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• Seurat e il LUCREZIO: De
Puntinismo T. HARDY:
• Pollock e il suo rerum natura
L’universali
“stile tà del
frattale” Wessex LATINO
STORIA
La curva di INGLESE
DELL’ARTE
von Koch ITALIANO
PANISMO
L’UOMO E’ D’ANNUNZIANO:
Macrocosmo PARTE La pioggia nel
INTEGRANTE pineto
MATEMATIC & Microcosmo DELLA NATURA NIETZCHE:
A La Nascita
della
tragedia
FRATTALI: RICORSIVIT FILOSOFI
ripetersi delle A’ DEL A
stesse forme a
FISICA TEMPO
livelli via via
crescenti
Il fulmine- STORIA
potenziale GEOGRAFIA
elettrico ASTRONOMICA Crisi economiche
• CRISTALLI del ‘29 e del
• 2008: analogie
GALASSIE nella reazione
fisica
Cosa è un fulmine? Perché non segue un
cammino rettilineo? Fulmine
Il è un fenomeno fisico caratterizzato
"lampo", "tuono",
da un bagliore detto seguito da un fragore detto che non sono avvertiti
simultaneamente dall'osservatore a causa delle diverse velocità di propagazione della luce
(300.000 Km/s) e del suono (340 m/s) per cui il lampo si vede quasi subito, mentre il tuono
arriva più tardi.
Ha una forma caratteristica a zigzag ed un aspetto ramificato costituito da un ramo principale
e da parecchi rami secondari più piccoli, dovuti alla ricerca del percorso a più piccola
resistenza elettrica.
A causa del movimento vorticoso delle molecole o degli atomi presenti nel volume d’aria
interessato dalla condensazione repentina che crea la nuvola, s’innesca il processo di
ionizzazione , per cui gli atomi o le molecole elettricamente neutri presenti nel volume
considerato, acquistano o perdono uno o più cariche elettriche, catturando uno o più elettroni
extranucleari o cedendo uno o più elettroni periferici.
Si è osservato che le grosse nuvole temporalesche (cumulonembi) sono cariche
positivamente nella parte più alta e negativamente in quella più bassa in quanto per
effetto delle correnti ascensionali e della forza di gravità le particelle tendono a separarsi, le
più piccole che si caricano positivamente vanno verso l’alto, mentre le più grandi che si
caricano negativamente si spostano verso il basso. La separazione crea enormi differenze di
potenziale sia all'interno della nuvola sia fra la nuvola e la terra, che per induzione tende a
caricarsi positivamente.
Se tra due corpi conduttori carichi elettricamente con cariche di segno opposto si interpone
del materiale isolante non si verifica passaggio di corrente elettrica. Ma se si aumenta il
numero delle cariche, l'intensità del campo elettrico aumenta proporzionalmente fino ad un
Data una regione di spazio in cui è presente un campo elettrico, si definisce potenziale
elettrico in un punto il valore dell‘energia potenziale rilevato da una carica elettrica
positiva di prova posta in quel punto per unità di carica. L'energia potenziale della
carica è il livello di energia che la carica possiede a causa della sua posizione
all'interno del campo elettrico; pertanto il potenziale elettrico della carica di prova è il
rapporto tra l'energia potenziale e il valore della carica stessa, cioè:
Il potenziale è dunque una quantità scalare e non dipende dal valore della carica di
prova.
L'unità di misura del potenziale elettrico è il “volt" (simbolo V)
. Si dice che tra due punti A e B di una regione di spazio sede di un campo elettrico c'è
una differenza di potenziale di 1 V se la forza elettrica compie il lavoro di 1 J per
portare una carica di 1 C da A a B.
Il potenziale elettrico, noto anche con il nome di potenziale scalare, viene indicato
V, φ.
dalla lettera o a volte anche dalla lettera greca Esso si ricava a partire dal lavoro
del campo elettrico su una carica q:
Se vogliamo calcolare il lavoro lungo una linea l da un punto A ad un punto B dobbiamo
calcolare l’integrale: LATINO
A proposito del fulmine possiamo vedere come LUCREZIO (98-55 a.C.), nel sesto libro del "De
rerum natura", sposando la teoria atomistica di Democrito , lo considerava come un effetto
dovuto al movimento di particelle molto piccole e leggere che, proprio per la loro
leggerezza, riuscivano a passare anche attraverso agli oggetti materiali. In questo modo
Lucrezio rendeva conto degli incendi alle volte appiccati dai fulmini anche all'interno delle
case. Il tuono e il fulmine, sempre secondo Lucrezio, avevano una causa comune ma erano
indipendenti: l'urto tra le nubi causava sia il rimbombo (tuono) che la liberazione degli
atomi leggeri che andavano a formare il fulmine. Dato il carattere terribile del fenomeno, e
i pregiudizi religiosi ad esso connessi, il poeta sente il bisogno di trattare il fulmine in
maniera molto ampia, dedicando a questa sezione più di duecento versi.
…bisogna comprendere l'intima legge e ‹l'aspetto›
V87 del cielo, occorre cantare le tempeste e i fulmini
lucenti,
…est ratio caelisque tenenda,
V87 quali effetti abbiano e quale causa in ogni caso li
sunt tempestates et fulmina clara canenda, muova;
quid faciant et qua de causa cumque ferantur; perché tu, diviso in parti il cielo, non cerchi, trepido
ne trepides caeli divisis partibus amens, e dissennato, di dove sia giunta la fiamma volante o
unde volans ignis pervenerit aut in utram se in che parte
verterit hinc partim, quo pacto per loca saepta si sia di qui volta, in che modo sia entrata in luoghi
insinuarit, et hinc dominatus ut extulerit se…
V93 chiusi e come, dopo aver spadroneggiato, se ne sia uscita…
V93
La finalità diretta e chiara del discorso è quella di allontanare il lettore dall'idea dell'origine
divino-religiosa di questi seppur maestosi eventi naturali. Riguardo al fulmine, che è
l'esempio più argomentato, il tentativo di distogliere il lettore dalle credenze religiose per
portarlo al ragionamento e al razionalismo scientifico diviene sempre più evidente, tanto
che Lucrezio contesta le tesi antiche, piene di magia e fenomeni ingiustificati.
Lucrezio, nel De Rerum Natura, si propone di divulgare presso i Romani la dottrina di Epicuro. L’epicureismo già
all’inizio del I° secolo a.C. aveva iniziato a diffondersi tra i ceti più umili della popolazione romana, anche l’élite
iniziava ad avere familiarità con gli insegnamenti di Epicuro, ma al fine di diffondere tale dottrina anche ai livelli più
alti della società, decise di comporlo sotto forma di poema didascalico in esametri, per far si che la forma poetica
risultasse gradita.
Epicuro insegna che gli dei vivono beati, senza preoccuparsi delle vicende umane; sono pertanto insensate le
preoccupazioni degli uomini che dagli dei attendono punizioni o riconoscimenti dopo la vita, e non c’è dunque
ragione di temere la morte, anche perché essa è nulla. Il generale intento dell’opera è quello di mostrare che esiste
una giustificazione razionale in grado di smascherare l’inconsistenza della paura; dove una giustificazione razionale
non esiste, tuttavia , non si deve cercare conforto nelle spiegazioni del mito e della superstizione, perché il mito
insegna falsità, crea illusioni e tensioni. Il saggio epicureo trova conforto nei precetti di una filosofia in grado di
liberarlo dalla turbolenza del dolore e di ogni affezione negativa dell’animo.
STRUTTURA E CONTENUTI:
l’opera consta di 6 libri, ed è divisa in diadi di 2 libri ciascuna sicché si hanno 3 diadi. Si apre con un’invocazione a
Venere, simbolo di quella voluptas, “piacere”, che coincide con l’energia vitale e generatrice della natura.
La prima diade tratta dei principi fondamentali della filosofia epicurea: nel primo libro si enuncia che nulla viene
creato dagli dei perché nulla nasce dal nulla, e nulla si distrugge. Tutto è formato da atomi che, muovendosi nel
vuoto, si aggregano e si disgregano, nascita e morte quindi non sono altro che questi processi continui di
aggregazione e disgregazione. Nel secondo libro si descrive la teoria del Clinamén (dell’inclinazione): inclinandosi in
modo ogni volta diverso gli atomi possono aggregarsi in infiniti modi possibili.
La seconda diade tratta dell’uomo e della sua conoscenza. Il terzo libro mostra che anche l’anima umana è composta
da atomi, soltanto più sottili di quelli che formano il corpo;nel quarto libro si spiegano il processo di apprendimento
, i sogni e l’amore tramite la teoria dei simulacra, sottilissime membrane anch’esse formate da atomi che si
staccano dai corpi e arrivano ai nostri organi sensoriali permettendoci la conoscenza. All’amore è dedicata la parte
conclusiva del libro, e si critica la passione amorosa patologica, che rappresenta una degenerazione del fisiologico
desiderio sessuale.
La terza diade tratta della cosmologia. Nel quinto si spiegano la nascita e la formazione del cosmo, il moto degli
astri, la posizione della terra, le principali questioni relativa al sole e alla luna. Nel sesto libro si descrivono i
fenomeni atmosferici, cataclismi e pestilenze e si chiude con la peste ad Atene del 430 a.C
matematica:
la curva di von koch
Riproporre “all’infinito” una costruzione porta spesso a scoprire situazioni apparentemente
paradossali. Uno degli esempi più intuitivi fu indicato dal matematico svedese H. Von Koch
(1870-1924), che ha ideato la seguente costruzione:
1. si considera un triangolo equilatero con il lato lungo 1 ;
2. si divide ciascun lato in tre parti uguali e si costruisce sulla parte centrale di ogni lato
un altro triangolo equilatero, esterno al triangolo iniziale ;
3. si cancella la base dei nuovi triangoli e
si ripete la costruzione a partire dai lati della stella .
Continuando a ripetere la costruzione “all’infinito”, si ottiene la curva, detta curva di Von
Koch.
Questa curva presenta alcune sorprendenti proprietà che possiamo scoprire esaminando le
varie figure che via via si ottengono a partire dal triangolo equilatero iniziale.
In merito ai lati possiamo esprimere la loro
lunghezza con la
progressione geometrica
Siccome risulta che si ricava che la lunghezza del lato tende a 0, quando si ripete la
costruzione “all’infinito”.
In merito ai perimetri, essi si calcolano tenendo presente che :
- la prima figura è composta di 3 lati di lunghezza 1 e, dunque, ha perimetro
- nella seconda figura, ad ogni lato della prima si sostituiscono 4 segmenti di lunghezza , perciò si
ottiene un perimetro dato da
- per passare alla terza figura, a ciascuno dei 12 lati di lunghezza della seconda si sostituiscono 4
segmenti di lunghezza , ottenendo un perimetro dato da
Procedendo nella costruzione, i perimetri costituiscono i termini della progressione geometrica
Siccome , si conclude che il perimetro della figura diventa infinitamente lungo
quando si ripete “all’infinito”
la costruzione. GEOGRAFIA ASTRONOMICA
i cristalli: il ripetersi del reticolo cristallino
Un minerale è una sostanza naturale di tipo inorganico avente una struttura cristallina,
cioè un’impalcatura di atomi regolare e ordinata. Da questa struttura interna, si
origina la forma esterna del minerale, che invece è visibile e altrettanto regolare e che
viene chiamata abito cristallino o cristallo. Un cristallo, quindi, è un solido geometrico
con facce, spigoli e vertici che si originano per la crescita progressiva, atomo dopo
atomo, per miliardi di volte, di una struttura tridimensionale elementare di dimensioni
infinitesime.
La sua struttura interna è caratterizzata da una disposizione degli atomi nello spazio tale
che una stessa configurazione di atomi si ripete a intervalli regolari lungo più
direzioni. La struttura tridimensionale che così si realizza viene generalmente
chiamata reticolo cristallino e si presenta come allineamenti regolari di atomi.
LE GALASSIE
Osservando a occhio nudo il cielo stellato se ne possono ricevere impressioni contrastanti.
A un primo sguardo le stelle sembrano infatti ricoprire in maniera uniforme la volta
celeste. Poi, se solo si riesce a individuare la Via Lattea, si intuisce la presenza di
"grumi" di materia luminosa, le galassie.
Sappiamo inoltre, da tempo, che le galassie sono a loro volta raccolte a decine a formare
gli ammassi di galassie. E negli anni Ottanta si e' scoperto che questi ammassi sono
anch'essi strutturati nei cosiddetti superammassi, tuttora oggetto di osservazione. E'