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In base a recenti stime del Censis, la contraffazione comporta importanti perdite per il bilancio dello Stato in
termini di mancate entrate fiscali, tra imposte dirette ed indirette, di 4,6 miliardi di euro, pari all’1,74% del
gettito complessivo 3 .
‑
Le indagini sulla contraffazione condotte negli scorsi anni giungono tutte alla medesima conclusione che per
arginare il fenomeno dell’acquisto dei prodotti falsi, non è sufficiente il controllo delle forze dell’ordine, ma che è
indispensabile procedere attraverso un’opera di sensibilizzazione e di informazione dei consumatori sin dalla fase
adolescenziale. Si propone una profonda azione di carattere culturale capace di educare consumatori
consapevoli. Di costruire attorno ad essi un universo di valori, a partire dal riconoscimento della responsabilità
personale per le scelte operate e per le conseguenze che queste necessariamente comportano.
3
! Rapporto Censis sulla Contraffazione – 22 ottobre 2012 ! 22
IV. Dal macro al micro
Il caso dell’impresa individuale Saoner Marco
1) Una storia di famiglia (fondatori)
L’attività commerciale della nostra famiglia ha avuto inizio a Rivolta d’Adda, in provincia di Milano, poco dopo
la fine della seconda guerra mondiale. In quegli anni Edoardo Picco, il mio bisnonno materno, aveva
incominciato a vendere articoli di intimo servendosi di un semplice mezzo a tre ruote senza tettuccio, trainato da
un solo asino. Ogni mattina, per vendere i suoi prodotti, percorreva una trentina di km prima di arrivare a
Milano, nel quartiere Lambrate, dove era solito vendere la sua merce con il solo aiuto della moglie e dei i suoi 4
figli. La sua bancarella offriva ai clienti di passaggio, a prezzi molto convenienti, biancheria intima usata, come
calzini e mutande, che lui stesso e la sua famiglia avevano provveduto, dopo l’acquisto, a rammendare.
La vendita cominciò ben presto a produrre profitti, tanto da rendere possibile la sostituzione dell’asino con un
cavallo: animale più resistente al freddo, più reattivo e disponibile nelle prime ore della giornata a trasportare la
famiglia di mio nonno sul posto di lavoro. Con il passare del tempo, Edoardo Picco e la sua famiglia
cominciarono a specializzarsi nella vendita di guanti bianchi, quelli usati dai vigili urbani dell’epoca. Fu un vero
e proprio successo commerciale, un’intuizione che premise la fondazione di una piccola impresa, unica nel
territorio milanese a produrre quel particolare tipo di merce.
Alla morte di Edoardo Picco, 1976, l’attività passò naturalmente in mano ai suoi figli; ma solo una di loro, mia
nonna Maria Carla Picco, era davvero interessata a rilevare l’intera attività. Infatti, una volta subentrata nella
gestione dell’attività, riuscì ben presto non solo nell’impresa di moltiplicare i mercati, ma anche nell’acquisto di
un piccolo camioncino in sostituzione del cavallo e del carro che avevano fatto la fortuna del mio bisnonno.
Tuttavia, ora l’attività commerciale non si concentrava più sulla vendita di intimo e guanti, ma di bottoni. Merce
che, per qualche anno, ha garantito guadagni più certi sino a quando il prezzo dei bottoni aveva cominciato a
calare, mentre la richiesta dei clienti si allargava ad una gamma più vasta di articoli. Fu così che mia nonna
decise di estendere il commercio anche agli articoli d’abbigliamento per uomo e per donna. Nel frattempo, si era
sposata con Giuseppe Saoner, operaio nella Philips di Monza. Mio nonno, nonostante non avesse maturato
alcuna esperienza commerciale, non esitò a rinunciare al lavoro alla Philips per aiutare sua moglie nell’impresa.
Dal matrimonio nacquero due figli; uno di questi, Marco Saoner (mio padre), dopo aver fatto il militare per un
paio d’anni, divenne ben presto un vero e proprio membro fisso dell’impresa dei suoi genitori, sino a diventarne
l’erede. Infatti, quando i miei nonni acquistarono un negozio a Cernusco sul Naviglio, non riuscendo più a
gestire un’attività che richiede molto sforzo fisico, tutta la gestione dell’attività ambulante passò nelle sue mani e
in quelle di sua moglie Laura. Nel 2009, ritiratisi i miei nonni definitivamente, l’impresa commerciale fu
definitivamente acquistata da entrambi i miei genitori, i quali ne cambiarono la ragione sociale, qualche piazza e
allargarono la gamma di articoli in vendita anche a quella per bambini. ! 23
2) La forma giuridica
- Definizione
La forma giuridica dell’impresa individuale di famiglia, di cui ho sommariamente raccontato la storia, è stata
registrata come qualifica di PICCOLO IMPRENDITORE, nel giorno 31/03/2009, con il numero Repertorio
Economico Amministrativo 18099130, alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di
Milano (ufficio registro delle imprese).
Si tratta di un particolare tipo di impresa che fa riferimento a un solo titolare, l’imprenditore, il quale è l’unico
responsabile e anche l’unico promotore della sua iniziativa imprenditoriale, ne decide azioni e progetti, fonti di
finanziamento ed utilizzo delle risorse. Un tipo di impresa particolarmente adatta per quegli imprenditori che
intendono esercitare attività agricole o commerciali di modeste dimensioni e con volumi di affari non molto
elevati.
Essendo l’imprenditore l’unico “responsabile” di tutto il processo imprenditoriale, il rischio d’impresa ricade solo
su di lui. Questo significa che l’intero patrimonio dell’imprenditore individuale è soggetto al rischio d’impresa. In
caso di insolvenza dei debiti della ditta individuale, egli risponde nei confronti dei terzi con tutti i suoi beni,
anche personali.
La ditta individuale può essere svolta anche nella forma di impresa familiare o di impresa coniugale. E’ il caso in
cui il titolare si avvale dell’aiuto delle prestazioni dei suoi familiari. Per questo, nel caso di impresa familiare oltre
al titolare possono partecipare alla ditta individuale anche il coniuge e i parenti entro il terzo grado, e gli affini
entro il secondo ( art.230 bis c.c.). Tutti coloro che partecipano all’impresa familiare hanno diritto alla
ripartizione degli utili e il titolare resta l’unico responsabile dell’impresa.
Per l’ impresa coniugale ci sono delle condizioni da rispettare:
la prima è che deve essere costituita dopo il matrimonio, la seconda è che i coniugi devono essere in regime di
comunione legale dei beni, la terza è che entrambi i coniugi devono gestire l’impresa nella parità delle
condizioni, senza vincoli di subordinazione.
La denominazione della ditta individuale deve comprendere il cognome del titolare o le iniziali del suo nome e
del suo cognome.
- Costituzione
La ditta individuale è la forma giuridica più semplice e meno onerosa perché la sua costituzione non richiede
particolari adempimenti.
Il suo avviamento avviene attraverso la Comunicazione Unica con l’invio telematico agli enti coinvolti: Agenzia
delle Entrate per la richiesta della partita IVA, Camera di Commercio, INPS, INAIL, Comune.
La partita IVA in sé non ha costi fissi. Al momento della richiesta della partita iva all'Agenzia delle Entrate va
indicata eventualmente la scelta per il regime contabile e fiscale agevolato se si soddisfano le condizioni previste:
regime dei "minimi" o regime di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità;
regime delle nuove iniziative produttive e imprenditoriali.
L’INPS richiede il versamento dei contributi previdenziali dalla data di iscrizione alla Camera di Commercio e
per tutti gli anni successivi di attività dell’impresa e prevede un minimale che è fissato di anno in anno in base ad
un reddito minimo che per il 2014 è di € 15.516,00. Pertanto richiede anche se il reddito risultasse inferiore:
per gli artigiani: un minimale di versamento di € 3.451,99
per i commercianti: un minimale di versamento di € 3.465,96
Il pagamento non si fa al momento dell’iscrizione ma a scadenze prestabilite, in 4 rate trimestrali, tramite il
modello F24. Per le quote di reddito che superano il reddito minimale il soggetto sarà chiamato a versare un
contributo integrativo calcolato applicando una percentuale alla parte di reddito eccedente:
22,20% Artigiani
22,29% Commercianti
L'iscrizione all'INAIL e il conseguente pagamento del premio assicurativo per gli infortuni sul lavoro dell’INAIL
sono obbligatori, per tutta la durata dell’attività dell’impresa, per le imprese artigiane e per tutte le imprese nel
! 24
caso in cui ci sia presenza di collaboratori e dipendenti. Come per l’INPS, il pagamento del premio non si fa
subito al momento dell’iscrizione ma l’INAIL manda una comunicazione con i termini di pagamento, da
effettuarsi tramite modello F24. L’ammontare varia a seconda della tipologia di attività esercitata.
Se è previsto l’invio al SUAP – Sportello Unico delle Attività produttive del Comune, questo può prevedere il
pagamento di diritti e imposte che sono da verificare caso per caso.
Nel procedimento possono essere coinvolti anche altri enti (es. ULSS, Provincia, …) in base all’attività esercitata
e pertanto possono aggiungersi altri costi.
Dopo l’apertura inizia la gestione contabile e fiscale dell’impresa in base al regime adottato. Nelle scadenze
prefissate vanno presentate le dichiarazioni IVA e dei redditi e fatti i versamenti delle imposte.
Tutte le imprese, inoltre, hanno l’obbligo di avere un proprio indirizzo PEC di Posta Elettronica Certificata, che
viene comunicato alla Camera di Commercio. Per attivare una casella PEC è necessario rivolgersi ad uno dei
Gestori, il cui elenco è consultabile sul sito http://www.digitpa.gov.it. L’acquisto del servizio, a pagamento,
avviene online.
- Vantaggi e limiti dell’impresa individuale
La scelta di dare vita a una ditta individuale come forma societaria comporta per coloro che ne hanno la
responsabilità alcuni vantaggi e alcuni limiti che possono sommariamente essere così riassunti:
I vantaggi:
a) per la sua costituzione non vi sono procedure particolarmente complicate, basta una semplice iscrizione alla
C.C.I.A.A. (Camera di Commercio, Industria e Artigianato) della provincia nella quale si trova la sede della
ditta.
b) rapidità delle tempistiche di costituzione
c) ridotte spese per la costituzione
d) tenuta della contabilità aziendale estremamente semplice: minori oneri amministrativi, contabili e fiscali
e) accentramento decisionale dell’imprenditore
f) velocità, flessibilità e rapidità decisionale
g) minori costi di gestione
h) assenza dell’obbligo di redigere il bilancio a fine anno
(Le autorità fiscali