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2
L’evoluzione della comunicazione
La tecnologia non è la conoscenza profonda della natura ma la relazione
fra la natura e l’uomo. (Walter Benjamin)
In questa sezione verrà affrontata brevemente l’evoluzione storica delle co-
municazione e dei mezzi di comunicazione. L’analisi di questi temi non entrerà
nello specifico, ma è utile per introdurre l’argomento successivo sulla scienza delle
telecomunicazioni.
Semplici azioni come la visone di un programma televisivo, la scrittura di una
lettera, la lettura di un giornale, il passaggio della palla ad un compagno nel
gioco del calcio, lo scambio di battute tra individui. . . non sono altro che forme di
comunicazione; cosı̀ come esistono varie tipologie di comunicazione (visiva, orale,
intuitiva. . . ), allo stesso tempo esistono differenti categorie (l’uomo, gli animali,
le tecnologie. . . ) che utilizzano questo processo.
Il termine “comunicare” è cosı̀ definito: dal latino cum = con, e munire =
1
legare, costruire e dal latino communico = mettere in comune, far partecipe .
Affinchè ci sia comunicazione è necessaria un’intesa tra gli elementi che in-
tendono scambiare, mettere in comune le informazioni, fondamentale è quindi
un linguaggio compatibile, in modo tale che l’informazione venga a modificare lo
stato di chi riceve il messaggio.
È inoltre necessario che la condivisione di informazioni avvenga tra due o più
1 da Wikipedia 2
soggetti. Questo processo può essere schematizzato (figura ??) in modo molto
semplice considerando tre grandi blocchi:
1. sorgente;
2. canale;
3. destinatario;
Figure 2.1: Schema a blocchi di un sistema di telecomunicazione
La sorgente ha il compito di inviare il messaggio. Quest’ultimo viene generato
utilizzando un codice che può essere di vario genere (orale, scritto, grafico. . . ). Il
messaggio viene trasmesso tramite un canale o mezzo di comunicazione e giunge
al destinatario, il quale, per poter interpretare l’informazione, deve essere in grado
di decodificare il codice utilizzato dall’emittente.
Nel corso dei secoli il sistema di comunicazione, e quindi il modo di comuni-
care, si è modificato sempre più, seguendo l’esigenza dell’emittente e del desti-
natario. L’evoluzione può essere descritta focalizzando alcuni passi chiave:
• rivoluzione chirografica;
• rivoluzione gutenberghiana;
• rivoluzione elettrica ed elettronica.
3
2.1 La comunicazione: prima e dopo l’invenzione della scrittura
La modifica del modo di comunicare ha quindi inciso sul canale - mezzo che
permette all’emittente di raggiungere il destinatario - in modo rilevante. Lo
sviluppo cronologico dei mezzi di comunicazione può essere cosı̀ riassunto:
• l’etere (per la comunicazione orale);
• tavolette di argilla;
• manoscritti;
• telegrafo, televisione, internet.
2.1 La comunicazione: prima e dopo l’invenzione
della scrittura
Prima dell’invenzione della scrittura, l’uomo utilizzava la parola. Questo genere di
comunicazione aveva alcuni vantaggi come la semplicità di utilizzo (non era neces-
sario l’uso di ulteriori strumenti, se non la conoscenza del “codice”), l’immediatezza
dell’arrivo del messaggio, e la chiarezza dello stesso. Tuttavia gli svantaggi, an-
che se risultano essere ridotti, sono di importanza notevole. Basti pensare ad
una comunicazione tra due individui posti a notevole distanza tra loro, o ad un
messaggio che deve essere ricordato per un certo periodo di tempo. . . Questa co-
municazione fu utilizzata anche attraverso l’utilizzo di strumenti, un esempio può
essere il tamburo: in base a come venivano emessi due o più suoni successivi il
significato poteva variare. Furono però le pitture (comunicazione visiva), general-
mente all’interno di grotte, che rappresentavano scenari di caccia, di animali, o di
scene quotidiane che portarono l’uomo all’invenzione della scrittura ideografica.
Il cambiamento si ottenne con la stilizzazione degli elementi rappresentati.
4
2.1 La comunicazione: prima e dopo l’invenzione della scrittura
Figure 2.2: L’evoluzione della comunicazione visiva 20000 a.C. 10000 a.C. 3000
a.C.
La vera rivoluzione avvenne durante il IV millennio a.C.: l’invenzione della
scrittura.
Alcuni archeologi sostengono che le prime forme di scrittura siano egiziane (3400
a.C.) altri invece sono a favore dell’ipotesi “sumerica” (3200 a.C.). Queste ipotesi
sono sostenute facendo riferimento a ritrovamenti di tavolette d’argilla con varie
forme di incisione.
Nell’arco di tempo successivo, si svilupparono vari tipi di scrittura. La classifi-
cazione che viene fatta è generalmente in:
• scrittura lineare: scritture costituite da linee;
• scrittura non lineare: scritture costituite da incisioni (scrittura cuneiforme);
L’espansione di questa conoscenza avvenne, in Europa, grazie ai Fenici. Il com-
mercio necessitava di una lingua unica, in modo tale che ci fosse una facilità nella
comunicazione tra popoli di differenti territori. Con l’esportazione dell’alfabeto
fenicio, da cui trasse origine l’alfabeto greco, venne facilitato lo scambio delle
merci - per capire l’importanza che questa lingua ha avuto, può essere fatto un
paragone con l’importanza che la lingua inglese ha al giorno d’oggi, sia nel campo
commerciale che nel campo politico e sociale.
5 2.2 L’invenzione della stampa
2.2 L’invenzione della stampa
L’invenzione della stampa a caratteri mobili avvenne nel 1455 grazie a Johann
1,2
Gutenberg . Questa invenzione ebbe numerosi effetti, soprattutto negli anni
successivi, sulla società: è l’inizio dell’età moderna. La diffusione dei libri è dovuta
soprattutto all’abbassamento del costo dei volumi, questo perché non viene più
utilizzata la pergamena, ma viene impiegata la carta, che risulta essere meno
costosa; inoltre il costo della produzione è abbassato dalla cosiddetta produzione
di massa. Queste innovazioni favoriscono una rapida diffusione dei quotidiani:
The Daily Courant (1702), il Corriere della Sera (1876), il Messaggero (1878).
Tutti questi avvenimenti storici influiscono sulla società perché c’è innanzitutto
una diminuzione dell’analfabetismo ed inoltre si sviluppa una concezione critica
dei vari avvenimenti che determina la cosiddetta “l’opinione pubblica”.
2.3 1800: il secolo delle invenzioni
Tra il 1830 e il 1840 l’invenzione del telegrafo elettrico ad opera di Samuel Morse
permise, per la prima volta, la comunicazione immediata tra due punti situati
ad una distanza considerevole. Ma per arrivare ad una comunicazione senza fili
bisognerà aspettare la fine del secolo. Nel 1895 Guglielmo Marconi riuscı̀ a portare
a termine il proprio esperimento, dando cosı̀ inizio all’era radiofonica. Alcuni anni
1
prima venne brevettato il telefono da Antonio Meucci . Questo periodo compreso
2
tra il 1870 e il 1914 (seconda rivoluzione industriale ) è una fase in cui le invenzioni
si susseguono una dopo l’altra ad esempio il ferro da stiro elettrico (1874), il
ventilatore (1891), il rasoio Gillette (1901). Si vengono a sviluppare settori come
1 la bibbia da lui stampata è stata uno dei primi libri pubblicati con questa nuova tecnica
in Europa
2 alcuni sostengono che l’idea sia stata di Panfilo Castaldi, anche se non ci sono delle prove
certe, molti sostengono che lui abbia copiato un’invenzione cinese, utilizzata per stampare su
carta, risalente al 1041 D.C.
1 il brevetto venne effettuato da A.G.Bell, anche se il prototipo da lui presentato non era
funzionante. Nel 2002 gli Stati Uniti d’America hanno riconosciuto come primo inventore del
telefono A.Meucci
2 gli elementi caratterizzanti di questo periodo sono il petrolio, l’energia elettrica, la divisione
del lavoro (taylorismo) 6 2.4 I computer
l’agricoltura, dove a causa della meccanizzazione il numero di persone impiegate
in questo settore è in calo. Si sviluppa il settore dei trasporti, con un’innovazione
e un’espansione delle ferrovie. Anche la medicina si viene ad innovare, soprattutto
per quanto riguarda le condizioni igienico-sanitarie degli ospedali.
2.4 I computer
Definiamo il termine “computer”: dal latino cumputare = calcolare, oppure dal
verbo inglese compute = calcolare. Fin dall’antichità l’uomo ha avuto la necessità
di definire una quantità; poteva essere utile la conoscenza del numero di capi di
bestiame che possedeva. Per fare questo, una tecnica utilizzata era quella di
associare ad un oggetto (un sasso, un bastoncino, un osso. . . ), il quale aveva un
valore differente da quello dell’animale, il significato di quantità (1 sasso = 1
animale). Successivamente venne utilizzato l’abaco (2700 a.C.) che è il più antico
strumento di calcolo utilizzato dall’uomo, i cui vantaggi erano: la velocità con cui
potevano essere effettuati i calcoli e una ridotta probabilità d’errore, rispetto al
metodo precedente. Però il problema principale era quello di trovare un algoritmo
che potesse essere utilizzato in modo automatico cosicchè da rendere l’operazione
da eseguire veloce e con il più basso livello di errore. Nel 1642 Blaise Pascal costruı̀
la Pascalina, uno strumento che permetteva di effettuare in modo meccanico le
operazioni, velocizzando quindi l’esecuzione.
Figure 2.3: La Pascalina inventata da Pascal, per aiutare il papà, esattore delle
tasse, a velocizzare i calcoli
Questo dispositivo si basava sul complemento a 10. Ad esempio nel caso di
7 2.4 I computer
una sottrazione tra 7 e 3, sapendo che il complemento di 3 è 7
− →
7 3 7 + 7 = 14
In questo caso il riporto non viene considerato e il risultato ottenuto è 4. Il pro-
1
genitore dei computer fu Babbage, anche se poi la sua invenzione non ebbe un
grandissimo successo. Nel 1848 George Boole fondò la logica matematica: riuscı̀
a tradurre in simboli di logica matematica, le operazioni mentali alla base del ra-
gionamento. Interessanti sono i successivi passi che portarono alla creazione dei
computer, che però non possono essere trattati approfonditamente perché non
rientrano nell’intento di questa trattazione. La creazione della prima macchina
programmabile avvenne in Inghilterra nel 1943 per scopi militari, essa fu chiamata
“Colossus” che aveva lo scopo di decodificare i messaggi criptati che l’esercito
tedesco utilizzava durante la seconda guerra mondiale. Con il passare degli anni
lo sviluppo dei calcolatori si venne a focalizzare sulla velocità di esecuzione delle
operazioni e sull’affidabilità. Negli anni settanta, grazie anche all’invenzione dei
circuiti integrati, i quali permisero l’inizio della miniaturizzazione dei computer,
fu inventato lo Xerox Alto. L’innovazione introdotta consisteva nel fatto che, oltre
ad avere un’interfaccia grafica (anche se non molto sviluppata), esso era connesso
ad una stampante laser, oltre che alla rete LAN, ma anche perché era dotato del
primo linguaggio di programmazione orientato agli oggetti: Smalltalk. Una suc-
cessiva invenzione fu introdotta alla fine degli anni settanta, con l’introduzione
della prima unità a dischetti nel modello Apple II. La stessa Apple alla fine degli
anni ottanta mise sul mercato il primo modello di Macintosh, che rispetto agli
altri computer di aziende come l’IBM, si basava su un’interfaccia user-friendly,
ma anche su tecnologie innovative come il mouse. I successivi sviluppi che ven-
nero introdotti furono, in campo software, di maggior rilevanza; basti pensare
alla nascita del sistema operativo Windows (1985) seguito poi nel 1991 dal sis-
tema operativo Linux. Per quanto riguarda il campo hardware, un’importante
prodotto inserito nel mercato fu il microprocessore Cell (2005) da parte di Sony,
Toshiba e IBM, che oltre ad essere utilizzato su playstation potrebbe avere anche
un utilizzo in campo dell’entertainment domestico. Caratteristica fondamentale
1 Creò delle macchine che eseguivano i calcoli, ma con un livello di errore molto più basso
rispetto ai calcoli effettuati con l’utilizzo delle tavole matematiche.
8 2.4 I computer