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Sintesi
Storia - Nascita dei primi veicoli e il loro utilizzo nelle due guerre mondiali e in quelle di Corea e del Vietnam;
Italiano - Futurismo, Marinetti e vari Manifesti
Arte - Futurismo in pittura (Manifesti e confronto di tre opere) e in scultura (Manifesti e una statua) e Aeropittura (descrizione Trittico della velocità di Dottori)
Fisica - velocità della luce, teoria della relatività, assiomi e relazione di Einstein, alcuni esperimenti del CERN, libro "Viaggiando oltre il cielo" dell'astronauta Guidoni (curvare lo spazio-tempo per aggirare l'ostacolo della luce)
Estratto del documento

IL TRENO

Per millenni il mezzo di trasporto terrestre più

rapido fu il cavallo e per, qualche centinaio di

anni, il più comodo fu una carrozza. In pochi

decenni lo sviluppo delle macchine a vapore e

quindi delle ferrovie cambiò questo panorama,

trasformando il treno in principale mezzo di

trasporto della seconda metà dell'Ottocento.

Tuttavia, come per tutte le grandi novità, le

prime reazioni furono paura e sgomento: la

presenza troppo invasiva e la diffidenza

avevano condotto la comunità ad associare la

locomotiva ad una creatura diabolica.

Il 27 settembre 1825 la Locomotion n.1,

progettata da Stephenson, trainò il primo

treno commerciale della storia: la sua velocità media era di circa 9 km/h. Ma

già 4 anni dopo la locomotiva Rocket raggiungeva i 48 km/h, fino ad arrivare

dopo 20 anni ai 96 km/h toccati sulla Great Western Railway tra Londra e

Bristol. Paura e sgomento si trasformarono così in fascino ed evoluzione.

Questi furono solo i primi passi di un progressivo miglioramento verso i treni

odierni.

L'AUTOMOBILE

Come la locomotiva, anche l'automobile esordì nel XVIII secolo con

l'alimentazione a vapore e inizialmente non venne considerata valida

alternativa ai mezzi di trasporto del tempo. Si svilupparono così nuovi sistemi

di motorizzazione e vennero sperimentati diversi tipi di combustibile. Nel

1884 una delle prime vetture con

motore a vapore, alimentato da

carbone e legna, raggiunse la velocità

di 61 km/h. In seguito varie

sperimentazioni di auto alimentate a

gas e diesel si alternarono senza

grande successo. La benzina pareva 4

tardare ad affermarsi sugli altri carburanti, infatti il primo record ufficialmente

registrato di 63,14 km/h è da attribuirsi ad un'automobile elettrica. La

concorrenza tra i diversi sistemi era sempre maggiore e finiva per essere

inscenata davanti al pubblico: così nacquero le prime gare automobilistiche. Il

29 aprile 1899 la Jamais Contente, veicolo elettrico con figura aerodinamica,

pilotato da Jenatzai, superò i 100 km/h.

L'AEROPLANO

L'uomo ha sognato per millenni di poter volare come gli uccelli, ma solo nel

20° secolo è riuscito a realizzare questo sogno grazie all'invenzione

dell'aeroplano. Già nel XV secolo Leonardo da Vinci, studiando le ali dei

volatili, progettò delle macchine basate sull'utilizzo dei muscoli umani, ma

questi risultarono insufficienti. Solo con l'avvento del motore a scoppio, i due

fratelli statunitensi Wright il 17 dicembre 1903 riuscirono a creare il primo

Flyer,

mezzo in grado di sollevarsi dal suolo: il che percorse in aria circa 36 m

in 12 secondi (10,8 km/h). Inizialmente

l'aereo fu considerato semplicemente

una curiosità per appassionati, ma poco

alla volta si iniziò a riconoscerne i pregi

e nacquero i primi modelli capaci di

imprese fino ad allora impossibili: nel

1909 Louis Blériot attraversava in volo il

Canale della Manica a circa 64 km/h.

L'avvio di uno sviluppo più scientifico

della tecnologia aeronautica avvenne

inizialmente in relazione a eventi sportivi

che miravano a segnare nuovi record, come velocità, altezze e distanze

sempre maggiori, e in seguito con lo scoppio della prima guerra mondiale. 5

L'utilizzo in guerra

A partire dal 1910 gli aeroplani furono

impiegati inizialmente per ricognizioni,

poi dotati di mitragliatici e bombe

diedero inizio ai combattimenti aerei.

Durante la Prima guerra mondiale alcuni

aviatori diventarono famosi eroi, come il

leggendario Barone Rosso, che,

pilotando un triplano tedesco Fokker

Dr.1, vinse numerosi duelli volando

anche a 140 km/h. Uno dei velivoli più

veloci della Grande guerra fu però

italiano: il Caproni Ca.20 era un caccia

monomotore monoplano che toccava i 166 km/h. In quegli anni anche il treno

cominciò ad essere usato in ambito bellico, diventando il mezzo primario per

il trasporto di armi e soldati. La loro potenza e velocità permetteva di

installare su appositi carri cannoni di grosso calibro con i quali sparare e poi

sparire in pochi minuti.

L'aereo da caccia, progettato per seguire e abbattere gli aerei nemici, nacque

durante la Prima guerra mondiale, ma divenne decisivo nella Seconda,

durante la quale ciascuna delle potenze era dotata di una moderna

aeronautica. Nella prima fase della guerra, i tedeschi riuscirono a imporre il

loro dominio sui cieli grazie ai potenti Focke-Wulf Fw 190 che raggiungevano i

656 km/h. Con l'entrata in guerra degli americani, i nazisti dovettero

arrendersi alle velocità dei più evoluti caccia avversari: il P-51 Mustang

superava i 700 km/h. Fortunatamente Hitler decise inspiegabilmente di non

contrattaccare con una sua “arma segreta”, i Me 262, i primi caccia con

motori a reazione che toccavano gli 878 km/h.

La grande innovazione del treno, invece, venne utilizzata durante la Seconda

guerra mondiale oltre che per il trasporto di viveri e armi, anche per la

deportazione degli ebrei nei campi di concentramento e di sterminio. 6

La guerra in Corea vide i primi

scontri tra caccia a reazione con gli

F-86 Sabre che superavano i 1100

km/h, ma mantenevano i vecchi

armamenti quasi inutili a certe

velocità. Questo problema fu risolto

con l'introduzione dei missili nella

guerra del Vietnam: i nuovi velivoli

dotati di un design totalmente

differente erano facilmente in grado

di raggiungere velocità

supersoniche, come l'F-4 Phantom (2 370 km/h).

In questi ultimi anni si è continuato a migliorare le prestazioni degli aerei

militari, ma con progressi più lenti perchè fortunatamente la mancanza di

una guerra vera e propria non ne ha fatto una necessità.

Il Futurismo

I progressi in ambito scientifico e la vasta diffusione del treno e

dell'automobile, l'invenzione dell'aeroplano e l'imminente Prima Guerra

Mondiale furono forse i più grandi presupposti per la nascita dell'avanguardia

storica che fece della velocità quasi una religione. Il 20 febbraio 1909 viene

Il Manifesto del Futurismo

pubblicato sul giornale parigino “Le Figaro” a opera

di Filippo Tommaso Marinetti: prende il via così la corrente artistica del

Futurismo. Questo si presenta subito come un movimento internazionale al

passo con il processo industriale e tecnologico, sulla scia dei pensieri filosofici

di Nietzsche e Bergson, un movimento di rottura rispetto alla tradizione, che

proclamava come suoi elementi essenziali il coraggio, la ribellione, la forza e

la velocità, che incitava alla guerra e alla distruzione del passato. Il tutto

illustrato in 11 punti:

“1. Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e

alla temerità.

2. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della

nostra poesia.

3. La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi e il

sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia

febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.

4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una

bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col

suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo...

un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello

della Vittoria di Samotracia. 7

5. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta

ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della

sua orbita.

6. Bisogna che il poeta si prodighi, con ardore, sfarzo e munificenza,

per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali.

7. Non v'è più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non

abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia

deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote,

per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.

8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo

guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte

dell'Impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già

nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente.

9. Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il

militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee

per cui si muore e il disprezzo della donna.

10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie

d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e

contro ogni viltà opportunistica o utilitaria.

11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla

sommossa: canteremo le maree multicolori o polifoniche delle

rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore

notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune

elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le

officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a

ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un

luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte, le

locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi

cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani,

la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire

come una folla entusiasta.”

Tra questi punti sono numerosi i rimandi al mito della velocità, come “il passo

di corsa” o “lanciata a corsa”; non solo, l'amore per questo valore è talmente

fondamentale che l'intero punto 4 è dedicato ad esso. Infatti questa “bellezza

La nuova religione-

nuova” viene mitizzata a tal punto che nel Manifesto

morale della velocità del 11 maggio 1916, essa diventa addirittura una

religione: il “credo” futurista giunge alla sua più alta espressione, la storia è

riletta secondo una nuova chiave interpretativa, la velocità diventa un Dio ed

essere veloce diviene il presupposto morale dell’uomo del futuro.

“Nel mio primo manifesto (20 febbraio 1909) io dichiarai: la

magnificenza del mondo s'è arricchita di una bellezza nuova, la

bellezza della velocità. Dopo l'arte dinamica la nuova religione-morale

della velocità nasce in quest'anno futurista della nostra grande guerra

liberatrice. […]

L'uomo domò i cavalli, gli elefanti e i cammelli per manifestare la sua

autorità divina mediante un aumento della velocit&

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