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Con le Regie Patenti del 13 luglio 1814, Re Vittorio Emanuele I° di Savoia,
istituì i Carabinieri Reali, un corpo armato che, sul modello della
gendarmeria francese, aveva compiti sia civili che militari.
I suoi primi effettivi furono scelti fra quelli dell'Armata Sarda che più si
distinguevano per buona condotta e saviezza e che sapessero anche leggere
e scrivere. Gli ufficiali furono scelti per la gran parte dall'Arma di
Cavalleria, la più prestigiosa dell'Esercito.
Per quanto riguarda la sicurezza pubblica, essi raccoglievano
direttamente l'eredità dei Reali Cavalleggeri e del Corpo dei Cacciatori
Reali, che si erano distinti nella lotta al brigantaggio in Sardegna.
L'arma tipica era ovviamente la carabina che, per rispetto alla tradizione,
non è ancora stata del tutto rimossa dalle ordinanze.
Il 23 aprile 1815, quindi appena 9 mesi dopo la loro istituzione, perì in
servizio il primo di una lunga lista di Carabinieri: Giovanni Boccaccio fu
ucciso da un fuorilegge in provincia di Cuneo.
Durante il Risorgimento Italiano, si inquadra l'invasione della Savoia del 3
febbraio 1834 da parte di un gruppo di fuoriusciti italiani finanziati da
Giuseppe Mazzini, reduci dei moti del 1821. Questi catturarono il
carabiniere a cavallo Giovanni Battista Scapaccino e poi lo uccisero perché
si rifiutò di unirsi a loro con il gesto simbolico di gridare "Viva la
Repubblica!", preferendo tener fede fino in fondo al giuramento fatto al Re.
Alla sua memoria fu conferita una Medaglia d'Oro al Valor Militare, la
prima in assoluto ad essere registrata sull'Albo d'Onore dell'Armata Sarda.
L’Arma dei Carabinieri ebbe un ruolo molto importante nella storia
d’Italia, soprattutto durante il ventennio fascista, anche se fu messa in
ombra da Mussolini, (dei quali poco si fidava a causa della loro fedeltà al
potere monarchico), istituendo la Milizia Volontaria per la Sicurezza
Nazionale ed infiltrando lo stesso Corpo degli Agenti di Pubblica
Sicurezza. Impose, inoltre, lo scioglimento dei Battaglioni mobili (1923) e,
nel tempo, una diversa distribuzione delle competenze: accrescendo la
consistenza di Milizia e Polizia nelle città, relegò sempre più i Carabinieri
nelle zone rurali.
Mussolini che nel marzo del ’19, fondò i fasci di combattimento, movimento
che inizialmente si collocò a sinistra, formato da una massa di gente
proveniente dalle fila più inquiete dell’interventismo che chiedevano nuove
elezioni con suffragio universale, il voto alle donne, ostentavano un acceso
nazionalismo ed odiavano il comunismo.
Nell’ottobre del’22 Mussolini riunisce a Napoli migliaia di camice nere, che
marciando su Roma pretendono il potere con la forza. Infatti, il Re, non
fece nulla per fermare la marcia, anzi, il 30 ottobre di quell’anno, consegna
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al duce il potere di formare il Governo, Governo che andò a sostituire
quello inconcludente di Luigi Facta.
Tra il ’22 e il ’24, si svolse quella che Mussolini definì: “la fase legalitaria del
fascismo”, che preparò la dittatura vera e propria.
A partire dal ’25, il Governo Mussolini fece approvare una serie di leggi,
denominate: “leggi fascistissime”, che decretarono la fine dello stato
liberale.
Dopo i primi anni di governo fascista e precisamente nel’29, una grande
crisi colpì l’economia italiana in una fase di recessione, con gravi effetti,
comuni agli altri paesi.
Per far pronte alla grande crisi che colpì le Banche Miste istituì nel ’33
l’I.R.I. che valendosi di capitali statali divenne il maggior azionista delle
banche in crisi.
Le banche sono i più diffusi intermediari finanziari che si interpongono tra
i soggetti in avanzo finanziario (coloro che dispongono di capitali o che
accantonano risparmi) e i soggetti in disavanzo finanziario (coloro che
hanno bisogno di capitali).
Le banche, le cui origini risalgono agli albori della civiltà, hanno subito nel
corso dei secoli un lungo e incessante processo di trasformazione, che è
avvenuto dapprima molto lentamente e, in questi ultimi anni, in modo
marcato e veloce.
Sino al 1970, le banche, hanno indirizzato i loro sforzi all’incremento della
raccolta dei fondi e allo sviluppo della tradizionale attività
d’intermediazione creditizia. Negli anni successivi hanno dovuto
modificare in maniera radicale, sia la forma giuridica sia gli aspetti
tecnologici e commerciali della loro attività.
Tra le attività più importanti svolte dalle banche, nei confronti delle
aziende, troviamo la concessione di un fido.
La concessione del fido è un’operazione a cui molte imprese più o meno in
difficoltà ricorrono.
Le banche, prima della concessione del fido, sono tenute ad effettuare una
serie di controlli regolati dal trattato di Basilea e Basile2, i quali
prevedono appunto, rigorosi controlli da effettuare da parte delle banche.
In particolare, vengono esaminati i fattori esterni ed interni delle imprese.
Con i fattori esterni la banca verifica la reputazione e la stima di cui
l’impresa gode in pubblico.
Con i fattori interni, quelli più importanti, la banca verifica il grado di
capitalizzazione dell’impresa e quest’operazione può essere messa in
pratica con l’attento esame degli ultimi due bilanci.
Attraverso l’uso di alcuni indici, infatti, la banca controlla la situazione
economica, patrimoniale e finanziaria dell’impresa, commentando ad ogni
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situazione il momento in cui si trova l’azienda. Solo alla fine, grazie al
risultato ottenuto, la banca sarà in grado di poter decidere se concedere o
meno il fido richiesto.
La banca, però, oltre ad essere un istituto di intermediazione creditizia è
anche un grosso contenitore di segreti.
Infatti, l’indagine finanziaria, posta in essere per il controllo, la
prevenzione e la repressione dell’evasione e dell’elusione fiscale, parte
proprio dalla banca.
L’evasione fiscale si configura quando il contribuente riesce a sottrarsi al
pagamento del tributo, occultando in tutto o in parte, l’esistenza della
materia imponibile.
I danni che crea l’evasione sono molteplici, ma soprattutto crea disagio fra
i contribuenti e nuoce all’equilibrio del mercato, costringendo i
contribuenti onesti a pagare per quelli disonesti.
Un altro metodo utilizzato per pagare meno tasse è: l’elusione fiscale,
ovvero, quando un soggetto pone in essere operazioni che pur non essendo
di per sé illeciti, aggirano gli obblighi o i divieti previsti dalle leggi fiscali.
Gli effetti dell’elusione sono simili a quelli dell’evasione e i comportamenti
elusivi sono tanto più frequenti, quanto più le norme fiscali sono confuse e
disorganiche. Un sistema tributario che corrisponda ai requisiti
fondamentali di chiarezza e semplicità ridurrebbe al minimo le possibilità
di elusione.
Infine, è doveroso ricordare, che la nostra Costituzione all’art. 53, sancisce
che: tutti i cittadini devono concorrere alla spesa dello Stato, in relazione
alla propria capacità contributiva: più si è ricchi e più si paga.
La Costituzione Italiana, approvata il 22 dicembre 1947, entra in vigore il
1° gennaio 1948, dopo quasi due anni di lavori da parte dell’Assemblea
Costituente, votata quest’ultima con il referendum del 2 giugno 1946, con il
quale gli Italiani furono chiamati a scegliere tra la Repubblica e la
Monarchia.
La Costituzione Italiana è una Costituzione scritta, rigida, lunga, votata,
compromissoria, democratica e programmatica è composta da 139 articoli,
divisi in quattro sezioni:
1^: principi fondamentali;
2^: diritti e doveri dei cittadini;
3^: ordinamento della Repubblica:
4^ : XVIII disposizioni transitorie.
Considerata la mia professione di Carabiniere, mi soffermerò sulla 2^
sezione, descrivendo quello di cui tratta l’art. 13, ovvero, la libertà
personale. 4
Questo articolo sancisce che la libertà personale è inviolabile e non è
ammessa alcuna forma di detenzione, ispezione o perquisizione personale.
Nei soli casi previsti dalla legge, però, gli Agenti ed Ufficiali di polizia
giudiziaria, d’iniziativa o su mandato della Procura della Repubblica,
possono effettuare tutti quegli atti che limitano la libertà personale di un
individuo. Possono, per esempio, eseguire perquisizioni, arresti, fermi e
tutti gli altri atti facenti parte della cosiddetta carcerazione preventiva,
da mettere in pratica quando vi è il forte sospetto che l’indagato possa
inquinare le prove, reiterare il reato e mettersi in fuga.
Pur essendo autorizzati dalla legge a “disobbedire” all’art. 13 della
Costituzione, quando ci si trova davanti un reo, bisogna sempre
considerarlo come essere umano, garantendogli, come prevede la legge, il
rispetto e il diritto alla difesa.
Adesso, per concludere questa mia esposizione del percorso tematico,vorrei
trattare una materia che da sempre mi ha appassionato: la Letteratura,
parlando di Luigi PIRANDELLO, che tra l’altro è nato nella mia stessa
città: Agrigento.
Luigi PIRANDELLO, come detto, nacque ad Agrigento il 28 giugno del 1867
e per le sue opere teatrali e drammaturgiche ricevette il premio nobel alla
letteratura nel 1934.
Quella di Pirandello, in ambito teatrale, fu un’esperienza molto
significativa, lui, accentua lo studio della psiche umana, per arrivare alla
scoperta che ogni individuo è costretto a ipocrisie e ad atteggiamenti
fittizi, in un mondo dominato da condizioni sociali e inautentiche. Nelle
sue opere i personaggi sono “denudati” dalle varie maschere sotto cui si
celano per recitare i ruoli previsti dalla società.
Sottolinea quella che è la crisi di identità dell’uomo moderno, che non è più
in grado di conoscere se stesso, perché, mentre si illude di essere uno, si
accorge che ognuno degli altri ha di lui una visione diversa e quindi egli
nessuno
finisce per sentirsi centomila, senza contare che può essere anche ,
se non è schedato secondo gli schemi della società in cui vive.
Per questo deve nascondersi sotto una maschera, un atteggiamento
innaturale che snatura il suo vero io.
Per Pirandello, infatti, la realtà non è così univoca e statica da poter
essere descritta, ma è sfaccettata e sfuggente, tanto che ognuno la può
interpretare a suo modo, come gli appare o come gli crede che sia.
Da questa concezione nasce il relativismo gnoseologico di Pirandello.
Ed è a proposito di questa sua concezione che nel 1926, esce uno dei
romanzi più famosi, scritti dal Pirandello: Uno, Nessuno e Centomila.
In quest’opera il protagonista, Vitangelo Moscarda, è una persona
ordinaria, che vive di rendita e che un giorno, in seguito alla rivelazione
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