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Il nostro destino: Europei Lisa Avanzi
O F .........................................................................23
RGANI INANZIARI
LE PROGRAMME DE LA PRÉSIDENCE FRANÇAISE DE L'UNION
EUROPÉENNE.................................................................................24
L’EURO..........................................................................................25
MONETE E BANCONOTE.................................................................26
DISCOVERING BRUSSELS................................................................27
COMO SE HACE UN ITINERARIO.......................................................28
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Il nostro destino: Europei Lisa Avanzi
L’Unione Europea è composta da più paesi che a lei delegano una parte delle loro
sovranità al fine di riuscire ad ottenere una maggiore presenza in ambito mondiale
(perso a seguito dei conflitti mondiali) e realizzare un’unione politica più stretta. Questi
poteri vengono quindi dati alle autorità europee da loro stessi formati che opera per
l’interesse globale e non per il singolo.
È una delle principali potenze economiche e commerciali, nonché uno dei principali
erogatori mondiali di aiuti allo sviluppo per i paesi più poveri, mantiene rapporti stretti
e amichevoli con i paesi limitrofi, sia in Europa, che sulle rive orientali e meridionali del
Mediterraneo. SIMBOLI
Bandiera
La bandiera dell’UE è stata utilizzata per la prima volta dalle istituzioni europee nel
1986, ma l’idea è nata ben prima. Le sue origini risalgono esattamente al 1955
quando esisteva oltre alla Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA)
composta da sei stati membri, il Consiglio Generale composto da molti più stati, creato
per la difesa dei diritti umani e per la promozione della cultura europea. Questo
consiglio fu il primo ad utilizzare questo simbolo: un cerchio di dodici stelle dorate su
campo azzurro. Il dodici ha molti significati: è simbolo di perfezione e di completezza, il
numero dei mesi dell’anno e delle ore indicate sul quadrante dell’orologio. In più la
disposizione a cerchio ne indica l’unità.
Questo simbolo venne poi diffuso e nel 1983 il parlamento europeo lo adottò come
bandiera. Nel 1985 questa bandiera iniziò a comparire in tutti gli stati membri. Il
numero delle stelle, nonostante l’ampliarsi del numero degli stati, è sempre rimasto
invariato per il significato intrinseco che contiene.
Inno
La storia dell’inno ha molte similitudini con quella della bandiera. La melodia è la
Nona Sinfonia di Ludwing Van Beethoven in cui nella parte finale vi è “L’inno alla gioia”
scritto precedentemente da Friedich Von Schiller. Il consigli d’Europa nel 1972 adottò
questa composizione come proprio inno per trasmettere ideali di libertà, pace e
solidarietà. Nel 1985 venne adottato da tutti i capi di stato e di governo dell’unione
europea, con lo scopo, non di sostituire gli inni nazionali dei singoli stati, ma di
celebrare dei valori e la loro unità nelle diversità.
Motto
“Unita nella diversità” è anche il motto della U.E. il quale vuole esprimere che
nonostante le molteplici diversità di cultura, tradizione e lingue che vi sono tra tutti gli
stati, questi riescono ad agire per la pace e la prosperità facendo di queste diversità
una fonte di ricchezza.
Giorno
Il giorno dell’UE è il 9 maggio data in cui si fa risalire la vera nascita
dell’UE. È il 9 maggio del 1950 quando Robert Schuman, ministro degli
esteri francesi propone di creare un’entità superiore a tutti gli stati,
senza sottometterli, che assicuri la pace in vista di una terza guerra
mondiale: questa soluzione verrà trovata nella CECA.
S TORIA 4
Il nostro destino: Europei Lisa Avanzi
L’IDEA
Più di una volta, durante il corso della storia, si è cercato di unificare l’Europa. Il
primo esempio è l’impero romano, seguito dall’impero di Carlo Magno, il sacro romano
impero e l’impero napoleonico, ma questi si basavano sulla sovranità di un solo stato.
Anche filosofi e intellettuali ipotizzavano un’unione: Victor Hugo, ispirato da idee
pacifiste, immaginava gli “Stati Uniti d’Europa”.
Il fatto che ne ha resa necessaria la nascita è stato la Seconda Guerra Mondiale che
aveva trascinato con sé il bisogno di un’entità che salvaguardasse la pace e l’armonia
fra gli Stati, stremati da due conflitti di tali dimensioni in nemmeno mezzo secolo.
La spinta iniziale fu data dal Movimento federalista europeo che iniziò la propria
concreta attività per la realizzazione di una prospettiva unitaria federale, partecipando
attivamente alla costituzione dell'Unione europea dei federalisti, un’organizzazione di
militanti articolata secondo la presenza di associazioni nei vari Paesi d'Europa senza
distinzione di partito o di nazionalità.
Nel frattempo si erano andate costituendo nei Paesi dell’Europa occidentale
numerose organizzazioni di carattere politico, concordi nella volontà di realizzare la
prospettiva dell’Europa unita, ma distinte riguardo le modalità con cui attuare tale
obbiettivo: vi era chi riteneva sufficiente un sorta di confederazione o di unione
paritaria e chi invece si batteva per un’effettiva federazione a carattere
sovranazionale.
Gli esponenti principali di tali organizzazioni parteciparono al Congresso d’Europa,
apertosi a L’Aja il 7 maggio 1948, promosso da un Comitato internazionale di
coordinamento dei movimenti per l’unità europea,
presieduto dal leader britannico Winston Churchill. Le
conclusioni del Congresso, sotto forma di Messaggio agli
europei, furono esposte il 9 maggio ad Amsterdam nel
corso di una grande manifestazione pubblica: si auspicava
un’azione unitaria da parte di tutti i Paesi europei per
scongiurare il pericolo di un nuovo conflitto, per garantire la
pace, salvaguardare la libertà dei popoli, contrastare
l’insorgere di nuovi dispotismi e tutelare i diritti dell’uomo.
Il 5 giugno viene annunciato, dagli Stati Uniti di
Truman, il Piano Marshall, chiamato “piano di ricostruzione
europea”: questo programma prevedeva una serie di
prestiti per l’86% a fondo perduto, mentre il restante
prevedeva una successiva restituzione. Per meglio gestire
questi aiuti, nel 1948 venne istituito il OECE (organizzazione
europea per la coordinazione economica) che rese concreta
una stretta collaborazione oltre che con l’Europa, tra gli Stati stessi.
CONSIGLIO D’EUROPA: IL PRIMO OSTACOLO
Tra il 5 maggio del 1949 dieci Stati promossero il Consiglio d’Europa, nell’Aia nei
Paesi Bassi, con presidente Churchill e composto da 800 delegati. Questo ente non
nacque da una tesi federalista, ma da un’idea unionista: infatti racchiudeva in se i
principi delle organizzazioni internazionali, basate sulla cooperazione politica e sul
consenso paritario nelle decisioni. Inizialmente ebbe un grande successo che fu ben
presto soffocato dalla scarsità dei risultati ottenuti.
CECA 5
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Il 9 maggio 1950 il ministro
degli Affari esteri francese, Robert
Schuman, rilasciò la Dichiarazione con
la quale accompagnava l’iniziativa
della creazione di un mercato comune
carbosiderurgico fra la Francia e la
Germania, estendendo l’invito a
partecipare agli altri Paesi europei più
direttamente interessati e più
politicamente affini. Tale prospettiva
era stata elaborata su indicazione di
Jean Monnet, commissario al piano di
governo francese e stretto
collaboratore di Schuman. Monnet e Schuman
Per dare concreta attuazione
agli intenti della Dichiarazione Schuman, il 18 aprile 1951, Francia, Germania, Italia,
Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo firmarono a Parigi il Trattato istitutivo della
Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio. La CECA entrò in funzione il 25 luglio,
facendo passare la gestione di un settore strategico per l’economia di una Nazione
sotto il controllo di un organismo sovranazionale. Gli organi della CECA erano: un’Alta
Autorità, composta da nove membri, con il compito di gestire in modo comunitario la
produzione d’acciaio e carbone dei Paesi aderenti; un’Assemblea parlamentare
composta da 78 deputati inviati dai Parlamenti nazionali; un Consiglio dei ministri che
impartiva direttive politiche a una Corte di Giustizia composta da sette giudici con il
compito di trovare una soluzione alle infrazioni e alle controversie relative al rispetto
del Trattato.
CED: UN ULTERIORE FALLIMENTO
A seguito dell’entusiasmo sollevato dalla riuscita della CECA, venne proposto il
24 ottobre 1950 un progetto per una Comunità europea di difesa durante l’Assemblea
consultiva del Consiglio d’Europa, da parte di Winston Churchill.
Il 24 luglio 1951 una relazione provvisoria sanzionò il raggiungimento dell’accordo fra
gli Stati partecipanti nei seguenti punti: fusione delle forze armate dei sei Paesi,
escluse quelle oltremare, e loro subordinazione a un’autorità sovranazionale;
formazione di un bilancio comune, costituito dai contributi degli Stati e da aiuti esterni;
unificazione del sistema di rifornimenti e del programma di armamenti, miranti a
uniformare e a specializzare la produzione, creazione di un’Autorità suprema di difesa,
di un Consiglio dei Ministri e di un’Assemblea parlamentare composta dagli stessi
delegati di quella della CECA; costituzione di comandi integrati e subordinazione
dell’esercito europeo alla NATO.
Il Trattato istitutivo della Comunità di difesa fu firmato a Parigi il 27 maggio
1952. La CED però non durò molto a lungo, infatti il suo Trattato istitutivo fu ratificato
soltanto da quattro degli Stati firmanti, con una forte opposizione della Francia.
La caduta della CED fu la causa di una cocente delusione e di un profondo sconforto
per tutti gli europeisti e sollevò ovunque critiche, proteste e forti preoccupazioni.
La strada dell’unità europea sembrava definitivamente bloccata.
RILANCIO EUROPEO: L’EUROPA CONTINUA A SPERARE
Per ridare iniziativa al progetto di unione venne indetta a Messina il 1° e il 2
giugno 1955 una Conferenza dei ministri degli Esteri dei sei Paesi membri della CECA 6
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che, per i suoi risultati positivi, fu definita la Conferenza del rilancio europeo. Il
risultato maggiore di tale Conferenza fu la considerazione della necessità di riprendere
ordinatamente il piano per la creazione della CECA e del CED, procedendo
all’integrazione di altri settori economici, oltre a quello carbosiderurgico, definendo
così le basi di un più generalizzato mercato unico europeo.
I lavori della conferenza si conclusero con il mandato a una commissione di esperti, di
definire i risultati raggiunti in una serie di progetti concreti. Dal lavoro di tale
commissione scaturirono le basi per due nuovi Trattati: uno, più settoriale,
sull’utilizzazione dell’energia atomica per scopi pacifici; l’altro, più generale, sulla
realizzazione di un’Unione doganale e, successivamente, di un’Unione economica fra i
sei Paesi, rimandando, ma non perdendo completamente di vista, l’obiettivo dell’unità
politica.
CEE E EURATOM
Il 25 marzo 1957 furono firmati a Roma i due Trattati relativi all’istituzione della
Comunità economica europea (CEE), nota anche come Mercato comune, e della
Comunità europea dell’energia atomica (Euratom).
La CEE doveva sviluppare l'integrazione economica generale per creare quel
Mercato unico in cui merci, persone e capitali avrebbero potuto circolare liberamente.
L'Euratom invece mirava alla ricerca e allo sviluppo delle risorse energetiche in campo
nucleare. Fra i suoi compiti anche quello del monitoraggio e controllo dell'energia
nucleare per la salvaguardia della salute umana.
Le istituzioni previste dal Trattato Euratom, così come dal Trattato CEE, sono:
l’Assemblea parlamentare, composta dai rappresentanti dei popoli degli Stati membri,
eletti ancora in secondo grado, con poteri deliberativi e di controllo; la Corte di
Giustizia, che assicurava il rispetto del diritto nell’interpretazione e nell’applicazione
del Trattato; il Consiglio dei Ministri, costituito dai rappresentanti dei governi degli Stati