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Storia dell'arte - campo italiano alla battaglia di Magenta di Fattori
Storia - 24/06/1859 la battaglia di Solferino e la storia di Croce Rossa
Inglese - Florence Nightingale e A farewell to arms di Hemingway
Filosofia - la vita etica di Kierkegaard
Scienze - I terremoti
TESINA :
FARE DI PIU
FARE MEGLIO
OTTENERE UN MAGGIORE IMPATTO Lin JingJing
Anno scolastico 2012-2013
Liceo scientifico Cavour
FARE DI PIU
FARE MEGLIO
OTTENERE UN MAGGIORE IMPATTO
Anche da una tragedia può nascere la speranza.
Dunant(un banchiere ginevrino)mentre si trovava
in Lombardia ,aveva assistiva lo scoppio della II
guerra d'Indipendenza italiana accaduta a Solferino;
e rimase sconvolto dal numero impressionante
dei feriti e dei morti,abbandonati a loro stessi e giaciuti sul campo di
battaglia.
Impotente di fronte a queste scene di dolore e di disperazioneo,Dunant cercava invano medici,chirurghi
e infermieri che possano alleviare le sofferenze di tanti uomini.Infatti egli stesso aveva prestato i
soccorsi alle vittime della battaglia per tre giorni sul campo di battaglia,curando indistintamente soldati
italiani,austriaci e francesi.Accanto a lui si era prodigata anche l’aiuto di buona volontà della
popolazione. In quei giorni cresceva in lui la consapevolezza che si poteva fare qualcosa allora iniziò a
scrivere una serie di diario, “Un ricordo di Solferino”,che sconvolse profondamente le coscienze del
tempo. Infatti il suo fine era quello di sensibilizzare l’opinione pubblica per la realizzazione del
progetto: creare una società del soccorso volontario in ogni stato. Da questo dovere morale di prestare i
soccorsi alle vittime nei capi di battaglia senza alcuna discriminazione è nato il primo dei sette Principi
Fondamentali di Croce Rossa: Umanità.
La Battaglia di Solferino (24 giugno 1859),
fu combattuta fra l'esercito austriaco e
quello franco-piemontese durante
la seconda guerra di indipendenza italiana.
Dopo la sconfitta a Magenta, l'esercito austriaco
si ritirava verso est, inseguito dall'esercito
franco-piemontese. Lo stesso Francesco Giuseppe venne personalmente in Italia per prendere il
comando delle truppe, rimuovendo dall'incarico il generale Gyulai, considerato colpevole della
sconfitta precedente.
Il mattino del 23 giugno le armate austriache fecero dietro fronte per contrattaccare lungo il fiume
Chiese. Allo stesso tempo Napoleone III ordinò l'avanzata delle sue truppe e così gli eserciti avversari
vennero a scontrarsi in luoghi del tutto imprevisti. Mentre a nord, sui colli di San Martino, le truppe
piemontesi combattevano con l'ala destra dell'esercito austriaco, l'esercito francese si scontrò a sud, più
precisamente a Solferino con le truppe nemiche.La battaglia si sviluppò caoticamente lungo un fronte
di 15 km, finché, nel primo pomeriggio, le truppe francesi sfondarono il centro di quelle austriache.la
battaglia sui colli di San Martino cessò soltanto a sera. Lo scontro fu così feroce e cruento che l'esercito
vincitore non ebbe la forza di inseguire quello sconfitto in fuga, il quale riparò oltre il Mincio.
La battaglia di Solferino e San Martino fu la più lunga (dalle 12 alle 14 ore di combattimento) e la più
sanguinosa combattuta per l'indipendenza e l'unità d'Italia e superò in proporzione le perdite della pur
cruenta battaglia di Waterloo. Gli austriaci persero 14000 uomini e 8000 vennero presi prigionieri, i
franco-piemontesi 15000 e 2000 prigionieri; questa carneficina sembrava aver indotto Napoleone III a
firmare l'armistizio di Villafranca, che sanciva la cessione di Lombardia alla Francia ,con questo atto si
concluse di fatto la seconda guerra d'indipendenza.
E Dunant fu testimone d'eccezione della battaglia,ideatore, promulgatore e primo segretario della Croce
Rossa.
--Nel quardo “Campo italiano alla battaglia di Magenta” di Giovanni Fattori ,viene rappresentato
uno degli episodi più noti della
seconda guerra di indipendenza italiana,
ovvero la Battaglia di Magenta.
La battaglia di Magenta fu combattuta il 4 giugno 1859 fra l’esercito franco-piemontese comandato da
Napoleone III e gli austriaci agli ordini del maresciallo Giulay, battaglia che si risolse in favore dei
primi e che aprì alle truppe vincitrici la strada per Milano.Il quadro rappresenta una scena delle
retrovie, con i soldati piemontesi che rientrano dopo l'attacco.La composizione è semplice ed
equilibrata, tuttavia non la si può ancora definire macchiaiola in quanto disegno e chiaroscuro sono
ancora usati secondo le regole accademiche.
In primo piano gli ufficiali a cavallo seguono le operazioni di ristoro condotte dalle 2 monache
infermiere sulla diligenza, che raccolgono i feriti raffigurati sulla parte sinistra.Sullo sfondo è appena
accennato il profilo della città di Magenta, nascosta dai fumi della battaglia ancora in corso, che rimane
però in lontananza.
La parte superiore del quadro è occupata da un cielo azzurro che amplia la prospettiva verso l'orizzonte,
e il cui intenso azzurro trasmette una sensazione di tranquillità all'osservatore.
Il fulcro della composizione è rappresentato dall'ambulanza che porta al sicuro i soldati feriti in
battaglia.
Non si tratta dunque di un'opera dagli intenti celebrativi, ma appare evidente che l'artista era desideroso
di mostrare le sofferenze che la guerra comporta, rappresentando semplicemente la realtà dei fatti, con
un tono asciutto e sobrio.
Infatti il suo scopo è proprio quello di indagare la realtà secondo il ''puro verismo'' nel tentativo di ''
mettere sulla tela tutte le sofferenze fisiche e morali di tutto quello che disgraziamente accade''
The real hero of the War was Florence Nightingale(1820-1910),known as “The Lady with the
Lamp’’
Florence Nightingale carried out pioneering work during the
Crimean War
(1853-1856) to improve the care of sick and
wounded soldiers. She introduced women nurses
into military hospitals, set up kitchens to provide
suitable diets for the invalids, provided recreational
facilities for convalescents and improved the distribution of supplies.
These principles became the basis for the way the Red Cross worked in later wars.
Her early influence on work of Red Cross
Florence Nightingale was determined to achieve the best for the patients in very difficult conditions.
Her work proved an inspiration to the founder of the Red Cross Movement, Henry Dunant. Dunant’s
own later experiences at the Battle of Solferino in 1859 led to the establishment of the International
Committee of the Red Cross in 1863, the creation of the first Geneva Convention, and eventually to the
setting up of Red Cross societies of trained volunteers in countries throughout the world.
But much of Dunant's work was inspired by Florence Nightingale.
The Red Cross principle of neutrality, which continues to guide our work today, was closely related to
Florence Nightingale's beliefs on suffering. She said: “Suffering lifts its victim above normal values.
While suffering endures there is neither good nor bad, valuable nor invaluable, enemy nor friend. The
victim has passed to a region beyond human classification or moral judgments and his suffering is a
sufficient claim."
On a visit to London in 1872, Henry Dunant said: “Though I am known as the founder of the Red
Cross and the originator of the Convention of Geneva, it is to an English woman that all the honour of
that convention is due. What inspired me to go to Italy during the war of 1859 was the work of Miss
Florence Nightingale in the Crimea.”
A Farewell to Arms by Hemingway (1929)
‘’We should get the war over’’
It is one of the most famous war novels ever written ,
and it can be considered as a semi-autobiographical novel .
The Story: Lieutenant Frederic Henry was an American
ambulance driver on the Italian Front during World War I
where he was severely wounded.
He was sent to a hospital in Milan where he fell in love with an English nurse , Catherine Barkley. She
mourns the death of her fiancé from the war the previous year, and she eagerly enters the pleasurable
diversion the game of love offers with Henry. Henry, too, is revived by love after the horror he has seen
of war. Eventually Henry decides to desert the army, since all he wants is to be with Catherine .She is
pregnant, so the two escape to Switzerland .They live happily together for a few months, but Catherine
and her child die during childbirth.
He tries to say goodbye to her, but it is like saying goodbye to a statue, and he walks back to his hotel
room in the rain.
The title suggests the central theme of the story: war and love.
In fact there is a dual meaning of the word "arms''.
The title can refer to Frederic’s "farewell" to the weapons of war when he decides to end his personal
involvement with it (escape to Switzerland and desertion), so that the story can be seen as a classic
antiwar novel. Henry says farewell to Catherine’s loving arms and also to the loving arms of many of
these men in the novel.
The setting and structure: the story is told in the first person by Frederic Henry,a volunteer in the
American army. It is set on the Italian front during the First World War and in Switzeland, where he
deserts to.
The main character , Henry , can be seen as both a hero and an antihero. Depending on one's attitude to
war, his decision to desert is either an act of cowardice or of courage. Hemingway's hero eschews glory
for a more personal code of honor, in fact is the ''code hero'', so called because he is able to live beyond
the reach of ordinary human beings.
Hemingway repeatedly emphasizes the horrific devastation war has wrought on everyone involved. In
fact there is a feeling in the novel that war renders life meaningless ,and that there is no point in talking
about abstract values like '' justice '' and ''glory'' when human beings are indulging in an orgy of
bloodletting. From this standpoint ,Henry's desertion and escape to Switzerland with Catherine is a
noble assertion of the supremacy of love.
The style: interior monologue and nature symbolism. For example , the rain represents death and all
connected feelings of pain and despair.
After Catherine's death, the book ends with the words '' I......walked back to the hotel in the rain''.
Oltre ai compiti tipici del tempo di guerra la Croce Rossa è chiamata a promuovere l’opera di
profilassi delle malattie infettive,di assistenza sanitaria e di educazione e prevenzione igenica.
Con la peste nel 34 capitolo del “I promessi sposi ,Manzoni volle sottolineare la perdità di umanita e
l’inefficienza dei provvidimenti dell’autorita civile.
La peste scoppiata nel 1629 fu il culmine di una serie incredibile di avvenimenti assai poco piacevoli
accaduti in quegli anni nel Ducato di Milano. Infatti precedentemente c'erano stati prima la carestia
,poi la guerra di successione al trono del ducato di Mantova . E proprio la discesa dei Lanzichenecchi
in Lomabardia è stata la causa di questa epidemia. Il governatore, indifferente al problema, la classificò
come una normale "febbre pestilenziale", quasi una cosa da niente, anche la popolazione rifiutava
l’idea del contagio.
Solo quando si moltiplicavano
le morti allora divenne impossibile
negare l’esistenza del morbo .
Ma ormai la peste aveva attecchito
tra i milanesi, aiutata dalle scarse condizioni igieniche e dalla carestia. Infatti non c'è era medicina per
la peste: se ci si incappava in mezzo, o si guariva o si moriva. Nella stragrande maggioranza dei casi,
però, ci si rimaneva secchi. La peste, poi è assai contagiosa, e la si può prendere anche solo toccando i
vestiti di un malato, quindi dilaga esattamente come un incendio nel sottobosco. E così fu per Milano.
La Chiesa, per attenuarla, fece delle lunghe processioni e riti, che però ebbero effetto contrario a quello
previsto: infatti, radunando tutta quella gente, contagiata e non, si allargò l'epidemia, e Milano fu in
preda alla peste. Vennero così istituiti degli ospedali, i lazzaretti, dove si tentava di curare i malati
terminali, un corpo speciale di immuni alla peste detti "monatti", che venivano pagati per portar via i
corpi dalle case e seppellirli in fosse comuni. Costoro, però, spesso si approfittavano della loro autorità,
e derubavano le case dei morti. Per questo motivo erano visti male dai cittadini. Non trovando la causa