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Percorso ed avvicendamento nella storia della figura del labirinto, dal Neolitico ai mondo contemporaneo
- Grecia Minoica: dove si trova la maggior parte dei labirinti antichi.
- Grecia classica: labirinto come planimetria o tracciato di edificio.
- Medioevo cristiano: connotazione mistico-religiosa del labirinto.
- Due-Trecento: il labirinto perde la componente mistica.
- Cinquecento: labirinto come moda culturale.
- Età barocca: mutamento nella concezione di labirinto: luogo in cui ci si può smarrire.
- Seicento/Settecento: esplosione labirintica.
- Ottocento: secolo antilabirintico.
- Novecento-epoca odierna: il segno millenario del labirinto celebra i massimi fasti.
Materie trattate
Arte
le Avanguardie storiche (Futurismo, Surrealismo, Astrattismi, Dadaismo) si fanno interpreti di un linguaggio asintattico e disarticolato: mettono in discussione lo statuto classico dell’opera d’arte e ridefiniscono la figura dell’artista e il codice pittorico:
- Bonito Oliva: dedica un saggio al Labirinto contemporaneo.
- Balla: sviluppa i suoi labirinti astratti attraverso gli studi sulla luce-colore.
- Klee: nel suo labirinto è presente una direzione, cui è risparmiata la perdita dell’orientamento.
- Mondrian: il suo è un labirinto verticale.
- Surrealismo: rende proprio ogni dettaglio pertinente al mito.
- Mirò: con la sua linea vibrante crea percorsi calati in atmosfere - incantate.
- Pollock: nel suo labirinto non vi è né centro né direzione.
- Clerici: le sue architetture si espandono in spazi illimitati in cui fa lievitare l’immaginazione.
- Morris: nei suoi labirinti vi è un unico sentiero che unisce il perimetro al centro.
- Parmigiani: opera emblematica.
Cinema
Stanley Kubrick.
- Nei suoi film sono sempre presenti mondi-labirinto circoscritti.
- Shining: miglior film per comprendere la messa in scena del cervello umano da parte del regista.
- Film: visione parcellizzata. Esso stesso è un labirinto.
Inglese
- Joyce and Sthepen Dedalus.
- The Fall of Icarus by Bruegel the Elder.
Arte
Canova e il mito di Dedalo e Icaro.
solo la grazia divina o la sua intelligenza o perspicacia potranno preservarlo dall'oblio.
E' avvenuta la perdita del centro, il labirinto è erranza senza direzioni. Una visione del
mondo completamente nuova, incerta, tormentata, aggrovigliata che si proiettò nella
ricca iconografia di quel periodo. Dopo la trionfale esplosione labirintica del -
'600
l'interesse per il simbolo decade rapidamente, retrocede in tutte le sue molteplici
'700, antilabirintico.
espressioni. L'Ottocento fu, nel suo complesso, un secolo Significativi
eventi sociali, quali l'avvento al potere della nuova classe borghese e l'esordio della
civiltà industriale, stabilirono un mutamento della moda e del gusto. In effetti, l'epoca,
intrisa di positivismo e pragmatismo, non poteva che provare indifferenza e aperto
disprezzo per un tema criticato per frivolezza e ambiguità. Un rinnovato interesse per
il concetto di labirinto si sviluppò dal Novecento; ma è principalmente l'epoca odierna
il territorio in cui, per molti frangenti, questo segno millenario celebra uno dei suoi
massimi fasti e appare più che mai presente in campo simbolico, filosofico e artistico. I
grandi cambiamenti dei paradigmi scientifici avvenuti all'inizio del secolo hanno
prodotto un totale capovolgimento del punto di vista da cui osservare il mondo.
Cadute le ultime certezze positivistiche, si rivela sempre più insufficiente una visione
della realtà limitata agli aspetti fenomenici, soprattutto dopo la teoria della relatività di
Einstein e la teoria dell'inconscio di Freud, nuovi labirinti ben più confusi ed intricati.
La rivoluzione einsteiana, in seguito alla quale tempi e spazi non appaiono più
continui e uniformi come il senso comune era abituato a percepirli, ha aperto la via ad
un inedito modo di intendere la realtà. Altrettanto dicasi per Freud che, realizzando la
scoperta dell'inconscio ha denudato i mondi infiniti che esistono dentro ciascuno di
noi, complementari agli "infiniti spazi" dell'universo fuori di noi. In seguito a questo
processo di trasformazione tramonta il tentativo di dare ordine razionale al mondo e la
realtà appare, di conseguenza, disgregata, frantumata, molteplice. Nel corso del '900 si
giunge ad una nuova concezione delle coordinate spazio - temporali. Si registra
innanzitutto una dissoluzione della realtà oggettiva, il che implicherà una
ristrutturazione del linguaggio pittorico e plastico, che passa attraverso lo
ha inaugurato
sconvolgimento della visione naturalistica della realtà. L'alba del '900
la fine della tradizione dei linguaggi e si è materializzato il desiderio di liberarsi da
qualsiasi centro gravitazionale. E' come se all'ordine cartesiano che aveva
caratterizzato fino a quel momento la ragione occidentale si avvicendasse un disordine
labirintico che si rivelerà estremamente stimolante e fecondo dal punto di vista
artistico. Un disordine che si presenta come inarrestabile scoperta dell'instabile,
dell'illogico. Proprio l'arte si mostra come un luogo privilegiato in cui convergono le
tendenze rivoluzionarie generate dal clima della nuova stagione culturale che rinnova e
restaura scienza e filosofia. E' proprio lungo questa direttrice che le avanguardie
storiche, il Futurismo, l'Astrattismo, il Dadaismo ed il Surrealismo, facendosi
interpreti di un linguaggio disarticolato e asintattico, attuano la più vasta e graffiante
messa in discussione dello statuto classico dell'opera d'arte, contribuendo a ridefinire
la figura dell'artista, del fruitore e dello stesso codice pittorico. Bonito Oliva ha
labirinto contemporaneo
dedicato al un saggio particolarmente suggestivo imperniato
sull'idea del labirinto come opera d'arte che l'artista - Teseo, munito della spada, del
gomitolo di filo, nonché del proprio coraggio- crea percorrendo ed esplorando i
meandri del linguaggio, uccidendo la bestia, portatrice di una doppia natura così come
è duale la natura del linguaggio ed infine riemergendo alla luce. Il Minotauro è la
mostruosità del linguaggio, la sua diversità rispetto alla lingua comune. L'opera d'arte,
il compimento dell'opera, dell'impresa da parte di Teseo richiede l'abbattimento del
mostro, la morte del nucleo del linguaggio. Nel labirinto l'artista non ha bisogno dello
sguardo del mondo, l'oscurità non è più assenza di luce bensì è continua
sperimentazione, è consapevolezza, è la "verità irresistibile" dell'arte. In questa
condizione, l'opera che l'artista contemporaneo crea è essa stessa un labirinto e, per
analogia, costituisce l'irrazionale della ragione, lo scarto che mette a nudo la verità
delle cose. L'arte contemporanea, secondo Bonito Oliva, vive sotto il segno del
labirinto "in quanto portatrice di una coscienza metalinguistica del proprio operare.
" L'arte, più che dare delle risposte propone delle domande, opera sulla verità, non si
abbandona al tempo ma lo precede. L'arte pratica il labirinto "come metonimico
movimento del linguaggio stesso”.
In sintonia con questa dialettica, Balla sviluppa i suoi labirinti astratti attraverso gli
studi sulla luce - colore, che diventa la concreta protagonista dell'opera. L'immagine
sorge e prolifica dalla scomposizione della luce per schemi geometrici. Il triangolo è,
ad esempio, l'elemento generatore, presente in forma di virgole acuminate. Lo unisce
ai motivi del cerchio e della spirale, che nelle scienze occulte hanno funzione di forme
simboliche vicine, o equivalenti, a quella del labirinto. La ricerca compositiva di Balla
sulla compenetrazione e il dinamismo delle forme geometriche preannuncia
l'immagine del labirinto. Infatti la configurazione dell'archetipo evolve dalla spirale e
dal cerchio, come spiega Santarcangeli, in quanto "con una leggera modificazione di
cerchi concentrici, si può trasformare la loro serie in un labirinto di tipo cnossiano.”
Giacomo Balla, Seraluci, 1929 Giacomo Balla, Vortice spazio forme
L'artista, dunque, è uno scienziato che, seguendo la propria sensibilità e capacità
intuitiva, giunge a rivelare celate relazioni e a tradurle in immagini. Immagini che
prendono la forma di architetture, di città immaginarie, labirinti, al cui interno
approdano alla luce e si dipanano elementi organici, simboli, ideogrammi. Un mondo
disorientato, che dichiara un desiderio imperioso di libertà. Così sembrano suggerire
Labirinto distrutto, Paesaggio labirintico, Parco labirintico
tre tele del 1939 dal titolo
dell’artista Paul Klee. Verzotti afferma che una direzione c'è nell'opera di Klee, cui è
strada principale
risparmiata la perdita irrimediabile dell'orientamento, ma è una
strade secondarie
costantemente intersecata da infinite che formano un intrico
vertiginoso. Per orientarsi occorre possedere il dono del distacco e del calcolo, l'astuzia
di Teseo, il sapere di Arianna. In questo caso il labirinto non è perdita definitiva della
direzione certa, è la privazione della visione prospettica, l'esatta percezione della
profondità. Klee, In the current six thresholds, 1929 Mirò, Chiffres et constellations amoreux d'une femme, 1959
Mirò dimostrerà il suo interesse per il tema allestendo, per la rivista, una serie di
La leggenda del Minotauro.
disegni raffiguranti Negli anni a seguire concepirà
Labirinto,
un'opera, portata a termine nel 1968, ed intitolata decorata con sculture,
ceramiche e fontane popolate da svariate figure affini al tema. La linea vibrante
dell’artista, creando tracciati e percorsi calati in atmosfere sospese e incantate segue
filo d'Arianna
quel che è pensiero inconscio. Il tutto è immerso nei colori più accesi,
infatti Mirò configura i suoi miti in un universo magico, mediante una scrittura
elementare, libera. Il pittore sembra scoprire, la spontaneità dei disegni infantili,
perché "il gioco in fondo non è che una delle migliori definizioni di labirinto, sostiene
Costellazioni
Grazioli. Nelle (1940-1941) il labirinto trova la sua più piena e
significativa ragion d'essere. Mirò allestisce una superficie brulicante di segni
spiraliformi, punti e linee arabescate fino a creare una sorta di struttura labirintica
assimilabile ad una ragnatela.
Per quanto riguarda il labirinto verticale di Mondrian, invece, Bonito Oliva lo
paragona al segno dell'albero che si sviluppa verso l'alto, seppure con tensioni laterali.
Più
Nel 1916, quando si orienta verso l'astrazione, propone la serie delle Composizioni
e meno che tendono a creare l'assetto a percorsi di un ideale labirinto "secondo il ritmo
quieto della ripetizione”. L'artista ha utilizzato pochissimi elementi del linguaggio
visivo: brevi linee orizzontali e verticali che si incrociano fino a creare una griglia
labirintica. Grazie alle ricerche psicoanalitiche di Freud, il sogno e l'onirico entrano
nell'universo costitutivo dell'arte come diretta espressione dell'inconscio. Si assiste,
allora, alla creazione di forme atte a rappresentare la parte oscura della coscienza. La
vocazione alla sfera dell'irrazionale fa sì che il Surrealismo si sia impadronito
dell'intera cultura del labirinto, facendo proprio ogni dettaglio pertinente al mito,
tanto da intitolare una sua rivista Minotaure.
Mondrian, Composizioni
Nel labirinto di Pollock , invece, non vi è centro né direzione, è una sorta di enorme
ragnatela di trame e segni pittorici, un universo caotico, labirintico cui non è possibile
porre alcun ordine razionale. Il labirinto, che si estende in un groviglio arrovellato di
segni, è reale, concreto. In questa giungla "la strada del ritorno è persa per sempre,
l'uscita non esiste più perché in realtà nel labirinto ci si è da sempre, gettati fin
dall'inizio." Nemmeno il filo di Arianna può più sbrogliare la matassa, anzi, esso stesso
è "ormai perso tra le mille linee."
Jackson Pollock, Pasiphae (1943) e Detail, Number 8 (1949)
Dalì, Il labirinto, 1941 (scenografia) e Il labirinto, 1976
Costruzioni dedaliche compaiono anche in un gruppo di opere più recenti. Come la
trama di un sogno Clerici concepisce enigmatiche architetture che si estendono in
spazi e orizzonti illimitati entro i quali fa lievitare la propria immaginazione. Ci si sente
attratti dalla lontananza, dal vuoto e la sensazione di disorientamento è intensa. "E'
stata la tela del ragno a suggerire all'architetto dei labirinti lo schema dei corridoi e
delle trappole, così che l'artista, che avanza lungo queste vie con le mani oberate dai fili
di Arianna l'operosa, si lascia dietro le spalle la sorpresa che gli riserva, al termine
della sua inquieta passeggiata, la grandiosa festa dell'immaginazione", sostiene Brion.
Philadelphia Labyrinth,
Un celebre esempio è il di Robert Morris, nel quale è
presene un unico sentiero che dal perimetro conduce al centro. Al progetto Morris
aveva attinto rifacendosi al disegno del labirinto pavimentale presente nella navata
Philadelphia Labyrinth,
principale della Cattedrale di Chartres. Il una versione
modificata del disegno originale di Morris, fu costruito ed installato nel 1974 presso
l'Institute of Contemporary Art di Philadelphia, come parte di una mostra intitolata "I
progetti di Robert Morris". Questo dedalo circolare, concepito in compensato e
masonite dipinti in grigio, ha un diametro di nove metri, le pareti sono alte due metri e
mezzo e per raggiungere il centro è necessario percorrere il medesimo tragitto che si
snoda lungo un sinuoso passaggio di centocinquanta metri, senza possibilità di scelta.
Robert Morris, Labirinto, 1974
Il Minotauro accusa pubblicamente sua madre, 1952 Clerici.
Emblematico è il lavoro di Claudio Parmigiani
Daedalus
denominato (1977). Si tratta di una porta in
legno sopra la quale sono tracciati due labirinti in
rilievo. Ai piedi della porta, simbolo di una soglia da
varcare al fine di superare la prova del labirinto, la
messa in posa di una grossa sfera, di marmo nera. E'
come se all'ordine disorientante del labirinto fosse "da
poco uscita la perfezione opaca della sfera", la
ricomposizione di una totalità perduta, autentica.
Mondrian, Composizione
Nel mondo letterario e cinematografico innumerevoli sono opere o film che fanno