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Introduzione Peter Pan Moderni, tesina
La seguente tesina di maturità tratta di Peter Pan moderni.
Molti pensano che Peter Pan sia solo una favola da bambini lontana dal nostro tempo, divenuta famosa con il cartone animato della Disney. In realtà il personaggio di Peter Pan nasconde dentro di sé delle implicazioni psicologiche che si possono ritrovare in alcuni uomini (ma anche donne) dei nostri tempi. A me è sempre piaciuto questo personaggio e credo che ognuno in fondo vorrebbe rimanere sempre bambino… Io penso che, come dice lo scrittore scozzese J.M. Barrie, inventore della figura di Peter Pan, sia importante preservare una piccola parte di sé bambina, ma non quella che evita le responsabilità e pensa solo ai divertimenti, bensì il “fanciullino” di Pascoli che non è segnato da pregiudizi, sa meravigliarsi delle piccole cose come se le scoprisse per la prima volta e conserva in sé una parte di innocenza. È questo che io cerco di fare crescendo, cioè diventare donna preservando una parte bambina che mi permetta di vedere il mondo stupendomi delle cose belle che mi circondano e con la voglia di fare sempre nuove esperienze e conoscere nuove persone senza essere condizionata da pregiudizi.
Collegamenti
Peter Pan Moderni, tesina
Inglese - Peter Pan and James Matthew Barrie
Tedesco - Sigmund Freud und die Psychoanalyse
Italiano - Giovanni Pascoli e la poetica del fanciullino
Storia dell'arte - La Pubertà di Munch e Marcella di Kirchner
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J.M. Barrie was born on May the 9 ,1860 in Scotland and died on June the 19 1937
in London.
Barrie was the ninth child of ten. When he was 6 years old, Barrie's brother David
(his mother's favourite) died in an ice-skating accident. After graduating from
Edinburgh University in 1882, Barrie worked as a journalist. He moved to London to
pursue his interest in becoming a playwright.
Perhaps to escape his difficult home life, Barrie took to going out for long walks in
London's Kensington Gardens, where he met the five Llewelyn Davies brothers in the
late 1890s. He found inspiration for his best-known work—Peter Pan—in his
friendship with the Davies family.
The origins of the creation of Peter Pan date back to the personal obsession of Barrie:
the impossibility of overcoming childhood following the death of his brother.
The years in which Barrie created his lucky character are also the years when
Sigmund Freud published his most important works and Barrie shows some interest
in the mechanisms of the mind, especially the children.
Freud, taking care of his patients, realized that adults on the run from a painful reality
often took refuge in a regression to the happy and carefree days of
childhood, the stage when humans aren’t still repressed by family
and education.
Sigmund Freud und die Psychoanalyse
Der Seelenarzt Sigmund Freud (1856-1939), der Vater der
Psychoanalyse, lebte und lehrte in Wien um die Jahrhundertwende.
Schon in den letzten Jahrzehnten des 18. Jahrhunderts hatte Wien eine führende
kulturelle Rolle gespielt, als sich Künstler und Musiker am Hof der Kaiserin Maria
Theresia trafen. Dieses “Wunder” wiederholte sich gewissermaβen um die
Jahrhundertwende, weil eine Vielfalt von kulturellen und künstlerischen Kreisen in
Wien blühten.
Freuds umwälzenden Studien über das Innere des Menschen übten auch auf die
Literatur einen groβen Einfluss aus.
Freud unterschied in der Psyche des Menschen 3 Ebenen: ein Es (die unbewussten
Triebe), ein Über-Ich (das Gewissen, die Moral, die Gebote) und ein Ich
(Vermittlungsinstanz zwischen Es und Über-Ich).
Aus dem Konflikt zwischen Es und Über-Ich, zwischen Trieben und Moral, stammen
nach Freud die Neurosen. Um solche Neurosen zu heilen, entwickelte er die
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Psychoanalyse. Im analytischen Verfahren bediente er sich nicht nur des
therapeutischen Gesprächs, sondern auch der Traumdeutung.
Eben in den Träumen tauchen oft jene Konflikte zwischen den verschiedenen
Instanzen auf, die der Therapeut dechiffrieren und bewusst machen kann.
Freud betonte auch die Rolle der sexuellen Triebe im Leben der Menschen und als
erster erklärte er, dass diese schon in den Kindern anwesend waren. Er schrieb seine
Aufsätze über kindlichen Sexualität in den Jahren, in denen die Viktorianer, und die
Kinderliteratur insbesondere, sich beharrten sie zu leugnen, weil sie zu gruselig war.
Der Vater der Psychoanalyse fand dagegen Parallelen zu seinem Theorien über das
Unbewusste in den Volkserzählungen und Märchen, in denen Extremsituationen wie
die inzestuöse Liebe, die Rivalität zwischen Eltern und Kinder, die Offenbarung der
sexuellen Impulse sich dramatisiert befinden und die Kinderliteratur musste sich bald
mit dieser Neuheit auseinandersetzen.
1900 erschien sein bekanntes Werk ‘‘Traumdeutung“, die den Dichtern neue Welten
eröffnete: das tiefe Innere des Menschen erwies sich als das wichtigste Element bei
der Bestimmung des menschlichen Handelns, während die konkrete Wirklichkeit an
Bedeutung verlor.
Giovanni Pascoli e la poetica del
fanciullino
A differenza dei “Peter Pan” di oggi, Giovanni Pascoli vedeva
nella regressione dell’uomo al periodo dell’infanzia il modo per
poter vedere e capire davvero la realtà, attraverso gli occhi del
fanciullo che risiede in ognuno di noi.
“C’è dentro noi un fanciullino che rimane tale anche quando noi cresciamo e si
accende nei nostri occhi un nuovo desiderare. Il fanciullino ama i lunghi viaggi e le
grandi traversie e non si interessa degli amori e delle donne.
Il fanciullino si meraviglia di tutto, poiché tutto gli sembra nuovo e bello e non
tralascia nessun particolare; il fanciullino è generoso e buono.
Egli è in tutti gli uomini. È lui che ha paura al buio, è lui che ci fa sognare ad occhi
aperti, è lui che parla alle bestie, agli alberi, ai sassi, alle nuvole, alle stelle:che
popola l’ombra di fantasmi e il cielo di dei, è lui che piange e ride senza perché, che
sa dire la parola che ci commuove, che sa fare umano e puro l’amore, che fa sorgere
nell’uomo serio la meraviglia per le fiabe e le leggende.
È lui che mette il nome alle cose e da un segno, un suono, un colore, a cui riconosce
sempre ciò che vide una volta, è lui che scopre nelle cose le somiglianze e le relazioni
più generose.” (Il fanciullino, 1897)
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Il percorso letterario di Pascoli è un continuo girare intorno al nucleo della sua
angoscia infantile, un cercare continuamente il calore, la sicurezza, l’affetto, la
protezione che il fanciullino Pascoli non aveva mai potuto provare. I temi delle
poesie sono gli stessi in tutte le sue raccolte: l’esaltazione della famiglia, del fascino
della vita modesta, della pietà, del culto dei morti. Altrettanto ricorrente è il tema del
nido, la protezione della famiglia, della casa, il luogo dove si può piangere ed essere
consolati, dove nulla di malvagio può capitare.
L'immagine simbolica decisiva è quella del nido. Si tratta anzitutto di un'immagine
reale, perché molte poesie vedono gli uccelli quali protagonisti. Ma il nido vale
soprattutto come metafora:
nido è la casa, in cui rinchiudersi per sfuggire al male che sta fuori;
nido è la famiglia, oltre al quale, per il poeta fanciullo, vi sono solo i malvagi;
nido è, per estensione, anche la patria, madre dei suoi figli
In chiave psicologica questo motivo poetico del nido è un sintomo:
della regressione all'infanzia di Pascoli, cioè del suo desiderio di tornare alla
condizione infantile di sicurezza;
della sua istintiva diffidenza verso ciò che è sconosciuto, verso il mondo
esterno o adulto;
della volontà, per reazione, di restare chiusi e protetti in una piccola cerchia di
affetti familiari;
in senso più estensivo, si è visto nel nido un riflesso delle paure che un giovane
della società rurale di fine Ottocento nutriva verso la civiltà industriale e
borghese.
All'immagine del nido si lega quella della culla, sorta di prolungamento del seno
materno: il bambino si addormenta tranquillo in braccio alla mamma, dimentica
ogni insicurezza, anche se fuori infuria la tempesta. E' il mito poetico cantato in
La mia sera. La pubertà
La pubertà è un momento importante nella vita di ognuno che, se trascorsa bene, può
aiutare ad affrontare al meglio l’età adulta e diventare così un uomo o donna
completo e maturo. È anche un periodo difficile in cui si devono affrontare molti
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cambiamenti, a partire dalle trasformazioni del proprio corpo. Se ci si spaventa
troppo e non si riesce ad affrontare al meglio questo periodo può sorgere il desiderio
di voler rimanere bambini e il rischio che ciò accada davvero. Molto rappresentativi
sono i quadri di Munch e Kirchner su questo tema e per questo li ho presi in
considerazione nella mia tesina.
Il quadro La pubertà è un olio su tela realizzato da Edvard Munch tra
il 1894 e il 1895. Raffigura il delicatissimo momento di passaggio
dall’età infantile a quella adulta ed i sentimenti di cambiamento e
paura che questo rappresenta. Protagonista del dipinto è una giovane
donna, adolescente, seduta su un letto in primo piano, nuda, con le
mani incrociate sul grembo. Munch evita l’inserimento di ogni
elemento superfluo, come la caratterizzazione degli ambienti,
marcando in questo modo il sentimento di solitudine che questa
giovane donna deve provare nei confronti della sua condizione.
Questa adolescente è terrorizzata, la sua figura getta una forte ombra
scura sulla parete di fondo che non è un’ombra naturale, ma un
grumo nero, misterioso e minaccioso che può essere letto come
raffigurazione di un sentimento di angoscia e confusione, ma anche
come prefigurazione delle difficoltà della vita dopo l’abbandono della spensieratezza
infantile. Edvard Munch in La pubertà dipinge un tema fino ad allora fortemente
connesso ad implicazioni psicologiche, ma c’era anche la volontà da parte del pittore
di affrontare un argomento così associato a tabù e divieti sociali, richiamato nella
nudità di una ragazza troppo giovane per mostrarsi, come nello spavento che questa
manifesta nel dover affrontare l’inizio di una nuova fase, in cui tutto appare già
prestabilito.
A quest’opera è chiaramente ispirato il dipinto di Ludwig Kirchner,
Marcella del 1910. Anche qui viene presentata una giovanissima
donna che si affaccia impaurita ad una fase più matura, anche qui la
nudità accentua il senso di solitudine e paura, soprattutto nel
tentativo di coprire il pube attraverso la posizione della gambe e
della mani. In Marcella Kirchner non esalta la bellezza femminile,
anzi ne dipinge la sua distorsione. In una società che si avvia verso
la guerra e la distruzione la bellezza non sembra più l’esigenza
primaria di un’arte che racconti il proprio momento storico. Marcella
allora può essere interpretata come il simbolo di un cambiamento
individuale e soggettivo, quello di un’adolescente che è immersa nella solitudine di
una trasformazione, una della fasi di passaggio più importanti della vita: lo scoprirsi
donna, il divenire adulta. Ma questo dipinto rappresenta anche un modo diverso di
interpretare l’arte, non più rappresentazione di un’armonia perfetta che governa
l’opera d’arte come simbolo di bellezza, ma cruda immagine di una condizione
esistenzialista di cui l’essere umano è al tempo stesso vittima e protagonista.
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IL PASSARE DEL TEMPO SECONDO L’ADOLESCENTE…
Le due grandi scoperte dell’adolescenza sono la durata e la morte. Come i bambini, i
Peter Pan hanno spesso problemi con il tempo e per eseguire un compito impiegano
troppo tempo oppure troppo poco. Altra grande scoperta è la morte. È in questo
periodo della vita che alcuni adolescenti si mettono a disegnare teschi o sono attratti
dal movimento dark. Ma i Peter Pan non hanno coscienza di ciò che è la morte, si
credono, in qualche modo, immortali.
THE MOST FAMOUS PETER PAN…
Tra gli esempi più celebri di uomini che sono stati
affetti dalla sindrome di Peter Pan bisogna ricordare
Micheal Jackson, che ripeteva in continuazione di
essere Peter Pan in persona e aveva trasformato il
suo ranch californiano in un gigantesco parco
d'attrazioni battezzato Neverland, dal nome del
paese immaginario dove si rifugiava Peter Pan.
Questa sua regressione è stata causata da un’infanzia
che gli è stata negata. Fin dalla tenera età di cinque
anni, Michael è stato costretto a vivere come un
adulto, senza nessuna considerazione per il suo
sviluppo psico-affettivo, le cui fasi sono state saltate. Il bambino Michael trascorreva
le giornate negli studi di registrazione, guardando da lontano, piangente, i coetanei
che giocavano spensierati. Egli doveva cantare nei night fumosi in cui si esibivano le
spogliarelliste e dove lavoravano le prostitute. Inoltre ha dovuto subire l’atroce
violenza del padre Joe, musicista fallito, che riversava sul figlio le proprie ambizioni
artistiche disattese, sfogando su di lui anche la rabbia derivante dall’invidia di un
talento straordinario che a lui era stato negato. Michael rimase un fanciullo, che si
circondava di bambini perché quelli erano i suoi coetanei affettivi, a cui egli cercava
di risparmiare almeno un poco di quel dolore che a lui era stato inflitto.
CONCLUSIONE…
Nell’interessante articolo di Giovanni Cucci “La scomparsa degli adulti” tratto dalla
rivista La Civiltà Cattolica ,che ho letto in Internet, ho trovato dei dati molto
significativi che dimostrano come questo fenomeno della “Sindrome di Peter Pan” si
stia diffondendo in modo esponenziale. Un'indagine dell’Istat, compiuta nel 2008