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Tesina di Franzoso Enrico
anno scolastico 2009/10
Classe V Sirio
“Grecia, le origini della crisi”
Argomenti trattati
Scienza delle finanze:
debito pubblico
prodotto interno lordo
Diritto:
Parlamento Italiano
Comunità Europea
Storia:
Grecia dalla seconda guerra mondiale
Il piano Marshall (The Marshall Plan)
NATO
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Grecia, le origini della crisi
Una breve analisi storico - sociale della realtà greca, alla ricerca delle origini della crisi attuale.
Scheda 1
Per debito pubblico
Da diverse settimane, ormai, la Grecia è al centro dell’attenzione si intende il debito
mondiale, per causa della grave crisi economica che il paese sta dello Stato nei
attraversando. confronti di altri
Analisi più o meno accurate descrivono la situazione della nazione soggetti, individui
ellenica dal punto di vista quantitativo, ponendo l’attenzione sull’enorme privati, imprese,
debito pubblico (vedi scheda 1) e sul drammatico rapporto tra banche o soggetti
l’indebitamento e il prodotto interno lordo (vedi scheda 1). stranieri, che hanno
Le altre nazioni appartenenti all’area euro guardano nel frattempo con sottoscritto
apprensione la situazione della Grecia, consapevoli che in tale momento obbligazioni (quali,
di grande incertezza economica nessuno può dirsi immune da questo in Italia, BOT e CCT)
genere di pericoli. destinate a coprire il
fabbisogno
Nelle scorse settimane, il governo greco, guidato da Yorgos Papandreu, finanziario statale
ha imposto alla popolazione misure decisamente drastiche, come il ovvero coprire
taglio di parte della tredicesima e della quattordicesima dagli stipendi dei l'eventuale deficit
dipendenti pubblici, l'aumento dell’iva dei prodotti in commercio pubblico. In Italia più
mediamente del 2%, una sovrattassa su sigarette ed alcolici, nonché un della metà del debito
considerevole aumento della benzina, passata in breve tempo dal costo è verso i cittadini
di 1,10 euro al litro a punte di 1,50 euro. Italiani.
Come conseguenza, la popolazione ha risposto, come c’era da
attendersi, con ondate di scioperi generali che hanno paralizzato il Il Prodotto Interno
paese per diversi giorni nell’arco dell’ultimo mese. Lordo (PIL) è il
Tali sollevazioni sono viste da alcuni analisti come la reazione di un valore complessivo
popolo oppresso che non vuole pagare per le colpe degli speculatori e dei beni e servizi
dei “supercapitalisti”. prodotti all'interno di
Ma la realtà dei fatti è leggermente più complessa. un Paese in un certo
intervallo di tempo
(solitamente l'anno)
e destinati ad usi
Sicuramente la crisi economica che sta attraversando la Grecia rientra finali (consumi finali,
perfettamente nel complesso mondiale della grande crisi del 2008, investimenti,
quella definitiva, destinata a cambiare per sempre il modello economico esportazioni nette);
finanziario a cui siamo abituati, ma, oltre a questo innegabile fattore, la non viene quindi
crisi in Grecia porta in sé un’altra crisi ancora più profonda, un conteggiata la
disastro economico e sociale che ha origini molto lontane, vecchie di produzione destinata
secoli, figlie di una cultura che ha assorbito in sé le influenze più ai consumi
svariate. intermedi, che
rappresentano il
Per capire a fondo cosa realmente succede in Grecia occorre quindi fare valore dei beni e
un salto nel lontano passato, gettando uno sguardo su quell’impero che servizi consumati e
ebbe la sua capitale sulle rive del Bosforo. trasformati nel
processo produttivo
per ottenere nuovi
beni e servizi.
2 Scheda 2
Il centralismo è un
sistema politico in cui il
potere politico e
amministrativo è
concentrato negli
organismi centrali dello
stato, ed è l'opposto
del concetto di
federalismo, nel quale
il potere viene
distribuito tra più
organi.
Tradizionalmente
centralisti sono stati
come la Francia, le cui
suddivisioni
geografiche
(arrondissement)
hanno poca
autonomia. Federalisti
sono invece paesi
come gli Stati Uniti
d'America, il Brasile, il
Canada, e i paesi di
lingua tedesca
(Germania, Austria e
Svizzera). Gli enti che
compongono queste
federazioni hanno
spesso nomi diversi
(stati, land, cantoni).
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L’Impero Bizantino non considerava se stesso il legittimo erede dell’Impero Romano: l’Impero di
Bisanzio era l’Impero Romano stesso.
Gli Imperatori di Bisanzio non vedevano nessuna frattura tra l’impero dei cesari ed il loro, e
chiamavano se stessi romei, ovvero romani.
Gli stessi abitanti della penisola greca, governata da Costantinopoli, si consideravano romani, e col
termine ellinas, greco, i cristiani bizantini si riferivano ai loro antenati idolatri, in maniera
dispregiativa.
Ancora fino agli anni 60 del XX secolo era diffuso l’uso del termine “romiòs”, romano, riferendosi
ad un greco “autentico”, nato e cresciuto in Grecia.
Il meson, o tramite.
Fu quindi durante il periodo Bizantino che nacque una prassi destinata a caratterizzare
l’organizzazione sociale greca fino ai giorni nostri, ovvero la pratica del “meson”, il “tramite”.
L’Impero Bizantino era caratterizzato da un rigido centralismo (Vedi scheda 2) e da una pesante
burocrazia, e gli abitanti delle provincie periferiche avevano grande difficoltà nel far giungere ai
funzionari del palazzo le loro richieste e le loro lamentele.
Fu così che col tempo prese piede l’abitudine da parte dei sudditi dell’Impero di assegnare alla
persona più autorevole della propria comunità il compito di recarsi nella capitale per far presenti le
loro richieste; questo rappresentante delegato, il tramite, una volta giunto a Costantinopoli doveva
farsi ascoltare a sua volta da altri personaggi influenti che avrebbero avuto il compito di interferire
presso i consiglieri dell’Imperatore.
Si formava così una piramide gerarchica che partiva dall’Imperatore e a cui sottostavano gruppi
sempre più ampi che facevano pressione a quelli immediatamente superiori. Alla fine, chi si faceva
ascoltare era il gruppo che aveva le conoscenze migliori, e poteva vantare il meson più influente.
Questo sistema, proseguito per secoli, è giunto pressoché immutato ai giorni nostri, ed ha saputo
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adattarsi perfettamente ai meccanismi della democrazia (vedi scheda 3)
rappresentativa moderna.
Il sistema elettivo greco prevede, infatti, che ogni provincia elegga un certo
numero di rappresentanti che andranno a formare la Vulì, il parlamento di Atene,
e a differenza di quello che avviene in altri paesi, come ad esempio in Italia (vedi scheda 4), i
parlamentari greci hanno un contatto realmente diretto coi loro elettori.
A livello politico i Greci sono scarsamente
interessati alle diatribe ideologiche, e il loro Scheda 4
voto si fonda unicamente sul calcolo dei Il Parlamento della Repubblica Italiana è l'Organo
benefici che l’elezione di un certo costituzionale titolare della funzione legislativa. Il Parlamento
parlamentare potrà portare. ha una struttura bicamerale perfetta, poiché composto da
Così, nel periodo pre-elettorale, ogni greco due Camere aventi funzioni identiche: la Camera dei
entra in contatto con l’entourage del politico deputati ed il Senato della Repubblica.
La prima è formata da 630 Deputati e la seconda da 315
Senatori cui vanno aggiunti i Senatori di diritto e a vita
Scheda 3 (Presidenti emeriti della Repubblica) ed i Senatori a vita.
Secondo il disposto dell'art. 59 della Costituzione essi sono
cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel
Il termine democrazia deriva dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, ed
campo sociale, scientifico, artistico e letterario, e sono
etimologicamente significa governo del popolo. Il concetto di democrazia non è cristallizzato in una sola
nominati dal presidente della Repubblica. Non vi è una
versione o in un'unica concreta traduzione, ma può trovare ed ha trovato la sua espressione storica in
diretta correlazione tra il numero dei parlamentari e la
diverse espressioni ed applicazioni, tutte caratterizzate per altro dalla ricerca di una modalità capace di
popolazione rappresentata, come era con la precedente
dare al popolo la potestà effettiva di governare. formulazione degli artt. 56 e 57 della Costituzione. Si può,
tuttavia affermare che in Italia ogni parlamentare rappresenti
circa 60.000 mila abitanti.
Art. 56 C. c.1
La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e
diretto.
Art. 57 C. c.1
Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i
seggi assegnati alla circoscrizione Estero.
di turno e intavola delle trattative: chi può garantire l’apporto di una decina di voti, tra moglie, figli,
vecchie zie e parenti vari, ad esempio, potrà chiedere in cambio l’assunzione del figlio in un posto
pubblico, o altri favori simili.
Nel complesso, la quasi totalità dei greci possiede almeno un conoscente che funge da meson, di
alto o medio livello, ed in tal modo tutti sono coinvolti nelle vicende politiche del paese in modo
diretto.
Al termine delle elezioni, quindi, i parlamentari eletti dal partito vincitore sono tenuti a avere fede
alle promesse, e questo puntualmente avviene.
Si assiste così, inevitabilmente ad ogni cambio di governo; es. un discreto licenziamento di
statali assunti dagli avversari politici ai quali si sostituiscono i propri raccomandati.
Ancora più frequentemente, vengono creati posti pubblici dal nulla per poter accontentare tutte
le promesse elettorali: in questo modo, il numero degli impiegati pubblici in Grecia ha raggiunto
una cifra totalmente slegata dalle reali necessità del paese, con la presenza di, in media,
tre/quattro lavoratori che svolgono il compito che potrebbe essere portato a termine da uno solo di
loro.
Va da sé che in un simile sistema la corruzione sia la norma, tanto da essere diventata prassi
usuale ed accettata a tutti i livelli della società: pagare degli extra per ricevere servizi dalla pubblica
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amministrazione è ritenuto normale, dagli sportelli del fisco fino alle bustarelle ai medici degli
ospedali pubblici (per questi ultimi vi sono anche dei tariffari ufficiosi: 500/600 euro da pagare al
chirurgo che compie un’operazione, 50 euro all’anestesista, 50/100 euro agli infermieri per essere
trattati umanamente).
La Grecia di oggi è quindi essenzialmente un paese che produce poco, la cui ricchezza reale
giunge dai proventi del turismo e dell’agricoltura, e dove la maggioranza dei lavoratori è assunta in
impieghi ottenuti tramite raccomandazioni, lavori spesso senza alcuna utilità creati appositamente
per dare un’occupazione alla popolazione.
Ma tutto questo rappresenta solo una parte delle origini della situazione greca.
Per comprendere ulteriormente la situazione attuale, occorre nuovamente spostarsi nel passato.
La vita giorno per giorno
Nei primi secoli del II millennio, mentre l’Europa Occidentale conosceva un periodo di lento ma
costante sviluppo economico e sociale, le provincie amministrate dall’Impero Bizantino
sperimentavano un’economia prettamente agricola dal basso rendimento e gravata
dall’imposizione delle tasse del governo centrale, il che portava la maggioranza della popolazione
a vivere ai limiti della sussistenza.
Dal XII secolo circa in poi, inoltre, l’Impero Bizantino entrò in una crisi irreversibile, impegnato in
una dura lotta per la propria sopravvivenza, una lunga agonia che condurrà alla sua definitiva
scomparsa per opera dei turchi ottomani, che entrarono da conquistatori in Costantinopoli nel
1453.
Con la conquista ottomana, quindi, nel medesimo periodo storico in cui l’occidente sperimentava il
Rinascimento, la Grecia e i Balcani cadevano sotto il dominio straniero, e i nuovi padroni si
dimostrarono ancor più disinteressati, rispetto al precedente impero delle sorti e del miglioramento
delle condizioni di vita delle genti sottomesse.
Nei Balcani il tempo quasi si fermò per quattro secoli, e la Grecia rimase pressoché estranea a
tutte le rivoluzioni sociali che nel frattempo si manifestavano nel resto d’Europa.
La guerra d’indipendenza greca del 1821, e il successivo formarsi dello stato greco, videro quindi
l’entrata ufficiale in Europa di una nazione che poco aveva in comune coi suoi vicini occidentali.
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