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Sintesi
tesina esame di maturità sulla propaganda


Storia dell'arte: Pop art (Andy Warhol, Campell’s soup can, Marylin);

Storia: propaganda nei regimi totalitari;

Latino: la propaganda negli autori latin, il Manifesto della concezione liviana;

Filosofia: Gustav Le Bon, Sigmund Freud, Karl Marx:

Italiano: Giovanni Pascoli (La grande proletaria si è mossa), Gabriele D’Annunzio (Canto augurale per la nazione eletta), Eugenio Montale (Incontro);

Inglese: George Orwell (1984).

Fisica: la televisione.

Estratto del documento

oggetti e simboli già fabbricati a scopo industriale, pubblicitario o economico. Questi

oggetti, riprodotti attraverso la scultura e la pittura, sono completamente spersonalizzati.

L’oggetto viene “estraniato” dal proprio contesto per meglio far notare la sua “esistenza”,

concentrando su di essa la nostra attenzione.

Questo movimento, che pure trova corrispondenze nell'arte europea, era esclusivamente

americano nello schieramento dei suoi protagonisti. La prima mostra in ordine di tempo fu

'The Popular Image', inaugurata il 18 aprile nella Washington Gallery of Modern Art di

Washington: comprendeva opere, tra gli altri di Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Jim

Dine, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Andy Warhol, James Rosenquist, Tom

Wesselmann, ovvero già l'intera formazione della Pop Art ufficiale. 7

Andy Warhol - Autoritratto

ANDY WARHOL

Andy Warhol nasce nel 1928 a Pitttsburgh, figlio di una coppia di immigranti

cecoslovacchi. La grande mela gli offrì subito molteplici possibilità di affermarsi nel

mondo della pubblicità, lavorando per riviste come Vogue e Glamour.La sua attività

artistica conta tantissime opere, infatti produceva in serie le sue opere con l'ausilio

dell'impianto serigrafico. Andy Warhol,fu definito il grande vate della società dei

consumi americana degli anni Sessanta. Società della massificazione e della

produzione in serie, che sono le prerogative stesse del lavoro dell'artista. I primi anni

Sessanta saranno fondamentali per la codificazione della sua produzione artistica, che

accusava ed esaltava, al tempo stesso, la società, di cui egli stesso si proponeva come 8

integrato e consumatore, fino a divenire un’autentica star. Il consumo frenetico di

immagini coinvolge infatti anche l'arte la quale, tuttavia, pur emulandone le leggi

riesce a evidenziare i meccanismi di ricezione passiva. Immagini positive della

pubblicità o negative della cronaca vengono decontestualizzate e ricreate da Warhol

con interventi di colore abbagliante e si presentano allo spettatore con prepotente

allegria e sottile inquietudine. È il tema del consumismo il filo che unisce tra loro le

immagini proposte da Warhol nei suoi lavori e l'adozione di una tecnica come la

serigrafia, con la sua meccanica serialità da prodotto di massa, scaturisce da una

logica e diretta conseguenza dell'assunto di base: il consumismo, infatti, con il suo

corollario di assoluta massificazione, è inteso come la perfetta negazione dell'atto

creativo dell'artista, che quindi si limita a riprodurre immagini del déjà-vu, dei

prodotti commerciali di largo consumo e di volti divinizzati dai media, in modo del

tutto meccanico e senza alcuna apparente partecipazione personale

Nel 1957 fonda la Andy Warhol Enterprises, un’azienda per la commercializzazione

delle sue opere, già basate sulla ripetizione e sulla uniformità seriale di immagini,

ampiamente diffuse dai mass-media, riproducenti oggetti di consumo industriale. Nel

1962 Iniziò la serie delle scatolette di zuppa Campbell, delle bottigliette di Coca Cola,

e quella dei ritratti di Marilyn Monroe, di Elvis Presley e di altri personaggi dello

spettacolo e della politica. La tecnica usata da Warhol fu quella del riporto fotografico,

con i violenti colori industriali della stampa in offset, che dissacrava il concetto di

unicità dell’opera d’arte, creando un procedimento artistico meccanico. La riproduzione

seriale intensifica la presenza dell’immagine, ma al tempo stesso ne svuota i significati

e ne annulla la drammaticità, in un livellamento simile a quello stesso della notizia

televisiva. La ripetizione allude alla sequenza, propria del film, del racconto televisivo

o soltanto dell’indiscriminato succedersi degli avvenimenti; ma blocca

contraddittoriamente la sequenza, come un disco incantato, o come una trasmissione

sfasata d’immagini, su un fotogramma unico e moltiplicato, spiazzando l’osservatore e

sottoponendolo a quel tipo di ‘bombardamento’ che è caratteristico dei mass-media.

La tela diventa simile allo schermo di un film o ad un video, dove trascorrono e si

mescolano le più svariate emergenze della cronaca

Egli, inoltre, sarà autore di film e cortometraggi sulla stessa tematica, che realizzerà

insieme ai collaboratori del suo studio, la famosa Factory, dove si svolgevano le

attività artistiche e mondane del gruppo della Pop Art. Fu proprio in quella sede, a

Manhattan, che il 3 giugno del 1968 Valerie Solanis, un’attivista del femminismo,

sparò ad Andy Warhol, ferendolo gravemente. Certo il fenomeno Warhol fu molto

discusso e criticato per la sua eccentricità e per l’immagine trionfale del consumismo

americano che diffondeva, proprio negli anni in cui si cercava di lottare contro di esso.

Campell's Soup Can

1962

Olio su tela

Cm 182,8 × 132

Buffalo, Albright-Knox Art Gallery 9

Questo è il lavoro da cui è germinata tutta l’opera di Warhol. Nasce da un’idea che Muriel

Latow vendette al pittore per cinquanta dollari nel dicembre del 1961. Questo gruppo di tele

venne esposto alla prima mostra individuale dell’artista, che si tenne alla Irving Blum’s Ferus

Gallery di Los Angeles nel luglio del 1962. Quella mostra, grazie ai grandi spazi della galleria,

portò alle sue estreme conseguenze la reiterazione delle immagini. Dal momento che i quadri

riempivano interamente la galleria e che ogni esposizione di opere d’arte necessariamente crea

un proprio mondo dai confini ben definiti, la mostra in qualche modo comunicava l’idea

terrificante che tutto l’universo visibile era pieno di lattine di minestra Campbell.

Quest’opera fu anche la prima delle proiezioni

iconiche su larga scala prodotte da Warhol. Il

pittore sviluppò un’idea che aveva mutato dai

ben noti dipinti delle Bandiere di Jaspers Johns.

Scelse un’immagine familiare a milioni di

persone e la presentò frontalmente, senza

abbellimenti pittorici, e su uno sfondo neutro

(come se fosse una sorta di icona sacra).

Tuttavia, Warhol andò ben al di là di Johns nel

proiettare le proprie icone con assoluto distacco,

perché ormai non era più interessato alla

relazione tra immagini di massa e trattamento

pittorico espressionistico quasi astratto, alla

maniera di Johns. Isolò ciascuna delle 32 varietà

di minestre Campbell in modo da enfatizzare la

sterile apparenza degli oggetti prodotti

meccanicamente. Le diverse varietà di minestre,

come viene specificato sulle etichette, ci

costringono a guardare attentamente le

immagini, in modo da coglierne le sottili

variazioni, rendendoci così consapevoli di come

osserviamo (o dovremmo osservare) da vicino

l’opera d’arte. E proprio per il loro soggetto, queste immagini da un lato mettono in discussione

il concetto tradizionale di “arte”, dall’altro ci costringono a riconoscere che non esistono oggetti

che, per il solo fatto di essere familiari o banali, non possano stimolare

l’immaginazione di un artista. 10

Marylin

1967

Cartella contenente nove serigrafie, ciascuna

Cm 91,5 × 91,5

New York, The Andy Warhol Foundation for

The Visual Arts, Inc

Benchè Warhol avesse realizzato molte serigrafie su carta prima del 1967, era logico che

finisse per sfruttare appieno quella tecnica creando una serie si stampe su un unico tema.

Questo gli permise di aprire un mercato più ampio e più accessibile da un punto di vista

economico di quello dei suoi dipinti. E data la popolarità dei dipinti di Marylin, l’uso del volto

.

dell’attrice per la prima serie di stampe fu una scelta ovvia da parte dell’artista

Di nuovo si palesa la tendenza tipica di

Warhol a sottolineare l’innata astrazione

delle cose, dal momento che le stampe si

prestano a una seria di ricerche sulla

natura dei rapporti cromatici. Nello stesso

tempo diventano anche una riflessione

sulle eventuali deformazioni che si

producono nella stampa a colori. Oltre alla

scelta dei colori che ci è familiare dai

dipinti di Marylin – capelli gialli, palpebre

verdi, labbra rubino e carnagione rosa –

molti accostamenti cromatici insoliti danno

all’immagine una qualità totalmente

diversa, se non addirittura sconosciuta,

anzi la deformano o la mascherano. Un

esempio significativo è rappresentato dalla

versione polarizzata del verde, rosa e rosso

che confonde i tratti del viso. Queste

difficoltà percettive prefigurano le mimetizzazioni di cui Warhol si sarebbe occupato negli

ultimi anni di vita.

IL RUOLO DELLA PROPAGANDA 11

La propaganda è un tipo di messaggio mirato a influenzare le opinioni o il

comportamento delle persone. Questo favorito e facilitato dallo sviluppo

cinematografico, dalla radio e dalla televisione, che svolsero e svolgono tutt’oggi un

ruolo fondamentale nella società. Il carattere fondamentale della propaganda dei

nostri giorni,ma applicabile anche al passato, è che i "media", oltre a "divertire,

intrattenere e informare", abbiano il compito di "inculcare negli individui valori,

credenze e codici di comportamento atti a integrarli nelle strutture istituzionali della

società di cui fanno parte"

La propaganda può essere classificata in base alla fonte.

propaganda bianca

La arriva da una fonte chiaramente identificabile.

 propaganda nera

La pretende di arrivare da fonte amica, ma in realtà è

 dell'avversario.

propaganda grigia

La pretende di arrivare da fonti neutrali, ma in realtà

 arriva dall'avversario.

LA PROPAGANDA DI MUSSOLINI E LA NASCITA DE L’Unione

Cinematografica Educativa

Tramite la propaganda che effettuò un controllo politico su tutti i mezzi di

comunicazione, avvenne il processo di fascistizzazione del paese, con lo scopo di

orientare l’opinione pubblica, di caricarla, comunicando l'esaltazione della missione

nazionale. I messaggi furono rivolti a tutte le categorie della società italiana e vennero

diffusi incessantemente attraverso la radio, la stampa e il cinema. In seguito alla

nascita dell’impero l'Italia fascista venne celebrata sulla stampa con tutta l’enfasi

comunicativa possibile. Le popolazioni furono investite da una emissione continua di

messaggi in cui era prevalente il tema dello scontro ideologico. Si cercò di dare una

giustificazione alle iniziative di guerra e di conquista dell'impero, qui è evidente l'uso

politico che viene fatto della storia e sulla sua riscrittura sulla base dei miti della

romanità e delle imprese coloniali riviste in chiave eroica, per la costruzione del

consenso al fascismo.

Il monopolio dell’informazione e l’importanza riconosciuta alle tecniche della

propaganda furono aspetti tipici delle dittature fascista e nazista: la propaganda su

vasta scala, condotta con tecniche nuove, adatta alle caratteristiche della società

moderna fu l’arma vincente di queste dittature.

In Italia Mussolini, essendo un giornalista, capì subito l’importanza fondamentale

della stampa per affermare il suo potere.

Nei primi anni del regime la stampa fu sottoposta ad un controllo formale. Mussolini

acquistò i maggiori giornali italiani per portare avanti il suo progetto teso ad

accrescere il consenso intorno al regime. Nonostante il controllo attuato dal fascismo

La Stampa Il Corriere della Sera

però, alcuni giornali d’opposizione come e riuscirono

a sopravvivere. 12

Con le "Leggi Fascistissime" e quelle del 31\12\1925 Mussolini dispose che ogni

giornale avesse un direttore responsabile inserito nel partito fascista e che il giornale

stesso, prima di essere pubblicato, fosse sottoposto ad un controllo. Queste leggi inoltre

istituirono "L’ Ordine dei Giornalisti" i cui membri dovevano far parte del partito

fascista. Mussolini creò inoltre l’Ufficio Stampa, che nel 1937 venne trasformato in

Ministero Della Cultura Popolare (Min. Cul. Pop.)

Questo Ministero aveva l’incarico di controllare ogni pubblicazione sequestrando tutti

quei documenti ritenuti pericolosi o contrari al regime e diffondendo i cosiddetti

"ordini di stampa" ( o "veline") con i quali s’impartivano precise disposizioni circa il

contenuto degli articoli, l’importanza dei titoli e la loro grandezza.

A capo di questo Ministero c’era Galeazzo Ciano, che poi diventò Ministro degli Esteri

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