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Scienza e Tecnologia
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Scienza e Tecnologia Benchè scienze e tecnologia presentino molti punti in comune (anche nell'idea di molti, che le abbinano vedendo in esse il corpo delle odierne
conoscenze pratiche) i loro obiettivi e le modalità di valutare i risultati conseguiti tendono a diversificarsi. Nella sua forma più basilare, la scienza è
guidata dalla curiosità e dalla speculazione sul mondo naturale senz'alcuna finalità applicativa immediata. Essa mira a produrre teorie verificabili
sperimentalmente, valutate secondo criteri di semplicità, eleganza, comprensibilità e potenzialità esplicative. Ciò non significa però che tutto ciò che
va sotto il nome di scienza abbia questa qualità; la cosiddetta scienza strategica, ad esempio, è maggiormente finalizzata a produrre conoscenze in
grado di assistere lo sviluppo nel mercato di prodotti e processi di successo precedentemente identificati come tali.La tecnologia, d'altro canto, mira a
realizzare e migliorare manufatti e sistemi in grado di soddisfare desideri e aspirazioni umane. La valutazione viene condotta in base a considerazioni
quali l'efficacia delle prestazioni, l'affidabilità, la durata, i costi di produzione, l'impatto ecologico e la possibilità di smaltimento a termine. Nel corso
dei secoli sono stati compiuti progressi tecnologici di grande valore pur senza contare su cognizioni scientifiche propriamente dette (ad esempio i
processi di conservazione degli alimenti e molti processi metallurgici costituiscono altri casi in cui la tecnologia ha precorso la scienza). Questo
rapporto subì un mutamento soprattutto alla fine del XIX secolo, con lo sviluppo delle industrie chimiche e delle centrali elettriche, nelle quali le
conoscenze scientifiche vennero utilizzate direttamente nella soluzione dei problemi e nella messa a punto dei prodotti. Le comunicazioni e
l'elettronica costituiscono ulteriori testimonianze dell'efficacia di uno stretto rapporto tra scienza e tecnologia.Nella seconda metà del XX secolo
molte delle moderne tecnologie erano intimamente collegate alla conoscenza scientifica, e la scienza stessa si legò sempre più alla tecnologia per via
della dipendenza dalla complessa strumentazione necessaria per l'esplorazione del mondo naturale. I rapporti simbiotici e sinergici tra moderna
scienza e moderna tecnologia hanno indotto taluni a coniare il termine "tecnoscienza" per descrivere il risultato della fusione, benchè ibrida, di due settori. Un modello largamente
accettato del rapporto tra scienza e tecnologia le considera due nuclei di prassi indipendenti che si sovrappongono e si intersecano nelle rispettive attività.
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Storia:
Negli anni del fascismo un'ondata di vitalità pervase la scienza italiana: in quel periodo videro la luce importanti istituti di ricerca ed enti che, come il Cnr (Centro Nazionale delle Ricerche), ancora oggi sono cardini degli
studi scientifici nel nostro paese. Le pesanti costrizioni ideologiche però obbligarono gli scienziati ad indirizzare le loro ricerche in modo da compiacere i desideri del regime, anche se a volte solo in apparenza. nel 1923 fu
chiaramente espressa da Giovanni Gentile, allora ministro della Pubblica istruzione, il quale indicà agli scienziati quali erano, nell'ottica fascista, i loro doveri morali: avvicinare la scienza alla vita e, abbandonando gli studi
troppo astratti, contribuire al benessere del paese. "In questo periodo sale al massimo grado la figura dello scienziato, come tecnico veramente utile alla nazione e artefice del suo progresso", "d'ora in avanti dunque tutte le
ricerche approvate ufficialmente saranno necessariamente dotate di una sorta di 'cappello ideologico', che le farà apparire in armonia con le esigenze fasciste. D'altra parte ciè è quanto avveniva anche in ogni altro campo
della vita italiana". in questa epoca infatti vennero dati molti fondi alla scienza e, nonostante la gestione male accorta, si poterono condurre studi e creare nuove tecnologie. Di questa situazione l'Italia approfittà negli anni
della ricostruzione, quando potè beneficiare di un vero e proprio miracolo economico costruito in realtà sulle conoscenze acquisite nei decenni precedenti." Infatti, nel periodo immediatamente successivo alla caduta del
fascismo ben poca attenzione fu riservata alla ricerca scientifica e tecnologica. Basti pensare che cinque anni dopo la fine della guerra al Cnr venivano conferiti un quinto dei fondi che l'ente aveva a disposizione nel '39.
Inglese:
T. S. Eliot
I temi della sua opera, la degradazione della civiltà umana, la decadenza dei valori morali, l'apocalisse incombente (particolarmente evidenti in "The Waste land" e "Four quartets") ben
si sposarono al clima pre-bellico (nazismo) e post-bellico (guerra fredda) che l'hanno vista diffondersi...
Infatti Eliot, in "The Waste Land", mette davanti agli occhi offuscati del mondo odierno l'alienazione e la solitudine morale della seconda rivoluzione industriale: l'aridità spirituale e
fisica dell'uomo contemporaneo è quindi il tema di questa poesia di Eliot.
Attraverso le immagini di una città degradata, piena di vie sordide e di quartieri miserabili e malfamati, l'autore spietatamente mette a nudo la disumanizzazione del mondo,
l'alienazione sociale e il vuoto spirituale provocato dalla civiltà industriale.
Le molteplici terre desolate presenti nel poema si somigliano come le città contemporanee, ormai sature di tecnologia che invece di apportare benefici concreti dal punto di vista sociale
provocano una fase di regressione; assistiamo infatti ad una decadenza morale poiché le masse sono incapaci di capire e di reagire a questa crisi di valori, avendo solo un passivo
"hollow heart", pieno di tenebre interiori che sono difficili da esorcizzare...
Filosofia:
Sigmund Freud è il padre della psicoanalisi, tale scienza ha inaugurato un nuovo modo di pensare l`uomo rivoluzionando la cultura scientifica del tempo, essa
consiste in:
Una procedura esplorativa di quei processi mentali che sono inaccessibili ai metodi tradizionali;
Una particolare tecnica psicoterapeutica, basata fondamentalmente sull'investigazione, ai fini di trattare i disturbi neurologici di varie origini;
Una sistematica accumulazione di conoscenze raccolte con il metodo psicoanalitico, quasi a costruire una dottrina psicologica.
Italiano:
Salvatore Quasimodo: spesso nelle sue opere mette in risalto l`aspetto negativo della tecnologia utilizzata dall'uomo non per aiutarlo a vivere meglio, ma come mezzo di distruzione, ad
esempio in "Alle fronde dei salici" Il palo del telegrafo, simbolo della tecnologia, è diventato strumento di morte ed Nel 1954 con Il Falso e Vero Verde inizia per Quasimodo una fase poetica
in cui si affermano tematiche legate al consumismo, alla tecnologia, al neocapitalismo tipiche di quella “Civiltà dell`atomo” che il poeta denuncia con un linguaggio cronachistico e scabro..
Scienze:
Alcuni dei più importanti metodi di ricerca astrofisica (spettrometria), astronomia e radioastronomia sono indice di un rilevante sviluppo tecnologico accentuatosi negli ultimi quindici
anni ma sorto fin dalla fine del secondo conflitto mondiale.
Biologia:
La rivoluzione darwiniana fu senza alcun dubbio la più importante rivoluzione nel campo delle scienze nel secolo scorso. Essa è anche l'unica rivoluzione in biologia
menzionata tra le grandi rivoluzioni scientifiche, tradizionalmente associate a nomi di fisici: da Copernico a Newton, a Lavoisier, Maxell Eirnstein, Bohr e Heisenberg.
Come Sigmund Freud acutamente osservò, la rivoluzione darwiniana, assieme alla copernicana e alla propria rivoluzionaria teoria, fu quella che maggiormente incrinò
l'immagine narcisistica che l'uomo aveva di sé.
Nel considerare il problema delle rivoluzioni scientifiche, dobbiamo tener conto del fatto che alcune rivoluzioni hanno un'influenza e un effetto che
vanno ben al di là dei ristretti confini del pensiero scientifico. Tali rivoluzioni suscitano importanti dibattiti nel campo delle idee politiche e sociali, in filosofia, teologia, letteratura e nel mondo del pensiero in
generale. Non è certo cosi per tutte le rivoluzioni scientifiche.
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Il Fascismo Movimento politico italiano nato a Milano il 23 marzo del 1919 per iniziativa di Benito Mussolini. Le origini storiche del fascismo risalgono alla profonda
crisi provocata in tutta l’Europa dalla 1° Guerra mondiale (1915-1918) e che portò a radicali mutamenti nelle strutture politiche e sociali dei singoli paesi.
In Italia la crisi assunse proporzioni assai gravi: insoddisfazione per i risultati della conferenza della pace che deludevano le speranze di ingrandimenti
territoriali e coloniali, il peggioramento delle condizioni economiche, la carovita e la disoccupazione, che pesavano soprattutto sulle classi popolari e
l’inquietudine della grande borghesia industriale e agraria di fronte alle agitazioni sociali, agli scioperi, all’occupazione delle fabbriche e delle terre. Il
programma iniziale dei fasci era decisamente repubblicano e anticlericale e presentava richieste di democrazia politica e sociale; proponeva la tassazione
straordinaria del capitale e il sequestro dell’85% dei profitti di guerra. Il movimento fascista occupò per alcuni mesi una posizione marginale nella vita
politica italiana. Fu verso l’autunno del 1920 che esso assunse un carattere sempre più di massa e sempre più aggressivo: incominciarono in questi mesi le
spedizioni delle squadre d’azione fasciste contro esponenti e sedi del movimento socialista. Le squadre fasciste erano composte soprattutto da giovani: ex
combattenti, ufficiali appena congedati, arditi, studenti e anche disoccupati al soldo degli agrari. Si muovevano rapidamente da un borgo all’altro su un
camion di notte e distruggevano case del popolo, circoli, cooperative, prelevando dalle loro case i militanti sindacali e politici uccidendoli o bastonandoli,
terrorizzando i loro familiari. Questa violenza aveva un carattere simbolico: prima ancora di eliminare fisicamente l’avversario, essi miravano a deriderlo,
svergognarlo. Le violenze squadriste crebbero d’intensità nel corso del 1921 e 1922, arrivando sino all’occupazione in armi di intere città, anche grandi (
come Bologna ). L’atteggiamento delle forze dell’ordine e della magistratura fu debolissimo. Dalla fine della guerra al primo governo di Mussolini, cioè
dal novembre 1918 all’ottobre 1922, si susseguirono sei diversi governi: Orlando, Nitti, Giolitti, Bonomi (due volte),Facta. Questa instabilità politica era il
sintomo di una grave crisi della vecchia classe liberale e dell’intero sistema politico italiano. Nella tarda estate del 1922 Mussolini decise di attuare un’azione di forza. Mussolini aveva
rafforzato l’apparato militare del fascismo riorganizzandolo in una “milizia fascista”. La cosiddetta Marcia su Roma ebbe inizio negli ultimi giorni di ottobre con l’occupazione di
edifici pubblici. Il 28 ottobre le squadre fasciste entrarono nella capitale, il re Vittorio Emanuele III rifiutò di firmare il decreto di Stato D’assedio per difendere Roma. Il sovrano si
piegò davanti alla minaccia fascista e convocò a Roma Mussolini. Vi arrivò il 30 ottobre e il sovrano gli diede l’incarico di formare un nuovo ministero. Il primo governo Mussolini era