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Sintesi
Italiano: Luigi Pirandello (l'umorismo e il sentimento del contrario)

Storia: la guerra fredda

Diritto: le norme di sicurezza nei luoghi di lavoro

Informatica: il sito internet
Estratto del documento

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A cura di Vittoria Lena

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Tesina di Vittoria Lena

Classe V D tga

Istituto Professionale per il Commercio “Fabio Besta” di Treviso

Diploma in Tecnico della Gestione Aziendale

Anno scolastico 2010-2011

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Chi di voi non ha mai visto una puntata dei Simpsons?

Credo che almeno una volta accedendo la televisione abbiate visto quella strana famiglia

americana di colore giallo. Ma per chi non conoscesse la serie gli basti sapere questo: i

Simpsons è un cartone animato che narra le vicende della famiglia media americana con i suoi

vizi e le virtù.

Fino a qui, sembra che il tema sia fin troppo banale, ma si possono cogliere motivi di

riflessione partendo proprio da quali siano questi vizi della società americana, che è il modello

su cui si basa la nostra società europea.

Non si può negare tuttavia che la nostra occidentalizzazione sia arrivata ad una fase di quasi

totale compimento, pur conservando, in parte, le nostre origini europee.

Prendendo in considerazione le mosse di Bart, simpatico primogenito della coppia Homer-

Marge, è un teppista cha va contro le regole e nasconde con gli scherzi, spesso sadici, le sue

debolezze di pre-adolescente.

C’è qualcosa di familiare e questo qualcosa prende il nome di baby-gang.

Il nome fa rabbrividire, non per la violenza ma per il nome stesso: baby, ragazzi fin da piccoli

violenti, troppo spesso per una scelta personale e non per una condizione di degrado socio-

familiare.

La società sta avvelenando i ragazzi nella violenza: in tv, nelle case

e a scuola.

A volte sono i figli di famiglie distrutte. Come sta cambiando la

famiglia? Sarà il caso di ristrutturare la nostra società partendo dal

nostro domani?

Lisa, la sorella, è l’esclusa. È studiosa, vive di libri e di scuola,

questo ricorda molto i tempi che stiamo vivendo. Lo studio, quando

diventa eccessivo e immotivato, non è un modo per rifugiarsi nel

tentativo di nascondersi da una società abbruttita e amante dei

soldi? Il libro e il culto di esso non serve come mezzo di

promozione culturale, ma solo per sfuggire. Questo è un fenomeno

di ogni tempo, ma come molte problematiche sta crescendo in

modo esponenziale.

Homer, il padre di famiglia, è il mito di tanti ragazzi. Emblema

dell’uomo moderno: pigro, con una cultura praticamente

inesistente e un’incoscienza che gli ha fatto vivere tante avventure

sempre divertenti. 2

Si infila in un mare di guai che, però, ci ricordano notevolmente la nostra società.

Lobbista, timocratica, ignorante, superficiale, ma, in fondo, per nulla banale.

L’unica cosa che possiamo fare è sorridere perché ci rendiamo conto di essere messi in

umiliazione. Una società umiliata piena di tante ingiustizie che, però, se guardata con occhi

benevoli, ci trasmette un senso di leggerezza.

Per lobbista si intende il proprietario della centrale nucleare di Springfield dove Homer lavora e

viene licenziato con molta non-chalance.

È Montgomery Burns, proprietario della centrale, colui che sfrutta i lavoratori, non curante

dell’ambiente e della sicurezza dei propri dipendenti.

È la leggerezza dell’irresponsabilità.

Dovremmo forse essere un po’ più irresponsabili? Essere meno presi dai nostri problemi,

minuscoli se si riflette sulla complessità di questa storia che viviamo ogni giorno, la vita?

Nella famiglia Simpson c’è anche Marge, però, la moglie di Homer, che è sempre lì pronta a

ricordarci in ogni istante che l’irresponsabilità è pericolosa, quanto faccia soffrire le persone

che ci stanno vicine, che ci stanno affianco e si preoccupano per noi, teme per la nostra salute

e vive nell’agitazione.

Ricapitolando è possibile scorgere una bella riflessione sulla vita umana fatta di insicurezze,

ansie ma anche di sana gioia di vivere.

Accanto a loro una società simile alla nostra, l’uomo che ha trovato nella fede l’unica ancora di

salvezza alla proprie inquietudini, il vicino dei Simpson: Ned Flanders, e chi, invece, sommerge

nel cibo la propria solitudine.

Dottori incompetenti come il dottor Julius Hibbert, clown falliti come il famoso Krusty il Clown,

zitelle incallite come le sorelle Patty e Selma, e ubriaconi che fanno da simpatico contorno.

C’è poi nonno Abe, l’inascoltato anziano un po’ farneticante, una figura significativa di una

famiglia, prima fortemente patriarcale, che ora racchiude i vecchi nelle case di riposo.

Vecchi trattati come le scarpe da mettere in soffitta, ricchi di una saggezza che avrebbe

bisogno di essere ascoltata, non da azzittire.

Oggigiorno si dà molta più importanza negli animali domestici che agli anziani.

Sicuramente non è facile stare vicino alle persone, come agli animali, ma molto spesso i motivi

che portano a tutto ciò sono ingiustificabili.

È difficile stare al passo con il mondo moderno, seguire i ritmi e saper stare al gioco, un gioco

che non sappiamo dove porti; ma in fondo ci piace stare qui e quasi tutti non scambierebbero

la propria vita con quella di nessuno.

A volte però bisognerebbe affrontare la propria vita nel giusto modo ricordandosi che ogni

tanto sarebbe opportuno comportarsi come Maggie, la figlia più piccola, tacendo.

Con questa tesina si vuole dimostrare come un semplice cartone animato destinato ai bambini

non sia solo un momento di svago ma nasconde qualcosa di molto più importante: uno

spaccato della società americana che vuole mettere in luce i problemi che ci troviamo ad

affrontare nella vita di ogni giorno. Buona lettura… 3

I

n d

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• Perché i Simpson? pag. 2

• I Simpson? pag. 5

• Gli inizi e il debutto. pag. 6

• Le critiche. pag. 7

• The Simpsons family. pag. 8

• La risata dei Simpsons. pag. 11

• Luigi Pirandello. pag. 11

• L’umorismo e il “sentimento del contrario”. pag. 12

• Il sentimento del contrario “simpsoniano”. pag. 13

• La centrale nucleare. pag. 15

• La legge 626 - La sicurezza sui luoghi di lavoro. pag. 15

• Perché vediamo i Simpsons? pag. 18

• Il blocco di Berlino. pag. 18

• I governi democratici. pag. 19

• I due blocchi a confronto. pag. 19

• L’Europa di Americanizza. pag. 20

• Il sito Internet. pag. 21

• Il linguaggio HTML e i siti Internet. pag. 21

• Alcuni stamp del sito Internet. pag. 24

• Bibliografia. Pag. 25 4

I Simpsons

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Simpson

Un effetto sonoro introduce delle nuvole in un cielo azzurro, la visuale si restringe e viene

svelata una scritta gialla “The Simpsons”, parte la musica e la visuale cambia, continuando il

suo percorso introducendo la panoramica di una città… inizia così ogni episodio della famiglia

più caotica ma anche più “americana” che i nostri teleschermi possano trasmettere.

I Simpson (in inglese The Simpsons) è la più popolare sitcom animata creata dal fumettista

statunitense Matt Groenig verso la fine degli anni Ottanta per la rete televisiva FOX

Broadcasting Company.

La sitcom è una parodia satirica della società e dello stile di vita statunitense, personificata

dalla famiglia protagonista, di cui fanno parte i coniugi Homer e Marge insieme ai loro tre figli

Bart, Lisa e Maggie.

Ambientato in una cittadina statunitense chiamata Springfield, lo show tratta in chiave

umoristica molti aspetti della condizione umana, la cultura, la società ed in modo particolare la

televisione.

La loro prima apparizione avvenne il 19 aprile 1987 e debuttò sotto forma di episodi di

mezz’ora il 17 dicembre 1989.

Nel corso degli anni ha vinto numerosi ed importanti premi televisivi; non c’è gadget che non

abbiano firmato, non c’è ragazzo che non li conosca, non c’è record che non abbiano infranto

(serie a cartoni animati da più tempo sugli schermi; Homer in un sondaggio è risultato la

persona più “americana” secondo il pubblico statunitense e Bart è entrato nel guinness come il

più popolare secondo la rivista “People”), non c’è programma che non deve temerne il

confronto, il magazine Time lo ha acclamato come “miglior serie televisiva del secolo”…a

questo punto è opportuno quindi farci una domanda: ma questo enorme successo da cosa è

dovuto?

Il cartone ha come scopo la presa in giro, ironizza in modo spietato su tutto quello per cui una

persona comune dovrebbe lamentarsi: partendo dalla vita quotidiana e familiare dell’americano

medio (il lavoro monotono, la noia casalinga, i bulli a scuola, i continui aumenti dei prezzi nei

supermercati sono alcune delle piccole problematiche cui anche le nostre famiglie devono

rendere conto), passando per i problemi ambientali e giungendo ai più complessi problemi

politici.

Questo tuttavia non deve farci pensare che la nostra famigliola sia un gruppetto di “vittime

indifese e pure di cuore” che eroicamente combatte la società “malvagia”, anzi sono invasi dai

vizi e dai peccati che ogni persona al Mondo possiede.

La satira quindi è l’arma vincente dei Simpson, il processo che ci porta ad immedesimarci con

loro stimola subito la risata per le loro

disgrazie ma, guardando con un occhio

più critico, ci fa capire che la nostra

condizione non è poi così diversa (di

questo si parlerà più avanti con

l’approfondimento sul sentimento del

contrario pirandelliano).

Alcune situazioni sono inverosimili e

portate all’eccesso ma non bisogna

dimenticare che essendo una parodia della

nostra stessa vita queste sono state

ispirate proprio da fatti realmente accaduti.

Vivono nella cittadina di Springfield assieme a familiari e amici ma il nucleo della famiglia è

composto da cinque elementi: il padre Homer, la madre Marge, il primogenito Bart, la

secondogenita Lisa e l’ultima arrivata la piccola Maggie. Ogni familiare ha delle sue

caratteristiche che lo rendono unico nella serie. I personaggi sono gialli proprio per la scelta del

creatore; perché lo show avrebbe dovuto rappresentare fin dal principio una novità.

La scelta del colore giallo come colore della pelle dei personaggi animati è l’esempio. 5

Matt voleva che “una volta accesi i televisori, il pubblico doveva pensare che il colore giallo

fosse legato ad un problema tecnico e si sarebbe domandato: «Oh, perché sono gialli?» ed

avrebbe provato a sintonizzare il canale senza peraltro riuscirci, perché il giallo era reale.”

Era un tentativo innovativo per far cadere in inganno i telespettatori.

Ancora oggi, dopo 24 stagioni televisive e un film campione di incassi, i Simpson stanno

battendo tutti i primati: vengono visti da cento milioni di spettatori in tutto il mondo e sono

distribuiti in 90 Paesi. La narrazione della vita di una famiglia comune, di uno spaccato di

società americana e di singoli problemi, sono i motivi che spingono i telespettatori a

riconoscersi nelle storie dei Simpson.

Gli inizi e il debutto

Matt Groenig (Portland, 15 febbraio 1954) è un autore di fumetti e di cartoni

animati statunitense, ideatore delle serie televisive concepì la

famiglia Simpson con l’aiuto di James L. Books (New York, 9

maggio 1940) un regista, sceneggiatore e produttore

televisivo statunitense.

Matt ebbe l’idea di delineare come protagonista dei corti la sua

versione di famiglia disfunzionale, e diede ai personaggi lo stesso

nome di quello dei suoi famigliari, tranne che per Bart.

La famiglia Simpson fece il suo primo debutto ufficiale il 19 aprile del

1987 nel Tracey Hullman Show con “Good Night”, come protagonista

di cortometraggi animati.

La famiglia era mal disegnata poiché Matt aveva sottoposto agli

animatori solo gli schizzi supponendo che gli avrebbero “puliti”, Matt Groenig

invece essi ricalcarono semplicemente i suoi disegni. 6

La famiglia Simpson durante la prima apparizione al Tracey Ullman Show.

Nel 1989, i Simpson furono adattati in una serie di mezz’ora per la FOX Network da una

squadra di compagnie produttrici.

Le critiche

Lo show fu coinvolto in una polemica a causa della personalità di Bart Simpson – un ribelle ai

dettami familiari da cui spesso scappa senza alcuna punizione – che spinse associazioni di

genitori e gruppi conservatori a sostenere che Bart fosse un pessimo esempio per i bambini.

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