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Tesina di 28 pagine che tratta la storia del motore, i modelli e le sue caratteristiche, la rivoluzione industriale, henry ford. la classificazione dei carburanti, il problema dell'inquinamento.
storia - rivoluzione industriale
fisica - termclodinamica
inglese - henry ford
italiano - i futuristi
filosofia - bergson
chimica - classificazione delle benzine e l'inquinamento
INTRODUZIONE
Ho deciso di proporre il tema del motore a scoppio perché è una passione
che ho fin da piccolo e tuttora mi entusiasma. Da 3 anni a questa parte mi
sono dedicato alle piccole modifiche sulle auto dei miei genitori, fino ad
arrivare a smontare parti meccaniche ed eseguire modifiche più
complesse. La più grande soddisfazione è stata riuscire ad installare un
impianto stereo professionale da solo. Lavorare sulle automobili
oggigiorno è molto difficile a causa dello sviluppo delle tecnologie, ma
una volta che mi trovo davanti a complicazioni o punti morti, non riesco a
fermarmi e continuano a passarmi per la mente idee su idee, finché non
trovo la soluzione. Visto l’entusiasmo e l’impegno che ci metto, sono
determinato a portare avanti la mia passione e sfruttarla per iniziare la
mia carriera lavorativa. La mia tesina sarà il punto di partenza per dare
un’impronta al mio futuro professionale. 3
Motore a scoppio
Il motore a combustione interna rappresenta la più diffusa macchina termica mai realizzata dall'uomo, ed
oggigiorno il suo impiego trova infinite applicazioni. La ragione di una tale capacità di soddisfare le più
differenti necessità deve essere ricercata nella facilità di regolazione e di adattamento proprie di questa
macchina.
Il Motore a scoppio si è adattato velocemente ai bisogni civili ed industriali dell'uomo, consentendo la
realizzazione dell'automobile, della motocicletta, di velivoli e della produzione di energia laddove era
impossibile con altri mezzi.
Ha accorciato le distanze, rendendo possibile viaggiare a velocità sempre maggiori, ed ha migliorato le
comunicazioni, il trasporto delle merci e gli scambi culturali.
Inoltre ha permesso lo sviluppo delle corse automobilistiche e motociclistiche, che rappresentano uno dei
migliori esempi di integrazione tra macchina ed essere umano, nell’ infinita ricerca dell'uomo di superare se
stesso e i limiti naturali. 4
Seconda rivoluzione industriale
Proprio il motore a scoppio, unito alla diffusione dell’energia elettrica, fu una delle principali
caratteristiche del periodo di profonda trasformazione economica chiamato “Seconda rivoluzione
industriale”, che ebbe inizio con un’improvvisa crisi di sovrapproduzione, scoppiata nel 1873, e
durò per circa un ventennio.
Questo provocò un notevole rallentamento dello
sviluppo ed una prolungata caduta dei prezzi,
prodotto delle trasformazioni organizzative e
delle innovazioni tecnologiche che permisero di
ridurre i costi di produzione.
Molti furono i fattori, tra cui il crollo dei prezzi e
la crisi della libera concorrenza, che portarono
allo sviluppo di grandi concentrazioni finanziarie e
strette compenetrazioni tra banche e imprese.
Si sviluppava contemporaneamente nei vari stati,
una politica protezionistica di appoggio
all’economia nazionale e una maggiore
aggressività sul piano dell’economia estera, che fu la base delle politiche di espansione coloniale
delle maggiori potenze.
La conseguenza più negativa della caduta dei prezzi fu certamente lo svilupparsi di una grave crisi
agraria che interessò l’Europa negli ultimi decenni dell’Ottocento, ma non colpì i paesi più
sviluppati, nei quali i progressi portarono ad una vera e propria rivoluzione agricola.
La concorrenza spietata dei prodotti agricoli statunitensi, sempre più a buon mercato, produsse
gravi conseguenze come l’inasprimento della conflittualità sociale e la forte emigrazione
transoceanica.
Il calo dell’agricoltura in rapporto alle attività economiche fu comune a tutti i paesi industrializzati.
Caratteristica saliente di questo periodo fu la
stretta correlazione tra scienza, tecnologia e
produzione, e il rinnovamento tecnologico si
concentrò principalmente sulle industrie giovani:
chimica, elettrica e dell’acciaio, aprendo nuove
prospettive un po’ in tutti i settori produttivi.
Come abbiamo già detto, la produzione di
energia elettrica (soprattutto con
l’illuminazione) e l’invenzione del motore a
scoppio rivoluzionarono la vita quotidiana,
insieme alla trasformazione scientifica e ai
progressi della medicina e dell’igiene.
Questi ultimi due aspetti, uniti al notevole
sviluppo dell’industria alimentare, determinarono in Europa un calo della mortalità, che fu la causa
di un sensibile aumento della popolazione, nonostante la diffusione dei metodi contraccettivi. 5
Nascita del motore a scoppio
Il motore a scoppio, o motore a combustione
interna, fu il risultato di una lunga serie di
studi, ricerche ed esperimenti che videro
impegnati numerosi scienziati europei dalla
metà dell’800 fino ai primi anni del ‘900.
L'origine del motore a scoppio risale alla
metà del XIX secolo, quando in diverse
regioni europee iniziarono i primi
esperimenti nel tentativo di produrre energia
meccanica dal calore.
All'inizio del 1800 Lebon d'Humbersin compì
i primi esperimenti con le termo-lampade a
gas, nel 1824 Carnot pubblicò le sue
"Riflessioni sul potere del calore di indurre
movimento" e negli anni seguenti Brown,
Wright e Barrnet realizzarono in Inghilterra alcuni motori a gas.
Ma il primo motore funzionante con regolarità fu quello di Barsanti e Matteucci, del quale furono
depositati i disegni ed una precisa descrizione nel 1853 e al quale fanno riferimento diversi
brevetti in Inghilterra, Francia, Belgio e Italia.
A tutti gli effetti questo deve essere riconosciuto come il primo motore a combustione interna.
Il motore di Barsanti e Matteucci, frutto di una collaborazione professionale nata nel 1851, era
costituito da un cilindro in ghisa verticale munito di stantuffo e valvole, ed il rendimento globale si
attestava intorno al 14%.
Successivamente, nel 1860, Lenoir realizzò un motore molto simile, che però funzionava ad azione
diretta, con un rendimento del 4%.
Tuttavia, grazie anche al supporto del governo francese, questo motore ebbe un notevole
successo: fu il primo motore a combustione interna ad essere impiegato nel settore industriale.
Nello stesso anno Beau de Rochas inventò e studiò teoricamente il ciclo a quattro tempi così come
lo intendiamo oggi, ma non costruì alcuna macchina pratica che lo realizzasse.
Nel 1867 i tedeschi A. Otto ed E. Langen presentarono un motore sostanzialmente uguale a quello
di Barsanti e Matteucci all'Esposizione
Internazionale di Parigi, con un rendimento del
12%. Nonostante le enormi dimensioni e le
notevoli vibrazioni, questo motore sostituì ben
presto il motore Lenoir.
Nel 1876 gli stessi inventori realizzarono un
motore a quattro tempi basato sul ciclo di Beau de
Rochas, che ebbe un tale successo che oggi
indichiamo col nome di “ciclo Otto” quello ideato
da Beau de Rochas.
Negli anni che seguirono, l'impiego dei motori a
scoppio ebbe una notevole diffusione ed il loro
sviluppo fu portato avanti da molte persone sia in Europa che in America. 6
Negli anni compresi tra il 1885 ed il 1890 i tedeschi Daimler e
Benz, in maniera indipendente tra di loro, apportano diverse
migliorie ai motori esistenti fino a renderli leggeri e potenti a tal
punto da poter essere montati su una automobile; tale
invenzione venne accreditata contemporaneamente ai due
studiosi nel 1885.
Nel 1893 il tedesco Rudolf Diesel realizzò il primo motore ad
accensione spontanea, nel quale l’accensione della miscela non
era determinata da una scintilla bensì da una maggior
compressione; questo sarebbe stato migliorato nel 1927 tramite la pompa meccanica di Bosch.
Nel 1900 Maybach realizzò il primo motore a quattro cilindri in linea che sarebbe stato poi
montato sulla prima Mercedes.
Nel 1957 Felix Wankel ideò il primo motore a combustione interna di tipo rotativo che porta il suo
nome.
Anche se oggi il motore a combustione interna è completamente diverso, in termini di aspetto,
materiali e prestazioni, dalle versioni presenti alla fine dell'800, i principi del suo funzionamento
sono rimasti immutati e non vi sono state innovazioni paragonabili a quelle introdotte nella
seconda metà del XIX secolo. I Futuristi ed i motori
Nel movimento del Futurismo l’entusiasmo per la
modernità assume il carattere di elogio della velocità
ed esaltazione della macchina – prima tra tutte
l’automobile: la macchina è il mezzo e il fine della
creatività artistica una metafora dell’esistenza, il
simbolo di un progresso ‘senza morale’ cioè di uno
sviluppo tecnologico che sfocerà nell’esaltazione
della guerra.
Ispirati alla rivoluzione tecnologica dell’epoca i
futuristi considerano l’automobile un’innovazione
che muterà l’ambiente e la percezione della realtà
da parte dell’uomo essa si eleva dunque a simbolo
delle idee futuriste relative alla modernità e al
progresso tecnologico.
D’Annunzio, protagonista ed interprete dei nuovi
bisogni della società, guarda con entusiasmo
all’industrializzazione e alla nuova potenza tecnologica, diventando paladino di un nuovo
umanesimo nutrito di scienza e tecnica. Il poeta esalta la modernità e l’alleanza della macchina
con l’uomo, ma avverte bene come l’accresciuta vitalità porti l’uomo con una parabola
discendente verso una progressiva dissoluzione.
Unendo l’esperienza del viaggio in automobile alla teoria del filosofo francese contemporaneo
Henri Bergson, secondo il quale la realtà è un continuo fluire, i futuristi intuiscono che le stesse 7
sensazioni della velocità, del dinamismo e della simultaneità, prodotte dalla nuova tecnologia e dal
moderno ambiente urbano, costituiscono l’essenza della realtà.
I concetti della velocità e del flusso costante di sensazioni sono in linea con il carattere
d’avanguardia del movimento che si oppone al canone classico dell’ordine e della stabilità.
L’automobile infine come mezzo di trasporto individuale, procura una sensazione di potenza,
un’esaltazione e un senso d’emancipazione che contribuiscono a rendere più aggressivo il
programma futurista. Henry Ford
Henry Ford, born in 1863, grew up on a prosperous family farm in Michigan. He enjoyed a
childhood typical of the rural nineteenth century, spending days in a one-room school and doing
farm chores. At an early age, he
showed an interest in mechanical
things and a dislike for farm work.
In 1879 Ford moved to the nearby
city of Detroit to work as an
apprentice machinist, although he
did occasionally return to help on