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PERCORSO Immagini

di donne

tra 3

‘800 e ‘900

Introduzione :

La figura femminile nell’ ‘800 e nel ‘900 ha un ruolo

centrale nella storia e nella letteratura. Ho scelto di

analizzare due immagini di donne che si sono sviluppate in

questo secolo: angelo del focolare e figura dominatrice. La

prima si ha nei regimi totalitari del fascismo in Italia e del

“franquismo” in Spagna,un esempio di quest’ultima la

possiamo ritrovare anche nell’opera di Miguel Delibes,

“Cinco horas con Mario”,in Carmen. Mentre la seconda ho

deciso di analizzarla nella letteratura di fine ‘800 e inizi

‘900. Infatti in questo periodo si ha uno sviluppo della

modernità e con esso prende avvio il processo di

emancipazione della donna,di affrancamento della sua

secolare condizione di subalternità al maschio. Ho voluto

rappresentare questo processo attraverso i personaggi

letterari di: “Madame Bovary”, “Angiolina”, “Mrs. Ramsay”

e “Lily”. 4

ANGELO DEL FOCOLARE

Il modello della donna creato dal fascismo

« Un popolo ascende in quanto numeroso » è questo uno

slogan del duce.

Il fascismo infatti esaltava,con premiazioni e campagne

pubblicitarie,il mito della famiglia numerosa come base per

lo sviluppo demografico,nella convinzione che una

popolazione numerosa avrebbe permesso una maggiore

potenza militare e dunque di allargare lo spazio di dominio

mondiale e costruire l’impero italiano. Mussolini perciò fissò

la donna nei ruoli tradizionali di madre,sposa,angelo del

focolare e brava domestica, sempre sottomessa alla

5

gerarchia del marito. Vennero creati dei corsi per

trasmettere l'educazione familiare dove svolgevano lezioni

sull'allevamento dei figli,sul soccorso, la carità, la ritmica,la

floricoltura e la decorazione,le arti femminili,economia

domestica,educazione fisica e sport femminile per una

sana maternità,e riunioni guidate dai gruppi femminili

fascisti. Le donne perciò si occupavano della riproduzione e

del governo della casa e solo una piccola parte di esse

possedeva un'occupazione.

Il diritto di famiglia, basato sulla supremazia maschile,

precludeva alle donne ogni decisione di natura giuridica o

commerciale (atti legali e notarili, stipule, contratti, firme di

assegni e accensioni di prestiti), senza l’autorizzazione del

marito o del padre. La stessa tutela dei figli era esclusiva

prerogativa maschile. Il regime ostacolò il lavoro delle

donne : la riforma della scuola fascista, di Giovanni Gentile

ministro della pubblica istruzione,produsse una vera e

propria defeminilizzazione del corpo insegnante, negando

alla donna qualsiasi capacità come educatrice. Un decreto

del ’26 stabilì che le donne non potessero accedere ai

concorsi pubblici per insegnare latino, greco, lettere, storia

e filosofia nei licei classici e scientifici, e italiano e storia

negli istituti tecnici. Una legge del 1928 impedì che

venissero nominate presidi delle scuole medie. Una legge

del '33 limitò notevolmente le assunzioni femminili,

stabilendo sin dai bandi di concorso l'esclusione delle

donne o riservando loro pochi posti. Un decreto precisava

quali impieghi statali potessero essere loro assegnati: quelli

di dattilografa, stenografa, segretaria, addetta alla raccolta

di dati statistici, agli schedari, alle biblioteche. La politica di

espulsione delle donne dal lavoro extradomestico giunse al

culmine nel 1938: una legge stabilì che il personale

6

femminile negli uffici pubblici e privati non poteva superare

il 10% dell’organico, proibendo inoltre l’assunzione di

manodopera femminile nelle aziende con meno di 10

addetti.

Gaetano Polverelli,capo dell’Ufficio Stampa della Presidenza

del Consiglio(1931), inviava direttive a ogni giornale per

stabilire come doveva apparire la donna fascista: “…deve

essere fisicamente sana, per poter diventare madre di figli

sani, secondo le regole di vita indicate dal Duce”.

Furono create organizzazioni femminili,come quella delle

Massaie rurali(1933),composta da donne che risiedevano

abitualmente in Comuni a carattere rurale, che

appartenevano a famiglie di proprietari coltivatori diretti,

coloni e mezzadri, operai agricoli. Promuovevano secondo

le finalità fasciste, l'educazione e l'istruzione delle donne

della campagna; miglioravano l'arredamento e l'igiene

delle case rurali; favorivano l'allevamento igienico della

prole; facevano apprezzare tutti i vantaggi della vita dei

campi, per contrastare “le dannose” tendenze

all'urbanesimo; o come quella dei Fasci femminili, o quella

delle piccole italiane (6-13 anni) e delle giovani italiane(14-

18 anni),dipendenti entrambe dell’Opera Nazionale

Balilla,che avevano il compito di sostenere l’immagine

tradizionale di “angelo del focolare”,di valorizzare le virtù

domestiche della donna,di migliorare la preparazione

spirituale e culturale della donna italiana,di concorrere ad

attuare tutte le attività assistenziali (distribuivano minestre

ai poveri e corredini gratuiti alle neo madri).

También en España hay un modelo simil a lo de la mujer fascista. 7

EL MODELO DE MUJER CREADO POR EL

FRANQUISMO

Desde el golpe de estado de 18 de julio de 1936,echo por

Franco,Sanjurjo y Mola, hay una represión de la conciencia feminista

y de las capacidades de la mujer. Como consecuencia de ésto, el

Estado dictatorial,instaurado por Franco en el 1939,basa sus

principios ideológicos, conservadores y reaccionarios en la

dominación y subordinación mediante la autoridad y jerarquía

donde el varón ocupa el centro de la organización y bajo éste, la

mujer. Las leyes pretenden derogar todos los derechos igualitarios

concedidos por la república: se suprime la ley del matrimonio civil y

la del divorcio, se restablece el código civil de 1889 y se plantea el

refuerzo de la autoridad paterna y marital. El punto de partida se da

el 6 de Marzo de 1938 en el "Fuero del Trabajo "donde se expresa el

propósito que las mujeres tienen que estar en el hogar.

La sección femenina,creada en el 1934 por José Antonio Primo de

Rivera,que partiendo de valores como la "sumisión y abnegación",

se dedicaba a servir a la organización y a la atención de familias y

presos políticos. A partir de la sublevación militar(1936) pasó a

tener un papel de carácter más relevante y como consecuencia de

ello la dedicación de las mujeres se centró en ayudar a los heridos,

tejer para el frente y realizar tareas de abastecimiento en la

retaguardia. En 1939 la sección femenina pasa a ser una istitución

del regimen: Franco le encomienda la tarea de formar a todas las

mujeres de España. El 30 de mayo de 1939 se delimita la función

asignada para las mujeres del Movimiento. Junto a la maternidad, se

exalta la feminidad, como sumisión y espíritu de sacrificio;

desaparece la capacidad intelectual, creativa y crítica de la mujer,

convertida en una sombra del hombre. La mujer tiene que

satisfacer a su marido (Extractos de Sección Femenina de la

Falange Española y de las JONS -Editado en 1958).Cuando las

mujeres estan casadas, tienen que poner en la tarjeta sus nombres

propios, sus primeros apellidos y después la partícula “de”, seguida

del apellido de sus marido. Esta fórmula es porque no pierden la

personalidad, por ejemplo si el apellido es Camen García, que

pertenece al Señor Marín, o sea, Camen García de Marín. (Sección

Femenina, Economía doméstica para Bachillerato). 8

El medio rural es el más idóneo para desarrollar el modelo de mujer

sacrificada, y allí se sitúan las Granjas-Escuelas, y más tarde, las

Cátedras Ambulantes.

En los años 50, la Sección Femenina burocratiza sus tareas e

incrementa su labor formativa en tres frentes: la formación

nacional-sindicalista, la formación religiosa y la preparación de las

mujeres para el hogar. Como resultado de la aplicación de este

modelo de mujer, las mujeres del régimen, quedan alejadas de los

centros de poder y decisión del Estado.

El sistema dictatorial franquista niega la existencia de la sexualidad

de las mujeres fuera de la procreación y del papel de la madre y

esposa,asignado per el nacional-catolicismo. Entonces los únicos

modeles posibles de sexualidad se traducen en lo de ama de casa y

lo de prostituta. La mujér domestica está vista como angel del

hogar,esposa y madre,dulce,suave,dependiente de su marido. El

estado para inculcar cual es la labor de la mujer y del hombre

separa la educación de las niñas y del los niños. En las escuelas de

niñas se las enseñaba a coser y toda clase de labores domesticas,

también les enseñaban a obedecer a sus maridos y a estar cerca de

Dios.

La iglesia contibuye a la formación de ese modelo de mujer esposa

y madre. Ella toma a las mujeres como instrumento de la

recristanizacion de la sociedad, corrompida por la experiencia

republicana,encuadernandolas en la Acción Catolica. El matrimonio

canónico es el único valido en la España franquista.

Mientras que la prostituta es un contra modelo de mujer

axesuadas,deseo del hombre y del marido. La prostitución está

permitida hasta el 1956.La mujer está vista como modelo de la

compensasión del varón.

En la España de los años ´40 y ´50, las mujeres se distinguen

también entre "triunfadoras" y "derrotadas". La vida de las

triunfadoras se desenvuelve hacia un bienestar cada vez mayor :

son mujeres de la clase media y alta. Las derrotadas viven en el

hambre y la miseria, presionadas por la sociedad, la Iglesia y la

policía. 9

CINCO HORAS CON MARIO (1966)

Un ejemplo de mujer franquista se tiene en

la novela Cinco horas con Mario de Miguel

Delibes. La novela es un largo monologo-

dialogo que Carmen,la

protagonista,mantiene con su marido

Mario,a lo largo de la noche que pasa

velando su cadaver. Durante cinco horas,

Carmen recuerda su vida matrimonial.

CARMEN:mujer conservadora

, nacionalista,franquista; ama de casa; pro

guerra: vee la guerra como algo divertido

(“lo pasé bien bien en la guerra,oye,no sé

si seré demasiado ligera o qué,pero pasé unos años estupendos,los

mejores de mi vida”),ambiciosa en lo material(quiere el

coche,symbolo de prestigio,osea que ella hace parte de la sociedad

de consumo creada por el franquismo),ignorante (consecuencia de

la educación recibida como mujer destinada a casarse y dedicar su

vida al marido, los hijos y la casa), hipócrita,le interesa la

aparencia,contra el estudio de la mujeres(“las niñas que estudian,a

la larga,unos marimachos” osea parecen hombre),educación

rigida(pegar),clasistas(“hay vocaciones para pobres y vocaciones

para gente de bien,cada uno en su clase”). 10

LA FIGURA DOMINATRICE MME BOVARY

Mme Bovary est un roman de Flaubert . On peut rencontrer

dans ce roman deux images important des femmes très

différentes entre eux: 11

Mme Bovary mère :

Elle est la mère de Charles, elle a dû s’occuper des affaires

parce que son mari était incompétent donc elle allait chez

les avoués, chez le président, se rappelait l’échéance des

billet, obtenait des retards; et a la maison, repassait,

cousait, blanchissait, surveillait les ouvriers, saldait les

mémoires. Elle désapprouve le mariage de son fils avec

Emma. Donc on peut dire qu’elle représente la femme

traditionnelle mais aussi la novelle figure dominatrice.

Mme Bovary épouse : La protagoniste du roman.

Emma est la fille d’un fermier, elle a été élevée dans une

école religieuse où elle lisait des œuvres romantiques qui

ont modelé sa sensibilité romanesque et ont fait naître en

elle le désir de vivre un jour les grandes aventures qui

l’avaient tant enchantée. Elle pense donc que le mariage

lui ouvrira les portes du bonheur. Elle épouse un médecin

médiocre qui s’appelle Charles Bovary. Mais ses espoirs

sont vite déçus: son mari n’est pas intéressant et sa vie au

village est monotone. Emma cherche donc à fuir la banalité

de la vie de province et son mari (qui l’aime sincèrement

mais qui est incapable de comprendre ses ambitions) dans

un autre monde fait de fastes et de passions. Elle conduit

une vie d’adultère mais ses deux amants(Rodolphe et

Léon) l’abandonnent à son désespoir; Emma très choquée

se lance dans une folle vie de dépense inconsidérées et elle

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