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Sintesi
Filosofia: Immanuel Kant; Georg Wilhelm Friedrich Hegel; Arthur Schopenhauer; Friedrich Nietzsche

Storia dell'arte: Gian Lorenzo Bernini (la fontana dei quattro fiumi)

Italiano:
Italo Calvino (la triologia degli antenati)

Latino: Apuleio (l'asino d'oro)
Estratto del documento

campi di sterminio ecc… ( anche se come illustrerò in seguito esso ha

significati intrinseci che sono stati poi manipolati e modificati ) .

Possiamo dire dunque che il simbolo è un costrutto culturale, una

’che sta per’’

rappresentazione convenzionale; è un’ entità ‘ un’altra

cosa: non è la stessa cosa ma è una sua rappresentazione o evocazione. La

particolarità del simbolo è che può essere individuale o collettivo: il primo è un

simbolo che potremmo definire ‘’autobiografico’’, in quanto sintetizza e

richiama una storia umana, magari d’amore; il simbolo collettivo, invece, è un

simbolo che sta per credenza, fede o passione condivisa da più individui.

Il simbolo ha la capacità di evocare concetti complessi in maniera altamente

sintetica sul piano cognitivo e fortemente mobilitante sul piano affettivo e

volitivo. Per questa sua ‘’capacità di sintetizzare messaggi e di comunicarli

con immediatezza’’, il simbolo ‘’è strumento di richiamo identitario; se però è

tanta la sua capacità di suscitare e rafforzare apparenze, altrettanta è quella di

Benedetti G.-‘’Segno, simbolo, linguaggio’’)

determinare esclusioni’’(

.

Il simbolo infatti unisce e divide: unisce i ‘’partecipanti’’ della stessa credenza,

fede o passione, e li divide dai ‘’non partecipi’’.

Per questa sua funzione ‘’aggregante’’, vale a dire per la sua capacità di

esprimere precisi messaggi di appartenenza, il simbolo deve essere ‘’vago’’ e

fortemente evocativo.

A volte questo sentimento di appartenenza, di partecipazione e di convinzione è

così forte da superare la stessa validità di un simbolo.

Come forte carica identitaria i simboli di religione, di nazione, di classe

sociale, di partito politico sono i più pericolosi in quanto come dice bene

Vallauri ‘’ i simboli, come gli slogan, esprimono e generano un livello

intellettuale e relazionare primitivo, quello delle semicieche fissazioni ed

appartenenze’’. 7

Tutto ciò ci permetterà ora di capire tutti quei fenomeni che hanno portato da

una parte ad applicare e sfruttare tale potere del simbolo per scopi nefandi

nella realtà e dall’altra ad applicare tale capacità a fini- possiamo dire più

nobili -come nella letteratura, nell’arte, nella filosofia ecc…

‘’Dire che viviamo in un mondo di simboli

è dir poco: in realtà, è un mondo di simboli

a vivere in noi’’

(J. Chevalier – ‘’Dizionario dei simboli’’)

Capitolo 1

Il ruolo dei simboli nella storia: il fenomeno dei totalitarismi

1.1. Perché porre l’attenzione sui simboli del nazismo e del fascismo

piuttosto che su quelli dello stalinismo

Di seguito affronterò solo il caso fascista e nazista tralasciando lo stalinismo in

quanto i simboli di quest’ultimo non ebbero, a mio parere, la stessa valenza

spirituale e manipolatrice dei primi due.

———

Era il 1925 quando Mussolini proclamò la dittatura del fascismo; ed era il 1933,

invece, quando Hitler venne nominato cancelliere del Reich diventando così capo

di una coalizione ma che ben presto, nel 1938, diventando comandante supremo

delle forze armate, diventò quel che noi conosciamo come terzo Reich.

Tutto ciò non avvenne dall’oggi al domani per pure formalità burocratiche o

innate capacità di leadership dei due individui sopracitati.

Grazie a quale strumento, quindi, fu possibile creare dei movimenti di massa

come quelli fascisti e nazisti? Sicuramente questi due fenomeni si

caratterizzarono per le loro spiccate connotazioni quasi religiose. Esse furono ( e

in alcuni casi lo sono tutt’oggi ) ‘’religioni secolari’’ ( o ‘’laiche’’) intendendosi

con tale espressione ‘’un sistema, più o meno elaborato, di credenze, di miti, di

8

riti e di simboli, che conferisce carattere sacro ad un’ entità di questo mondo,

rendendola oggetto di culto, devozione e dedizione. (v. introduzione)

Passiamo ora ad esaminare i simboli che hanno reso fascismo e nazismo icone

storiche. ——

1.1 IL FASCISMO

il fascio, l’ascia, l’aquila

‘’La potenza dei simboli è più grande della potenza degli uomini’’- fu detto da

Olimpiodoro.

E Bachofen: ‘’Il simbolo desta un presagio, mentre la lingua può solo spiegare.

Il simbolo fa vibrare le corde dello spirito tutte insieme, mentre la mente è

costretta a darsi ad un singolo pensiero per volta. Il simbolo spinge le sue radici

fino alle più segrete profondità dell’anima, mentre la lingua giunge solo a

sfiorare, come un lieve alito di vento, la superficie dell’intelletto: quello è

orientato verso l’interno, questa verso l’esterno. Solo al simbolo riesce di

raccogliere nella sintesi di una impressione unitaria gli elementi più diversi. Le

parole fanno finito l’infinito, i simboli conducono invece lo spirito al di là delle

frontiere del mondo finito e diveniente, verso il mondo infinito e reale’’

Bachofen J.J, Urreligion und antike Symbole, Leipzing, 1928, v.1, pp. 283-284

9

IL FASCIO

Il fascismo creò dei punti di contatto tra l'antica Roma e il regime di Mussolini.

La potenza, la forza, i trionfi della Roma imperiale vennero interpretati come

degni anticipatori della gloria e della potenza fascista, infatti il fascismo si

propose come il naturale discendente della Roma antica. Mussolini si faceva

chiamare Duce, che nell'antica Roma era il generale, il capo militare valoroso e

trionfante in battaglia amato ed apprezzato dai soldati che lo seguivano

ubbidienti; veniva descritto dalla propaganda con le stesse qualità dei generali

romani e quando i fascisti si incontravano si salutavano alzando il braccio destro

in alto, nello stesso modo in cui i soldati salutavano i loro capi nell'antica Roma.

Il Fascio littorio era il simbolo del fascismo e derivava anch'esso dalla Roma

antica ed allora era simbolo di autorità: era infatti il simbolo del potere dei

magistrati e fu introdotto dagli etruschi durante la tarda monarchia; in realtà il

fascio era un simbolo tradizionale ariano, derivato dal simbolo del martello di

Tohr, il dio del tuono nella mitologia nordica e diffusa solo successivamente

anche dagli etruschi nella forma in cui lo si conosce.

Il fascio è costituito da un insieme di verghe di olmo o di betulle legate tra di loro

con dei nastri rossi, che rappresentava il potere dei consoli(cioè i magistrati più

importanti presso l'antica Roma) di punire con le verghe e di esercitare lo "ius

necis" cioè il diritto di dare la morte ai rei;lateralmente o superiormente alle

verghe, veniva inserita una scure che in età repubblicana veniva tolta quando si

era all'interno della città; il fascio veniva portato durante le feste pubbliche dai

littori, degli ufficiali che scortavano le maggiori autorità romane ed è per questo

motivo che si chiamava littorio, il fascio veniva ornato di alloro in occasione dei

trionfi e portato invece rovesciato durante i lutti gravi. Ispirandosi alla tradizione

romana, il Fascio simboleggia sia l'unità del popolo, sia l'autorità posseduta dal

popolo stesso e in epoca moderna, divenne il simbolo di numerosi movimenti

politici. Durante il Risorgimento, molte società segrete, specie d'ispirazione

massonica, si ispirarono al fascio littorio che era sempre stato considerato un

emblema di unità e libertà. Nella seconda metà dell'ottocento e fino alla prima

guerra mondiale, il fascio littorio continuò ad essere impiegato dalle forze di

sinistra, come i Fasci dei Lavoratori, organizzazioni proletarie di contadini

siciliani, Fasci di Azione Rivoluzionaria ecc…

Con la costituzione di un Fascio Parlamentare di Difesa Nazionale, dopo la

disfatta di Caporetto, il termine Fascio cominciò ad essere legato alla necessità di

un unione nazionale al di sopra degli interessi dei partiti. Come tale, ma

accompagnato da rivendicazioni rivoluzionarie, l'emblema romano venne accolto

da B. Mussolini, divenendo il simbolo dei Fasci di Combattimento, e in seguito

del Partito Nazionale Fascista. Successivamente il nome da Fascio divenne

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Fascismo. Lo utilizzò largamente come simbolo della grandezza romana ed

imperiale a tal punto che il Fascio Littorio divenne il simbolo ufficiale del

Part.Naz.Fasc. Anche la parola "Littorio" venne molto usata nel periodo fascista,

tanto è che il littorio era diventato sinonimo di fascista, ad esempio la gioventù

fascista era anche chiamata "la Gioventù del Littorio". Lo stile Littorio fu detto lo

stile architettonico fascista. Littoria (oggi Latina) fu chiamata "la città

capoluogo", costruita nella zona bonificata delle Paludi Pontine. Littorali erano

anche le gare culturali, artistiche e sportive per gli universitari e littori erano i

relativi vincitori. Insomma, il Fascio Littorio influenzò per decine di anni la vita

degli italiani del XIX secolo attraverso la propaganda di Mussolini.

L’ASCIA

Fu fatto proprio dal fascismo oltre che il fascio littorio anche il simbolo dell’ascia

che secondo Wirth risalirebbe al mito solare addirittura della civiltà dei dolmen:

al solstizio d’inverno infatti veniva affiancata l’ascia un simbolo fondamentale

che simboleggia il dio-anno o ‘’dio-ascia’’. A questo segno solare si connette

altresì un significato eroico e guerriero: con folgore e ascia bicuspide il dio

Merodak combatte il mostro del caos Tiamat. Eroi solari dunque che lottano

contro i mostri o draghi, i quali personificano le forze oscure e selvagge del caos,

cioè contro quello stesso elemento di tenebra da cui il sole, rialzandosi, risorge

vittorioso: natalis solis invicti.

L’ascia quindi come simbolo eroico e sacro che ‘’separa’’, che chiude un’epoca e

apre ‘’trionfalmente’’ un nuovo cliclo (v. anche simbolo dell’Aquila); una nuova

creazione, come luce di un nuovo ‘’anno’’ o ‘’saecolum’’, stanno raccolti i segni

di una compiutezza, di uno sviluppo perfetto in senso ‘’solare’’: i dodici mesi ( è

interessante notare come Svetonio abbia cercato di ritrovare il dodici sacro nel

ciclo imperiale romano- Vita dei dodici Cesari-) .

L’AQUILA

Anche il simbolo dell’aquila è un elemento ‘’trionfale’’in quanto per i romani era

considerato un animale ‘’solare’’dell’antichità. Secondo la tradizione, sotto forma

di aquila si sarebbe involata dalla pira l’anima imperiale do Augusto.

Tale simbolo ha un carattere spiccatamente ‘’olimpico’’ed eroico. Circa il

carattere ‘’olimpico’’del simbolismo dell’aquila, esso risulta già direttamente dal

fatto che quest’animale fu sacro al Dio olimpico per eccellenza: Zeus.

Secondo la tradizione classica l’aquila sarebbe stato l’unico animale che potesse

guardare il sole senza abbassare gli occhi. (Cfr.p.es LUCIANO, Icarom, XIV)

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Vi era un rito ‘’l’apoteosi imperiale romana’’ dove proprio un volo di un aquila

dalla pira funeraria simboleggiava infatti il trapasso allo stato di ‘’dio’’

dell’anima dell’imperatore morto; da qui si può comprendere la credenza aria e

romana che la vera forza decisiva della vittoria risiedesse nei capi, non tanto

come persona, quanto nell’elemento sovrannaturale, ‘’olimpico’’ ad essi

attribuito.

Fu prettamente nella tradizione romana che però l’aquila assunse il segno di

vittoria. Essa si ritrova già al tempo della repubblica come insegna delle legioni-

veniva detto: ‘’un aquila per legione e nessuna legione senz’aquila’’( Cfr.

CESARE, Bell. Gall., IV, 29; TACITO, Ann. , I, 39; Hist. I, 61, 89, 100)

1.2 IL NAZISMO

La croce uncinata

Innanzitutto da dove viene la ‘’croce uncinata’’? Ed è vero che essa sia simbolo

di una speciale razza, di quella aria o indogermanica? In precedenza si credeva

infatti che tale simbolo era appartenuto sin dalle origini da soli ceppi

indogermanici, il che si è dimostrato insostenibile in quanto numerose scoperte

hanno reso palese la sua diffusione in civiltà antichissime e non germaniche.

Il significato della croce uncinata è dato da interpretazioni che affermano che

essa sia un simbolo solare e simbolo di fuoco. Come simbolo solare

esprimerebbe il moto di rotazione dell’astro diurno. La croce uncinata dunque si

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