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Sacha Monte

a.s. 2007/08

I.T.C.G. “ E. Mattei “ Rho

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La révolte étudiante du printemps 1968 touche de nombreux pays

1

industrialisés mais prend en France une ampleur particulière car la

revendication d’étend aux salariés, gagne la province et finit par paralyser

l’ensemble du pays ;celui-ci compte, dans le derniers jours de mai environ

9millions de grévistes.

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Depuis une année des « trente glorieuse » des symptômes importants d'une

détérioration de la situation économique française ont fait leur apparition.

Le nombre de chômeurs s'accroît régulièrement : au début 1968, ils sont déjà

près de 500.000. Les jeunes se trouvaient les premiers touchés.

Un nombre important de grèves se tiennent aussi entre 1966 et 1967, en

région parisienne comme en province. Les salaires réels commencent à baisser

et les travailleurs s'inquiètent pour leurs conditions de travail.

Les syndicats s'opposent ainsi aux ordonnances de 1967 sur la Sécurité

Sociale. Des bidonville existent encore, dont le plus célèbre est celui de

Nanterre, directement sous les yeux des étudiants.

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Révolte spontanée, de nature à la fois culturelle, sociale et politique, elle reste

le plus important mouvement social de l'histoire française. Les événements

superposèrent essentiellement un mouvement étudiant et un mouvement

ouvrier. La jeunesse en révolte conteste la vieille Université, la société de

consommation, le capitalisme et la plupart des institutions et valeurs

traditionnelles. (gaullisme)

En France, ces événements

prennent cependant une

coloration particulière car de

puissantes manifestations

d'étudiants, de barricades et

de continue bagarres sont

rejointes à partir du 13 Mai ‘68

par la plus importante grève

général de l'Histoire de France.

« Les

barricades » 2

Les historiens divisent classiquement le déroulement de Mai 68 en trois phases,

une « période étudiante » (3-13 mai), une « période sociale » (13 - 26 mai) et

une « période politique » (27-30 mai).

L'éclatement spontané de la crise prit complètement au dépourvu le pouvoir,

ainsi que pratiquement toutes les organisations, partis et syndicats organisés.

Le Parti Communiste français refusèrent dans un premier temps de joindre leur

cause à celle des étudiants .

Au sommet de l'État, la crise aggrave les divergences entre le général De

Gaulle, peu compréhensif et partisan d'une répression immédiate, et son

Premier ministre Georges Pompidou, qui préféra jouer la carte de la modération

et de la compréhension pour mieux laisser le mouvement s'essouffler de lui-

même.

Le 27 Mai, ouverture des accords de Grenelle négociés par son Premier ministre

Georges Pompidou avec les syndicats. Le 30 Mai, la dissolution

de l'Assemblée

Nationale.

Les grèves cessent

progressivement

courant juin, encore la

reprise du travail et les

hauts-lieux de la

contestation, tels que la

Sorbonne et l'Odéon à

Paris, sont évacués par

la police.

« La place de la

Sorbonne » Centre de la

contestation

parisienne

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L'événement a eu un impact considérable sur le plan social et surtout culturel,

en étant à l'origine de nombreux acquis sociaux et de nombreuses réformes

sociétales des années suivantes, qu'il s'agisse de la réforme de l'éducation, de

l'évolution des mœurs, de l’émancipation des femmes, des jeunes, des

homosexuels ou encore des différentes minorités. Sur le plan politique la Ve

République perdre sa crédibilité de modèle de stabilité à cause du renvoi de

3

Pompidou ,rendu responsable par de Gaulle du développement de la révolte,

plus populaire du général. Pour ce qui concerne le financière les conditions

faites des syndicats, pour séparer les ouvrier des étudiants, ont provoqué une

baisse du franc suivi par une inévitable dévaluation repoussée par de Gaulle en

nov.1968.

Gli articoli della Costituzione italiana che disciplinano la materia

lavoro sono: fondata sul Lavoro”

“L’Italia è una Repubblica democratica

ART. 1 “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali

davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di

ART. 3 lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni

personali sociali”.

“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al

ART. 4 lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo

questo diritto”.

“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione

proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in

ART. ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia

36 una esistenza libera e dignitosa”.

“La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di

lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le

ART. condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento

37 della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla

madre e al bambino una speciale adeguata protezione”.

“Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi

necessari per vivere ha diritto al mantenimento e

all’assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano

ART. preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze

38 di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia,

disoccupazione involontaria”.

ART. “L’organizzazione sindacale è libera”.

4

39

ART. “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi

40 che lo regolano”.

Il TFRL è un’indennità economica proporzionale agli anni di servizio prestato

nell’azienda, che viene corrisposta al lavoratore solo nel momento in cui

interrompe il rapporto di lavoro con l’impresa.

Esso non è altro che una parte di salario che non viene ceduto al lavoratore

mensilmente, ma trattenuto dall’azienda, che lo investe per poi liquidarlo al

dipendente, sotto forma di capitale, al termine del rapporto di lavoro

(licenziamento, dimissioni o pensionamento).

È parte integrante del salario lordo, ma non disponibile immediatamente: si

tratta di un salario differito.

Tale trattamento rappresenta un vero e proprio compenso differito al momento

della cessazione del rapporto di lavoro, al fine di favorire al lavoratore il

superamento delle difficoltà economiche connesse con il venir meno della

retribuzione.

Il TFR maturato in un anno viene determinato al 31/12 di ogni esercizio per

ciascun dipendente ed è pari alla retribuzione annuale, comprensiva di

tredicesima e quattordicesima, divisa per 13,5.

Se l'azienda fallisce o è inadempiente al momento della liquidazione l'INPS

garantisce per il soggetto privato e paga la somma dovuta. Non esiste analoga

garanzia per i contributi pensionistici e i salari arretrati.

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Dal 1gennaio 2007 il TFR da maturare la riforma apre nuove prospettive, i

dipendenti ora potranno decidere che cosa fare del proprio TFR scegliendo tra

varie opzioni:

Lasciare il TFR in azienda, in pratica mantenere le stesse condizioni

precedenti la riforma, in caso l’azienda avesse più di 50 dipendenti esso

verrebbe gestito da un fondo dell’INPS con le stesse garanzie.

Investirlo in un fondo di categoria, ossia trasferirlo ad un fondo nato da

un accordo tra imprese e sindacati dove verrà investito, non più insieme a

quello degli altri dipendenti della stessa impresa, ma insieme al TFR di tutti i

lavoratori inquadrati dal medesimo contratto

Trasferirlo in un fondo collettivo aperto, ossia investirlo in un fondo

promosso da banche o finanziarie. Il TFR viene trasferito ad una banca che

provvederà ad investirlo e a restituirlo sotto forma di capitale con tempi,

modalità e tassi che variano secondo il contratto stipulato con la banca.

Trasferirlo ad un fondo pensionistico, ossia trasferirlo in un fondo

promosso da banche o assicurazioni che provvederanno a reinvestirlo e a

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