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Sintesi

Segue un video contenente i consigli del prof. Liparulo su come fare una tesina.

Estratto del documento

 STORIA:

- Il FASCISMO E LO STATO ITALIANO

- 2° GUERRA MONDIALE E CADUTA DEL FASCISMO

 ITALIANO:

- PIRANDELLO e IL FASCISMO

- LA VITA e LO STILE

- “UNO, NESSUNO, CENTOMILA”

- “IL FU MATTIA PASCAL”

 DIRITTO:

-“LE LEGGI FASCISTISSIME”

- I CARATTERI PRINCIPALI DELLA DITTATURA FASCISTA

Losapio Alessandro 3/13

IL FASCISMO E LO STATO ITALIANO

Il fascismo è un movimento fondato in Italia da Benito Mussolini nel

1919 con la conseguente conquista del potere nel 1922. Benché non

costituisca un fenomeno esclusivamente italiano, il fascismo ha

avuto origine nel nostro Paese come reazione e conseguenza della

grave crisi politica ed economica seguita alla prima guerra mondiale.

La classe dirigente, aveva voluto spingere l'Italia nel conflitto, senza

prevedere le gravissime perdite umane che ne sarebbero derivate.

Così, dopo la fine vittoriosa, si era trovata improvvisamente costretta

a dover fronteggiare una situazione difficilissima, ricca di tensioni e

contrasti interni, dove gli interessi dei gruppi economico-sociali

privilegiati si scontravano con le aspirazioni della maggioranza della

popolazione, fino ad allora tenuta ai margini della vita dello Stato. Il

ritorno alla "normalità" non aveva offerto a milioni di reduci la meritata ricompensa, dopo i lunghi

anni di pericoli e sofferenza in trincea. Anzi, insieme al dissesto delle finanze pubbliche, che i

responsabili al governo non riuscivano a sanare, l'aumento dei prezzi e il diffondersi della

disoccupazione alimentavano le agitazioni popolari. In questo sconvolgimento sociale, dove

l'inefficienza economica stimolò il rafforzamento dei partiti di massa, con una forte crescita dei

socialisti, soprattutto fra gli operai, nacque e si andò affermando il movimento fascista. Mussolini

capì che la debolezza della classe dirigente, incapace di stabilizzare la situazione economica e

sociale, si poteva vincere solo conquistando i favori dei gruppi dominanti del padronato industriale

e dei proprietari terrieri, sempre più intolleranti verso le manifestazioni popolari e pronti ad

appoggiare chiunque fosse disposto a usare la "mano forte". Così, nel giro di pochi mesi, la

propaganda fascista conquistò terreno e, senza far segreto di una volontà autoritaria,

dichiaratamente antidemocratica, cercò di sfruttare il malcontento e di incanalare la spinta

reazionaria delle forze borghesi e conservatrici.

Il movimento fascista, divenuto partito nel novembre del 1921, cercò di darsi una dottrina e, poiché

il grande momento per i socialisti era passato, Mussolini, prima di puntare decisamente al potere,

tentò la politica delle alleanze. Entrò, per le elezioni del 1921, nei blocchi nazionali giolittiani,

ottenne un primo successo mandando alla camera 35 deputati e cercò l'alleanza con i socialisti e i

popolari.

La marcia su Roma non fu tuttavia la conquista del potere, ma il cammino verso il potere e, mentre

socialisti e comunisti si schierarono subito all'opposizione, molti rappresentanti della vecchia classe

politica liberale, si illusero di poter controllare l'ascesa del fascismo al potere, incanalandolo

nell'ambito della vita democratico- parlamentare. Il primo governo Mussolini poté così ottenere una

larga maggioranza alla Camera. Ma la speranza di una rapida normalizzazione non si realizzò,

mentre lo svuotamento delle istituzioni parlamentari e l'avvio verso un sistema dittatoriale

cominciarono subito con l'inquadramento delle camicie nere nella Milizia Volontaria per la

Sicurezza Nazionale, vero esercito di partito messo

direttamente "agli ordini del capo del governo" e con la

creazione del Gran Consiglio del Fascismo destinato nel

1928 a diventare l'organo supremo che avrebbe

coordinato e integrato tutte le attività del regime. Inoltre,

la riforma elettorale del 1924, non solo non mise a

tacere le intimidazioni fasciste, ma accentuò le violenze

e i brogli elettorali, che il deputato socialista Matteotti

denunciò alla Camera, anche se l'atto coraggioso gli

costò la vita ad opera di alcuni sicari fascisti.

Losapio Alessandro 4/13

Nonostante lo sdegno dell'opinione pubblica e la reazione degli altri partiti che abbandonarono il

Parlamento, Mussolini, con il discorso del 3 gennaio 1925, diede una svolta decisiva al regime

dittatoriale. Furono varate le leggi fascistissime che consacrarono la nuova struttura e lo strapotere

dello Stato. Ogni speranza legalitaria o di riporto alla legalità del fascismo cadeva. Essa moriva con

la soppressione della libertà di stampa, le persecuzioni contro gli antifascisti, col ripristino della

pena di morte, l'istituzione di un tribunale speciale per i reati politici, l'istituzione dell' O.V.R.A.

( polizia politica segreta), e con l'attribuzione al potere esecutivo di emanare norme di legge. Il

Parlamento risultò svuotato di ogni prerogativa e le elezioni (1929) vennero ridotte a semplici

plebisciti di approvazione di una "lista unica" di deputati designati dal Gran Consiglio. Il capo del

governo, che era contemporaneamente duce del fascismo, prese a occupare il vertice della piramide

politica, che simboleggiava l'ordinamento gerarchico del regime, e venne sottratto a qualunque

controllo o sanzione, con l'obbligo di rispondere solo al sovrano. Con le elezioni plebiscitarie del

1929 Mussolini poté contare su una Camera tutta composta da fascisti e il carattere totalitario del

fascismo finì rapidamente per coinvolgere ogni settore della vita italiana. Inoltre, dopo aver

costretto la maggioranza degli oppositori a patire carcere e violenze o a trovare asilo politico

all'estero, per meglio rafforzare la propria posizione interna, il regime fascista aveva trovato un

accordo con la Chiesa cattolica, realizzando attraverso i Patti Lateranensi del 1929 la conciliazione

fra lo Stato italiano e la Santa Sede, così da garantire a Mussolini l'appoggio delle più alte gerarchie

ecclesiastiche.

L'ascesa del fascismo culminò nel 1936 con la conquista dell'Etiopia, la proclamazione dell'impero

e la vittoria sulle sanzioni economiche proclamate da cinquantadue Stati della Società delle Nazioni

che aveva condannato l'aggressione italiana in Africa. Mussolini, seguendo l'esempio di Hitler,

promulgò le leggi razziali nel 1938-39 segnando la prima vera scissione tra il Paese e il regime.

Nel 1940 l'Italia, assolutamente impreparata, fu trascinata dalla Germania nel secondo conflitto

mondiale e ciò determinò la progressiva caduta del fascismo.

Losapio Alessandro 5/13

LA SECONDA GUERRA MONDIALE E LA

CADUTA DEL FASCISMO

Negli anni successivi alla Grande Guerra, superato il

disastro economico e messo da parte lo spirito di distensione

sancito dal patto di Locarno, la Germania del Terzo Reich,

dove si era consolidata fin dal 1933 la dittatura nazista,

riprese a portare avanti una politica aggressiva. Obiettivo

della Germania di Hitler era quello di conglobare i paesi

ritenuti “naturalmente tedeschi”, al fine di creare un’unica

grande patria germanica. Forte dell’alleanza con l’Italia

fascista di Mussolini (Asse Roma-Berlino) e con il

Giappone (Asse Roma-Berlino-Tokyo), nel 1938 Hitler

occupò l’Austria annettendola alla Germania. Pochi mesi dopo aver invaso la Cecoslovacchia, il 1

settembre 1939 Hitler invase la Polonia rivendicando il corridoio di Danzica: fu questo l’episodio

che diede inizio al secondo tragico conflitto mondiale. Grazie al patto di non aggressione stipulato

con la Germania dall’Unione Sovietica (che sperava in vantaggi territoriali), alle forze tedesche

bastarono pochissimi giorni per sbaragliare la Polonia. In un crescendo che sembrava inarrestabile,

la Germania si impadronì rapidamente di Danimarca, Norvegia, Olanda, Belgio e Lussemburgo;

arrivò a invadere la Francia e a occupare la Manica costringendo gli inglesi alla ritirata. Parigi

venne occupata dai nazisti e la Francia si spezzò in due: la parte atlantica fu posto sotto il diretto

controllo tedesco, mentre la parte centro-meridionale fu affidato al governo di Vichy (dal nome

della capitale provvisoria). Nel frattempo, il generale Charles De Gaulle si metteva a capo degli

anticollaborazionisti dando vita ad un movimento di resistenza antinazista. Anche l’Inghilterra era

stretta in una morsa, minacciata com’era dalla violenta offensiva dell’aviazione tedesca: tuttavia, la

forza aerea inglese (RAF), grazie anche all’impiego del radar, riuscì a resistere.

Incoraggiato dai successi dell’alleato, Mussolini, dopo una iniziale posizione di non belligeranza, il

10 giugno 1940 dichiarò guerra alla Francia e all’Inghilterra facendo così entrare l’Italia nel

conflitto. Appena entrata in guerra, l’Italia si impegnò in una serie di sfortunate missioni contro gli

inglesi nell’Africa Orientale: dopo la conquista della Somalia britannica, le truppe italiane, senza

contatti logistici con la madrepatria persero l’iniziativa concludendo con l’onore delle armi,

sull’Amba Alagi, la resistenza alle truppe britanniche. Nel frattempo, per controbilanciare

l’espansione tedesca nei Balcani, nell’ottobre del 1940 Mussolini attaccò improvvisamente la

Grecia senza però riuscire a piegare la resistenza della popolazione. L’offensiva, debole per

pianificazione ed equipaggiamento, fu bloccata dall’esercito greco sostenuto dagli Inglesi. L’anno

successivo, con l’appoggio dei tedeschi, l’Italia rioccupò la Libia, mentre la Germania conquistò

Iugoslavia e Grecia. Subito dopo Hitler diede inizio all’

“operazione Barbarossa”, l’attacco all’Unione

Sovietica, ma fu bloccato dal sopraggiungere

dell’inverno. Nel 1941 i nazisti avevano ormai il

controllo di quasi tutta l’Europa e iniziavano a

pianificare il sistematico sterminio degli Ebrei.La

situazione però stava lentamente cambiando: nel

dicembre di quell’anno, l’attacco sferrato dal Giappone

alla base navale statunitense di Pearl Harbour

determinò l’ingresso in guerra degli Stati Uniti che

potevano disporre di ingenti mezzi e forze militari.

Losapio Alessandro 6/13

Inoltre, sul versante africano, gli inglesi

ripresero terreno sfondando il fronte italo-

tedesco a El Alemein, mentre la potente

offensiva contro Stalingrado, lanciata dai

tedeschi nel luglio del 1942, si concluse, dopo

lunghi ed estenuanti mesi,con una disastrosa

ritirata dell’esercito tedesco e dell’Armir, il

corpo di spedizione italiano impegnato sul Don.

Capillarmente,poi,andavano diffondendosi in

tutta Europa movimenti di resistenza antinazista

sostenuti dagli americani che, dopo essere

sbarcati in Marocco, avanzavano speditamente

alla volta del continente europeo.

Così, nell’estate del 1943, l’esercito americano

sbarcò in Sicilia determinando la caduta del

regime fascista e l’arresto di Mussolini. Nella notte tra il 24 e il 25 luglio, il Gran consiglio del

fascismo, al termine di una drammatica seduta, approvò a maggioranza il ripristino dello Statuto e

delle libertà costituzionali: Mussolini, convocato dal re, fu costretto alle dimissioni e tratto in

arresto. Pochi mesi più tardi, l’8 settembre 1943, venne dichiarato l’armistizio con gli anglo-

americani, Nel frattempo Mussolini, liberato sul Gran Sasso dai paracadutisti tedeschi, costituì a

Salò, nei pressi di Brescia, la Repubblica Sociale Italiana: l’Italia precipitò nel caos diventando un

sanguinoso campo di battaglia, teatro anche di una drammatica guerra civile. Aveva infatti inizio

anche in Italia la Resistenza, uno spontaneo movimento di lotta diffuso in tutta Europa, costituito da

gruppi di volontari (partigiani) liberamente organizzati nelle città e soprattutto sulle montagne, allo

scopo di contrastare con sabotaggi e attentati le forze tedesche. Nel corso del conflitto, le

formazioni partigiane si rafforzarono progressivamente, grazie alle continue adesione. Sia che

venga interpretata come guerra patriottica, in rapporto al nemico tedesco, come guerra fratricida, in

rapporto al nemico fascista, o addirittura come guerra di classe, in ogni caso la Resistenza

costituisce un capitolo complesso e imprescindibile della Seconda guerra mondiale. Articolati,

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