno la propria
volontà creatrice. Su questo sfondo si colloca la visione ciclica del tempo,
definita dall’eterno ritorno, in cui l’individuo è chiamato ad agire nel presente,
facendo valere la proprio volontà contro il semplice abbandono al destino o al
caso. Solo attraverso la decisione è possibile vivere il presente in modo intenso,
tanto da desiderare di riviverlo all’infinito. E perché l’attimo sia oggetto di un
desiderio eternizzante, bisogna che sia un attimo ricco di un suo intrinseco
significato, e ciò è possibile solo nell’ambito di una concezione del tempo in cui
l’attimo sia significante per sé, a differenza che nella concezione corrente,
rettilinea, dove ogni istante acquista senso solo in funzione di quelli che lo
precedono e di quelli che lo seguono. Porsi dal punto di vista dell’eterno ritorno
è proprio del superuomo, cioè di colui che va oltre l’umanità presente, colui che
accetta gioiosamente il divenire e che, libero da ogni condizionamento, può
affermare la propria volontà di potenza.
Italiano: Contemporaneo di Nietzsche, in ambito letterario, Italo Svevo, nel