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Sintesi
Introduzione Tesina sulla Mela


Di solito oggetti o situazioni abituali, passano davanti a noi inosservati al punto che la nostra attenzione non li percepisce nemmeno. In realtà spesso accade che sono proprio questi oggetti dimenticati che in un’occasione imprevista sono in grado di risvegliare in noi emozioni, sentimenti e desideri nascosti anche a noi stessi.
Una normalissima sera passata davanti alla tv infatti, la mia attenzione si concentra su una pubblicità già vista mille volte. Una telecamera segue il viaggio di una coccinella la cui meta è una mela. Non amo magiare le mele, ma in un attimo ho capito che quella coccinella ero io e che il suo viaggio rappresentava il mio desiderio di visitare New York, ossia la Grande Mela.
Tutto è nato da questa pubblicità che mi ha fatto riflettere sul ruolo centrale che la mela ha avuto nel corso della storia e di come artisti scrittori e poeti nel corso del tempo abbiano dato significati diversi a questo frutto. A partire da questa pubblicità, ho deciso di realizzare la mia tesina di maturità sulla mela.
La mela, infatti, è molto presente sia oggi che un tempo: basta pensare ad Adamo ed Eva e alla loro mela del peccato, e andando poco più avanti nella storia all’importanza che i Celti hanno dato a questo frutto così semplice, ma al tempo stesso pieno di significati.
La mela è stata importante anche nella letteratura (come per Italo Calvino nella fiaba La ragazza mela),nell’arte (come per Magritte nel figlio dell’uomo e la stanza dell’ascolto), nella poesia (come per Neruda nella sua Ode alla mela) e oggi è presente nei nostri discorsi quando ci riferiamo alla città di New York, o ancora quando invade la nostra tecnologia grazie al logo inventato da Steve Jobs.
Ogni autore ha la sua storia personale e ha creato una propria interpretazione, ma la matrice comune è proprio questo semplice frutto che, analizzato fino in fondo, mostra davvero quale sia la sua importanza.
Per concludere questa mia tesina, ho dunque non solo trattato di New York, la capitale del mondo, ma mi sono anche chiesta perché questa città sia chiamata la Grande Mela, ho parlato del primo Personal Computer, ma ho anche cercato di capire perché la Apple sia diventata l’azienda più famosa al mondo e cosa significhi la mela morsicata come suo simbolo. Ho ricercato che significato avesse nelle leggende e nei miti la mela per i Celti, mi sono interrogata sul perché un grande scrittore del Novecento abbia voluto racchiudere in una fiaba una mela, o perché Neruda ne abbia fatto un elogio diventato così famoso e infine perché Magritte abbia dato un’immagine così curiosa alla mela.

Collegamenti

Tesina sulla Mela


Geografia- New York e la storia della grande mela.
Spagnolo- Pablo Neruda con Ode alla mela.
Italiano- Italo Calvino con La ragazza mela.
Inglese- I Celti con la mitologia e la leggenda della mela.
storia- primo computer apple e storia del simbolo apple
storia dell'arte: renè magritte con fils de l'homme e la chambre d'ècute
Estratto del documento

Ma la verità è che il primo a mettere il termine Big Apple nero su bianco fu lo

scrittore John Fitzgerald. Dopo aver seguito una corsa di cavalli nell’ippodromo della città

Morning Telegraph” Around the Big Apple

di New York, scrisse sul “ di New York: “ ” per

definire il fruttuoso (in termini di quantità di notevoli guadagni per gli

scommettitori) circuito dove correvano i cavalli. Pare che anche gli stallieri di un

ippodromo di New Orleans chiamassero un viaggio all’ippodromo di New York per qualsiasi

la grande mela la grande ricompensa

puro sangue di talento, “ ”, ovvero “ “.

Decine e decine di anni dopo, nel 1971, il termine fu rispolverato in occasione di una

campagna pubblicitaria per attirare nuovi visitatori nella City. La speranza era che queste

Big Apple

mele rosse con la scritta potessero dare un’immagine più brillante alla città,

contrastando la credenza di posto buio, pericoloso e pieno di criminali. Da quel momento in

The Big Apple

poi, per tutti New York divenne .

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Storia

Apple II

Nel 1977 nasceva l' , il primo elaboratore elettronico per il quale fu usata

“personal computer”

l'espressione ed il primo modello di successo di tale categoria

prodotto su scala industriale. Apple I

Steve Jobs e Steve Wozniak nel 1976 avevano già costruito nel loro garage l' , un

computer che però poteva essere appetibile solo ad un pubblico di appassionati di

elettronica. Tuttavia, poiché Jobs desiderava rendere l'informatica accessibile a tutti, i due

Apple I

rielaborarono il progetto dell' , mettendo tutta l'elettronica in una scatola di plastica

personal computer

beige comprensiva di tastiera e dando così forma al che utilizziamo

ancora oggi.

Apple II

L' era interfacciabile con stampanti e modem e aveva un design accattivante,

costava solo 1.195 dollari (escluso il monitor), ed era adatto anche per i videogiochi. La

memoria RAM ammontava a 4KB (espandibili fino a 48-64KB) e come memorie di

massa erano utilizzati un registratore a cassette oppure uno/due drive per floppy disk da

5". L'adozione di componentistica

standard unita alla relativa semplicità

Apple II

della scheda logica del modello ,

permise la nascita di vari cloni da parte

di società anche italiane. Appassionati e

hobbisti potevano assemblare da soli un

modello identico, essendo in commercio

il clone del circuito stampato anche privo

di componenti. Apple II

Una volta lanciata sul mercato ,

Apple Computer Co.

la , fondata il primo

aprile 1976 da Steve Jobs, Steve

Wozniak e Ronald Wayne, si preparava a

diventare una delle più importanti aziende informatiche del mondo con crescite da record.

Come per tutte le invenzioni che hanno segnato la storia dell’umanità gli aneddoti relativi

Apple

alle origini del marchio creato da Steve Jobs, sono numerosi. Tantissime sono le

leggende che circolano sull’origine del nome e sulla scelta del logo, ma qualunque sia stata

la vera fonte, si è trattato di una scelta decisamente corretta: una parola semplice che

rimanda però a centinaia di significati diversi, un logo immediato ma al tempo stesso

simbolico come quello della mela morsicata. Apple

Un aneddoto interessante è quello che riconduce l’origine del simbolo della al

grande matematico e padre dello studio dell’intelligenza artificiale, Alan Turing.

Condannato per la sua omosessualità, Turing soffrì di notevoli problemi fisici e mentali che

lo condussero a suicidarsi, mangiando una mela avvelenata con cianuro di potassio. Molti

Biancaneve

rivedono nella morte di Turing il film d’animazione Disney , dove la strega

tenta di uccidere la principessa offrendole una mela avvelenata.

Un’altra teoria racconta invece che Steve Jobs rimase conquistato da una copertina di un

Beatles

33 giri dei che raffigurava appunto una mela (da cui il nome della casa discografica

fondata dal quartetto britannico nel 1968, la Apple Corps). Altri affermano che,

Apple

probabilmente, l’origine del simbolo della mela, così come il nome , sarebbe un

Beatles,

tributo alla storica casa discografica Apple Records, sempre dei gruppo molto

amato da Steve Jobs e da lui ritenuto il massimo modello di business.

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Qualcun altro afferma che il simbolo della mela sia

riconducibile alla mela della conoscenza che da Adamo ed

Eva, arriva alla mela di Isaac Newton. Questa teoria ha

Apple

origine dal fatto che il primo logo di raffigurava Isaac

Newton seduto sotto un albero di mele, dove, secondo la

leggenda, il famoso fisico e matematico ebbe l’ispirazione

che lo portò poi a formulare la teoria sulla legge

gravitazionale. A causa però dell’abbondanza dei dettagli

dell’illustrazione, che ne rendevano difficile la riproduzione

su un calcolatore, questo logo venne applicato solo

Apple I

sull’ .

Un altro tra i primi loghi della società americana fu la mela

colorata con i toni dell’arcobaleno invertiti, risalente al

1977. Questo marchio nacque dalla

fantasia di Rob Janoff che lo creò

per fare un favore a Regis McKenna,

suo datore di lavoro e amico di Steve Jobs. Si racconta che Janoff

per cercare un’ispirazione si recò in un supermercato dove acquistò

un sacchetto di mele. Tornato a casa, le tagliò, le posizionò sul

tavolo e iniziò ad osservarle. Dalle mele tagliate, Janoff creò una

semplice mela monocromatica con un morso, sicuramente più

economica e facile da stampare. Il logo venne presentato a Jobs

che, però, desiderava qualcosa di più “colorato”. Il grafico quindi

prese il logo e aggiunse le bande colorate secondo la sua

ispirazione del momento.

Infine, si racconta che si scelse di utilizzare come logo e nome dell’azienda la mela per far

utilizzare prodotti della Apple fosse facile come mangiare una

comprendere ai clienti che

mela . Si dice anche che Steve Wozniak avesse scelto il nome

Apple anche perché l’azienda risultasse tra le prime nella lista

dell’elenco telefonico.

Il marchio subì poi un’ulteriore trasformazione nel 1998, quando

l’azienda commissionò la realizzazione di un logo che rendesse la

mela più sobria ed elegante: si eliminarono le bande orizzontali

colorate e si lasciò la mela morsicata di un unico colore, bianco o

nero, anche se a volte venne prodotto anche in rosso, viola e blu.

Nel momento in cui furono messi in

Apple I Apple II

commercio e , il simbolo

della mela morsa venne immediatamente

BITE THAT APPLE

abbinato allo slogan “ “

che risultò particolarmente indicato alla

filosofia dell’azienda, riuscendo a fondere

principi come il desiderio e la conoscenza.

Il morso aveva infatti un duplice

significato: rappresentava la conoscenza

(nella Bibbia la mela è il frutto dell’albero

della conoscenza), ma richiamava anche il 7

linguaggio del mondo dell’informatica, “morso” in inglese si traduce con “bite”, la cui

pronuncia è molto simile a quella di “byte”. Lo spot che ha fatto la storia degli anni ’90 e

che in un’unica frase racchiudeva la filosofia Apple, fu la prima geniale idea di Jobs. In

realtà la pubblicità prevedeva anche una versione per la televisione rimasta inedita e mai

andata in onda su nessuna Tv, in cui si offriva l’occasione di sentire la voce del fondatore

di Apple, celebrare il genio e la follia insieme nonché la voglia di uscire dagli schemi per

cambiare le cose.

In italiano lo spot era stato doppiato da Dario Fo:

“Questo film lo dedichiamo ai folli. Agli anticonformisti, ai ribelli, ai piantagrane, a tutti

coloro che vedono le cose in modo diverso. Costoro non amano le regole, specie i

regolamenti e non hanno alcun rispetto per lo status quo. Potete citarli, essere in

disaccordo con loro; potete glorificarli o denigrarli ma l’unica cosa che non potrete mai

fare è ignorarli, perché riescono a cambiare le cose, perché fanno progredire l’umanità. E

mentre qualcuno potrebbe definirli folli noi ne vediamo il genio; perché solo coloro che

sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero“. (Steve

Jobs, 1997) 8

English

When we take into consideration Celtic civilization, we’re

not talking about a single population with exact origins,

with definite culture, language and traditions.. Celts, in

fact, are the result of a stratification of different

communities that joint together, through a slowly and

gradually process. So we can define Celts as a group of

tribal societies living in Iron Age and Middle Age who had

similar languages and similar cultures, mixed up together

and set up as a unique community.

Inside this large community we can remember above all

Gaels and Bretons, and further more in time, Celts’ heirs:

Irish, among which we distinguish some population

speaking Brythonic languages and some populations

speaking Gaelic languages.

At the beginning of the fourth and the third century B.C., Celts begin to expand their lands

.

and, once crossed Alps, they enlarge their domination on the most part of Europe

When they arrive to the southern part of Alps, they are a well-shaped population with a

millenarian history behind.

Unfortunately since they transmitted their culture and literary knowledge only through oral

.

tales, only few proofs have come up to us The Most of the references that we have of

Celtic community is provide to us by Greeks and Romans, who describe Celts as barbarian

people, with giant bodies and ferocious look.

As a matter of fact one of the most important issues in Celtic religion was that knowledge

have to be stringently preserved, so that writing was absolutely forbidden and even

illegal, and only in case of dedications to divinities, funeral inscriptions or trade marks, it

was allowed.

Due to these strict rules Literature and religious knowledge were transmitted orally to

people by Druids (religious minister) and Bards (poets), who were the only legitimate

owners of wisdom.

So considering that myths and legends survived only through oral traditions, considering

that the first sources appearing in Greeks and Romans compositions reflected more than

anything the imagine that these civilized people had of Celts, and finally considering that

myths and legends were not written by the Celts themselves until eleventh century A.D.,

it’s easy to conclude that Celtic stories, that we know nowadays, may be very different

compared with the original ones.

Anyways from our sources we know that in Celtic culture every single tree on Earth was

link to the otherworldly forces: trees could be a shelter for the little fairies living in the

green lush forest otherwise trees could be supernatural elements rich in magical powers.

Consequently, according to the importance of their powers, trees were generally

categorized into different groups: some of them, oak, ash and common hawthorn, were the

most powerful and they needed to be treat with respect, devotion and care. Others, the

fruit trees, above all the apple and the hazel tree, were just a little less powerful, but

respected and loved as well.

The importance of apple tree and especially his fruit, the apple, in Celtic culture is

confirmed by several rituals, legends and myths.

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First of all the apple tree was seen as a symbol of immortality and fertility. Moreover the

bark of this extraordinary tree was used to produce the Druids magic wands, used during

ceremonials, rites and sacrifices to divinities.

Even the famous Avalon island deals with apples. In fact when poet Geoffrey of Monmouth

wrote the legendary King Arthur cycle, he described Avalon as the place where king

Arthur sword, Excalibur, is forged. And if in a first manuscript the magical island is named

Insula Avallonis Insula Pomorum

, in a second texts, Avalon will be named , that is to say

The Apple Island.

The Apple Island is also considered synonymous with Irish island Emain Abhlach, which

means exactly “the Island of Apples”.

Then Irish mythology is also famous for the Ulster Cycle: a collection of heroic legends

and sagas of the traditional heroes of Ulaid, the modern Ulster. In this cycle the soul of Cù

Roi is imprisoned in an apple hidden in the stomach of a salmon which appeares once

every seven years.

Another legend tells about Ailinn, a heroine dead because of a tragic love. In the story, an

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