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SCHUMAN

Schuman naît dans le Luxembourg. Schuman étudia dans le système scolaire allemand et il passe la

maîtrise en Loi à l'université de Berlin. À l'explosion de la première guerre mondiale, Schuman

vient réformé pour raisons de santé.

À la fin de la première guerre mondiale, dans le novembre 1918, l'Alsace et la Lorraine ils

reviennent à la France et Schuman il commence sa carrière politique en France. En 1919 il vient élu

pour la première fois au Parlement. Pendant le régime de Vichy il fut arrêté par le Gestapo. Un an

s'échappe après et il s'unit à la résistance française.

Après la second guerre mondial Schuman devient célèbre. Il fut pour une brève période (1947-

1948) Premier Ministre Français et puis il devient Ministre des Étrangers pour 4 ans depuis 1948.

Dans ces ans Schuman fut le principal négociateur des supérieurs traité qu'ils se formèrent à la fin

de la guerre: Conseil de l'Europe, Pacte Atlantique, CECA, etc.

Le 9 mai 1950 Schuman, sur inspiration aussi de Jean Monnet, présente sa proposition de créer une

organisation européenne, indispensable pour la paix.

Sa proposition, connue comme déclaration de Schuman est à la base de celle-là qui aujourd'hui est

l'union Européenne.

De 1958 à 1960 ce a été le premier Président du Parlement Européen, qu'il l'a nommé, à la fin de

son mandat, père de l'Europe.

La déclaration Schuman est le discours tenu à Paris le 9 mai 1950 chez Robert Schuman, Ministre

des Étrangers de la France qui est considéré le discours politique premier dans lequel il paraît l'idée

de l'Europe comme union économique et politique.

La déclaration donne debùt, avec la fin des contrastes historiques entre la France et l'Allemagne, au

procès de création des Communautés Européennes.

La déclaration fut faite par Schuman dans le siège du Ministère des Affaires Étrangères français au

Quai d'Orsay de Paris.

En souvenir de telle initiative le 9 mai a été proclamé par le conseil européen de 1985 comme Fête

de l'Europe.

The Treaty of Rome

The France, Italy, Belgium, West Germany, Netherlands and Luxemburg on 1957 sign the Treaty of

Rome setting up the European Economic Community (EEC) and the European Atomic Energy

Community (EURATOM). The aim of the Treaty of Rome was to realize the economic unity inside

Europe. Through the creation of a market common with the assignment to favour the development

of the economic activities of members.

The Treaty of Maastricht

The Treaty of Maastricht on European Union was signed on 1992 in the Dutch town of Maastricht.

The Treaty was built on three main pillars. The first pillar consisted of provisions relating to the

revision of the Rome EEC Treaty of 1957 and the new Treaty included an agreement to reinforce

Economic and Monetary Union (EMU). The second pillar was devoted to a common foreign and

security policy together with provisions relating to defence, while the third pillar covered

cooperation on home affairs and justice. So the EEC became EU.

In 1993 was opened The Single European Market. Since 1985 the EEC countries wanted to create a

common market with a programme designed to remove all internal barriers to the free movement of

goods, people and services.

The Euro and the Nice Summit

The decision to call the single European currency the Euro was decided at a European Council

meeting held in Madrid in 1995. The adoption of the Euro was an important step on the way to

st

European integration. So in 1 January 2002 the Euro began to circulate in the twelve participating

countries. At the Nice Summit, in December 2000, the EU leaders agreed to speed up the process of

admission into the Union of new members from Central and Eastern Europe.

ITALO SVEVO

Cresce cittadino austriaco fino al 1918, viene educato in un collegio tedesco (1874-78), vive a

Trieste, città marginale alla cultura italiana e a quella austriaca, ma, della sua posizione geografica,

profondamente immersa nella mentalità mitteleuropea. In questa città Svevo si forma una cultura

poco italiana e molto europea: legge francesi, tedeschi, russi… Lo pseudonimo di Italo Svevo indica

comunque la sua consapevolezza di appartenere a due tradizioni culturali, quella italiana e quella

germanica.

La sua attività letteraria va divisa in 3 fasi:1)la giovinezza 2)il silenzio letterario 3)il ritorno alla

letteratura

1. Giovinezza: periodo della formazione letteraria e della composizione dei romanzi come

“Una vita”.

2. Silenzio letterario: in questa fase i problemi economici della sua famiglia e la malattia

mentale della moglie l’allontanano dalla letteratura. In questo periodo conosce Joyce,

suo insegnante d’inglese, appassionandosi al pensiero di Freud scoprendo così la

psicoanalisi. produzione della “Coscienza di Zeno”

3. Il ritorno alla letteratura:

 Con Svevo nasce il romanzo d’avanguardia in Italia, sostituendo al tempo oggettivo il

tempo della coscienza e del monologo interiore.

 D’Annunzio è un estetista che usa un linguaggio sublime e di tono alto mentre Svevo ha

una produzione letteraria interiore e umorista.

 Crea un personaggio (Zeno) che abbandona la staticità dei personaggi ottocenteschi ma

le problematiche del novecento.

 Il personaggio di Svevo è un inetto e ammalato in una società di sani

 L’inetto di Svevo è colui che nella società non ha la volontà di reagire per cambiare le

cose, non ha certezze ma si comporta come se le avesse invece quello di D’Annunzio si

ritiene superiore alla massa e si comporta in modo dissonante cercando di trasmettere

valori.

La novità de "La coscienza di Zeno"

“La coscienza di Zeno” è suddiviso in 7 capitoli preceduti da una Prefazione. Col suo terzo

romanzo Svevo abbandona i moduli narrativi tradizionali e introduce le seguenti novità:

 Racconta in prima persona, creando una voluta ambiguità tra il personaggio e l'autore.

 La vicenda si svolge in otto capitoli e cinque episodi. Non c'è un nesso temporale, ma

tematico. Distrugge la trama tradizionale facendo svolgere la faccenda non in successione

ma per temi.

 Il racconto è un cumulo di verità e bugie dovuto sia alla deformazione del ricordo operato

dalla memoria, sia al rapporto di odio-amore che si stabilisce tra paziente e medico.

 Compare la tecnica del monologo interiore, che è una trascrizione immediata, non razionale-

sintattica, di tutto ciò che si agita nella coscienza. Svevo, a differenza di Joyce, lo limita a

una specie di discorso indiretto.

“Lo schiaffo del padre”:

Si narra delle civili incomprensioni che dividono padre e figlio. Il padre ha difficoltà a convincersi

che il figlio sia effettivamente pazzo visto il suo carattere scherzoso. Il figlio da parte sua è piuttosto

ribelle ma in realtà si può dire che sia un ragazzo abbastanza tranquillo ed ubbidiente. Ma ecco che

il padre si ammala di edema cerebrale. Si mette a letto. Il figlio lo vuole curare contro il volere del

padre e lo costringe a stare a letto, su indicazione del medico. Il padre con un ultimo sforzo alza il

braccio e muore. La mano ricadendo colpisce il volto del figlio. Zeno non saprà mai se lo schiaffo

era volontario o no, portandosi così questo dubbio per tutta la vita. Tuttavia interpreta il gesto come

un segno d punizione.

Il conflitto con il padre è uno dei temi principali della narrativa del primonovecento, non solo in

Svevo ma anche in Kafka. La figura aggressiva del padre che fa nascere nel figlio una forma

d’inettitudine. Ne “La lettera al padre”, Kafka spiega le ragioni del fallimento della sua vita causata

dall’influenza psicologica del padre. L’unico campo in cui si sente padrone, dove il padre non può

accedere, è quello della scrittura letteraria, vista come riscatto nei confronti del padre.

UNGARETTI

Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d'Egitto nel 1888, dove la sua famiglia di origine toscana,

precisamente di Lucca, si era trasferita per ragioni di lavoro. Ungaretti ,dopo aver terminato gli

studi nelle scuole egiziane, a ventiquattro anni li perfeziona per due anni a Parigi , dove conobbe i

maggiori esponenti delle avanguardie come Apollinaire e Giovanni Papini col quale collaborò alla

rivista Lacerba. Acceso sostenitore dell'interventismo, nel 1914 mentre si trova in Versilia, viene

richiamato alle armi come fante . E' in questo periodo che Ungaretti scrive le sue poesie più belle.

Alla fine della guerra ritorna a Parigi dove si sposa; dal 1936 al 1942 insegna letteratura italiana

all'Università di S. Paolo in Brasile. In questo periodo muore suo figlio Antonello di 9 anni . Nel

1948 ricopre la cattedra di letteratura all'Università di Roma fino al 1958.

Muore a Milano all'età di settantadue anni nel 1970. Tra le sue opere più importanti vanno citate: Il

porto sepolto, l'Allegria, Il sentimento del tempo, Il dolore, La terra promessa e Il taccuino del

vecchio. Oggi è' considerato uno dei più importanti poeti della poesia ermetica.

L’ALLEGRIA

E’ una raccolta di poesie organizzata in 5 sezioni. La prima s’intitola “Ultime” e contiene i testi più

antichi, prima della guerra. La seconda sezione s’intitola “Il porto sepolto” e raccoglie le poesie di

guerra tra il 1915/16. La terza sezione s’intitola “Naufragi” e comprende le poesie di guerra

1916/17. La quarta sezione s’intitola “Girovago” e

composte sul fronte di italiano, nel Carso, tra il

comprende le poesie composte nel 1918 durante l’esperienza di guerra francese. La quinta e ultima

sezione s’intitola “Prime” e contiene testi composti dopo la guerra Parigi e Milano.

Nell’ opera “Allegria di naufragi”, Ungaretti, poeta-soldato, racconta una vicenda storia

particolarmente traumatica: la prima guerra mondiale, che egli visse in prima persona. Nella guerra

l’uomo è posto di fronte a situazioni, esigenze e sentimenti elementari, e sente la presenza costante

della morte, e nonostante questo egli riesce ad attaccarsi ad una vitalità insperata (Allegria di

naufragi/vitalità guerra).

La raccolta subì molte modifiche e uscì per la prima volta nel 1919 con il titolo Allegria di

la raccolta porta il titolo definitivo L’Allegria. Anche questo titolo è allusivo: la

Naufragi. Nel 1931

guerra è come un naufragio della vita, i superstiti del naufragio sono presi da una sorta di ebbrezza

per lo scampato pericolo e superano lo sgomento e il dolore con la fede e la speranza di un domani

migliore.

L’ERMETISMO

La poesia ermetica fu così chiamata nel 1936 dal critico letterario Flora il quale utilizzando

l'aggettivo ermetico volle definire un tipo di poesia caratterizzata da un linguaggio difficile,

ambiguo e misterioso. Gli ermetici con i loro versi non raccontano , non descrivono , non spiegano ,

ma fissano sulla pagina dei frammenti di verità a cui sono prevenuti in momenti di grazia ,

attraverso la rivelazione poetica e non con l' influenza della ragione .

I loro testi sono composti da poche parole , che hanno un'intensa carica simbolica. Gli ermetici si

sentono lontani dalla vita sociale , l'esperienza della prima guerra mondiale e del periodo fascista li

ha condannati ad una grande solitudine morale, la quale li confina in una ricerca poetica riservata a

pochi e priva di impegno sul campo politico.

Gli Ermetici si ispiravano ai poeti francesi del decadentismo, per esempio alla loro elaborazione

delle "corrispondenze" e al valore stesso della poesia che diventa uno strumento di conoscenza. La

poesia ermetica si distingue per l'uso evocativo della parola, dell'analogia, di figure come la

sinestesia. I temi ricorrenti si possono riassumere in a) ricerca del significato della vita attraverso

l'indagine interiore della propria esistenza b) portare alla luce frammenti di esistenza, di vita e di

natura c) visione non ottimista della vita stessa attraversata dal "male di vivere", quindi poesia ad

alto contenuto filosofico.

- L'Ermetismo si oppone anche ai crepuscolari, ai futuristi, perché non si accontenta di una riforma

stilistica e non sopporta la retorica.

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