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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Microfono Direzionale
Autore: Galleschi Matteo
Descrizione: Il segnale captato dal microfono viene trasferito tramite il condensatore C1 e le due resistenze R4-R5 sul piedino 2 invertente dell'operazionale siglato IC1/A. Questo integrato provvede ad amplificare il segnale che giunge sul piedino di circa 27 dB, che corrispondono a circa 23 volte in tensione. Il segnale amplificato presente sul piedino d'uscita 1 viene trasferito sui due filtri passa/banda costituiti dai due operazionali siglati IC2/A - IC2/B. Il primo filtro IC2/A lascia passare le sole frequenze comprese tra 800 Hz e 6.000 Hz, il secondo comprese tra 180 Hz e 1.500 Hz. Poiché i due piedini d'uscita di questi filtri sono collegati ai capi del potenziometro lineare R23, se ruotiamo il suo cursore verso IC2/B passeranno le sole frequenze dei bassi e medio/bassi. Se lo ruotiamo a metà corsa passeranno tutte le frequenze dei bassi e degli acuti. Se lo ruotiamo verso IC2/A passeranno le sole frequenze dei medio/alti e degli acuti. Il segnale prelevato dal cursore di questo potenziometro filtro viene applicato sul potenziometro logaritmico del volume siglato R24 e da qui prelevato per essere inserito sul piedino d'ingresso 3 dell'integrato IC/4, un normale TBA.820M che provvede ad amplificarlo in potenza per poter pilotare una cuffia. In questo circuito abbiamo inoltre inserito un efficace compressore per evitare di assordarci in presenza di un improvviso e "forte" suono. Lo stadio compressore è costituito dai due operazionali IC3/A - IC3/B e dal fet FT1. Come potete notare guardando lo schema elettrico, il segnale preamplificato che fuoriesce da piedino 1 dell'operazionale IC1/A oltre ad entrare sui due filtri passa/banda entra, tramite la resistenza R12, anche sul piedino 2 invertente dell'operazionale IC3/B che lo amplifica di circa 3 volte.
Materie trattate: Tecnologie Di Disegno E Progettazione
Area: tecnologica
Schema Elettrico
Il segnale captato dal microfono viene trasferito tramite il condensatore C1 e le due resistenze R4-
R5 sul piedino 2 invertente dell'operazionale siglato IC1/A.
Questo integrato provvede ad amplificare il segnale che giunge sul piedino di circa 27 dB, che
corrispondono a circa 23 volte in tensione.
Il segnale amplificato presente sul piedino d'uscita 1 viene trasferito sui due filtri passa/banda
costituiti dai due operazionali siglati IC2/A – IC2/B.
Il primo filtro IC2/A lascia passare le sole frequenze comprese tra 800 Hz e 6.000 Hz, il secondo
comprese tra 180 Hz e 1.500 Hz.
Poiché i due piedini d'uscita di questi filtri sono collegati ai capi del potenziometro lineare R23, se
ruotiamo il suo cursore verso IC2/B passeranno le sole frequenze dei bassi e medio/bassi.
Se lo ruotiamo a metà corsa passeranno tutte le frequenze dei bassi e degli acuti.
Se lo ruotiamo verso IC2/A passeranno le sole frequenze dei medio/alti e degli acuti.
Il segnale prelevato dal cursore di questo potenziometro filtro viene applicato sul potenziometro
logaritmico del volume siglato R24 e da qui prelevato per essere inserito sul piedino d'ingresso 3
dell'integrato IC/4, un normale TBA.820M che provvede ad amplificarlo in potenza per poter
pilotare una cuffia.
In questo circuito abbiamo inoltre inserito un efficace compressore per evitare di assordarci in
presenza di un improvviso e “forte” suono.
Lo stadio compressore è costituito dai due operazionali IC3/A – IC3/B e dal fet FT1.
Come potete notare guardando lo schema elettrico, il segnale preamplificato che fuoriesce da
piedino 1 dell'operazionale IC1/A oltre ad entrare sui due filtri passa/banda entra, tramite la
resistenza R12, anche sul piedino 2 invertente dell'operazionale IC3/B che lo amplifica di circa 3
volte.
Dall'uscita di questo operazionale il segnale raggiunge tramite C7 – R10 i due diodi raddrizzatori
DS1 – DS2 ed il condensatore elettrolitico C6 dai quali si ricava una tensione continua il cui valore
è proporzionale all'ampiezza del segnale di BF.
Questa tensione viene applicata sul piedino 5 non invertente dell'operazionale IC3/A utilizzato
come stadio separatore con uscita a bassa impedenza.
La tensione presente sul piedino 7 di IC3/A viene utilizzata per polarizzare il Gate del fet FT1.
Poiché il Drain di questo fet è collegato sulla giunzione delle due resistenze d'ingresso siglate R4 –
R5, ne consegue che in presenza di un improvviso aumento del segnale preamplificato il fet riduce
automaticamente il valore della sua resistenza interna riducendo così il segnale del microfono
collegato allo stadio d'ingresso IC1/A.
In pratica tutto lo stadio composto da IC3/B – IC3/A – FT1 è un completo CGA (Controllo
Automatico di Guadagno).
Per soddisfare tutte le situazioni e le diverse zone di utilizzo, abbiamo previsto la possibilità di
inserire ed escludere questa parte del circuito tramite l'interruttore S1.
Poiché gli operazionali per funzionare hanno bisogno di una tensione duale di alimentazione,
l'integrato IC1/B è stato utilizzato per creare la “massa fittizia”, cioè un valore di tensione pari alla
metà di quello di alimentazione che nel nostro caso equivale a 4,5 volt.
Questa tensione è indispensabile per alimentare tutti i piedini non invertenti degli operazionali
IC1/A – IC2/A – IC2/B ed il terminale Source del fet FT1.
Per alimentare questo preamplificatore è sufficiente una sola pila da 9 volt.
Realizzazione Pratica
Tutti i componenti di questo progetto devono essere collocati sul circuito stampato a doppia faccia
con fori metallizzati.
I primi componenti che ho montato sono stati i quattro zoccoli degli integrati.
Dopo aver stagnato i loro terminali ho inserito tutte le resistenze controllando attentamente, con
l'elenco componenti, il codice colori riportato sul loro corpo.
Di seguito ho saldato i due diodi DS1 – DS2.
Proseguendo nel montaggio ho inserito tutti i condensatori.
Successivamente ho collocato e stagnato il FET rivolgendo la parte piatta del corpo verso sinistra.
In fine ho inserito sullo stampato la presa uscita per la cuffia ed ho collocato gli integrati nei
rispettivi zoccoli, rivolgendo il lato del corpo contrassegnato da un incavo ad U.
Per completare il montaggio sarà necessario saldare degli spezzoni di filo isolato sui terminali
presenti sul circuito stampato, dove andranno poi fissati i due potenziometri, gli interruttori e la
presa femmina per l'ingresso del segnale microfono, dopo di che collegare il microfono, la pila e gli
interruttori S1 – S2. Collaudo
Il collaudo deve essere effettuato in un ampio spazio poco rumoroso, possibilmente in campagna,
per evitare suoni troppo forti durante il settaggio del volume.
Per effettuare il collaudo, per prima cosa, è necessario cercare un apposito contenitore parabolico,
che possa captare meglio il segnale.
Per poter posizionare il microfono davanti ad un paraboloide, è necessario trovare il punto focale,
tale punto si calcola con la seguente formula: D*D/16*P, dove D=diametro e P=profondità.
In questo modo non troveremo il preciso punto focale poiché lo strumento che andremo ad usare (è
possibile usare a tale scopo anche un coperchi da pentola di circa 25 – 35 cm di diametro) per la
realizzazione dell'antenna non sarà una parabola perfetta.
Per ovviare a questo inconveniente dovremmo procedere manualmente, avvicinando ed
allontanando il microfono dalla parabola, fino a quando il suono non sarà nitido ed al massimo.
Per questo passaggio il calcolo del punto focale ci è di grande aiuto, poiché ci darà un'indicazione
sommaria di dove sarà tale punto.
Una volta trovata la miglior posizione in cui dovrà stare il microfono, sarà necessario trovare un
modo per fissarcelo in modo che il lato ricevente si posto frontalmente alla parabola.
Oltre a questo oggetto, potremmo usare anche un imbuto, esso ci fornirà gli stessi risultati.
Infatti posizionando il microfono nel collo di quest'ultimo, cercando di evitare che questo entri in
contatto con le pareti del collo dell'imbuto.
Per ovviare a tale incombenza, basterà avvolgere il microfono, prima dell'inserimento nella cavità
preposta, nella gomma piuma o in un batuffolo di cotone, lasciando libere le due estremità, ed
inserendolo con la zona adibita alla ricezione del segnale audio rivolto verso dove l'imbuto si
allarga.
Effettuato tale procedimento, sarà necessario collegare l'altra estremità del microfono, nonché
l'uscita del segnale elettrico di quest'ultimo, al circuito, e procedere con il collaudo.
Transistor FET
In un transistor FET (Field Effect Transistor - transistor ad effetto di campo) i tre terminali sono
chiamati gate G (porta), source S (sorgente) e drain D (pozzo) rispettivamente, e l'effetto transistor
si ottiene tramite il campo elettrico indotto dalla tensione applicata al terminale gate che respinge i
portatori di carica del silicio del canale fra source e gate, variandone la resistenza elettrica: più la
tensione fra gate e source è grande, più ampia diventa la regione svuotata non conduttrice, priva di
portatori, e più cresce la resistenza elettrica fra source e drain.
Rispetto ai transistor bipolari i FET presentano il vantaggio di avere il terminale di controllo (gate)
isolato, in cui non passa alcuna corrente; lo svantaggio invece è che un transistor FET non è in
grado di offrire molta corrente in uscita, in genere i circuiti con transistor FET hanno una alta
impedenza di uscita, cioè erogano correnti molto deboli.
Anche i FET come i transistor bipolari possono essere realizzati in due versioni complementari, a
canale P fiancheggiato da regioni N o a canale N fiancheggiato da regioni P (come quello nella
figura a lato); come nei bipolari il funzionamento è identico, ma a polarità invertite.
È talvolta chiamato J-FET (FET a giunzione) per distinguerlo dal MOS-FET
Diodo a giunzione
I diodi a giunzione p-n sono dei diodi realizzati mediante processi metallurgici che prevedono la
diffusione di impurità di tipo accettore in cristalli di silicio preventivamente drogati mediante atomi
donori (o viceversa) e la loro caratteristica tensione corrente è approssimabile tramite l'equazione
del diodo ideale di Shockley. La caratteristica tensione corrente del dispositivo è una funzione non
lineare; per valori di polarizzazione sufficientemente grandi rispetto alla tensione termica ( a
temperatura ambiente 26mV) vale la ln(I/Io)=Vd/Vt. È necessario limitare la corrente condotta da
un diodo affinché non superi mai la massima corrente prevista per quello specifico diodo, oltre la
quale può verificarsi la rottura fisica del dispositivo.