Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 44
Dandy e bohemien: arte e letteratura tra genio e sregolatezza Pag. 1 Dandy e bohemien: arte e letteratura tra genio e sregolatezza Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dandy e bohemien: arte e letteratura tra genio e sregolatezza Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dandy e bohemien: arte e letteratura tra genio e sregolatezza Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dandy e bohemien: arte e letteratura tra genio e sregolatezza Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dandy e bohemien: arte e letteratura tra genio e sregolatezza Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dandy e bohemien: arte e letteratura tra genio e sregolatezza Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dandy e bohemien: arte e letteratura tra genio e sregolatezza Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dandy e bohemien: arte e letteratura tra genio e sregolatezza Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dandy e bohemien: arte e letteratura tra genio e sregolatezza Pag. 41
1 su 44
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
tesina di maturità per le scuole superiori sul dandy e sul bohemien
Estratto del documento

follia appaiono lo sbocco inevitabile del disagio e della noia di vivere.

Wilde Parimenti il Dorian Gray di Wilde, praticando un edonismo che esclude

ogni forma morale, si contrappone alla società e ai suoi codici, ma in tal modo

va in contro alla morte. Si nota come la pulsione di morte e il vagheggiamento

dell’annientamento siano tematiche sempre presenti nella produzione

decadente.

Rimbaud Diametralmente opposta è invece la visone della vita espressa da

Rimbaud ne Il battello ebbro (chiaro riferimento al poeta), dove non si riscontra

questo languore mortale, ma anzi un fervore attivo, che si esplica nel motivo

del viaggio e dell’ebbrezza come affermazione di libertà assoluta. Tuttavia il

viaggio come fuga verso l’irrazionale rimane la spia del disagio dell’autore.

8

2. LO SVILUPPO DEL DANDY: IL DECADENTISMO

Il termine Decadentismo deriva dalla parola francese décadent, che significa

appunto decadente, e si riferisce al sonetto Languore, pubblicato il 26 maggio 1883 su un

periodico francese intitolato Le Chat Noir dal poeta francese Paul Verlaine, che recita:

« Sono l'Impero alla fine della decadenza,

che guarda passare i grandi Barbari bianchi

componendo acrostici indolenti dove danza

il languore del sole in uno stile d'oro. »

L’idea di “decadenza” era propria dei circoli d’avanguardia che si contrapponevano

alla mentalità borghese e benpensante e ostentavano atteggiamenti bohemien e idee

deliberatamente provocatorie ispirandosi al modello “maledetto” di Baudelaire. Tema

questo che fu largamente ripreso da un gruppo di scrittori, riuniti attorno alla rivista Le

Decadent, che trattava proprio i vari aspetti della crisi. Nello stesso anno, Verlaine

pubblica Poètes maudits, opera dedicata ai tre suoi amici Tristan Corbière, Stéphane

Mallarmé, e Arthur Rimbaud, che divennero noti con il nome di poeti maledetti.

La critica ufficiale, per descrivere questi atteggiamenti, usò il termine decadentismo

proprio per sottolineare la sensazione di crollo di una civiltà. Il termine venne usato con

un’accezione negativa, ma gli intellettuali che facevano parte di quel gruppo, definito

come “decadente”, ribaltarono il significato, arrivando ad indicare un privilegio spirituale e

ne fecero una sorta di bandiera da esibire con orgoglio e dedizione.

2.1. La visione decadente del mondo

La base della visione del mondo decadente è un irrazionalismo misticheggiante che

riprende ed esaspera i temi della cultura romantica. Il decadentismo nasce

principalmente come corrente contrapposta al positivismo che costituisce dell’opinione

“borghese” corrente. Il decadente, al contrario, ritiene che la ragione e la scienza non

9

possano dare la vera conoscenza del mondo e del reale, perché l’essenza del reale è

misteriosa ed enigmatica. Proprio per questo la sua anima sarà sempre protesa verso il

mistero, l’inconoscibile, in cerca di quegli stati di grazia in cui l’assoluto e l’ineffabile

possano rivelarsi.

In questa visione mistica, ogni forma visibile non è che un simbolo di qualcosa di più

profondo, che sta al di là della realtà e si collega ad infinite altre realtà, creando un’infinita

rete di corrispondenze che solo il decadente, spirito dalla sensibilità superiore, può

cogliere.

La visione decadente propone la coincidenza tra io e mondo, tra soggetto e oggetto,

che avviene sul piano dell’inconscio: in questa zona oscura, l’individualità scompare e si

fonde con un Tutto inconsapevole e immemore. I poeti decadenti si lasciano travolgere

dalla parte irrazionale dell’io, di abbandonano ad essa, convinti che solo così si possa

raggiungere la scoperta di una realtà più vera. La conoscenza si raggiunge quindi

solamente attraverso gli stati abnormi ed irrazionali dell’essere: il delirio, la follia, la

malattia, la nevrosi, l’incubo, l’allucinazione, stati molto spesso ricercati attraverso l’abuso

di sostanze quali l’oppio, l’hashish e l’assenzio (come

testimonia lo stesso Baudelaire ne I paradisi artificiali).

Fondamentali sono anche le altre forme di estasi

quali il panismo e le epifanie. Se io e mondo non sono in

realtà distinti, l’io individuale può annullarsi nel Tutto,

confondersi nella vibrazione stessa della materia, farsi

nuvola, filo d’erba, corso d’acqua e, attraverso questo

annullamento, potenziare all’infinito la propria vita,

renderla come divina.

Le epifanie avvengono quando un particolare

insignificante di un oggetto, all’improvviso si carica di un

intenso significato e affascina come un messaggio

proveniente da un'altra dimensione. Pablo Ricasso, Bevitrice di

assenzio, 1901. Olio su cartone,

65,8x50,8 cm. New York,

Collezione Melville Hall.

2.2. La poetica

Tra i momenti più importanti della conoscenza, per i decadenti, vi è soprattutto l’arte.

Il poeta, il pittore, il musicista, infatti, sono dei veri e propri sacerdoti e veggenti capaci di

guardare là dove l’uomo comune non vede nulla e di scoprire l’assoluto. L'arte diventa

una voce del mistero e il valore più alto, che va al di sopra di tutti gli altri e li assorbe tutti:

anche la vita deve essere il più simile possibile ad un’opera d’arte.

Questo culto religioso dell'arte ha dato origine al fenomeno dell’estetismo.

L'esteta è colui che basa la propria vita non sui valori morali, del bene, del male, il giusto,

l’ingiusto, ma sulla ricerca del bello, e in base al bello giudica la realtà. Arte e vita si

confondono e quest’ultima è tutta filtrata attraverso l’arte: un bel viso, un bel paesaggio

vengono subito associati ad un viso o ad un paesaggio immortalato da un poeta o da un

pittore.

Il bello viene ricercato in oggetti preziosi, quadri, stoffe, gioielli, libri antichi, e la

banalità e volgarità della gente comune vengono scartate, secondo un atteggiamento

tipicamente snobistico, da dandy. I maggiori teorici di questo movimento furono Gabriele

D'Annunzio e Oscar Wilde. 10

L’arte deve avere la caratteristica di essere pura, un’arte fine a se stessa senza

scopi sociali o divulgativi, semplicemente qualcosa di bello di cui godere, secondo il

concetto dell’arte per l’arte.

I decadenti compiono anche una rivoluzione del linguaggio poetico: alle immagini

nitide, chiare, distinte, ora si sostituisce l’impreciso, il vago, l’indefinito. Queste parole

hanno infatti un carattere magico e sono capaci di farci scoprire l’ignoto e di metterci in

contatto con un'altra dimensione. Il poeta decadente parla in primo luogo a se stesso:

infatti rifiuta di rivolgersi al pubblico borghese ritenuto mediocre e volgare. Nel periodo

del grande sviluppo della società di massa, l’artista decadente cerca di essere un

unicum, di differenziarsi dai prodotti scadenti, dai romanzi di appendice.

Le varie tecniche espressive usate dagli scrittori decadenti sono innanzi tutto la

musicalità: la parola non ha solo un significato logico, ma ha una pura fonicità. Infatti la

musica nella visione decadente è l’arte suprema, e provoca vera e propria estasi.

Un'altra tecnica espressiva molto usata è il linguaggio metaforico: la metafora

decadente presuppone una concezione irrazionalistica, è l’espressione di una visione

simbolica del mondo, dove ogni cosa rimanda ad un’altra, allude alla rete di

corrispondenze che unisce le cose in un sistema di analogie universali.

Accanto alla metafora, la poesia decadente fa largo uso anche della sinestesia che

è una fusione di sensazioni: impressioni che colpiscono un senso ci riportano a sensi

diversi. I poeti tendono inoltre alla fusione di vari linguaggi artistici per ottenere degli

effetti ancora più suggestivi e particolari.

2.3. Temi e miti

Tra i temi più significativi che ricorrono nella letteratura decadente il più

L’ammirazione importante è l’ammirazione per le epoche di decadenza. La grecità

per le epoche

di decadenza alessandrina, il periodo della latinità imperiale, l’epoca bizantina sono viste

come età in cui l’esaurirsi delle forze di una società ormai prossima al crollo

si traduce in estrema, squisita raffinatezza.

Al culto per la raffinatezza estenuata di tali epoche si aggiunge il

Perversione e vagheggiamento del lusso raro e prezioso e della lussuria, complicata da

crudeltà perversità e crudeltà. Non a caso è stato scritto che buona parte della

letteratura decadente si colloca “all’insegna del Divin Marchese”, cioè

segnata dal sadismo e dal masochismo, che deriva il suo nome proprio da un

letterato di questo periodo (Leopold von Sacher Masoch).

La malattia in genere è un altro grande tema decadente. La letteratura

La malattia decadente è malata, e tale malattia è il simbolo della società corrotta fino alle

fondamenta e ormai prossima alla fine. La malattia decadente diventa però

anche una condizione privilegiata, un segno di nobiltà e di distinzione, di

quella separatezza sprezzante verso la massa che contrassegna

l’aristocraticismo degli intellettuali di quest’età. Alla malattia umana viene poi

associata la malattia delle cose, amano tutto ciò che è corrotto, impuro,

putrescente: per questo Venezia, in cui si associano sfacelo e raffinatezza,

putredine e bellezza aristocratica, è la città decadente per eccellenza.

La malattia e la corruzione affascinano i decadenti anche perché sono

La morte immagini della morte, tema dominante e ossessivo. L’attrazione per la morte

è evidentemente il simbolo di un dato epocale, di una condizione generale

della società europea e trascrive la consapevolezza di una crisi storica di

eccezionale portata. La malattia non è del singolo individuo, ma della civiltà.

11

Sempre all’interno della stessa cultura, al fascino esercitato dalla

Il vitalismo malattia, dalla decadenza e dalla morte, si contrappongono però tendenze

opposte: il vitalismo, cioè l’esaltazione della pienezza vitale, la ricerca del

godimento ebbro, “dionisiaco”, la celebrazione della forza barbarica.

Il vitalismo è tipico infatti del superuomo d’annunziano anche se si

Il superuomo caratterizza subito come una maschera per esorcizzare l’attrazione morbosa

d’annunziano della morte: esso non è che uno degli aspetti della malattia interiore, del

disfacimento e degli impulsi autodistruttivi.

Sia l’attrazione per la morte che il vitalismo sono il segno di

Il rifiuto un’estenuata ricerca del diverso, dell’abnorme e di un rifiuto aristocratico nei

aristocratico

della normalità confronti della morale benpensante e borghese che l’artista ha in orrore.

2.4. Gli eroi

Nella letteratura decadente possiamo individuare alcuni tipi, figure che ricorrono

spesso nella prosa quanto nella poesia. Essi sono:

1. L’artista maledetto: profana tutti i valori e le convenzioni della società

sceglie deliberatamente il male e l’abiezione, persegue un ideale di vita

sregolata, ai limiti delle possibilità umane

2. L’esteta: sostituisce le leggi morali con le leggi del bello ed è alla continua

ricerca di piaceri raffinati. Ha orrore della vita comune e si isola circondato

solo dalla bellezza e dall’arte.

3. L’inetto a vivere (Emilio Brentani, Mattia Pascal, Zeno): è escluso dalla vita

perché non ha energia e si rifugia nelle sue fantasie. Più che vivere si lascia

vivere. E’ un uomo debole, malato che vorrebbe vivere forte emozioni ma è

come paralizzato dalla sua volontà pressoché assente.

4. La donna fatale: lussuriosa, perversa, crudele torturatrice, succhia le

energie vitali dell’uomo e lo porta alla follia. E’ ciò che l’inetto vorrebbe

essere.

5. il fanciullino pascoliano: rifiuta la condizione adulta e la visione matura

della vita. E’ portatore di una visione fresca ed ingenua del mondo ed esprime

l’esigenza dell’irrazionale.

6. Il superuomo d’annunziano: vorrebbe essere l’antitesi degli eroi deboli e

inetti, esalta la forza e la violenza. Il concetto di superuomo ha anche

significati politici: deve rigenerare l’Italia riportandola alla sua grandezza

passata, deve sconfiggere le forze negative del liberalismo, della democrazia

e del egualitarismo, e instaurare una dittatura di eletti, di forti, di aristocratici,

che sottomettono il popolo.

Dettagli
Publisher
44 pagine
6848 download