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Botanica: Rock Rose (fiore num.26)
Inglese: John Keats (When I have fears that I may cease to be)
Filosofia: Soren Kierkeegard
Latino: Lucrezio
Storia dell'Arte: Edvard Munch
3.2 Il caso di Italo Svevo
17
-Articolo: Tutti aggrappati alla coperta di Linus
19
-Bibliografia
20
-Informazione sociale
21 5
Capitolo Primo
QUANDO, COME, PERCHÉ IL PANICO?
1.1 La Sintomatologia
I sintomi di un attacco di panico appaiono improvvisamente, senza alcuna
causa apparente. Possono includere:
Sintomi che mimano un infarto cardiaco
1. Aumento della frequenza cardiaca
2. Fitte al cuore
Sintomi che mimano problemi respiratori
3. Difficoltà di respirazione, sensazione di non riuscire ad inalare aria a
sufficienza
4. Paura di soffocare
Sintomi che mimano problemi neurologici
5. Stordimento
6. Confusione
7. Paura di impazzire o di perdere il controllo della propria mente
8. Terrore quasi paralizzante
Paura di morire nel momento
9. Sintomi che mimano problemi neurovegetativi
10. Tremori leggeri
11. Tremori a scatti
12. Sudorazione
13. Vampate di calore
14. Senso di freddo improvviso agli arti o alle mani e ai piedi
15. Torpore o formicolio alle dita delle mani o dei piedi 6
A proposito della paura di morire nel momento, sintomo che mima un problema
neurologico, il poeta John Keats scrive che :
Testo originale Traduzione italiana
When I have fears that I may Quando ho paura che io possa cessar di esistere
cease to be prima che la mia penna abbia spigolato il mio fertile
Before my pen has glean'd my cervello,
teeming brain, tenuto come i ricchi granai pieni di grano maturo;
Before high-piled books, in charactery, Quando vedo sul viso della notte stellata,
Hold like rich garners the full ripen'd immense nuvole simboli di una grande storia
grain; e penso che non potrò mai vivere per rintracciarne
le ombre con la magica mano del caso;
When I behold, upon the night's
starr'd face,
Huge cloudy symbols of a high
romance, E quando sento, bella creatura di un’ora!
And think that I may never live to che non ti guarderò mai più,
trace e che non avrò mai l’immensa gioia del favoloso
Their shadows, with the magic hand of potere
chance; di un amore folle! – Allora sulla riva
And when I feel, fair creature of an del vasto mondo rimango da solo, e penso
hour, finché l’amore e la fama affondano nel nulla.
That I shall never look upon thee
more,
Never have relish in the faery power
Of unreflecting love;--then on the
shore
Of the wide world I stand alone,
and think
Till love and fame to nothingness
do sink
John Keats (1795–1821). The Poetical Works of John Keats. 1884.
This poem was sent in a letter to John Hamilton Reynolds, dated 31 January 1818. It was first
published in Richard Monckton Milnes's 1848 biography of Keats. It has since become one of the
poet's most famous compositions. 7
This poem expresses concerns that run throught his poetry and his letters,
fame, love and time. Keats was conscious of needing time to write his poetry.
This poem falls into three major groups:
His fear of dying young ( lines 1-12)
His fears that he will not fulfill himself as a writer ( lines 1-8 )
His fear to will lose his beloved ( lines 9-12 )
Fig.1 Grafico rappresentante il rapporto tra le coordinate ansia-tempo
Questo grafico rappresenta la normale tensione muscolare durante un attacco.
Come è visibile il livello d’ansia ha un picco ai dieci minuti , che raggiunge
molto velocemente, ma ci vorranno parecchie ore prima che sparisca
completamente.
1.2 Le Cause
Ricercare la cause della DAP ( desease of panic attac ) è una perdita di tempo,
non perché esse siano sconosciute o poco affidabili, ma perché anche se
svelate non contribuiranno al miglioramento della situazione del
paziente. Ad esempio quando si rompe un orologio, ci si può chiedere il perché
esso sia stato rotto ma di certo non è la conoscenza dei dettagli dell’accaduto
ad aiutare a ricostruirlo tale e quale a prima. Si ottiene solo che l’evitare tutte
quelle situazioni potenzialmente ansiogene divenga la modalità prevalente per
la fuga e l’individuo divenga schiavo del suo disturbo, costringendo i familiari a
non lasciarlo mai solo e ad accompagnarlo ovunque perché frustrato dalla
“paura della paura”. Ci si trova cosi invischiati in un tremendo circolo vizioso.
Piuttosto occorre riconoscere con umiltà la propria condizione di disagio ,
8
cercare un appiglio al quale reggersi durante la cura e sperare in un po’ di
fortuna.
Fig.2 Circolo vizioso
Già nei primi decenni del 1800, Kierkegaard , scriveva :
“L’uomo non è predeterminato, ma è ciò che sceglie di essere; tutto è
egualmente possibile ed è questo il suo lato terribile. L’ indefinizione
genera angoscia per la paura di peccare, di scegliere male. La possibilità di
scegliere paralizza e inquieta e se l’uomo sceglie di non scegliere ha una
colpa che lo porta alla disperazione, un eterno morire.”
La scelta di Kierkegaard implicava il passaggio dalla vita estetica a quella etica
e infine alla religiosa. L’uomo può fare uno stadio solo, due oppure tre. Ma tra
uno stadio e l’altro c’è un abisso, perché ognuno di questi stadi ha una forma
a sé. Diario di un seduttore
Vita ESTETICA = figura del Don Giovanni
Vita ETICA = figura del marito, padre, cittadino
Vita RELIGIOSA = figura di Abramo 9
La scelta della vita religiosa è al tempo stesso l’ideale ma la più dolorosa.
La scelta che deve compiere il soggetto affetto da DAP è coraggiosa tanto
quanto quella dell’uomo che sceglie la religione: un paradosso poiché implica
l’abbandono di tutte le leggi sociali per sposare quelle religiose senza nessun
indugio. Il paziente deve accettare la sua situazione e cercare di viverla fino in
fondo per poi incominciare ad affrontarla, perché il panico è come un fantasma
che se si tenta di schivare si ingrossa alle nostre spalle e ci opprime, se invece
lo si affronta si rimpicciolisce e pian piano scompare.
Capitolo secondo 10
LE CURE
Le terapie contro l'ansia seguono lo stesso modello di gran parte
delle cure per i disturbi mentali: farmaci da un lato e psicoterapia
dall'altro.
2.1 Farmaci
Escludendo a priori che gli psicofarmaci possano risolvere il problema della
“paura della paura”, mi soffermo a parlarne poiché sono il primo rimedio che le
nostre aziende ospedaliere ci offrono. Per esperienza personale il farmaco
genericamente consigliato è il LEXOTAN, un ansiolitico che inibisce alcune
funzioni cognitive al fine di annebbiare la mente del paziente e farlo vivere in
una condizione psicofisica alterata. Può questa soluzione durare a lungo? Gli
psicofarmaci creano dipendenza e obbligano al loro consumo, sono le
stampelle che pian piano si trasformano in gabbie dalle quali uscire è
praticamente impossibile. 11
Fig.3 Psicofarmaci
2.2 Fiori di Bach
Un’ altra delle soluzioni più diffuse è la Naturopatia. I Fiori di Bach, studiati dl
medico Edward Bach del quale è memorabile questa citazione :
“ La malattia non è né una crudeltà in sé, né una punizione, ma solo ed
esclusivamente un correttivo, uno strumento di cui la nostra anima si
serve per indicarci i nostri errori, per
trattenerci da sbagli più gravi, per
impedirci di suscitare maggiori ombre e
per ricondurci sulla via della verità e
della luce dalla quale non avremmo mai
dovuto scostarci”
ROCK ROSE - Fiore n. 26
helianthemum nummularium 12
Helios
Il suo nome proviene dal greco antico che significa Sole, e della parola
Anthemos, che significa fiore. Questo rampicante folto e ramificato cerca il sole
ed è molto diffuso in Italia nel sottobosco, nei luoghi rocciosi e nei prati, nel
terreni calcarei, nella ghiaia e sulle colline di calcare cretaceo coperto di erba. I
fiori gialli brillanti compaiono tra aprile e settembre, di solito con uno o due
fiori; si aprono solo alla luce del sole e si possono auto-impollinare premendo i
.
petali contro gli stami
Conseguenti all’uso della Rock Rose sono i seguenti sintomi di miglioramento:
Enorme forza nelle situazioni di crisi
Fig.4 Rock Rose
Coraggio eroico
Chiarezza dì pensiero nonostante il pericolo
Intervento impavido a favore degli altri
Ferma fiducia nella guarigione in caso di malattia
Indifferenza per le "vecchie paure"
“Fiducia nelle proprie forze, anche verso eventuali future crisi”
La Naturopatia non crea dipendenza fisica, almeno in questo è nettamente
migliore della farmacoterapia, crea nonostante ciò una dipendenza psicologica.
Se ad esempio ogni volta che percepiamo uno dei sintomi che possiamo
ricondurre ad una eventuale crisi di panico ci spruzziamo sulla lingua qualche
di Rock rose,
goccia inizieremo a farne abuso e a non riuscire ad uscire di casa
senza o addirittura a prenderle prima ancora dell’arrivo dei sintomi per la paura
che questi ci assalgono in situazioni particolari. La Naturopatia è utile nel
momento in cui alcuni disturbi psichici e psicosomatici risultano indomabili, ma
deve essere circoscritta ad un periodo di tempo breve.
2.3 La scrittura
“Cara ansia ti scrivo, per dirti addio definitivamente…”
Scrivere come antidoto allo stress
U no studio statunitense conferma il potere terapeutico, anti
stress e anti ansia della scrittura. Secondo un gruppo di
ricercatori dell’Università di Chicago che ha condotto la
sperimentazione, descrivere a parole le proprie preoccupazioni,
trasferendole, penna alla mano, su un foglio di carta, potrebbe
essere la strategia più efficace per diminuire il livello di ansia e di
stress e, di conseguenza, per diminuirne l’impatto esercitato sulla
vita quotidiana. L’antidoto migliore contro le proprie paure, contro i
mille pensieri negativi e le preoccupazioni che riempiono i pensieri,
incidendo negativamente anche sulla qualità di vita, è la scrittura.
13
Infatti, gli esperti dell’Università di Chicago confermano che dare
voce alle proprie ansia, scrivendole, può aiutare a tenerle a bada
efficacemente. Gli psicologi americani, che hanno coinvolto 20
studenti nello studio, spronandoli a scrivere le proprie
preoccupazioni, non hanno dubbi, come si evince dai risultati della
ricerca pubblicati sulla rivista Science. Davvero un’ottima valvola di
sfogo, la scrittura, economica e dall’efficacia garantita: scrivendo,
scrivendo, lettera dopo lettera, parola dopo parola, l’ansia
diminuisce e le prestazioni del cervello migliorano. Il consiglio degli
esperti a stelle e strisce? Il caro vecchio diario, da aggiornare con
stati d’animo, sensazioni e ansie, può essere un vero toccasana per
scongiurare gli eccessi di stress e tensione, un valido alleato della
salute psicologica, una cura per la psiche. gennaio 22, 2011 www.tantasalute.it
Ora e Luogo Attività in corso Sintomi Cosa faccio per Pensieri in
di svolgimento stare meglio libertà
12.05 Stavo mangiando Gola chiusa Scrivo il diario di Voglio che smetta
un piatto di pasta bordo di pulsare la testa,
voglio che smetta
Cucina del nonno Naso chiuso di mancarmi il
fiato, voglio
Formiche alle chiamare mia
gambe 14
Formiche alle mamma
mani
Mal di testa Tabella proposta dal modello statunitense
Questo è il rimedio istantaneo per gestire l’attacco: una tabella da compilare
che permette al paziente di concentrarsi sulla scrittura di dati ed
emozioni . Terminata la compilazione il paziente si sente meglio e i sintomi
incominciano a scomparire. È necessario portare sempre con sé un taccuino ed
una penna, che nel momento del bisogno si possano semplicemente prendere
dalla borsa o dalla cartella e incominciare a scrivere. Non è l’unico modo in cui
la scrittura ci viene in aiuto, questo metodo è associato alla “mezz’ora di
fuoco” , un intervallo di tempo entro cui la persona si isola in una stanza da lei
preferita ed incomincia a pensare a tutti i modi per PEGGIORARE la propria
condizione, piangendo o riportando nero su bianco il fiume di emozioni che
scorre nella sua testa… Propongo ora due testimonianze per far comprendere
meglio lo stato psicofisico durante tali ritiri: la prima è una poesia scritta da
me durante una di queste “mezz’ore di fuoco”, la seconda è un quadro di
Edvard Munch.
Prima testimonianza
“Piangere ancora e ancora
Lacrima su lacrima nasce il lago dei miei dolori
Delle tristezze e delle delusioni
Lacrime per una brutta parola 15
O lacrime per una ferita lacerante il mio piccolo cuore
Un lago che Contiene anche i miei errori