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IL
CONTRABBANDO
LARIANO
Belgeri Azzurra
Classe 5ˆC ITER
Anno scolastico 2008/2009
“ La storia del contrabbando
nelle Alpi è legata a filo doppio
alle vicende delle popolazioni che
le abitano.
Gli spalloni ne furono i
protagonisti: trasportando con le
loro bricolle caffè, riso, tabacco,
furono, più o meno
inconsapevolmente, parte
integrante di un'economia di cui,
agricoltura, pastorizia,
emigrazione e le prime forme di
industrializzazione dei distretti
alpini, costituivano gli altri
elementi indispensabili.
Il contrabbando ha in qualche
modo attraversato i capitoli
cruciali della storia del secolo,
guerre comprese, adeguando ad
essi le proprie dinamiche e i
propri mercati.
Dai flussi di merci nei periodi di
pace, al ruolo avuto dai
contrabbandieri come passatori
nei momenti più tragici dell'ultimo
conflitto mondiale.
“
” Erminio Ferrari
“Contrabbandieri”
DAVIDE VAN DE SFROOS – LA
BALLATA DEL CIMINO
mai fa' frecàss
Soe la strada de Briénn ömen cun la facia
visénn al Crott dii Plàten segnada cume'l laagh
ai pé de la muntagna ömen cargaa cumé
gh'è un quajett lümaagh
ai tempi del Far West fra
Sfrusaduu e Burlànda el Cimino l'era scià cun la
passàven sacch de juta e bricöla in spàla
sigarett che gh'era giò la barca de
cargà
el veed la facia griisa del
Omen cumè aspis mutuscàff de la finanza
scundüü tra i rami e i el veed anca un'Alfa
sàss lampeggià
mai ciamàss per nömm Vede la faccia grigia del
Pudeva mea scapà, motoscafo della Finanza
pudeva mea gulà, pudeva vede anche un’Alfa con il
dumà sultà in del laagh... lampeggiante
e alura... tuffo da delfino
l'impatto come un'orca Non poteva scappare, non
e l'ha batüü anca el poteva volare, poteva
record del Maiorca solo tuffarsi nel lago
e allora…tuffo da
Arrenditi Cimino delfino…
i t'hann ciapa... seet l’impatto come un’orca
circundàa e ha battuto il record di
"pütost che fass ciapà a Maiorca
ca' mia
troevi un anguila de
maridà" Arrenditi Cimino
Ti hanno preso, sei
circondato
“Piuttosto che farmi
Lungo la strada di Brienno prendere a casa mia trovo
vicino al Crotto dei Platani un’anguilla da sposare”
ai piedi della montagna
c’è una piccola rupe
Ai tempi del Far West tra Stai attento Cimino
contrabbandieri e el laagh l'è frècc te
finanzieri manca'l fiaa
transitavano sacchi di juta incoe g'ho quatru
e sigarette pulmoni
e gh'ho anca i bàll per
Uomini come aspidi galegià
nascosti tra rami e sassi
Mai chiamarsi per nome e La finanza preoccüpada
mai far rumore che riüssiva pioe a truvàll
Uomini con la faccia
scolpita come il lago ma lüü l'era giamò dree a
Uomini carichi come rampegà...
lumache soe per el quaiett cui
müdaand e i scarp de
Il Cimino stava arrivando tennis
con la bricolla in spalla e'l rest di so vestii in soel
che c’era più sotto la fuund del laagh
barca da caricare
Quajveon l'ha poe sparaa, Non riusciva più a trovarlo
quajvoen l'hann poe Ma lui si stava già
ciapaa arrampicando
ma lüü l'era scundüü lé su per la piccola rupe in
suta un ciàpp mutande e scarpe da
come un cinghiale in tennis
tanga il resto dei suoi vestiti sul
un lüff cun söe i Superga fondo del lago
pruvava a vardà foe ma
mea tropp Qualcuno ha anche
Cugnusséva la muntagna sparato,
na inscé l'era foe de post qualcuno è stato preso
e i péss i gh'eren giò la ma lui era ancora
sua Lacoste nascosto sotto la rupe
l'era béla la mia majéta come un cinghiale in
ma tropa tanga
culurada un lupo con le Superga,
me despiaas "cun quèll provava a sbirciare ma
che l'ho pagàda" non troppo
Arrenditi Cimino Conosceva la montagna
che te seet biuut e ma in quel frangente era
masaraa fuori posto
"nissoen m'ha cugnussüü e i pesci avevano la sua
perciò nissoen me La coste
accüserà" era bella la mia maglietta
ma troppo colorata
Che scuse avrai Cimino mi dispiace "con quel che
che te seet in müdaand in l'ho pagata!"
una vàll
el mé alibi l'è questo:
"Sciur Finanzieer seri dree Arrenditi Cimino
a menàll!". che sei nudo e bagnato
fradicio
Stai attento Cimino “Nessuno mi ha
Il lago è freddo, ti manca riconosciuto perciò
il fiato nessuno mi accuserà!”
Oggi ho quattro polmoni
E ho anche le “balle” per Che scuse avrai Cimino
galleggiare che sei in mutande in una
valle
La Finanza preoccupata il mio alibi è questo:
“Signor Finanziere, stavo autoerotismo!”
praticando LINEE GENERALI
Il contrabbando è un traffico clandestino di merci
attraverso stati e nazioni diverse senza il pagamento dei
dazi doganali o senza rispetto delle regole che limitano il
commercio di determinati beni; sono oggetto di
contrabbando sia beni legali che beni illegali, come:
beni di consumo: sigarette, alcoolici, vestiario;
o beni strategici: armi o materie prime;
o stupefacenti: oppiacei, cocaina, hashish;
o animali rari, parti di animali utilizzabili per creare
o gioielli (es.: avorio delle zanne degli elefanti), opere
d'arte, beni archeologici provenienti da furti o scavi
illegali, organi;
persone: immigrati clandestini.
o
Questa attività è sempre stata
contrastata dagli Stati tramite il
controllo delle frontiere e con
leggi che prevedono sanzioni
pecuniarie e detentive per i
contrabbandieri.
Quando si parla di contrabbando
vengono in mente subito gli
enormi quantitativi di droga e
altre merci che ormai con una
certa frequenza sono sequestrati dalle nostre Forze
dell’Ordine. Polizia, Carabinieri, e Guardia di Finanza sono
continuamente impegnati nell’indovinare e scoprire i più
fantasiosi metodi adottati dalla malavita per il trasporto,
l’importazione e la distribuzione sul suolo italiano di ogni
tipo di merci. Questo tipo di attività illegale è però la figlia
di un altro tipo di contrabbando, di un contrabbando che si
può definire “più genuino”, un contrabbando che alcuni
scrittori definiscono “romantico” e che per la gente di
montagna a volte era l’unica alternativa all’emigrazione o
alla fame. Dobbiamo aggiungere che proprio i
contrabbandieri, come anche i cacciatori, con la loro
conoscenza delle montagne e di ogni sentiero della zona
hanno dato un importante aiuto nella conquista delle Alpi,
durante la Seconda Guerra mondiale, hanno aiutato i
partigiani nella loro lotta per la liberazione, in più sempre
in quel periodo non pochi sono stati gli ebrei ed i
perseguitati politici a fuggire in Svizzera affidandosi alla
perfetta conoscenza della montagna degli “spalloni”.
CONTRABBANDO DI
SIGARETTE NEL TERRITORIO
LARIANO
“Su quel ramo del Lago di Como…”
Il contrabbando è un’attività che
ha caratterizzato la storia e
l’economia del territorio lariano;
una lotta senza quartiere tra le
popolazioni lariane e l’autorità
sovente di un popolo straniero e
invasore.
Il contrabbando nasce come
reazione all’imposizione di limiti,
o addirittura divieti, degli Stati
al passaggio di merci e persone
da una parte all’altra di un territorio. La parola
contrabbando significa infatti “andare contro” (cioè,
contra) il bando, il decreto emesso dall’autorità
governativa. In tutto il mondo, ed in tutte le epoche, ci
sono sempre stati poteri che imponevano divieti di questo
tipo, e contrabbandieri che andavano contro a quanto
stabilito. Nelle nostre zone lariane, l’area del contrabbando
per eccellenza è quella di confine tra Como ed il Canton
Ticino, e più in particolare la Valle Intelvi e le valli dell’Alto
Lago, caratterizzate dalla presenza di grotte, sentieri e
canaloni, con pendii ripidi e scoscesi che permettevano ai
contrabbandieri di sfuggire alle ricerche delle guardie di
finanza italiane.
L’imposizione, il 31 dicembre del 1803, di monopoli su sali,
tabacchi e polveri da sparo da parte di Napoleone
Bonaparte diede il via al contrabbando lariano: è allora
che iniziò quell’incessante flusso delle merci soggette al
monopolio dello Stato da una parte all’altra del confine.
Alle merci si aggiunsero le persone: i patrioti italiani, per
sfuggire ai poliziotti austriaci, ricorsero spesso all’aiuto dei
contrabbandieri, e alla loro conoscenza dei sentieri più
nascosti e sconosciuti dalla Polizia che attraversavano la
frontiera montana; spesso anche gli esiliati dal Governo
italiano si servivano dell’aiuto dei contrabbandieri per
portare avanti i loro affari all’interno dell’Italia.
Tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento, il Regno
d’Italia costruì la rete di confine, con il fine di isolare i
territori montani delle due parti del confine e porre fine al
contrabbando. Il risultato fu, al contrario, un aumento
dell’amicizia e della solidarietà tra le popolazioni lariane e
ticinesi tanto che il contrabbando finì per coinvolgere
anche coloro che, fino a quel momento, ne erano rimasti
estranei.
Neppure il Fascismo e la seconda guerra mondiale, con
tutti i suoi problemi di approvvigionamenti derivanti dai
blocchi del commercio, riuscirono a vincere il
contrabbando tra Como e Canton Ticino. Anzi, negli ultimi
anni del conflitto uno dei prodotti più contrabbandati fu il
riso, di cui i ticinesi erano particolarmente ghiotti. Pur di
sottrarlo alle requisizioni tedesche, i contadini padani
preferivano sfidare le guardie di confine, ma continuare a
vendere il loro riso a Lugano e Bellinzona.
Il boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta segnò
la fine dell’epoca romantica del contrabbando, soppiantato
dalla tecnologia e da sistemi di commercio illegale meno
romantici. Non più zucchero, tabacco, orologi, ma droga,
uranio, soldi, immigrati clandestini. Le organizzazioni che
lo curano non hanno nulla a che fare con le vecchie
laghee,
combriccole di paesani che praticavano questa
attività illegale più per fame che per guadagno come
avviene al giorno d’oggi. Semplicemente schiacciando un
tasto di invio di un computer, si possono contrabbandare
più soldi che durante l’intero periodo del contrabbando
lariano.
Il progresso economico e sociale delle popolazioni ticinesi
e dell’Alto Lago, poi, ha fatto il resto, eliminando quelle
sacche di povertà che fino al dopoguerra erano un vero e
proprio serbatoio per le
organizzazioni di
contrabbandieri.
Oggi, quindi, il
contrabbando si è
evoluto, assumendo
aspetti più drammatici
di un tempo sia per i
materiali
contrabbandati
(droghe, armi, sostanze
radioattive, denaro
“sporco”) sia per le
attività criminali che
determinano.
Ecco quindi perché finì il contrabbando: con l’aumento
della quotazione del franco svizzero, cessò la convenienza
del comprare e rivendere, era più facile trovare altri tipi di
lavoro meno rischiosi e con guadagni più regolari;
quest’esperienza finì anche perché gli spalloni non
accattavano più il fatto di viaggiare con le rivoltelle in
tasca e rischiare ogni viaggio di diventare assassini o ladri.
GEOGRAFIA DEL TERRITORIO
LARIANO
Semplicemente
osservando una
carta geografica
delle province di
Lecco e di Como si
percepisce la
fortissima presenza di acqua. Il centro del territorio è
infatti il Lario, intorno al quale si dispongono numerosi
laghi minori e un fitto reticolo di corsi d’acqua. Le acque
superficiali del territorio Lariano affluiscono principalmente
al bacino dell’Adda che comprende, oltre allo stesso fiume
Adda, il Lario e i suoi immissari. Buona parte delle
rimanenti acque affluisce invece al bacino del fiume
Ticino, che comprende il Ceresio con i relativi immissari. I
laghi “briantei” e i corsi d’acqua della parte meridionale
del territorio delle due province Lariane ricadono nel
bacino del fiume Lambro, tristemente noto per
l’inquinamento delle sue acque nel tratto a valle del lago
di Pusiano, ma troppo poco considerato per la
pregevolezza del suo corso prelacuale, che scorre nel
Triangolo Lariano. Vi sono infine alcuni piccoli corsi
d’acqua, come ad esempio il torrente Enna, che nascono
nei monti che chiudono la Valsassina nel versante
orientale e affluiscono al fiume Brembo della contigua
provincia di Bergamo, anch’esso destinato alla confluenza
in Adda.
Come avviene per tutta la zona alpina e prealpina della
Lombardia, l’intera rete idrica del territorio Lariano è
rappresentato da una serie di corsi d’acqua che poi
sfociano nel Po, scorrenti dalle Alpi alla pianura con un
tragitto che incontra un grande profondo lago di origine
glaciale, il Lario. Questo è alimentato da due fiumi di