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Esame di maturità anno scolastico 2009/2010
Simone Citrani
I.T.I.S: E. Fermi
Tesina Fisica ambientale:
L’effetto serra
Diritto: Fisica applicata:
Il protocollo di Kyoto Il sole come corpo
nero
Italiano:
Storia: Giovanni Pascoli
L’unione europea (la natura)
Sistemi: Matematica:
I trasduttori Integrali definiti
IL protocollo di Kyoto
Il protocollo di Kyōto è un trattato internazionale in materia
ambientale riguardante il riscaldamento globale sottoscritto nella
città giapponese di Kyoto l'11 Dicembre 1997 da più di 160 paesi.
Dall’1 all’11 dicembre ha avuto luogo l’ultima sessione del negoziato
internazionale per l’adozione del Protocollo di definizione degli
obiettivi e degli impegni programmatici dei paesi industrializzati per
la riduzione delle emissioni di anidride carbonica derivanti
dall’impiego di oli minerali e degli altri gas serra responsabili dei
cambiamenti climatici.
Al termine del summit la Conferenza dei 160 Paesi presenti ha licenziato il testo di un accordo,con il quale
sono stati fissati gli obiettivi che devono essere perseguiti dagli Stati industrializzati partecipanti.
Gli obiettivi fissati dall’Accordo sono:
• Riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO ), di metano (CH ), di protossido di azoto (N O),
2 4 2
di idrofluorocarburi (HFC), di perfluorocarburi (PFC) e di esafluoruro di zolfo (SF ), i quali
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costituiscono i sei principali gas serra;
• Promozione della efficienza energetica in ogni settore;
• Sviluppo delle fonti di produzione di energia rinnovabili e sviluppo dei supporti tecnologici alla
riduzione delle emissioni inquinanti;
• Promozione di forme di agricoltura “sostenibile”;
• Limitazione e riduzione delle emissioni di metano provenienti dalle discariche di rifiuti e dagli altri
settori energetici;
• Adozione di misure di prelievo fiscale che facciano regredire l’emissione di gas serra.
Il protocollo sui cambiamenti climatici impegna gli stati appartenenti all’Unione europea a promuovere
azioni intese alla riduzione,entro il periodo compreso tra il 2008 e il 2012, delle emissioni dei gas serra nella
percentuale dell’8% rispetto ai livelli riscontrati del 1990
Il protocollo di Kyoto,inoltre, ha previsto la misura aggiuntiva della “afforestazione” e della “riforestazione”
dei territori per favorire l’assorbimento del carbonio. Uno dei punti cruciali del Protocollo è stata la
stabilizzazione delle concentrazioni di gas ad effetto serra nell’atmosfera ad un livello tale da escludere ogni
pericolosa interferenza delle attività umane sul sistema climatico, compatibilmente con lo sviluppo
economico.
Nello specifico era stata prevista la stabilizzazione dei livelli delle concentrazioni registratesi nel 1990 fino
all’anno 2000. 1
Tale obiettivo si è poi, purtroppo,
rilevato irraggiungibile vista la
genericità degli impegni e gli elevati
costi che alcuni dei Paesi
industrializzati avrebbero dovuto
sostenere per affrontare il
problema,primi fra tutti gli usa ritenuti
da soli responsabili del 25% delle
emissioni lesive nel mondo che non a
caso non hanno mai voluto ratificare il
Protocollo.
Ciononostante, la Conferenza di Kyoto
continua a rappresentare una pietra
miliare nella lotta all’effetto
serra,quanto meno per il fatto di aver
sensibilizzato i governi dei Paesi partecipanti circa la necessità di realizzare una strategia mondiale per
affrontare seriamente il problema.
Il Protocollo di Kyoto in Italia
L’Italia ha ratificato il Protocollo con la legge n.102 del 1°giugno 2002, che prevede la riduzione delle
emissioni del 6,5% attraverso azioni di miglioramento dell’efficienza energetica, utilizzo di fonti energetiche
rinnovabili, promozione dell’innovazione tecnologica nei settori energetico e dei trasporti, incentivazione di
attività agricole e forestali sostenibili, cooperazione internazionale.
La legge indica inoltre che le politiche e misure di riduzione delle emissioni dovranno essere finalizzate al
miglioramento dell’efficienza energetica del sistema economico nazionale, alla differenziazione delle fonti
energetiche e della sicurezza energetica, all’aumento della quantità di fonti rinnovabili sull’offerta totale di
energia, alla promozione dell’innovazione tecnologica nei settori dei trasporti ed energetico, alla
promozione delle attività agricole e forestali sostenibili, all’incremento ed il miglioramento della
cooperazione tecnologica internazionale.
Nonostante l’avvio di politiche di riduzione delle emissioni di gas serra, nel periodo tra il 1990 e il 2003 in
Italia si è osservato un aumento di tali emissioni di circa l’11,6%; si è, quindi, lontani dagli obiettivi di
riduzione fissati con il Protocollo di Kyoto.
Le emissioni nazionali di CO nel 1999 sono state l’1,9% delle emissioni mondiali globali, le emissioni dei tre
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maggiori gas serra hanno rappresentato l’1,6% del totale. Il peso dell’Italia rispetto al totale delle emissioni
di gas serra a livello mondiale è quindi relativamente basso.
2
Le emissioni nazionali di anidride carbonica (CO ) sono pari all’85,5 % del totale delle emissioni di gas serra
2
espressi in termini di CO equivalente e presentano tra il 1990 e il 2003 un aumento pari al 13,2%.
2
In particolare, nel settore energetico, le emissioni nel 2003 sono superiori del 14,2% rispetto al 1990.
Le emissioni di metano (CH ) e di protossido di azoto (N O) sono pari, rispettivamente, a circa il 6,1 % e 7,4
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% del totale delle emissioni di gas serra espressi come CO equivalente.
2
Le emissioni di metano si sono ridotte del 9,6%, mentre quelle di N O sono aumentate del 6,1%.
2
Gli altri gas serra, idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC), ed esafluoruro di zolfo (SF ), hanno un
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peso complessivo sul totale delle emissioni dell’1% circa, quindi trascurabile nonostante l’incremento del
245% registrato tra il 1995 e il 2003.
Al fine di ridurre tali emissioni la legge n. 120, in particolare l’articolo 2, comma 1, prevede che il Ministro
dell’ambiente e della tutela del territorio presenti al Comitato interministeriale per la programmazione
economica un piano di azione nazionale, che riguarda l’attuazione di iniziative mirate a raggiungere gli
obiettivi del Protocollo di Kyoto.
Di seguito sono descritte alcune misure adottate o in previsione di adozione nei vari settori in cui si
generano emissioni di gas ad effetto serra.
All’interno del settore di produzione, trasformazione e distribuzione dell’energia le politiche di riduzione da
attuare sono raggruppabili in quattro obiettivi:
▪ miglioramento degli impianti esistenti;
▪ diffusione della cogenerazione;
▪ promozione dell’uso di fonti rinnovabili nei consumi di energia elettrica;
▪ riduzione della domanda per elettricità e gas.
Gli strumenti che permettono di raggiungere questi obiettivi sono: accordi volontari con le aziende di
produzione, obblighi di produzione di energia elettrica mediante fonti rinnovabili e facilitazioni per
utilizzare l’energia prodotta in cogenerazione.
Uno degli accordi volontari è stato preso con l’Enel ed ha come obiettivo la riduzione delle emissioni di 22
Mt di CO entro il 2012 rispetto al 1990, attraverso l’incremento dell’efficienza degli impianti già esistenti e
2
la conversione di alcuni in cicli combinati, l’incremento dell’uso di fonti rinnovabili con quota minima del
2%, riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione, diffusione di tecnologie elettriche più efficienti e
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sostituzione dei combustibili fossili (ad esempio sostituzione dei combustibili fossili liquidi e solidi con il gas
naturale).
Il settore dei trasporti ha attuato diverse iniziative, previste dal Piano Generale dei Trasporti, per la
riduzione delle emissioni:
▪ l’uso di combustibili a bassa intensità di carbonio (GPL, metano);
▪ l’aumento di infrastrutture, ad esempio ristrutturazioni ed ammodernamenti delle strutture
portuali, realizzazione di trasporti navali interni, estensione della rete ferroviaria e metropolitana,
miglioramento della rete stradale;
▪ la riduzione/restrizione dell’uso delle auto in città, ad esempio attraverso la condivisione tra più
utenti dei mezzi privati di trasporto;
▪ il trasferimento del traffico merci da strada a rotaie e acqua;
▪ il contenimento dei consumi e delle emissioni inquinanti attraverso un miglioramento
dell’efficienza dei veicoli (ad es. uso di biodiesel) e la comunicazione all’utenza di comportamenti
sostenibili.
All’interno dei settori residenziale, commerciale e dei servizi le misure attuate sono: uso di combustibili a
minore contenuto di carbonio (uso di gas naturale), incremento dell’isolamento degli edifici e utilizzo di
apparecchiature più efficienti, sia elettriche che termiche (caldaie più efficienti, lampade fluorescenti,
collettori solari per la produzione di acqua calda, ecc.).
Nel settore agricoltura, uno degli interventi principali che si è cercato di attuare è sostituire l’agricoltura
tradizionale con quella biologica, che ha un consumo energetico specifico minore del 30%. Un altro
intervento riguarda la riduzione delle emissioni di protossido di azoto dai suoli agricoli attraverso la
razionalizzazione dell’utilizzo dei fertilizzanti, a questo proposito l’Italia è stata tra i primi Paesi dell’Unione
Europea a redigere un “Codice di buona pratica agricola per la protezione delle acque dai nitrati”, la cui
integrazione con altre prescrizioni specificamente finalizzate alla protezione dell’atmosfera e del clima
potrebbe comportare ulteriori riduzioni del consumo di fertilizzanti.
Nel settore rifiuti si prevede la riduzione della frazione biodegradabile dei rifiuti urbani in discarica,
l’attuazione del recupero energetico dei rifiuti e il riciclaggio dell’alluminio che permette di evitare
emissioni di PFC derivati dalla lavorazione del minerale grezzo.
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All’interno del settore forestale si prevedono azioni di gestione
forestale, attività di afforestazione, riforestazione e
rivegetazione, predisposizione di un piano di studi per stimare le
quantità di carbonio assorbite/emesse dalle attività agricole, dai
pascoli e dalle attività di riforestazione [Ministero dell’Ambiente
e della Tutela del Territorio, 2002].
Queste azioni mirate alla riduzione delle emissioni di gas serra
devono essere attuate a livello nazionale, ma in particolare è
compito delle regioni operare per concretizzarle. Infatti, il DPR 203/88 riguardante le emissioni in
atmosfera, indica nell’art.4 che “la tutela dell’ambiente dall’inquinamento atmosferico spetta alle regioni”
alle quali compete “la formulazione dei piani di rilevamento, prevenzione, conservazione e risanamento del
proprio territorio, nel rispetto dei valori limite di qualità dell’aria” e “l’indirizzo e il coordinamento dei
sistemi di controllo e di rilevazione degli inquinanti atmosferici e l’organizzazione dell’inventario regionale
delle emissioni”. 5
L’effetto serra
L'effetto serra è un fenomeno naturale che fa parte dei complessi meccanismi di regolazione dell'equilibrio
termico di un pianeta o di un satellite grazie alla presenza di un'atmosfera contenente alcuni gas detti
appunto gas serra. Questi, per le proprie particolari proprietà molecolari spettroscopiche, risultano
trasparenti alla radiazione solare entrante ad onda corta, mentre riflettono, diffondono oppure assorbono
e riemettono la radiazione infrarossa ovvero risultano opachi alla radiazione ad onda lunga (circa 15
micron) riemessa dalla superficie terrestre in seguito al riscaldamento dovuto ai raggi solari; il nome deriva
dunque dall'analogia (non pienamente corretta) con quanto avviene nelle serre per la coltivazione (in
questo caso vi è infatti anche un blocco della convezione atmosferica che è un'altra modalità di
trasferimento del calore).
I raggi solari a corta lunghezza
d’onda penetrano facilmente nell'atmosfera
raggiungendo in buona parte la superficie
del pianeta, dove vengono in parte riflessi
ed in parte assorbiti dalla superficie e
convertiti in calore. Il calore viene dissipato
verso lo spazio sotto forma di irraggiamento