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Il dibattito fra la visione creazionista e quella evoluzionista, risulta molto acceso negli Stati Uniti,
soprattutto dagli ultimi trent’anni, al punto da essere presente in diversi ambiti della società, da
quello legale a quello scolastico, oltre che, ovviamente, in ambito scientifico.
I sondaggi fra la popolazione prendono atto di un’opinione pubblica equamente divisa, unico
caso in tutto l’occidente, dove solitamente invece le teorie darwiniste sono maggiormente
accettate: secondo la Cbs infatti, il 55% degli americani non crederebbe nell’evoluzionismo,
mentre in un’inchiesta Gallup emerge che circa un terzo degli americani ritiene che il contenuto
della Bibbia sia verità scientifica.
Proprio in seguito a tale situazione sociale si sono venuti a creare forti tensioni ideologiche
soprattutto in quei settori pubblici che in qualche modo devono entrare nel merito della
questione, primo fra tutti la scuola: l’insegnamento della teoria evoluzionista nelle classi di
scienze ed il rifiuto di quella creazionista infatti, hanno da sempre portato a forti contestazioni di
gruppi di genitori e di movimenti cattolici di destra, che da sempre si sono battuti, anche a livello
giuridico, per l’inserimento della creazione nei libri di testo scolastici.
Intorno agli anni '20 infatti, sull’ondata conservatrice che si diffuse in tutto il paese, diversi stati,
fra i quali Louisiana, Mississippi, Arkansas e Tennessee, approvarono delle leggi che
permettevano l’insegnamento della teoria creazionista nelle scuola; un noto caso legale fu il
così detto “Scopes Trial” nel quale un insegnante del Tennesse fu ritenuto colpevole dalla corte
di aver promulgato teorie evoluzioniste. Oltre 40 anni dopo, nel 1968, con il caso “Epperson v.
Arkansas” iniziarono una serie di ricorsi legali alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che videro il
progressivo invalidamento di tali leggi, in quanto ritenute incostituzionali sulla base del principio
di separazione fra stato e chiesa espresso dal I emendamento:
“Il Congresso non potrà porre in essere leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione o
per proibirne il libero culto, o per limitare la libertà di parola o di stampa o il diritto dei cittadini di
riunirsi in forma pacifica e d'inoltrare petizioni al governo per la riparazione di ingiustizie”
L’allora neonato movimento del Creazionismo della terra giovane di Miller, decise allora di
reimpostare la propria teoria su base scientifica, con la fondazione del “Institute for creation
Research” che diede l’avvio ad una nuova disciplina, definita dai fondatori scienza della
creazione. Tale istituto ottenne negli anni ’80 diversi incarichi, in California ed in Texas, per la
direzione di corsi scolastici scientifici, fino al 1987 quanto un’ulteriore sentenza della Corte
Suprema (caso “Edwards v. Aguillard”) stabilì che anche la scienza della creazione era da
considerarsi affine ad una religione ed il suo insegnamento nelle scuole risultava dunque
incostituzionale.
In seguito a questa sentenza diversi libri di testo scolastici filocreazionisti furono ritirati o
modificati; in particolare il libro “of Pandas and people” di Taxon, sostituì il concetto di creazione
con le parole “intelligent design”. Nel 1990 nacque un movimento a sostegno dell’ID composto
da professori e ricercatori, fra i quali Jhonson, Behe e Dembski che si
proponevano di divulgare nella società civile questa nuova teoria, lontana
dalla religione ma anche dalla scienza materialista. Venne dunque
fondato il “Center for science and culture” del Discovery Institute, che
ebbe il compito di portare l’insegnamento della teoria, con il programma
“Teach the controversy”, nelle scuole; al contempo iniziò anche la
“strategia del cuneo” (“wedge strategy”), un disegno di propaganda
sociale e politica volto a portare un rinnovamento culturale per eliminare il
materialismo evoluzionista e sostituirvi una scienza concordante con le
istanze cristiane che riaffermasse la realtà di Dio.
Questo movimento portò avanti il proprio programma attraverso la fondazione di istituti, atti
legali, libri propagandistici e pubblicità, fino al 2005 quando nel Processo di Dover la Corte
Suprema stabilì che la teoria del disegno intelligente non era considerabile come scientifica,
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bensì legata al cristianesimo, e che dunque il suo insegnamento nelle scuole non era conforme
ai principi della Costituzione.
Le Posizioni della Chiesa Cattolica
La Chiesa Cattolica non ha espresso finora posizioni ufficiali riguardo la disputa fra
creazionismo ed evoluzionismo; si sa per certo però che rinnega posizioni derivate
dall’interpretazione letterale delle Sacre Scritture, definite fondamentaliste, e si dimostra sempre
molto attenta nel seguire il dibattito in corso e le nuove scoperte in campo scientifico, nella
convinzione che queste ultime non vadano a contrastare, bensì possano integrare l’idea di un
Progetto divino creatore della vita, condivisa dal mondo cristiano.
Attenendosi alle posizioni espresse da Papa Benedetto XVI e al libro “Creazione ed
evoluzione” redatto come risultato di un incontro fra teologi e scienziati avvenuto a Castel
Gandolfo nel Settembre 2006, si trova una quasi totale accettazione delle teorie
scientifiche sull’evoluzione ma con la differenza che ad esse si prepone una forza
creatrice originaria, che avrebbe dato il via ai processi descritti dalla scienza,
improntandoli verso un fine. Riguardo a tale argomento si era espresso anche
Giovanni Paolo II nel messaggio alla Pontificia Accademia delle scienze il 24
ottobre 1996, sostenendo la validità delle teorie scientifiche sull’evoluzione e al
contempo sottolineando la necessità di separare scienza e fede nei singoli campi di
indagine, ovvero quello materiale e quello spirituale.
Altri esponenti della chiesa hanno assunto posizioni ben precise a riguardo, come il cardinale
Camillo Ruini il quale, riprendendo le posizioni di Giovanni Paolo II, precisa come la teoria
sull’evoluzione sia corretta se applicata all’ambito scientifico, mentre la visione del mondo
materialista ed ateista che spesso vi si deriva risulti pericolosa e fuorviante.
Un ulteriore posizione è stata espressa dal cardinale di Vienna Christoph Schönborn su un
articolo del New York time il 7 luglio 2005 nel quale afferma che “L'evoluzione nel senso
dell'ascendenza comune può essere vera, ma l'evoluzione nel senso neo-darwinista - un non
guidato, non pianificato processo di variazione casuale e selezione naturale - non lo è.”
Su posizioni diverse è invece don Fiorenzo Facchini, docente di antropologia e paleontologia,
il quale critica sia coloro i quali sostengono su basi scientifiche un disegno intelligente, sia
coloro i quali assumono l’evoluzione in senso totalizzante, sostenendo che “la scienza in quanto
tale, con i suoi metodi, non può dimostrare, ma neppure escludere che un disegno superiore si
sia realizzato, quali che siano le cause, all'apparenza anche casuali o rientranti nella natura."
La Turchia e Adnar Oktar
Circa 20 anni fa l’intellettuale Turco Adnan Oktar, fondò per la prima volta un gruppo di ricerca
su temi scientifici e religiosi, che, nel 1990, confluì all’interno del neonato Bav (acronimo turco
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che sta per “centro per la ricerca scientifica”); questo divenne il centro di un movimento
creazionista islamico, che iniziò una potente campagna fra la popolazione Turca, fatta di
conferenze, pubblicazioni, articoli e documentari. In breve tempo si animò uno scontro acceso
con la comunità scientifica concorde alle tesi evoluzioniste, il cui massimo esponente è il
biologo Aykut Kenc, scontro interno anche alla politica in quanto la destra islamica turca è vicina
alle posizioni del Bav.
Le tesi creazioniste di Oktar, espresse negli oltre 250 libri editi dagli anni ‘90, hanno avuto
particolare presa fra la popolazione turca, tant’è che oggi i sondaggi vedono poco meno di un
30% della popolazione convinta della validità della teoria evoluzionista.
La diffusione di molti dei libri da lui redatti non è limitata al territorio turco (dove sono già state
vendute oltre 8 milioni di copie) ma valica i confini nazionali, giungendo in tutta Europa e, in
quantità minori nel resto del mondo, per ulteriori due milioni di copie tradotte in 57 lingue.
L’ultimo suo testo, intitolato “L’Atlante della Creazione”, ha avuto un’eco
particolare in Europa per le modalità con cui è stato distribuito: il volume in
questione (del peso di 7 chili, di oltre 800 pagine ed un valore commerciale
stimato intorno ai 300 €) oltre ad essere disponibile online al prezzo di 75 €,
nel luglio 2008 è stato fatto recapitare gratuitamente in migliaia di copie ad
altrettanti istituiti di ricerca, biblioteche, scuole ed università, e agli indirizzi di
studiosi e ricercatori di tutta Europa.
La tesi principale sostenuta in questo libro da Harun Yahya (“Aronne
Giovanni” pseudonimo di Oktar) consiste nella negazione, a suo dire su base
scientifica, del processo e dei meccanismi evolutivi previsti dalla teoria
neodarwinista, e nella conseguente affermazione della verità della creazione per mano di Dio
così come descritta dal Corano, argomentandolo con oltre 550 pagine recanti immagini di
fossili poste in relazione con organismi attualmente viventi.
L’Autore continua poi con un analisi di tipo filosofico-sociologico, sostenendo che le tesi di
Darwin, come la lotta per la sopravvivenza e la vittoria dei forti sui deboli, hanno costituito la
base culturale per la teoria della razza e per i regimi totalitari del ‘900 quali Fascismo,
Nazismo e Comunismo (ai quali aggiunge anche i movimenti terroristici); a tali tesi egli
contrappone la filosofia dell’amore divulgata dal Corano, che invita tutti a vivere in pace gli uni
con gli altri.
Non è ancora chiaro chi abbia fornito i finanziamenti e gli indirizzi di privati cittadini per una così
larga distribuzione de ”L’Atlante della Creazione”; sia la comunità scientifica che il consiglio
d’Europa hanno però bocciato da subito e messo in guardia sui contenuti di questo libro.
L’Europa e l’Italia
In Europa, posizioni ideologiche vicine alle teorie creazioniste hanno da sempre avuto poco
seguito, sia in ambito culturale che religioso, come dimostra la presa di posizione dell’intera
comunità scientifica europea e delle chiese cattolica ed anglicana a favore dell’evoluzionismo. 5
Recentemente però in alcuni stati dell’Unione Europea, sono sorti movimenti che riprendono e
si propongono di divulgare le tesi della creazione, sul modello di ciò che sta avvenendo già
negli Stati Uniti; a questo proposito l’assemblea parlamentare del Consiglio Europeo ha emesso
(con 43 voti favorevoli e 25 contrari) nella risoluzione n.1580 del 4 ottobre 2007 un documento
che titola “The dangers of creationism in education” che sprona i 47 paesi membri del Consiglio
ad opporsi fermamente all’insegnamento del creazionismo nelle scuole.
In esso si prende atto che “forme di pensiero basate sul dogma religioso stanno attaccando il
nucleo stesso della conoscenza che abbiamo sviluppato”, e si sottolinea la necessità di dividere
la scienza dalla fede, affinché queste possano convivere; si mette in guardia inoltre, nel
documento, come l’affermazione di una teoria quale quella creazionista possa avere
conseguenze anche gravi in ambito medico o agricolo, o nella comprensione dell’importanza
dei cambiamenti climatici e della biodiversità, nonché nella politica. Infine si conclude
affermando che le idee creazioniste possono essere addizionali all’istruzione culturale e
religiosa di ogni singola persona, ma che esse non possono godere di rispettabilità scientifica.
In Italia è comunemente condivisa e sostenuta la teoria dell’evoluzione di Darwin, sia fra la
popolazione che nell’ambiente accademico. Per quanto riguarda quest'ultimo vi sono però due
significative eccezioni: il professor Giuseppe Sermonti, biologo e genetista, il quale nel suo