Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 27
Tesina sul 1968 Pag. 1 Tesina sul 1968 Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesina sul 1968 Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesina sul 1968 Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesina sul 1968 Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesina sul 1968 Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesina sul 1968 Pag. 26
1 su 27
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Introduzione Tesina sul 1968


La seguente tesina di maturità tratta del 1968, un anno rivoluzionario che ha cambiato il destino delle giovani generazioni, ha garantito l'emancipazione femminile, in Italia ha garantito l'elaborazione successiva dello Statuto dei lavoratori. Tesina maturità argomenti: in Storia il 1968, in Italiano Pier Paolo Pasolini, in Inglese Woodstock, in Francese Mai 1968, in Diritto l'emancipazione femminile e lo Statuto dei lavoratori e in Economia aziendale le retribuzioni dipendenti.

Collegamenti

Tesina sul 1968


Storia: Il 1968.
Italiano: Pier Paolo Pasolini.
Inglese: Woodstock.
Francese: Mai 1968.
Diritto: L'emancipazione femminile e lo Statuto dei lavoratori.
Economia aziendale: Le retribuzioni dipendenti.
Estratto del documento

3. Italiano: Pier Paolo Pasolini

Nel Sessantotto, l'atteggiamento degli scrittori di fronte alla

contestazione giovanile fu disuguale, e a volte imprevedibile.

Si distinse tra tutti Pier Paolo Pasolini con la sua celebre

provocazione a difesa dei poliziotti.

Infatti il testo più noto e discusso di quest’epoca è senz’altro

‘Il PCI ai giovani’ di Pasolini.

Mi dispiace. La polemica contro

il Pci andava fatta nella prima metà

del decennio passato. Siete in ritardo, cari.

Non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati:

peggio per voi.

Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi

quelli delle televisioni)

vi leccano (come ancora si dice nel linguaggio

goliardico) il culo. Io no, cari.

Avete facce di figli di papà.

Vi odio come odio i vostri papà.

Buona razza non mente.

Avete lo stesso occhio cattivo.

Siete pavidi, incerti, disperati

(benissimo!) ma sapete anche come essere

prepotenti, ricattatori, sicuri e sfacciati:

prerogative piccolo-borghesi, cari. 5

Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte

coi poliziotti,

io simpatizzavo coi poliziotti.

Perché i poliziotti sono figli di poveri.

Vengono da subtopie, contadine o urbane che siano.

Quanto a me, conosco assai bene

il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,

le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,

a causa della miseria, che non dà autorità.

La madre incallita come un facchino, o tenera

per qualche malattia, come un uccellino;

i tanti fratelli; la casupola

tra gli orti con la salvia rossa (in terreni

altrui, lottizzati); i bassi

sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi

caseggiati popolari, ecc. ecc.

E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,

con quella stoffa ruvida, che puzza di rancio

furerie e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,

è lo stato psicologico cui sono ridotti

(per una quarantina di mille lire al mese):

senza più sorriso,

senza più amicizia col mondo,

separati,

esclusi (in un tipo d’esclusione che non ha uguali);

umiliati dalla perdita della qualità di uomini

per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).

Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.

Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.

Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!

I ragazzi poliziotti

che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione

risorgimentale)

di figli di papà, avete bastonato,

appartengono all’altra classe sociale.

A Valle Giulia, ieri, si è così avuto un frammento

di lotta di classe: e voi, cari (benché dalla parte

della ragione) eravate i ricchi,

mentre i poliziotti (che erano dalla parte

del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque, 6

la vostra! In questi casi,

ai poliziotti si danno i fiori, cari. […]

Nel Marzo ’68 durante le contestazioni all’università, migliaia

di studenti si scontrarono con la polizia presso la facoltà d

architettura a ValleGiulia, una vera e propria battaglia che

durò diverse ore provocando 211 feriti, soprattutto tra le forze

dell’ordine che non si aspettavano una reazione così

massiccia.

E Pasolini afferma che la polemica contro il partito comunista

doveva essere attuata un decennio prima, prima di un

inquinamento delle coscienze dove coloro che erano borghesi

e maggiormente idonei alla lotta di classe, non lo sono più

perché influenzati dalla società consumistica e dai valori della

moderna borghesia, paradossalmente divengono tutto ciò

avrebbero dovuto combattere. Parla della differenza

sostanziale tra i poliziotti e i giovani contestatari; definiti da

lui ‘giovani figli di papà’.

Buona razza non mente, perché facenti anche loro parte della

borghesia, hanno lo stesso occhio cattivo dei loro padri, delle

istituzioni contro le quali vogliono combattere. Infatti, chi

aveva la possibilità di affrontare studi universitari in gran

parte proveniva da famiglia borghese, così come chi si 7

arruolava in polizia proveniva da classi meno abbienti, dal

proletariato e dal sottoproletariato. Quando essi a Valle Giulia

combattevano contro i poliziotti, lui afferma con sicurezza di

stare dalla parte dei poliziotti.. Perché quest’ultimi sono figli

di poveri, vengono dalle periferie, e conoscono il valore delle

preziose mille lire. “Vestono come i pagliacci, con quella stoffa

ruvida che puzza di rancio, fureria e popolo.” E peggio di tutto

è lo stato psicologico in cui sono ridotti, senza più sorriso,

senza più amicizia col mondo, in un’esclusione che non ha

uguali.. Umiliati dalla perdita di qualità di uomini per quella

di poliziotti. Anche lui è d’accordo contro l’istituzione della

polizia, ma non serve a nulla prendersela con quei ragazzi di

vent'anni gettati allo sbaraglio... Bisognerebbe prendersela

con chi sta sopra! Ma i “ragazzi poliziotti” che i contestatari

avrebbero bastonato solo per teppismo, appartengono all’altra

classe sociale.

A Valle Giulia, si è avuto un frammento di lotta di classe, e i

manifestanti erano i ricchi, i poliziotti invece erano i poveri, i

veri proletari sottopagati.

Difese la polizia contro i sessantottini, difese il poliziotto

proletario rispetto alla piccola borghesia studentesca, scelse

di stare dalla parte della polizia.

Bisognava avere lo sguardo lontano, perché nessuno di

sinistra poteva fare una scelta del genere: era il vero

intellettuale di quegli anni: totalmente isolato e oggetto di

persecuzioni, che non riuscivano però a scalfire la sua

presenza forte nella società italiana.

Pier Paolo Pasolini nasce il 5 marzo 1922 a Bologna. Negli

anni del liceo da vita ad un gruppo letterario per la

discussione di poesie.

Conclude gli studi liceali e a soli 17 anni si iscrive alla facoltà

di lettere dell’Università di Bologna. Si laurea nel 1945, e due

anni dopo si avvicina al Partito Comunista Italiano,

cominciando la collaborazione al settimanale “Lotta e Lavoro”.

Diventa segretario della sezione di San Giovanni di Casarsa, 8

ma non viene visto di buon occhio nel partito, e soprattutto,

dagli intellettuali comunisti friulani. Le ragioni del contrasto

sono innanzitutto linguistiche. Gli intellettuali scrivevano

infatti servendosi della lingua del novecento, mentre Pasolini

scrive con la lingua del popolo.

Agli occhi di molti, tutto ciò risulta inammissibile: molti

comunisti vedono in lui un sospetto disinteresse per il

realismo socialista, un certo cosmopolitismo, e un’eccessiva

attenzione per la cultura borghese. Anche la sua

omosessualità è mal vista, a tal punto che Pasolini è espulso

dal partito. Espulso dal PCI perde il posto d’insegnante.

Decide allora di fuggire da Casarsa per trasferirsi a Roma. I

primi anni romani sono difficilissimi, e lui piuttosto che

chiedere aiuto ai letterati che conosce, cerca di trovarsi un

lavoro da solo. Tenta la strada del cinema, ottenendo la parte

di generico a cinecittà, fa il correttore di bozze e vende i suoi

libri nelle bancarelle. Nel 1955 viene pubblicato “Ragazzi di

vita”, che ottiene un vasto successo, sia di critica che di

lettori. Il libro è per un anno tolto dalle librerie e lo scrittore

diventa uno dei bersagli della cronaca nera. Nel 1961 realizza

il suo primo film da regista “Accattone”, che viene vietato ai

minori di diciotto anni e anche questo suscita non poche

polemiche alla mostra del cinema di Venezia.

Ed essendo ormai nei pieni anni ’60, in pieno clima di

contestazione studentesca, Pasolini assume anche in questo

caso una posizione originale rispetto al resto della cultura di

sinistra. Pur accettando e appoggiando le motivazioni

ideologiche degli studenti, ritiene che questi in fondo siano dei

borghesi destinati, in quanto tali, a fallire nelle loro

aspirazioni rivoluzionarie.

Un poeta, se è davvero un poeta, non è mai pacifico, non è

mai sereno.

Autore di romanzi come il già citato Ragazzi di vita, Una vita

violenta, Petrolio.. Oltre che un poeta è un narratore, uno dei

più attenti alla società che cambia, soprattutto quella più

nascosta e meno raccontata. Ha sempre un punto di vista

diverso PierPaolo Pasolini, non guarda mai quello che gli altri

guardano e non vede mai solo quello che gli altri vedono. Non

parla solo attraverso le rime delle poesie o le immagini dei

film, parla anche direttamente, attraverso i giornali. 9

Il 68, i capelloni, cultura e acculturazione, referendum sul

divorzio, il vaticano, la democrazia cristiana, il fascismo degli

antifascisti.

È un osservatore dei costumi e dei cambiamenti della società,

totalmente libero da pregiudizi e vincoli con il potere, è uno

che osserva, che guarda, che studia e poi dice quello che

pensa, senza guardare in faccia nessuno, con una sincerità

assoluta e per questo per molti scandalosa. Da quando la sua

voce inizia a farsi sentire a livello nazionale, subisce una vera

e propria persecuzione giudiziaria. Soltanto per i suoi film

finisce in tribunale 33 volte, i suoi film vengono accusati per

oltraggio al comune senso del pudore. Libri e film

caratterizzati da un profondo odio per lo Stato in cui vive: stato

di cose, e Stato politico della parola, lo stato capitalistico

piccolo borghese che lui sente di odiare fin dall’infanzia.

Politicamente PierPaolo Pasolini, non è uno di quegli

intellettuali che hanno le spalle coperte. È sicuramente di

sinistra e vicino al PCI di cui ha fatto parte prima di essere

espulso, però neanche al PCI risparmi critiche e accuse. Era

una vice fuori dal coro, una voce indipendente, critica, e vista

con molta diffidenza anche dal Partito Comunista. La sua

fotografia della realtà non era semplicemente legata alla

denuncia, attraverso l’arma della letteratura, dello squallore,

e del degrado delle borgate romane; riguardava anche la sua

figura di intellettuale, le cui posizioni lo misero in aperto

contrasto con gli stessi esponenti di quella sinistra che alla

quale aderiva da sempre.

Scrive un articolo sul corriere della sera nel 1974 nel quale

dice: “Io so, io so chi ha messo le bombe, io lo so, perché sono

un intellettuale, che cerca di seguire tutto quello che succede,

che coordina i fatti anche lontani, che messe assieme i pezzi,

disorganizzati e frammentari di un intero quadro politico, che

destabilisce la logica, la dove sembrano regnare l’albitrarietà,

la follia e il mistero” un intellettuale così è un intellettuale 10

scomodo, il pensiero di Pasolini è un pensiero

scomodo…”tendo di più verso una forma anarchica che verso

l’ideologia di un partito” “credo nel progresso, ma non credo in

questo sviluppo”

L’anno che segue, è caratterizzato dalla presenza massiccia

del terrorismo, delle stragi che apparirono insensate e talvolta

senza colpevoli: riguardo ad alcune di esse non vi è tuttora

certezza sugli esecutori, e in nessun caso risultano noti i nomi

di eventuali mandanti. Ma lui diceva di conoscerne i nomi,

pur non esibendo alcuna prova.

Pier Paolo Pasolini muore il 2 novembre 1975 in maniera

brutale, il cadavere massacrato viene ritrovato sul lungomare

di ostia. Non si arriverà mai a una chiarezza dinamica

dell’omicidio, ma non è difficile comprendere che l’assassinio

Pasoliniano fu un assassinio politico, perpetrato ai danni di

un critico scomodo per chi stava al potere.

_____________________________________________________________

Nel ’68 una continua spinta libertaria travolse la società :

Mary Quant inventò la minigonna, i giovani scoprirono la

libertà sessuale, si fecero crescere i capelli, impazzirono per il

rock, cominciarono ad amare la trasgressione. Ai Beatles

venne dato l’ostracismo televisivo, mentre in Italia e in tutto il

mondo migliaia di giovani formarono bands e gruppi musicali,

inventarono un loro linguaggio rinunciando ad imitare quello

degli adulti. Nella rivoluzione giovanile e studentesca

confluirono in modo importante fermenti di rivolta musicale,

che culminarono nel raduno di Woodstock.

4. Inglese: Woodstock and Hippie Movement.

The Woodstock Music and Art Fair was an event held at Max

Yasgur's 600 acre dairy farm in the rural town of Bethel, New

York from August 15 to August 18, 1969. For many, it

exemplified the counterculture of the 1960s and the "hippie

era." Many of the best-known musicians of the time appeared

during the rainy weekend.

Dettagli
Publisher
27 pagine
22 download