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Filosofia: Karl Raimund Popper
Fisica: teoria della relatività e spazio-tempo geometrico
Scienze Della Terra: singolarità e buchi neri
Chimica: la nucleosintesi stellare
Biologia:la formazione del carbonio
Informatica: mezzi hertziani
All’interno della stella, che altro non è che un ammasso di gas solitamente
disposti in forma sferica, troviamo un nucleo di elio ad una temperatura
elevatissima. Negli strati immediatamente successivi, soggetti ad una
rarefazione con l’aumento della distanza dal nucleo, si trova uno strato di
idrogeno fuso sottoposto a processi di fusione nucleare volti a liberare una
considerevole dose di energia attraverso la sintesi di elio a partire da Atomi di
idrogeno. Un aspetto che a breve approfondirò per il suo ruolo cardine nella
genesi della singolarità e dell’equilibrio della massa della stella stessa. Al
confine fra il nucleo e la zona di fusione dell’idrogeno si trova quella che viene
definita Zona Convettiva; in cui l'energia termica, attraverso i moti convettivi,
viene portata negli strati più esterni del corpo celeste, ossia in superficie. I moti
convettivi stellari consistono in movimenti del plasma all'interno della stella,
che di solito formano correnti circolari di convezione che riscalda il plasma in
discesa, il quale, dopo essere risalito, cede energia all'esterno, raffreddandosi,
raddensandosi e precipitando nuovamente verso l'interno. L’importanza di
questi moti convettivi, oltre a consentire un flusso interno al corpo celeste, è la
creazione di un movimento di plasma in grado di provocare un comportamento
analogo a quello di una dinamo; generando pertanto un campo Magnetico.
L'intensità del campo varia in relazione alla massa e alla composizione della
stella, mentre l'attività magnetica dipende dalla sua velocità di rotazione. Un
risultato dell'attività magnetica sono le caratteristiche macchie fotosferiche,
regioni a temperatura inferiore rispetto al testo della fotosfera in cui il campo
magnetico si presenta particolarmente intenso. Altri fenomeni strettamente
dipendenti dal campo magnetico sono gli anelli coronali ed i flare. Le giovani
stelle, che tendono ad avere una velocità di rotazione molto alta, hanno
un'attività magnetica molto intensa. I campi magnetici possono influire sui
venti stellari arrivando ad agire come dei "freni" che rallentano
progressivamente la rotazione della stella man mano che essa compie il proprio
percorso evolutivo. Per questo motivo le stelle non più giovani, come il Sole,
compiono la propria rotazione in tempi più lunghi e presentano un'attività
magnetica meno intensa. Ma l’aspetto più importante permane quello delle
reazioni interne all’astro, che vengono comunemente definiti come: reazioni di
nucleo sintesi Stellare. Nelle stelle vengono prodotti tutti gli elementi chimici
tranne l'idrogeno, che fa da carburante iniziale. L'elio, benché prodotto in
quantità, è già presente nell'Universo in grandi percentuali, e l'aggiunta da
parte delle stelle è piccola. Per tutti gli altri elementi, compresa la grande
maggioranza degli atomi che compongono il nostro pianeta, assenti o presenti
in quantità trascurabili nel gas interstellare, le stelle sono le principali
responsabili della loro esistenza. In particolare le stelle di grande massa
producono le quantità più grandi di elementi fino al ferro-56, mentre gli
elementi più pesanti possono essere prodotti in un'esplosione di supernova,
che avviene alla fine della vita di una stella di grande massa. All'interno del
al secondo,
Sole vengono fuse 600 milioni di tonnellate di idrogeno e di queste
4 milioni di tonnellate vengono convertite in energia pura, secondo la famosa
equazione di Einstein E=mc² che più avanti approfondirò doverosamente.
Tuttavia, all’interno di tutti questi processi di nucleo sintesi stellare, sono due
quelli che maggiormente attirano l’attenzione e le riflessioni per il ruolo cardine
che giocano nell’universo e nell’equilibrio della stella stessa. Questi due
processi sono: La fusione dell’idrogeno e la fusione dell’elio per generare il
Carbonio. Il processo di Fusione dell’idrogeno è quello che si svolge nel normale
arco vitale della Stella, in quella fase di equilibrio posta nel mezzo fra la nascita
e la morte della stessa, rappresentando la sorgente di energia principale
dell’astro. La reazione Chimica che compone questo processo è definita Catena
Protone-Protone, dal nome delle particelle che partecipano principalmente al
processo. La reazione comincerà, come noto, dall’idrogeno composto da un
solo protone; Nella prima fase,quindi, due atomi di idrogeno si fondono
generando un atomo di deuterio e liberando un positrone, un neutrino ed
ovviamente energia. Ricordo brevemente che il positrone è l’antiparticella
dell’elettrone ossia un elettrone positivo anziché negativo, il suo simbolo fisico
è “e ” . Un neutrino è una particella di cui si conosce poco, si sa che è neutro e
+
molto più piccolo dell’elettrone (circa 100000 volte più piccolo), si muove a
velocità relativistiche prossime a quelle della luce, il suo simbolo fisico è “ν ”.
e
Un raggio gamma è una radiazione di tipo elettromagnetico molto energetica
dal simboli fisico uguale a “γ”, ed infine l’elettrone è una particella dotata di
carica negativa dal simbolo fisico “e ”. Questa prima fase è estremamente
−
lenta poiché il protone deve aspettare circa 10 anni prima di fondersi in
9
deuterio. Pertanto la prima fase sarà:
H + H → H + e + v
1 1 2 + e
Nella seconda fase l’atomo di deuterio appena formatosi si combina con un
nuovo atomo di idrogeno generando un atomo di elio-3 (isotopo dell’elio) e un
raggio gamma.
La terza fase può seguire tre vie diverse che, alla fine, portano comunque al
medesimo risultato, ovvero alla formazione dell’elio-4.
H + H → He + γ
2 1 3 Ramo PP I
Nella terza fase del ramo denominato PP I due atomi di elio-3 precedentemente formati si fondono
generando un atomo di elio-4, due atomi di idrogeni e ovviamente energia. I due atomi di idrogeno
rilasciati si renderanno disponibili per un nuovo ciclo di fusione. Il ramo PP I avviene solo ed
esclusivamente nei nuclei stellari che presentano temperature comprese tra i 10 e i 14 milioni di
gradi Kelvin.
He + He → He + H + H
3 3 4 1 1 Ramo PP II
La terza fase del ramo PP II si divide a sua volta in tre fasi: nella prima un elio-3
si fonde con un elio-4 generando un atomo di berillio-7 e un raggio gamma.
Nella seconda fase il berillio-7 acquista un elettrone e si trasforma in un atomo
di litio-7 con l’emissione di un neutrino. Nell’ultima fase l’atomo di litio-7
appena ottenuto si fonde con un atomo di idrogeno scindendosi in due atomi di
elio-4. Il ramo PP II si verifica nei nuclei stellari che presentano temperature
comprese tra i 14 e i 23 milioni di gradi Kelvin.
He + He → Be + γ
3 4 7
Be + e → Li + v
7 - 7 e
Li + H → He + He
7 1 4 4 Ramo PP III
La terza fase del ramo PP III si divide a sua volta in quattro fasi: le differenze
sostanziali si trovano nel secondo e nel terzo passaggio in cui un atomo di
berillio-7 si fonde con un atomo di idrogeno generando un boro-8 e un raggio
gamma. Il successivo passaggio vede la transizione del boro-8 a berillio-8 con
emissione di un positrone e di un neutrino. Nel quarto passaggio il berillio-8
fortemente instabile decade in due atomi di elio-4. Il ramo PP III si verifica nei
nuclei stellari che presentano temperature maggiori di 23 milioni di gradi Kelvin
. I diversi rami conclusivi PP I, PP II e PP III, non avvengono casualmente nelle
reazioni di fusione termonucleare ma sono strettamente connessi alla
temperatura del nucleo delle stelle. La temperatura nucleare dipende da
diversi fattori, quello predominante è sicuramente la classe di appartenenza
delle stelle, più sono calde più si avrà una prevalenza del ciclo PP III. Nel nostro
Sole, il ramo PP I ha una frequenza del 91%, quello PP II del 8,9% e il PP III
meno dello 0.1%. In generale (considerando tutti i diversi nuclei stellari)
possiamo affermare che il ramo PP I si verifica in media il 69% delle volte
mentre il ramo PP II e il ramo PP III formano insieme il restante 31% dei casi.
He + He → Be + γ
3 4 7
Be + H → B + γ
7 1 8
B → Be + e + v
8 8 + e
Be → He + He
8 4 4
Tutte queste reazioni sono fortemente esoenergetiche, riuscendo a liberare una
quantità considerevole di energia sotto forma di emanazioni termiche che
supportano la medesima esistenza della stella. La necessità di queste reazioni,
difatti, trova la propria ragion d’essere nella lotta che l’astro deve compiere
contro la propria stessa massa. Prendendo l’esempio del nostro sole,difatti, la
sua gravità non viene esercitata solo sui pianeti, ma anche su se stesso; è
quanto dire che lo stesso materiale che costituisce il Sole viene attratto verso il
suo centro, così come la Terra è attratta verso il proprio. Se non esistesse la
forza di gravità esercitata dal Sole sulla materia solare, i gas ad altissima
temperatura che circondano la sua superficie evaporerebbero nello spazio.
Tutto questo in quanto qualsiasi massa obbedisce alla legge dell’inverso del
quadrato della distanza Teorizzata da Newton secondo l’equazione:
Pertanto in base a tale legge , la gravità esercitata sulla superficie del solare
dipende dal raggio del Sole. Nella continua lotta fra gravità e pressione interna
è di primaria importanza tale dipendenza del peso del raggio solare.
Supponiamo che il raggio del Sole si riduca della metà: il peso del materiale
solare ne risulterebbe quadruplicato. Tale aumento di peso tenderebbe a far
comprimere ancora di più il sole, che a sua volta provocherebbe un ulteriore
aumento della gravità alla superficie, che a sua volta farebbe aumentare il
peso, da cui dipenderebbe una nuova diminuzione del raggio, e così via. La
compressione farebbe però anche aumentare la pressione interna, la quale
dovrebbe lottare per sostenere il peso in più, spingendo verso l’esterno con
violenza sempre maggiore. Si scatenerebbe così una lotta titanica, ma alla fine
la gravità ne uscirebbe sempre vincente. Se fosse possibile ridurre il raggio del
Sole sotto un determinato valore, non esisterebbe più pressione sufficiente a
salvare l’astro. Tuttavia, tale valore critico del raggio in gioco, è estremamente
piccolo, di circa mezzo chilometro; finchè una stella mantiene le sue alte
temprature e libera energia supportando le reazioni di Nucleogenesi descritte,
può ricorrere alla pressione termica per controbattere la tendenza della gravità
sempre maggiore a stritolarla; ma quando una stella brucia fino all’esaurimento
e non ha più riserve di calore e di pressione, deve per forza soccombere sotto
l’irrestistibile forza di gravità volta a schiaccciarla. E’ la fine certa a cui vanno
incontro tutti gli ammassi stellari, difatti l’idrogeno anche se presente in
quantità molto elevate è destinato dopo una quantità considerevole di anni
(nell’ordine di miglioni/miliardi) a terminare senza poter più fornire la giusta
quantità di particelle necessarie alla fusione dell’idrogeno e dell’elio. La stella si
troverà quindi in uno stato di deficit energetico che potrebbe determinarne il
collasso se non inizia al più presto a contrastare dovutamente la forza di
gravità diretta verso l’interno. Inizia così un processo volto a trascinare la stella
verso la propria fine; il nucleo di elio si contrae e si riscalda progressivamente
fino a temperature di 100 milioni di °K, sufficienti ad innescare nuove reazioni
termonucleari, che ci portano direttamente a quella fase che avevo
soovracitato: La Trasformazione dell’elio in carbonio. Il carbonbio è un elemento
fondementale da un punto di vista biologico, rappresenta difatti il presupposto
base della vita e degli esseri viventi, è affascinante vedere come una stella
morente sia in grando di generarne partendo dall’elio. Il processo di fusione
dell’elio è il processo triplo alfa;per cui tre nuclei di elio sono trasformati in
carbonio. Esso avviene nei nuclei stellari che, a causa della contrazione dovuta
all’esaurimento dell’idrogeno, hanno innalzato la loro temperatura fino a 100
milioni di gradi Kelvin. Il processo si compie in due fasi:
He + He ↔ Be
4 4 8
Be + He ↔ C + γ
8 4 12