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Nella mia tesina di maturità ho deciso di parlare del bacio. Gesto d’amicizia, d’amore, di saluto, di passione, d’affetto, del buongiorno, della buonanotte, d’addio. Quanti baci scambiati ogni giorno in ogni parte del mondo, in svariate occasioni. Comunemente si pensa a due innamorati che sigillano il loro sentimento, ma per alcune culture il bacio è una tradizione che non coinvolge solo esseri umani: i musulmani baciano la Pietra Nera alla Mecca per consacrare i pellegrinaggi tradizionali; è usanza baciare l’anello del papa durante la sua elezione.
I Maori, in Nuova Zelanda, così come gli Eschimesi, usano strofinare i nasi rimanendo fronte contro fronte come tenera effusione e per anni quest’usanza è stata saluto ufficiale; in Kenya addirittura i baci sono vietati e considerati atti impuri. Artisti e scrittori hanno raccontato, tra le svariate tematiche, il bacio nelle loro opere (anche distaccandosi dalla semplice tradizione amorosa) in certi casi anche disprezzandolo (Marziale) o lasciandosi trasportare da pensieri macabri a riguardo (I. U. Tarchetti, E. Munch); è diventato pretesto per una parentesi felice nel mezzo di romanzi (U. Foscolo), sfondo di un’allegoria storico-politica (F. Hayez) oppure semplice descrizione del nascere o dell’affermarsi di un amore giovanile (U. Saba in Italia, J. Prévert in Francia. La tesina quindi tratta del tema del bacio, effettuando un viaggio tra arte e letteratura.
Italiano - U. Foscolo, il bacio di Teresa in "Le ultime lettere di J. Ortis"; U. Saba, "Guarda là quella vezzosa"; A. Merini "Il bacio in una notte di tradimenti"; I. U. Tarchetti, "Memento".
Storia dell'arte - F. Hayez, "Il bacio"; E. Munch, "Il bacio".
Latino - Marziale, "Epigrammata" (11-12); Catullo, "Dammi mille baci".
Storia - Il bacio della vittoria (fotografia del bacio tra marinaio e infermiera, New York 1945).
Letteratura straniera
J. Prevert
“I ragazzi che si amano” E. Munch
“Il bacio”
A. Merini U. Saba
“Il bacio in una “Guarda là
notte di tradimenti” quella vezzosa” F. Hayez
“Il bacio”
I. U. Tarchetti U. Foscolo,
“Memento” Il bacio di Teresa STORIA
DELL’ARTE
ITALIANO IL
STORIA LATINO
Il bacio della Marziale
vittoria (1945) Epigrammata II, 12 Catullo
Nugae, 5 2
Introduzione ..
…………………………………………………………………………………………………………
…………………... 4
Il bacio d’addio “Il bacio”
STORIA DELL’ARTE, F. Hayez,
……………………………………………………………………..…… 5
Il bacio d’amore Il bacio di Teresa
ITALIANO, U. Foscolo,
………………………………………………………………………... 6
“Il Bacio”
ITALIANO, A. Merini, ……………………………………………….....
………………………………...…. 7
Il bacio in amori giovanili
“Guarda là quella vezzosa”
ITALIANO U. Saba,
,
…………………………………………………………. 8
Prevert, “I ragazzi che si amano”
LETTERATURA STRANIERA, J.
………………………………. 8 Nugae (15)
LETTERATURA LATINA, Catullo,
………………………………………………………… ….. 9
Il lato macabro del bacio “Memento”
ITALIANO, I. U. Tarchetti,
…………………………………………………………………………..10
“Il bacio”
STORIA DELL’ARTE, E. Munch,
……………………………………………………………………..11
Il bacio come usanza di un popolo Epigrammata,
LETTERATURA LATINA, Marziale, da liber II,10: liber II,12
………………. 12
Il bacio della vittoria 3
STORIA, Il bacio della vittoria, New York, 14 agosto 1945
……………………………………….. 13
Bibliografia
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………14
Gesto d’amicizia, d’amore, di saluto, di passione, d’affetto; del buongiorno,
della buonanotte, d’addio. Quanti baci scambiati ogni giorno in ogni parte del
mondo, in svariate occasioni. Comunemente si pensa a due innamorati che
sigillano il loro sentimento, ma per alcune culture il bacio è una tradizione che
non coinvolge solo esseri umani: i musulmani baciano la Pietra Nera alla Mecca
per consacrare i pellegrinaggi tradizionali; è usanza baciare l’anello del papa
durante la sua elezione.
I Maori, in Nuova Zelanda, così come gli Eschimesi, usano strofinare i nasi
rimanendo fronte contro fronte, come tenera effusione e per anni quest’usanza
è stata saluto ufficiale; in Kenya, addirittura, i baci sono vietati e considerati
atti impuri.
Artisti e scrittori hanno raccontato, tra le svariate tematiche, il bacio nelle loro
opere (anche distaccandosi dalla semplice tradizione amorosa) in certi casi
anche disprezzandolo (Marziale) o lasciandosi trasportare da pensieri macabri a
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riguardo (I. U. Tarchetti, E. Munch); è diventato pretesto per una
parentesi felice nel mezzo di romanzi (U. Foscolo), sfondo di un’allegoria
storico-politica (F. Hayez) oppure semplice descrizione del nascere o
dell’affermarsi di un amore giovanile (U. Saba in Italia, J. Prevert in Francia… ).
E’ dal punto di vista dei “grandi”, che l’hanno impresso su tele, carta e libri,
che analizzeremo il bacio in alcune delle sue sfaccettature.
Struggente miscuglio di dolore, sentimenti, amore, passione è il bacio d’addio.
Oggetto di sceneggiature cinematografiche, di pagine di romanzi, di poesie, ma
anche di quadri. La storia dell’arte, a riguardo, vanta per l’appunto un
capolavoro divenuto famoso: una tela, firmata dal veneziano Francesco Hayez,
probabilmente la più nota dell’artista e intitolata, appunto, “Il bacio ”.
1
Hayez risulta il primo artista a riservare così grande
importanza ad un bacio, soprattutto così realistico,
nella pittura, utilizzandolo come soggetto.
Il quadro, dipinto nella fase più matura dell’autore,
appartiene all’epoca del Romanticismo italiano,
assumendo del movimento alcune tematiche
fondamentali: l’interesse per la storia
contemporanea (infatti quest’opera appartiene al
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filone storico dell’autore), l’amore per il medioevo
(si vede negli abiti, anacronistici essendo ambientato
nell’Ottocento), la rappresentazione del sentimento.
Innanzitutto siamo coinvolti, osservando l’opera,
nell’amore tra i due soggetti, ma la scena è velata da
un alone di mistero: i volti nascosti degli innamorati,
F. Hayez, “Il bacio”, 1859, Pinacoteca di Brera, olio su tela, 112x88. Versione con ragazza in
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abito blu. Esiste, tuttavia, una seconda raffigurazione che vede la fanciulla indossare un vestito
bianco, sebbene meno nota. 5
per occultarne l’identità; l’ambientazione cupa (tipica, peraltro, dei pittori
Romantici); la stanza desolata in cui si svolge la scena; osservando bene, inoltre, si
nota un’ombra appena accennata, sul lato sinistro, al di là della camera: non si sa
di chi si tratti, ma tutto questo riconduce ad una seconda chiave di lettura, oltre a
quella sentimentale: il riferimento storico-politico. Proprio in quegli anni, infatti,
si stava svolgendo la II Guerra d’Indipendenza in Italia, che aveva portato Camillo
Benso, conte di Cavour, a stringere un’alleanza con il re francese Napoleone III, al
fine di liberare la Penisola dal dominio austriaco (i colori degli abiti, oltre ad essere
uno studiato gioco di accostamenti caldi-freddi, sono gli stessi della bandiera
francese: l’azzurro della ragazza, il rosso delle calze di lui e il bianco degli effetti di
luce; infatti le vesti sono il dettaglio trattato con maggiore precisione).
Così possiamo immaginare che il ragazzo sia un giovane soldato volontario, pronto
a partire per la guerra: lo dimostrano il pugnale in vita, il cappello da militare, gli
stessi vestiti che indossa, il mantello… Si appresta ad uscire e ciò è dimostrato
dalla posizione, con il piede già appoggiato al gradino, e dall’abbigliamento (è
vestito di tutto punto). Perciò potrebbe essere un bacio d’addio? Evidentemente sì.
Si percepisce che i due impiegano tutta la loro emozione per quest’ultimo saluto,
ecco perché il quadro è così efficace: perché in pochi dettagli riesce a raccontare
una storia, una vicenda privata e una sociale (un amore e la guerra).
L’ombra, dunque, sarebbe quella di un compagno, o di qualcuno venuto a
prendere il giovane, per partire.
Il bacio, nella sua più tradizionale accezione, è simbolo d’amore. Rappresenta il
connubio perfetto dei sentimenti e rasserena. Riconcilia con la vita ed è quello
che è successo al protagonista della celebre opera di U. Foscolo, il romanzo
epistolare “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”.
La produzione di Hayez può essere suddivisa in due grandi filoni: quello storico-sociale, che
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riproduce situazioni del suo tempo e quello delle allegorie, con raffigurazioni malinconiche e
meditative. 6
14 maggio, ore 11
Sì, Lorenzo! – dianzi io meditai di tacerlo -
or odilo, la mia bocca è tuttavia rugiadosa
– d’un suo bacio – e le mie guance sono
state inondate dalle lagrime di Teresa. Mi
ama – lasciami, Lorenzo, lasciami in tutta
l’estasi di questo giorno di paradiso.
Le ultime lettere di Jacopo Ortis, U. Foscolo
14 maggio, sera
Sì, ho baciato Teresa; i fiori e le piante
esalavano in quel momento un odore
soave; e tutte le cose si abbellivano allo
splendore della luna che era tutta piena
della luce infinita della Divinità. Gli
elementi e gli esseri esultavano nella gioia
di due cuori ebbri di amore. Il giovane protagonista, Jacopo Ortis,
attanagliato da due tormentose passioni
(quella politica, per la sua condizione di
“senza patria” con la cessione di
3
Venezia agli Austriaci e quella
amorosa, verso Teresa, figlia del medico
che l’ha ospitato nell’esilio a Milano),
vive un solo momento di vera gioia,
narrato in queste lettere ad un amico,
4
Lorenzo : Jacopo e Teresa si amano, ma
la ragazza è già promessa sposa ad
Odoardo e, quindi, quello tra lei e
Jacopo è un amore destinato a non
essere vissuto.
Questo il solo attimo di “riconciliazione con la
vita”, un assaggio di serenità totalizzante,
appagante: durante una delle consuete
passeggiate dei due giovani, sotto un gelso,
Teresa si avvicina e bacia Jacopo.
Così appare quella sensazione idilliaca,
che fa percepire la natura, che pure
15 maggio nella realtà è la stessa di sempre, come
Dopo quel bacio io son fatto divino. Le mie un’amica che accompagna il calore del
idee sono più alte e ridenti, il mio aspetto cuore del ragazzo, e sembra che tutto
più gaio, il mio cuore più compassionevole. sia più bello allo sguardo.
Mi pare che tutto s’abbellisca ai miei
sguardi; […] Il mio ingegno è tutto bellezza Alla fine parla di Illusioni: prende atto del fatto
e armonia. Se dovessi scolpire o dipingere che tutto ciò che è successo, tutto quello che
la Beltà, io sdegnando ogni modello
terreno, la troverei nella mia prova in quell’istante, è effimero o destinato a
immaginazione. O amore! Le arti sono tue finire. Ma proprio quelle illusioni gli danno la
figlie; […] forza di andare avanti.
Illusioni! grida il filosofo. […] Illusioni! Ma
intanto senza di esse io non sentirei la vita
che nel dolore, o (che mi spaventa ancor
più) nella rigida e noiosa indolenza: e se
Trattato di Campoformio, 17 ottobre 1797. L’accordo di pace, firmato da Napoleone
3
questo cuore non vorrà più sentire, io me
Bonaparte e l’Austria, sancì la fine della Repubblica di Venezia, ceduta agli Austriaci.
lo strapperò dal petto con le mani e lo
Lorenzo Alderani, fittizio editore delle lettere di Jacopo Ortis, nonché destinatario di esse.
4
caccerò come un servo infedele. 7
Questo bacio è il punto di snodo tra la
prima e la seconda parte della vicenda:
se prima Jacopo sperava, anche se con
molta pacatezza, in una svolta nel loro
rapporto, non sapendo ancora se il suo
amore fosse ricambiato o meno, in
seguito dovrà soccombere, perché
Teresa, pur desiderando esser sua, non
potrà mai diventarlo.
Ma l’amore non è sempre “idillio”. Nella vita accadono situazioni per cui due
innamorati possono allontanarsi, separarsi e ciò comporta molta sofferenza,
tanto che una parte di se non riesce più ad amare qualche altra persona. Ecco,
ad esempio, una poesia della
contemporanea A. Merini.
Il bacio appena sognato in una notte di tradimenti,
dove tutti consumano amplessi che non hanno
profumo,
il tuo bacio febbricitante, La poetessa Alda Merini ha
composto dei versi in cui il
il candore delle tue labbra, bacio compare accostato ad
somiglia alla mia porta che non riesco ad aprire. altre immagini di passione, di
Il bacio è come una vela, amore, di emozioni, in una
fa fuggire lontano gli amanti, notte di tradimenti.
Il componimento è stato reso
un amore che non ti gela famoso da una canzone, ideata
che ti dà mille duemila istanti. dal cantautore Giovanni Nuti,
Ho cercato di ricordare che potevi tornare indietro, che dal 1996 ha collaborato con
ma ahimè il tuo bacio è diventato simile a un vetro. la poetessa stessa alla
creazione di diversi album: Nuti
Io come un animale mi rifugio nel bosco ha provveduto a musicare
per non lasciare ovunque il mio candido pelo. molte delle poesie della Merini,
Il pelo della mia anima è così bianco e così delicato alternando pezzi da lui cantati a
che persino un coniglio ne trema. scorci da lei recitati. Il pezzo in
questione appartiene all’album
Tu mi domandi quanti amanti ho avuto pubblicato nel 2007, dal titolo
e come mi hanno scoperta. “Rasoi di seta”.
Io ti dico che ognuno scopre la luce Colei che scrive è una donna
e ognuno sente la sua paura, innamorata di un solo uomo, a
discapito di tutti gli altri con cui
ma la mia parte più pura è stata il bacio. ha vissuto passioni vuote e con
Io tornerei sui monti di Abruzzo, i quali non ha saputo mettere a
dove non sono mai stata nudo la sua parte più intima,
ma se mi domandano l’anima. Si nasconde, per
rivelarsi autenticamente