Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: Morire di politica, violenza e opposti estremismi negli anni '70
Autore: Maria francesca Di alessandro
Descrizione: E' un'analisi attenta della degenerazione dello scontro politico negli anni di piombo, testimoniata anche dall'arte e dalla letteratura.
Materie trattate:
Area: umanistica
Sommario: Generalmente si è abituati a pensare agli scorsi anni '70 come gli anni delle rivolte studentesche, delle bombe in piazza, dei sequestri di uomini politici di spicco; ciò che costituisce, invece, il nodo della mia discussione è il rapporto, il legame presente tra le due fazioni estremiste che si vanno scontrando in questi anni: l'estremismo rosso di sinistra e quello nero di destra. È questa dei due gruppi un'ostilità che può essere definita proseguimento di quella della Resistenza italiana durante la seconda guerra mondiale, che vedeva appunto una lega di partiti antifascisti militanti contrapporsi ai "giovani di Salò". Eppure mai come negli anni '70 il rosso e il nero hanno finito per dividere e accecare centinaia di migliaia di giovani che si sono odiati e combattuti senza sosta, trascinando l'Italia quasi alle soglie della guerra civile. I due episodi che segnano la fine della rivendicazione studentesca del '68 e rappresentano l'esplosione della violenza tra i giovani sono la "battaglia di Valle Giulia" (1 marzo 1968) e il successivo attacco dei militanti del MSI. Nell'episodio di Valle Giulia gli studenti attaccano le forze dell'ordine ferendone la gran parte. Ed è proprio ispirandosi allo scontro che Pierpaolo Pasolini, aderente al partito comunista, scrive la poesia "Il PCI ai giovani!" in cui dichiara polemicamente di simpatizzare con gli agenti come dimostrano i versi : "Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri. A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento di lotta di classe:e voi, amici eravate i ricchi, mentre i poliziotti erano i poveri". Gli studenti per Pasolini sono quindi anticomunisti, pur adoperando verbalmente il linguaggio marxista. Ma ciò a cui in realtà egli mirava era solo provocazione. In alcuni articoli del 1974 passerà poi ad esaminare le caratteristiche proprie dell'estremismo nero accusando "quel potere che […] ha deciso di mantenere in vita delle forze da opporre all'eversione comunista", lo stesso potere responsabile delle stragi di Milano e Brescia. Più tardi attenuerà la sua protesta ritenendo ugualmente responsabile se stesso e gli antifascisti che come lui "non hanno fatto nulla perché i fascisti non ci fossero". Tuttavia è con la strage di Piazza Fontana che parte la lunga scia di sangue che contraddistinguerà gli anni a seguire. «Simbolicamente quel freddo pomeriggio del dicembre 1969, racchiude in sé tutto quanto accadrà dopo. Incancrenirà le ideologie, ridurrà i cervelli di migliaia di giovani ad agglomerati di pulsioni emotive e ribellistiche, polverizzerà i sentimenti in milioni di frammenti di vita, di odio e di amore, di voglie di cambiamento e desideri di distruzione. E, soprattutto, come un colpo d'ascia, taglierà in due tronconi le pulsioni di un Paese ancora acerbo. Sfumerà in due colori, il rosso e il nero, le vitalità di più di una generazione » (da "A che punto è la notte?"). A lanciare per primo l'allarme di una possibile degenerazione dello scontro politico è il prefetto Libero Mazza in un lungo rapporto,il "Rapporto Mazza", sostenendo la pericolosa formazione di gruppi estremisti opposti ideologicamente.
Morire di politica
Violenza
e opposti estremismi negli anni ‘70
69 morti e più di mille feriti, 7.866 attentati e 4.290 episodi di
violenza:
sembra un bollettino di guerra, è invece il bilancio di una stagione
politica tra le più drammatiche della prima Repubblica, quella che
negli anni Settanta ha visto contrapposte l’estrema destra e l’estrema
sinistra, il rosso e il nero.
Mai come in quegli anni questi due colori hanno finito per dividere e
accecare centinaia di migliaia di giovani di più generazioni, che si
sono odiati e combattuti senza esclusione di colpi, trascinando il
nostro Paese quasi alle soglie di una guerra civile.
Una violenza che nasce nei cortei e nelle piazze, che diventa sempre
più cieca, anche se ammantata di grandi ideologie.
1 marzo 1968
LA BATTAGLIA DI VALLE GIULIA
I due episodi che segnano la
fine della rivendicazione
studentesca del ’68 e
rappresentano l’esplosione
della violenza tra i giovani sono
la “battaglia di Valle Giulia” (1
marzo 1968) e il successivo
attacco dei militanti del MSI.
Gli studenti attaccano la polizia
lanciando sassi e altri oggetti
contundenti, la battaglia dura
diverse ore e alla fine il bilancio
è di 228 fermi e 211 feriti di cui
158 tra le forze dell’ordine.
Pochi giorni dopo circa 200 militanti del Movimento Sociale si presentano
all’università di Roma “La Sapienza” per “dare una lezione al movimento
studentesco”: poiché è di sinistra, va fermato. A guidarli c’è anche il Segretario
del partito Giorgio Almirante.
Ispirato dall’episodio di Valle Giulia, Pier Paolo Pasolini scrive la poesia
Il PCI ai giovani !!
Quando ieri a Valle Giulia
avete fatto a botte coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di
poveri.
Vengono da periferie, contadine A Valle Giulia, ieri, si è cosi
o urbane che siano.[…] avuto un frammento di lotta
di classe:
e voi, amici eravate i ricchi,
mentre i poliziotti erano i
poveri.
nella quale dichiara polemicamente di simpatizzare con gli agenti e condanna le
contraddizioni del movimento studentesco comunista.
LE ACCUSE DI PASOLINI
In alcuni articoli del 1974 passerà poi ad
esaminare le caratteristiche proprie
dell’estremismo nero screditando ancor
maggiormente non la loro azione , bensì il loro
essere fascisti, descrive il movimento eversivo
di destra come qualcosa di presente solo in
quel
quanto funzionale al potere politico,
potere che […] ha deciso di mantenere in
vita delle forze da opporre all’eversione
comunista.
Come responsabili delle stragi di Milano e
il governo e la polizia
Brescia vengono indicati
italiana: perché se governo e polizia
avessero voluto, tali stragi non ci sarebbero
state.
Tuttavia, Pasolini ritira l’indice per puntarlo contro se stesso e tutti quei
non hanno fatto nulla
progressisti, antifascisti, uomini di sinistra che come lui
perché i fascisti non ci fossero.
Ma è nei locali anneriti dal fumo della Banca nazionale dell’Agricoltura di
Piazza Fontana che inizia la vera storia politica degli anni Settanta con la
lunga escalation di sangue che l’ha contrassegnata.
«Simbolicamente quel freddo pomeriggio del dicembre 1969, racchiude in sé tutto
quanto accadrà dopo. Incancrenirà le ideologie, ridurrà i cervelli di migliaia di giovani
ad agglomerati di pulsioni emotive e ribellistiche, polverizzerà i sentimenti in milioni
di frammenti di vita, di odio e di amore, di voglie di cambiamento e desideri di
distruzione. E, soprattutto, come un colpo d’ascia, taglierà in due tronconi le pulsioni
di un Paese ancora acerbo. Sfumerà in due colori, il rosso e il nero, le vitalità di più di
una generazione » (da “A che punto è la notte”)
“opposti estremismi:
Si affaccia così la teoria degli a lanciare per
primo l’allarme di una possibile degenerazione dello scontro politico è il
prefetto Libero Mazza in un lungo rapporto, rapporto Mazza, sostenendo la
pericolosa formazione di gruppi estremisti opposti ideologicamente.
Tuttavia, Mazza verrà bollato come allarmista, e il rapporto, nel quale si
faceva riferimento al primo nucleo delle Brigate Rosse, dimenticato.
ROSSO E NERO … A CONFRONTO
In realtà di opposti estremismi si poteva anzi si doveva parlare, analizzando infatti
i vari aspetti dei due gruppi emergono differenze sostanziali:
Estremismo rosso
Estremismo nero era molto numeroso e non aveva
•
aveva scarso numero di militanti e
• perciò bisogno di mezzi
per questo utilizzavano mezzi più particolarmente violenti
micidiali (bombe, pistole) nessun’azione era fine a se stessa,
•
non aveva strategie particolari se
• tutte costituivano un passo verso il
non quella poi definita della cambiamento
tensione mirava all’affermazione del potere
•
l’intento era quello di condurre il
• proletario armato attraverso una
paese ad un livello di non rivoluzione ispirata al modello
governabilità, per poi instaurare un sovietico
regime autoritario e statalista si definisce anche “antifascismo
•
si avvicinano alla violenza per
• militante”
contrastare il “nemico rosso” fa propria l’ideologia marxista-
•
prendono a modello la violenza
• leninista della lotta di classe e della
squadrista dei “Fasci di rivoluzione proletaria
combattimento”
La notte successiva alla strage di Piazza Fontana la
polizia fermò 84 sospetti, tra cui Giuseppe Pinelli,
sottoposto ad interrogatorio da parte di Antonino
Allegra e del commissario Luigi Calabresi, precipitò
dalla finestra dell'ufficio della Questura. Ai giornalisti
verrà descritto come suicidio, un’ammissione
indiretta di colpevolezza, a uno dei poliziotti che
avevano tentato di afferrarlo sarebbe rimasta in
mano solo una scarpa.
Enrico Baj, esponente della Pop Art italiana,dedica a Pinelli la sua più grande
opera, "I funerali dell'anarchico Pinelli" appunto; tre anni di lavoro per una grande
installazione con sagome, stracci, paillettes, passamanerie, sete e broccati.