vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Fisica- Generatori ideali e reali
Italiano- Pascoli, “Allora…”
Storia dell’arte- Renoir, “Muolin de la Galette”
Inglese- Gandhi, “Salt March”
Filosofia- Kierkeegard
Scienze- I moti dei pianeti, Keplero e Newton
Matematica- Gli asintoti
Latino- Sant’Agostino- “L’estati di Ostia”
Storia- La nascita della Repubblica 1946
FISICA: IDEALE & REALE
Spesso siamo portati alla ricerca estenuante di una felicità ideale, che probabilmente non
avremo mai e che ci fa sfuggire la felicità reale, che è fatta anche di piccoli attimi
quotidiani. Sono tanti i casi è validità questa disequazione:
IDEALE REALE.
≠
In fisica per esempio, parlando di circuiti elettrico, in merito all’impossibilità di avere una
generatore ideale di tensione,
corrente CONTINUA si è introdotto il concetto di che è un
ipotetico dispositivo in grado di mantenere una tensione costante fra i suoi capi,
indipendentemente dall'intensità di corrente, per un tempo indeterminato.
Un generatore di tensione può essere indicato con uno dei seguenti simboli:
Simbolo di un generatore di tensione ideale Simbolo di una pila
Il secondo simbolo viene in particolare utilizzato per indicare una pila. Il segno "+" si
riferisce al polo positivo (a potenziale più alto), mentre il segno "-" si riferisce al polo
negativo (a potenziale più basso).
La forza capace di creare questi dislivello elettrico è detta: W
FORZA ELETTROMORICE = q
Il lavoro W è compiuto da forze non elettrostatiche, interne al generatore; ad esempio nella
pila sono forze chimiche e nella dinamo sono elettromagnetiche.
L’unità di misura di questa forza è il volt (V), in nome di Alessandro Volta:
[1 ]
J
[1V] = [1C ]
f ∆V
In un generatore IDEALE em =
f ∆V
In in generatore REALE em = massima
∆ V
La massima , in un circuito, si ha quando questo non eroga corrente, cioè è
aperto. <
∆ V f em
Se circola corrente
Per descrivere questa diminuzione di tensione è stata associata ad ogni GENERATORE
REALE un nuova grandezza caratteristica, chiamata RESISTENZA INTERNA (r), che
misura l’impedimento al moto delle cariche in un generatore reale. Questo viene
3
quindi modellizzato come un generatore ideale collegato in serie ad un opportuna
resistenza interna. GENERATORE IDEALE r
ITALIANO: PASCOLI – “Allora…”
Capita di congelare nella nostra memoria un momento della nostra vita, in cui ci sembrava
tutto perfetto e forse lo era davvero, quello diventa la nostra FELICITA’ IDEALE. Dopo quel
momento, tutto ciò che differisce da esso viene visto come imperfetto e inutile. Niente di
più sbagliato, dobbiamo sempre apprezzare ciò che la vita ha da offrirci. Pascoli, uno
dei maggiori poeti italiani della seconda metà dell'Ottocento, ha deciso, dopo la morte
del padre, di negarsi ogni felicità.
VITA.
Giovanni Pascoli nacque a San Mauro di Romagna nel 1855. Il
padre, che è amministratore di una tenuta agricola, viene ucciso
in un agguato lasciando orfani i suoi otto figli. Pascoli ha allora
dodici anni e sta seguendo gli studi in un collegio di Urbino; a
questo lutto si sommarono altre tragedie familiari (tra cui la
morte della madre) che influenzarono profondamente la sua
vita, la sua visione del mondo e la sua poetica. A Bologna, dopo
la laurea, si avvicinò a gruppi anarchici e socialisti ma, in seguito
ad una esperienza di tre mesi carcere che lo segnò in maniera
pesante, abbandonò la politica attiva. Scrive e pubblica
componimenti sparsi e riuniti in cicli, che confluiranno in
MYRICAE (1891). Decise di dedicarsi all'insegnamento
universitario non tralasciando mai, però, la sua unica passione:
la poesia. Pubblica “Canti di Castelvecchio” e “Primi poemetti”.Nel 1905 succedette a
Carducci alla cattedra di letteratura italiana all'università di Bologna. Nel frattempo trova il
suo rifugio ideale dagli affanni della vita nella casa di Castelvecchio di Barga nella
Carfagnana, dove vive anche la sorella Maria. Muore nel 1912, all’età di 57 anni, di cirrosi
epatica.
MYRICAE.
Myricae è il primo libro poetico di Pascoli. Il titolo viene ricavato da un verso della quarta
egloga di Virgilio (“arbusta iuvant humilesque myricae”: piacciono gli arbusti e le umili
tamerici) ed è carico di valori:
1. valore simbolico = vuole rappresentare gli aspetti più semplici, propri dell’umile
mondo bucolico
2. valore affettivo = le tamerici abbondano nella natia San Mauro ed il poeta parlerà
delle proprie poesie come di tamerici (anche nella prefazione ai “canti di
Castelvecchio”, opera che va letta in continuità con Myricae) e si augura che
fioriscano intorno alla tomba della madre. 4
La raccolta è attraversata da un vasto repertorio di immagini e situazioni che appartengono
alla biografia del poeta e al mondo della campagna. Nella rappresentazione dei quadri
naturali il poeta si concentra su un particolare minimo in cui è possibile riconoscere il tutto,
il macrocosmo si riflette nel microcosmo, nell’umile oggetto della quotidianità si può
incontrare il sublime. Fra i temi più ricorrenti:
1. memoria volontaria – scorrere continuo tra passato e presente;
2. nido - simbolo di una sicurezza spesso minacciata;
3. la siepe – elemento che isola e protegge dal male, dal dolore e dall’intrusione di
elementi ostili;
4. riflessione sulla poesia - unica forma di consolazione e rifugio;
5. i morti - spesso incontrati in situazioni oniriche e visionarie
ALLORA…
Allora... in un tempo assai lunge A
felice fui molto; non ora: B
ma quanta dolcezza mi giunge A
da tanta dolcezza d'allora! B
C
Quell'anno! per anni che poi D
fuggirono, che fuggiranno, C
non puoi, mio pensiero, non puoi, D
portare con te, che quell'anno! F
Un giorno fu quello, ch'è senza G
compagno ch'è senza ritorno; F
la vita fu vana parvenza G
sì prima sì dopo quel giorno! H
Un punto!... così passeggero, I
che in vero passò non raggiunto, H
ma bello così, che molto ero I
felice, felice, in quel punto!
ANALISI.
Apparentemente sembra che l’autore voglia mantenere vivo il ricordo di un momento felice
del passato per distinguerlo dagli altri, ma i vv. 9-10, “ch’è senza compagno, ch’è senza
ritorno” e 14, “che in vero passò non raggiunto”, esprimono la consapevolezza di Pascoli: la
felicità di quel ricordo è solo un’illusione ed è impossibile la sua reale esistenza. Nei vv. 7-8,
“non puoi mio pensiero, non puoi, portare con te, che quell’anno!”, sembra quasi che il
poeta voglia costringere se stesso a credere alla felicità almeno per avere un po’ di sollievo.
5
La rima è alternata (ABAB-CDCD-FGFG-HIHI). I periodi presentano una struttura semplice di
tipo paratattico, il lessico è semplice e le parole chiavi “allora” e “felice” vengono più volte
ripetute. La poesia è ambientata nel presente ma si riferisce al passato.
FIGURE TIMBRICHE:allitterazione per consonanza ed assonanza, anafora e un climax
discendente (ALLORA tempo indefinito e illimitato, ANNO, GIORNO e PUNTO,
momento preciso e circoscritto )
FIGURE RETORICHE: anastrofe e enumerazione per asindeto
FIGURE DI SIGNIFICATO: litote e antitesi
STORIA DELL’ARTE: RENOIR – “Moulin de la
Galette”
Per Renoir la pittura esprime la gioia di vivere o, per essere più precisi, la gioia di
partecipare alla vita di tutto ciò che ci circonda e di apprezzare la bellezza al punto di
sentire l’urgenza irrinunciabile di fissare sulla tela il ricordo di ogni percezione visiva. La
pittura è felicità. VITA e ARTE.
Renoir Pierre Auguste nasce nel 1841 da un modesto sarto di
Limoges (Francia), sarà pittore ed incisore, ovvero uno dei più
grandi coloristi francesi del XIX secolo. Viaggia per l’Italia, soffre
di una malattia reumatica che lo porterà alla paralisi totale degli
arti inferiori e parziale dei superiori. Muore il 3 dicembre 1919 a
Cagnes-sur-mer.
Renoir occupa un posto preponderante nell’ambito
dell’impressionismo. Si devono a lui e a Monet i primi quadri
dipinti secondo questa tecnica che si chiamerà “impressionista”,
nei quali la luce crea spazi vibranti e dove gli impulsi del
sentimento generano una freschezza nuova,. Ma contrariamente a Monet, Renoir quasi non
può concepire un quadro senza la presenza umana. Così, pur dedicandosi completamente
al paesaggio è innanzitutto un pittore di figure e in special modo il pittore della donna.
MOULIN DE LA GALETTE (1876)
Bal au Moulin de la Galette
Il è un dipinto di Pierre-Auguste Renoir ad olio su tela di (131
x 175 cm) realizzato nel 1876 e conservato al Museo d'Orsay di Parigi. Renoir era maestro
nel cogliere i comuni eventi quotidiani. In questo capolavoro dell'impressionismo fissa un
momento della vita parigina in un'atmosfera di felice abbandono, ritraendo la
6
spensieratezza e il gusto della Belle Époque:
il Moulin de la Galette, locale allestito in un
vecchio mulino, si trova in cima alla collina
di Montmartre, il quartiere degli artisti. Renoir
lo frequenta per sei mesi, per potervi cogliere
quella sfrenata gioia che esprime il dipinto.
Qui l'artista rende in modo vibrante la
dinamicità e il moto che anima le figure
danzanti e la folla vivace. Per via dell'assenza
quasi totale del disegno, il colore ha il
compito di rendere il movimento, le ombre e i
riflessi. Si può notare infatti come gli abiti
delle signore spicchino su quelli maschili per
variazioni di tonalità, o come i raggi del sole filtrino dalla chioma degli alberi formando
pozze di luce sui festeggianti. Non esiste un soggetto principale. I gruppi di persone
contribuiscono a creare la profondità prospettica della scena. L'ambientazione è quasi
surreale: i danzatori sembrano volteggiare nell'aria, i lampadari sembrano pendere dal
cielo. La realtà è alterata, la linea di contorno sfuma, i colori si sovrappongono e si
mescolano, riflettendosi negli oggetti. La luce non ha un punto di origine, tutto è dinamismo
puro.
INGLESE: MAHATMA GANDHI
“La felicità è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò che fai sono in
armonia”.
Questo è uno dei tanti aforismi del Grande Saggio del Novecento e chi meglio di lui è il
simbolo della coerenza tra pensiero e azioni? In linea con le sue due filosofie di vita, ahimsa
e satyagraha, sono tanti gli eventi memorabili della sua vita, tra questi quello che mi ha
maggiormente colpito è la “Salt march”, ovvero “Marcia del sale”.
GANDHI
Mohandas Karamchand Gandhi was one of the most important
representative of India of the XX century. He lived for a long time
in England and returned to his homeland promoted a protest
campaign based on non-cooperation with the British
government. Convinced that independence was unattainable if it
was not accompanied by a radical transformation, Gandhi
supported a program of national revival. He became an
international symbol of India for his spiritual life, however he
practice fasting and meditation, and refusing every possession
ground. His actions led to nickname Mahatma "great soul", a
title reserved for the great sages. He follow two philosophy that
are “Ahimsa”(to do no harm) and “Satyagraha” (resolution of
truth). Through these two philosophies Gandhi led India to
7
independence and inspired movements of non-violence, civil right and freedom across the
world.
SALT MARCH
For me the most important event of Gandhi’s life is the Salt march, that was one of the
more meaningful part of the India independence movement. It was a direct action
campaign of tax resistance and non-violence protest against the British salt monopoly in
colonial India. Gandhi led the march, to produce salt without paying the tax, from his base
to the sea coast of Pacific Ocean, near the village of Dandi (for this the salt march was also
know like Dandi march, or Salt Satyagraha because was inspired by this philosophy).
Gandhi start alone this march but after 24 days, the numbers of Indian, joined him along
the way, growing. This march had a significant effect on changing world and British attitude
towards Indian independence.
FILOSOFIA: KIERKEGAARD
La felicità può anche essere intesa con rapporto con l’Assoluto (Kant) o come liberazione da
qualcosa che ci affligge. VITA
Kierkegaard visse la quasi totalità della sua esistenza a
Copenhagen, dove nacque nel1813 e morì nel 1855.
Fu l'ultimo di sette fratelli, cinque dei quali morirono quando lui
era ancora ventenne. Dagli anziani genitori ricevette una rigida
educazione pietista, improntata al pessimismo e al sentimento
del peccato. La tragedia dei fratelli e l'educazione ricevuta