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Sintesi
Storia: cascina a corte, seconda rivoluzione industriale;

Italiano: Verismo; Giovanni Verga;

Disegno e progettazione: Le Corbusier;

Diritto - urbanistica: Romano di Lombardia;

Estimo: stima del valore di trasformazione.
Estratto del documento

disposizione un edificio che porti benefici all’economia e alla società del territorio

circostante.

Perciò questo fabbricato viene progettato puntando al rilancio dell’economia locale

attraverso:

la valorizzazione dei prodotti tipici e la tutela del territorio;

 il recupero dei beni rurali e la diversificazione del reddito aziendale;

 creare una nuova meta turistica;

 offrire posti di lavoro ai giovani all’interno dell’attività.

I centri benessere sono veri e propri presidi medici a tutti gli effetti grazie alla loro

effettiva efficacia. Cosa molto importante che favorisce il benessere nei centri è anche

l’ambiente stesso, che riporta, in molti casi, a quell’ambiente romano antico, privo di

inquinamento, salutare, dove si è in grado di ritrovare un equilibrio fisico e psicofisico

che al giorno d’oggi è messo a dura prova, un ambiente che ai nostri giorni è raro

trovare normalmente per le città. Gli attuali centri benessere hanno avuto origine in

Italia e più precisamente nell’antica Roma intorno al V secolo, quando si iniziò a

scoprire i primi benefici curativi delle acque termali. Nei secoli successivi i centri

benessere si svilupparono sempre di più, sia dal punto di vista scientifico, che da

quello strutturale, sia da quello sociale. Nell’antica Roma le terme erano strutture

pubbliche, aperte a qualsiasi tipo di persona, indipendentemente dal ceto sociale. Le

strutture erano talmente ampie e di lusso che erano in grado di ospitare biblioteche,

stadi, solari, sale riunioni, botteghe di ogni genere, giardini e passeggiate, luoghi di

scambi sociali, culturali e commerciali, e tutto decorato con pregiatissimi marmi e

decorazioni. Le terme romane rappresentavano, quanto di più vicino possibile si può

immaginare ad un centro benessere moderno. Oggi è cambiato il modo di vederlo,

tanto che la maggior parte delle terme si possono definire hotel, agriturismi, oltre che

normali centri benessere, proprio perché c’è l’idea di viaggi e vacanze in questi posti

che conservano un raro e magnifico ambiente naturale.

L’agriturismo è un’attività produttiva costituita dalla fusione di un’attività agricola

essenziale (la coltivazione e l’allevamento) e un’attività connessa (ricezione ed

ospitalità).

È quindi un’attività mista che unisce un’attività del settore primario e una del settore

terziario (il turismo). Le condizioni di applicabilità di questa forma di imprenditoria

sono nel “Bel Paese” particolarmente favorevoli. Sono infatti molte le zone agricole di

interesse turistico, in quanto ubicate in prossimità di litorali marini, di laghi, di fiumi, di

parchi naturali, di montagne, di “città d’arte” o comunque in zone di particolare pregio

ambientale.

Per attività agrituristica si intendono le attività di ricezione e ospitalità esercitate dagli

imprenditori agricoli attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto di

connessione con le attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di

animali. Rientrano fra le attività agrituristiche:

1. Dare ospitalità in alloggi o in spazi aperti destinati alla sosta di

campeggiatori;

2. Somministrare pasti e bevande costituiti prevalentemente da prodotti

propri e da prodotti di prodotti di aziende agricole della zona, ivi compresi

i prodotti a carattere alcolico e super alcolico, con preferenza per i

prodotti tipici e caratterizzati dai marchi DOP, IGP, IGT, DOC, DOCG o

compresi nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali;

3. Organizzare degustazioni di prodotti aziendali, ivi inclusi la mescita di

vini;

4. Organizzare, anche all’esterno dei beni fondiari nella disponibilità

dell’impresa, attività ricreative, culturali, didattiche, di pratica sportiva,

nonché escursionistiche, anche per mezzo di convenzioni con gli enti

locali, finalizzate alla valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale.

Sono considerati di propria produzione i cibi e le bevande prodotti, lavorati e

trasformati nell’azienda agricola nonché quelli ricavati da materie prime dell’azienda

agraria e ottenuti attraverso lavorazioni esterne.

Quindi questo intervento è mirato al sostegno e alla valorizzazione dell’attività

agricola, fondamentale per il mantenimento delle risorse ambientali del nostro

territorio e per la conservazione degli spazi rurali.

Le azioni sono indirizzate a consolidare ed espandere le attività produttive di qualità

che costituiscono ricchezza ed opportunità per sviluppare l’economia delle aziende

agricole e del settore agro-alimentare, salvaguardare l’ambiente e la salute del

cittadino e creare possibili sinergie con un’offerta turistica di qualità.

Un’attenzione particolare è dedicata alla diffusione dell’educazione ambientale e

alimentare presso i cittadini al fine di valorizzare e promuovere le produzioni locali e i

siti ad essi collegati e creare un legame solido con il territorio.

2. LA CASCINA CAPPUCCINA, UNA CORTE LOMBARDA DEL

1750

La cascina a corte o più semplicemente cascina, è una struttura agricola tipica della

Pianura Padana lombarda e in parte piemontese ed emiliana, dove si usa

prevalentemente il termine di corte colonica.

Si tratta di una grossa fattoria al centro di un'azienda agricola di decine di ettari,

normalmente almeno 40-50, ma a volte superiore ai 100 (nella Bassa Pianura irrigua le

aziende delle Cascine hanno una dimensione media di 40-100 ettari).

In genere nell'Alta Pianura Asciutta le Cascine sono più piccole rispetto a quelle della

Bassa Pianura Irrigua, di solito almeno la metà.

All'interno della Cascina sono presenti stalle, fienili, sili, granai, caseifici, pozzi-fontane,

forni, magazzini, mulini ed abitazioni dei contadini riunite in un'unica struttura.

Tali strutture sono sparse in mezzo alla campagna, lontane qualche chilometro dai

centri abitati e tra di loro.

La pianta di questa struttura è quadrangolare. Al suo centro è situata la corte (il cortile

o aia), attorno al quale si trovano i vari edifici agricoli. La corte fa la funzione dell'aia.

Nelle cascine più grandi si possono incontrare anche due o tre corti (cortili); in tal caso

sono dette "a corte multipla".

In alcuni casi le cascine più grandi hanno anche il mulino, l'osteria, una piccola chiesa

e a volte perfino una scuola.

Laddove sono più isolate, le cascine tendono ad assumere l'aspetto di "fortezze", data

la presenza di grosse mura perimetrali. Ci sono state anche cascine fortificate con

fossati, ponti levatoi e torri.

Data la loro collocazione soprattutto in Lombardia, le cascine a corte sono state

definite anche come cascine lombarde.

Il nome della cascina deriva dal cognome del proprietario-fondatore dell'azienda

agricola, o dal nome di qualche cappella, chiesa o monastero situato nelle vicinanze o

nella cascina stessa.

TIPOLOGIE DI CASCINE

Secondo la distribuzione degli edifici attorno alla corte (o alle corti) le cascine si

dividono in quattro tipi:

A corte chiusa: gli edifici vanno a formare un complesso rettangolare;

 A corte aperta: gli edifici vanno a formare un complesso rettangolare con lato

 aperto, senza edifici;

A edifici affiancati o separati: manca una vera e propria corte, anche se gli

 edifici sono gli stessi della cascina "classica";

A corpo unico: vi è un unico edificio.

Ciascuna di queste strutture si è sviluppata in epoche diverse.

STORIA DELLA CASCINA A CORTE

I precursori storici della cascina a corte si trovano nella villa rustica romana e nella

grangia cistercense medioevale.

Al X secolo risalgano le prime strutture agricole che hanno portato alla cascina a corte.

Le prime notizie di cascine (all'epoca dette "cassine") risalgono al XIII secolo. La

trasformazione delle antiche "cassine" alla struttura con le caratteristiche tipiche

riscontrabili ai nostri giorni, avvenne fino al XVIII secolo.

La diffusione massima delle cascine avvenne tra il 1700 ed il 1800 epoca a cui

risalgono la maggior parte degli edifici attuali. A partire dal 1750 circa infatti, in

concomitanza dell'organizzazione capitalistica dell'agricoltura, le cascine si diffusero

tantissimo in quanto la struttura stessa della Cascina era perfetta per la

razionalizzazione della produzione.

Oggi le cascine più antiche risalgono al 1400-1500-1600. È infatti alla fine del XV

secolo che nasce la Cascina così come la conosciamo oggi. In questo secolo avviene la

trasformazione dell'allevamento bovino-equino trasmutante a quello stanziale.

Questa rivoluzione, avvenuta di pari passo con la diffusione delle marcite, ha fatto

nascere la Cascina, una struttura sorta per far vivere assieme gli antichi allevatori,

divenuti stanziali, ed i contadini che già vivevano accanto ai pascoli trasformati in

marcite.

Quando vennero espropriati terreni agricoli alla Chiesa, vari monasteri si

trasformarono in cascine (in Provincia di Milano ci sono vari esempi di questo

fenomeno: Mirasole, Monluè, Selvanescoecc…).

A partire dal 1900 esse sono state progressivamente abbandonate sia per effetto

dell'abbandono delle campagne che ha caratterizzato il Novecento, sia perché i

contadini ritennero più confortevole e sicuro vivere nei centri abitanti, piuttosto che in

mezzo alla campagna.

Oggi, molte cascine sono state abbandonate o, a seguito dell'urbanizzazione, si son

trasformate in parrocchie, scuole, edifici comunali, villette a schiera, ristoranti ed

hotel, agriturismi o centri benessere. Tuttavia la loro presenza nelle campagne è

ancora assai diffusa, anche se spesso le famiglie contadine preferiscono vivere nei

centri abitati.

Spesso, se sono di una certa dimensione, le cascine hanno uno spaccio che vende al

dettaglio direttamente al consumatore i prodotti dell'azienda, sono le cosiddette

"farmersmarkets".

All'inizio del 2008 le cascine con uno spaccio erano 101 nelle sole province di Milano e

Lodi. Sempre nello stesso periodo, nella sola Provincia di Milano le cascine con un

distributore automatico self-service di latte crudo appena munto erano 43.

3. LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Nella seconda metà dell’ottocento l’Europa occidentale estese e consolidò la propria

presenza nel mondo.

Il suo prestigio si fondava sulla superiorità nel campo scientifico e tecnologico e sulla

potenza industriale e capitalistica, rafforzato in seguito alla scoperta di nuove fonti di

energia, all’utilizzo di nuovi sistemi di comunicazione e di trasporto e al dominio

incontrastato del commercio mondiale.

Quindi si assistette a una serie di cambiamenti importanti, che mutarono la vita del

continente. Le innovazioni non furono della stessa portata in tutti i paesi; tuttavia gli

Europei avevano l’impressione di essere giunti ad una svolta.

La rivoluzione industriale è un processo di trasformazione economica che da un

sistema agricolo-artigianale-commerciale porta ad un sistema industriale moderno

caratterizzato dall’uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica,

dall’utilizzo di nuove fonti energetiche, come petrolio ed elettricità, e dalla diffusione

della fabbrica come principale luogo di produzione nel quale si concentrano i mezzi di

produzione. Ne consegue un notevole incremento, quantitativo e qualitativo, delle

capacità produttive di un paese.

Questa rivoluzione comporta una profonda ed irreversibile trasformazione che parte

dal sistema economico fino a coinvolgere il sistema produttivo nel suo insieme e

l’intero sistema sociale. L’apparizione della fabbrica e della macchina modifica i

rapporti fra gli attori produttivi. Nasce così la classe operaia che riceve, in cambio del

proprio lavoro in fabbrica e del tempo messo a disposizione, un salario. Sorge anche il

capitalista industriale, imprenditore proprietario della fabbrica e dei mezzi di

produzione, che mira ad incrementare il profitto della propria attività.

È un periodo di forte crescita e sviluppo non solo nel settore produttivo, le numerose e

importantissime scoperte scientifiche hanno portato miglioramenti anche nei settori

della medicina, del trasporto e delle comunicazioni.

Gli aspetti più rilevanti della grande trasformazione economica e sociale connessa alla

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