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MATEMATICA Le Derivate
INFORMATICA Prima Seconda e Terza FORMA NORMALE
SISTEMI La LAN (Local Area Network)
ELETTRONICA Le Modulazioni
ITALIANO Giovanni Pascoli
STORIA La 1ª Guerra Mondiale
In simboli si avrà : f(xo + h) - f(xo)
_________________ derivata sinistra
f '- (xo). = lim
h→0 - h
f(xo + h) - f(xo)
_______________ derivata destra
f '+ (xo). = lim
h→0 + h
si noti che una funzione è derivabile in xo se e solo se le due derivate,sinistra e
destra, esistono finite e uguali fra loro.
Se la funzione f(x) è definita nell’intervallo chiuso e limitato [a ; b] , f '(a), se esiste, è
una derivata destra e f '(b), se esiste è una derivata sinistra.
Una funzione y=f(x) è derivabile in un intervallo chiuso e limitato [a ; b], se essa è
derivabile in tutti i punti interni dell’intervallo e se negli estremi a e b esistono e sono
finite rispettivamente la derivata destra e la derivata sinistra.
Significato geometrico della derivata
Supponiamo che f(x) sia derivabile nel punto xo,
cioè che in xo esista finita la derivata.
Se facciamo tendere h a zero, ossia se attribuiamo ad h
valori via via più piccoli, il punto Q si avvicinerà sem-
pre più a P e la posizione della retta secante PQ tende-
rà ad avvicinarsi sempre più a quella della retta t tan-
gente al grafico y=f(x) nel punto P
Il coefficente angolare della secante PQ che,come già
Detto, è il rapporto incrementale
f(xo + h) - f(x0)
________________
mPQ = h
tenderà perciò ad avvicinarsi sempre più al coefficente angolare m della tangente t,
t ,
ossia si avrà f(xo + h) - f(xo)
__________________=
lim m t
h→0 h
Ma il limite ora scritto è, nelle ipotesi fatte, la derivata f '(xo): si ha perciò f '(xo)= m t
Si ha così che, f(x) è derivabile in xo, la derivata della funzione in xo è il coefficente
angolare della retta tangente al grafico di f(x) nel suo punto di ascissa xo.
ESEMPIO:
Derivata di una funzione costante
Sia y=f(x) = c, dove c è una costante. Il rapporto incrementale relativo a un generico
valore della variabile x è zero; infatti:
Δy f(x + h) - f(x) c - c
_____ __________________ = __________
=
Δx h h
E perciò sarà zero anche il suo limite e si avrà
Δy
______ = 0
y ' = lim → y ' = 0
Δx→0 Δx
Si ha quindi
y = c ═► y ' = 0
cioè la derivata di una costante è zero.
R
Poichè , per qualsiasi valore di x , la derivata
Della funzione f(x)=c è nulla, si deduce che il
Coefficente angolare della tangente al grafico della
Funzione y=f(x)=c in ogni suo punto è zero.
Cio risulta evidente osservando, in figura 12 ,
che il coefficente angolare della retta y = c,
parallela all’asse x, è nullo e che , in questo
caso, la tangente al grafico in ogni suo punto
coincide con il grafico stesso.
Derivata della variabile indipendente
Sia y=f(x)=x . Il rapporto incrementale, in un qualsiasi punto x , è
Δy f(x + h) - f(x) x+ h –x h
_____ _________________ = ________________ = ____ = 1
=
Δx h h h
E poichè i limite di una costante è la costante
stessa si ha Δy
______ = 1
y ' = lim
Δx→0 Δx
Si conclude quindi
y= x ═► y ' = 1
cioè la derivata della variabile indipendente
è uguale a 1.
Esempio del Calcolo della Derivata di una funzione in un punto
3
Sia data una funzione y=x e se ne voglia calcolare la derivata nel punto x=2.
Si dovrà calcolare dapprima il rapporto incrementale relativamente al punto x=2 e a un
generico incremento h Δy f(2+h) – f(2)
_______= ___________________
Δx h
É 3 2 3
f(2) = 8; f(2+h) = (2+h) =8+12h+6h + h ;
si ha quindi 2 3
f(2+h) – f(2) 12h+6h +h
_________________= lim _______________
y'(2) = lim
h→0 h h→0 h
2
= lim (12+6h+h ) = 12
h→0
Punti Stazionari
Nel caso particolare in cui la derivata in xo è nulla, cioè f '(xo) = 0, la retta tangente al
grafico della funzione nel punto P (xo; f(xo)) risulta parallela all’asse x (infatti il
coefficiente angolare dell’asse x e delle rette a esso parallele è nullo). Si dà in proposito la
seguente definizione.
Si dice punto stazionario per la funzione f(x) un punto xo in cui la derivata della
funzione è nulla
x=xo punto stazionario per y = f(x) ◄═► f '(x) = 0
Si dice anche , se è f '(x) = 0 , che il punto P (xo ; f(xo)) del grafico di f(x) è un punto a
tangente orizzontale
Punti di una curva a tangente verticale
Def
Se una funzione f(x) è continua in un punto xo non è derivabile in xo èderivabile sia in un
intorno sinistro che in un intorno destro di xo, si dice che il grafico di f(x) ha , nel punto
P(xo,f(xo)), un flesso a tangente verticale
Crescente se lim f ' (x) = lim f '(x) = +∞
x→xo- x→xo+
Decrescente se lim f ' (x) = lim f '(x) = -∞
x→xo- x→xo+
ESEMPIO: 1/3
Consideriamo ora la funzione f(x) = x , che, essendo continua per qualsiasi valore reale
di x,è continua in x=0.Dimostreremo che essa non è derivabile in x=0
Calcoliamo il rapporto incrementale relativo al punto x=0:
Δy f(0+h) – f(0)
_______= ___________________ =
Δx h
1/3 1/3 1/3
= (0+h) – (0) = _____(h) ____= ___1___
2/3
h h (h)
Avremo quindi
Lim _Δy___ = lim 1___ = +∞
2/3
Δx→0 Δx h→0 (h)
Poichè il limite per h→0 del rapporto incrementale è +∞ si deduce che in x=0 la funzione
non è derivabile, pur essendo ivi continua.
Si puo dire che il grafico della funzione ha in (0,0) un punto di flesso a tangente
verticale (la tangente è l’asse y).
CUSPIDI:
Si dice che il grafico di f(x) ha nel punto P(xo, f(xo)),una cuspide rivolta
Verso l’alto se lim f '(x) =+∞ e lim f ' (x) =-∞
x→xo- x→xo+
Verso il basso se lim f '(x) =-∞ e lim f ' (x) =+∞
x→xo- x→xo+
ESEMPIO: 2/3
Si può verificare che la funzione y =x
è continua in x=0 (perchè è una funzione
composta di funzioni continue) e che il
limite sinistro del rapporto incrementale
in x=0 è -∞ mentre quello destro è +∞ :
la funzione non è pertanto derivabile in x=0.
Si può dire che il grafico della funzione
2/3
y =x ha in (0; 0) un punto di cuspide (la tangente
in esso e l’asse y) (fig.9)
Continuità delle funzioni derivabili
Se una funzione è derivabile in un intervallo I, il suo grafico è dotato, in ogni punto di I, di
retta tangente non parallela all’asse y:è quindi intuitivo che la funzioni risulti
continua.Questa considerazione è confermata dal teorema che segue.
Se una funzione y=f(x) è derivabile in un punto xo, cioè ammette derivata finita in xo,
allora essa è continua in xo.
Questo teorema, afferma che la derivabilità di una funzione in un punto implica la sua continuità in
quel punto; tale teorema non è invertibile: infatti esistono funzioni che sono continue in un punto,
ma che in esso non sono derivabili. Questo accade quando il rapporto incrementale per h→0 o non
ammette limite o ha limite infinito.
Si conclude pertanto che la continuità di una funzione è condizione necessaria, ma non
sufficiente, per la sua derivabilià. INFORMATICA
Normalizzazione del database
La normalizzazione è un procedimento volto all'eliminazione della ridondanza e del rischio di
inconsistenza dal database. Esistono vari livelli di normalizzazione (forme normali) che certificano
la qualità dello schema del database.
Questo processo si fonda su un semplice criterio: se una relazione presenta più concetti tra loro
indipendenti, la si decompone in relazioni più piccole, una per ogni concetto. Questo tipo di
processo non è purtroppo sempre applicabile in tutte le tabelle, dato che in taluni casi potrebbe
comportare una perdita d'informazioni.
Ridondanza ed anomalie
Ridondanze: Caratteristica di ciò che è ridondante. Aggiunta di parole non necessarie alla
comprensione di una frase.
Anomalie: si verificano quando ci sono irregolarità di dati
Tipologie di forma normale
Una forma normale è una proprietà di una Base di dati relazionale che ne garantisce la “qualità”.
Cosa deve garantire una decomposizione di una relazione
Una decomposizione dovrebbe sempre soddisfare due proprietà:
la decomposizione senza perdita, che garantisce la ricostruzione delle informazioni
originarie
la conservazione delle dipendenze, che garantisce il mantenimento dei vincoli di integrità
originari.
Per "decomposizione senza perdita" si intende l'atto della manipolazione di una relazione R volta ad
ottenere (eventualmente) due o più relazioni (ad esempio R1 e R2) che oltre a conservare le
dipendenze funzionali verificano anche la seguente condizione: R = R1joinR2
Teorema: Sia data una relazione R(X), con X insieme degli attributi di R, e due sottoinsiemi A, B
di X tali che A unito B coincide con X; siano inoltre R1 e R2 due relazioni rispettivamente su A e su
B. Allora è condizione sufficiente affinché la decomposizione su A e B sia senza perdita se, detto C
l'insieme intersezione tra A e B, è superchiave per R1(A) o R2(B).
Prima Forma Normale
Definizione: Si dice che una base dati è in 1NF (prima forma normale) se vale la seguente
relazione per ogni relazione contenuta nella base dati: una relazione è in 1NF se e solo se a) non
presenta gruppi di attributi che si ripetono (ossia ciascun attributo è definito su un dominio con
valori atomici) e b) esiste una chiave primaria (ossia esiste un insieme di attributi, che identifica in
modo univoco ogni tupla della relazione)
Violazioni della 1NF (atomicità dei valori)
Il seguente esempio viola la 1NF, perché pur esistendo una chiave primaria ({Matricola,Materia}),
l'attributo Voto non è definito su un dominio con valori atomici: (definito in maniera non corretta)
Voti
Matricola Studente Materia Voto
0000-000-01 Pietro Basi di Dati 1 sem, B ; 2 sem, F
0000-000-02 Pietro Basi di Dati 1 sem, A ; 2 sem, A
0000-000-03 Sara Basi di Dati 1 sem, B ; 2 sem, A
È necessario ristrutturare la relazione come segue:
Voti
Matricola Studente Materia Semestre Voto
0000-000-01 Pietro Basi di Dati 1 B
0000-000-01 Pietro Basi di Dati 2 F
0000-000-02 Pietro Basi di Dati 1 A
0000-000-02 Pietro Basi di Dati 2 A
0000-000-03 Sara Basi di Dati 1 B
0000-000-03 Sara Basi di Dati 2 A
Violazioni della 1NF (chiave primaria)
Il seguente esempio viola la 1NF, perché pur non presentando gruppi di attributi che si ripetono,
manca una chiave primaria, rendendo impossibile distinguere studentesse e studenti con lo stesso
nome: Voti
Studente Materia Semestre Voto
Pietro Basi di Dati 1 A
Pietro Basi di Dati 2 A
Pietro Basi di Dati 1 A
Pietro Basi di Dati 2 A
Sara Basi di Dati 1 B
Sara Basi di Dati 2 A
È necessario ristrutturare la relazione, per esempio, come segue:
Voti
Matricola Studente Materia Semestre Voto
nnnn-nnn-nn Pietro Basi di Dati 1 A
... Pietro Basi di Dati 2 A
... Pietro Basi di Dati 1 A
... Pietro Basi di Dati 2 A
... Sara Basi di Dati 1 B
... Sara Basi di Dati 2 A
Seconda Forma Normale
Definizione: Una base dati è invece in 2NF (seconda forma normale) quando è in 1NF e tutti i suoi
attributi non-chiave dipendono dall’intera chiave,cioè non possiedono attributi che dipendono
soltanto da una parte della chiave. La seconda forma normale elimina la dipendenza parziale degli
attributi dalla chiave e riguarda il caso di relazioni con chiavi composte, cioè formate da più
attributi..
Come esempio supponiamo di avere una tabella con gli esami sostenuti dagli studenti universitari. I
campi di interesse potrebbero quindi essere i seguenti:
"Codice corso di laurea"
"Codice esame"
"Matricola studente"
"Voto conseguito"
"Data superamento"
La tabella avrà quindi la seguente intestazione
id_corso_laurea id_esame id_studente voto data
La superchiave è rappresentata dalla tripla evidenziata, ossia da:
"Codice corso di laurea"
"Codice esame"
"Matricola studente"
Essa infatti risulta essere l'insieme di chiavi minimale per poter identificare in modo univoco le
tuple (i record) della tabella.
I campi "Voto conseguito" e "Data superamento", invece, sono campi non chiave, e fanno
riferimento all'intera superchiave.
Difatti, se dipendessero solo da:
"Codice corso di laurea" si perderebbero le informazioni relative allo studente e all'esame
superato
"Codice esame" si perderebbero le informazioni relative allo studente ed al corso di laurea a
cui l'esame appartiene
"Matricola studente" si perderebbero le informazioni relative all'esame superato e al corso di
laurea a cui lo studente è iscritto.
"Codice corso di laurea", "Codice esame" si perderebbero le informazioni relative allo
studente che ha superato l'esame
"Codice corso di laurea", "Matricola studente" si perderebbero le informazioni relative