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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: La società di massa tra democrazia e demagogia
Autore: Marco Mari
Descrizione: approfondimento multidisciplinare sulle dinamiche socio-politiche della società di massa nel corso del novecento.
Materie trattate: letteratura greca, storia, filosofia
Area: umanistica
Sommario: Premessa all'approfondimento. In questo approfondimento si è cercato di interpretare il secolo da poco conclusosi dal punto di vista sociologico e politico. Alla base del mio interesse c'è una riflessione personale, che mi ha guidato nel corso dell'elaborazione, suscitata dallo studio dello storico greco Polibio riguardo la storia politica del mondo. Come esplicitato nel paragrafo 3.4, la chiave di lettura del lavoro è la possibile validità della teoria dell'evoluzione ciclica come paradigma universale per la storia. Può questa esserlo anche a fronte del contesto politico ed ideologico più recente, a fronte dell'evoluzione della società nel corso del Novecento? Dato che a queste domande non ho potuto trovare risposta sui "libri di scuola" ho così deciso di approfondire tale argomento ripercorrendo gli eventi storici che hanno segnato la società di massa novecentesca, sulla base anche della critica elaborata riguardo ad essa dai filosofi della scuola di Francoforte.
LA SOCIETÀ DI MASSA NOVECENTESCA TRA DEMOCRAZIA E
DEMAGOGIA.
Esame di stato 2008
2. Premessa all’approfondimento
In questo approfondimento si è cercato di interpretare il secolo da poco conclusosi dal punto di vista
sociologico e politico.
Alla base del mio interesse c’è una riflessione personale, che mi ha guidato nel corso dell’elaborazione,
suscitata dallo studio dello storico greco Polibio riguardo la storia politica del mondo.
3.4,
Come esplicitato nel paragrafo la chiave di lettura del lavoro è la possibile validità della teoria
dell’evoluzione ciclica come paradigma universale per la storia.
Può questa esserlo anche a fronte del contesto politico ed ideologico più recente, a fronte dell’evoluzione
della società nel corso del Novecento?
Dato che a queste domande non ho potuto trovare risposta sui “libri di scuola” ho così deciso di
approfondire tale argomento ripercorrendo gli eventi storici che hanno segnato la società di massa
novecentesca, sulla base anche della critica elaborata riguardo ad essa dai filosofi della scuola di
Francoforte.
Marco Mari, III Classico A-Liceo Classico G.G.Trissino, Valdagno | Premessa all’approfondimento 3
LA SOCIETÀ DI MASSA NOVECENTESCA TRA DEMOCRAZIA E
DEMAGOGIA.
Esame di stato 2008
3. Polibio e la teoria dell’άνακύκλωσις
3.1. Polibio: uno storico protagonista della storia.
Polibio, nato a Megalopoli fra il 205 e il 203 a.C., è una delle figure più significative della storiografia
fare storia
ellenistica per la sua concezione innovativa nel e per le esperienze personali che hanno segnato
la sua produzione.
Proveniente da una famiglia particolarmente legata all’attività politica (il padre Licorta era stratego della
Lega Achea), dopo aver ricevuto un’educazione consona al suo rango, già da giovane Polibio venne avviato
alla carriera politica, divenendo anche lui un esponente di rilievo della Lega Achea.
Grazie a questa esperienza Polibio riuscì a sviluppare un particolare interesse per le questioni strategiche e
per la tattica militare.
Un ulteriore elemento utile per comprendere meglio la produzione di Polibio è la contestualizzazione
storica della sua attività politica e in seguito letteraria.
L’impegno politico di Polibio, infatti, avvenne in un periodo storico rilevante: la potenza crescente di Roma
stava minacciando la zona della Grecia e della Macedonia, unite in un unico stato in seguito allo
sfaldamento dell’Impero alessandrino.
La Lega Achea dunque condusse in quegli anni un’importante opera di mediazione con i Romani, anche se
filo-romana
al suo interno si stava creando una divisione tra una corrente e gli altri, tra i quali Polibio
stesso, che preferivano mantenere un atteggiamento più cauto e attento a ciò che la cessazione delle
ostilità tra Roma e la Macedonia avrebbe potuto delineare per il futuro degli Stati Greci.
Quando nel 168 a.C. Lucio Emilio Paolo vinse i Macedoni a Pidna, il quadro politico greco mutò
considerevolmente in quanto gli stati passarono sotto la sfera d’influenza romana per diventare poi una
provincia.
Forti di tale avvenimento, gli esponenti della componente filo-romana della Lega Achea denunciarono
come ostili a Roma i loro avversari, che furono così costretti a seguire come ostaggi i vincitori a Roma.
Anche Polibio dunque fu costretto ad andare a Roma come ostaggio, ma quella che avrebbe dovuto essere
la sua prigionia in attesa del processo, per altro mai tenutosi, si trasformò nel punto di svolta dell’attività
letteraria di Polibio che iniziò la sua attività di storico.
Grazie alla conoscenza personale di Lucio Emilio Paolo, infatti, Polibio rimase a Roma come educatore dei
Scipione Emiliano detto “Africano”.
suoi due figli, dei quali uno era l’adottivo
Polibio inoltre fu introdotto nel circolo filellenico degli Scipioni da Lucio Emilio Paolo che ne era un fervido
animatore. Qui Polibio ebbe l’opportunità di conoscere esponenti di rilievo della cultura romana
contemporanea e importanti uomini politici del tempo, inserendosi così nella migliore società romana.
Nel 150 a.C., quando venne concessa agli ostaggi della Lega Achea la facoltà di ritornare in patria, Polibio
partì sì con loro ma non si ristabilì a lungo in Grecia preferendo ritornare spesso a Roma.
Tra Polibio e Scipione, infatti, si era formato un legame di sincera amicizia che andava oltre gli iniziali intenti
didattici e così quando Scipione iniziò la sua carriera militare Polibio lo seguì spesso nelle sue imprese
terza guerra punica
belliche, quali le operazioni della nel 149 a.C. e la distruzione di Cartagine nel 146 a.C.
Nello stesso anno inoltre si verificò una sanguinosa repressione da parte romana in risposta all’ennesima
sollevazione del popolo ellenico. Polibio, grazie alle sue amicizie romane, riuscì ad ottenere una mitigazione
delle condizioni di pace, guadagnandosi così il riconoscimento dei suoi connazionali.
In seguito Polibio intraprese altri viaggi, come un’esplorazione dell’oceano Atlantico e la campagna militare
di Scipione contro Numanzia, ma dopo questi trascorse l’ultima parte della sua vita stabilmente in Grecia
dove morì nel 124 a.C. (secondo altre fonti 118 a.C.) per i postumi di una caduta da cavallo.
Marco Mari, III Classico A-Liceo Classico G.G.Trissino, Valdagno | Polibio e la teoria 4
dell’άνακύκλωσις
LA SOCIETÀ DI MASSA NOVECENTESCA TRA DEMOCRAZIA E
DEMAGOGIA.
Esame di stato 2008
Si può dunque evincere da questi brevi cenni sulla vita di Polibio, come l’autore sia un simbolo di
quell’unione, o scontro, tra l’eccellenza della cultura greca classica e l’eccellenza del potere politico
romano.
3.2. La produzione letteraria di Polibio
La produzione letteraria di Polibio è prevalentemente storiografica.
Ίστορίαι,
La più significativa ed unica a noi pervenuta delle sue opere è concepita durante la permanenza a
Roma.
In quest’opera Polibio, secondo quanto scrisse lui stesso nel Proemio, vuole narrare l’ascesa e
l’affermazione della potenza romana nel Mediterraneo realizzatasi in soli cinquantatre anni.
Polibio pone l’accento sulla straordinaria solidità dell’Impero Romano che non crollò subito dopo aver
raggiunto la sua massima espansione (all’epoca) come accadde invece ad esempio per l’Impero Macedone.
Da questa considerazione Polibio nelle sue Ίστορίαι cerca di andare oltre la cronaca storiografica
spiegandoci le ragioni di tale solidità, soprattutto nel VI libro dove viene esaltata la “costituzione mista” del
governo romano.
3.3. La costituzione mista ed il fenomeno dell’ άνακύκλωσις.
Dai frammenti in nostro possesso del VI libro possiamo dedurre che Polibio formulò una teoria sullo
sviluppo e sulla natura degli stati e la applicò nell’interpretazione della storia di Roma.
Questa teoria detta dell’evoluzione ciclica (άνακύκλωσις) considera lo stato come un organo vivente.
L’ άνακύκλωσις teorizza l’inevitabilità della dissoluzione dello stato, una volta che questo ha esaurito il suo
ciclo, a causa di un germe di corruzione e degenerazione insito in qualsiasi forma di governo.
Polibio, così come fecero già Aristotele e Cicerone, suddivide così le varie forme di governo e le connesse
degenerazioni sostenendone la successione ciclica:
Monarchia Tirannide;
e
• Aristocrazia Oligarchia;
e
• Democrazia Demagogia Oclocrazia;
e o
•
La storia di ogni stato, secondo lo storico, passa attraverso queste tappe e dopo aver raggiunto il suo punto
, come successe ad esempio a
più alto (ακμή) è destinata a ritornare al suo punto di partenza (Ίστορίαι, VI, 9)
Cartagine.
Polibio dunque esalta la potenza dello stato Romano in quanto questo era strutturato secondo una
costituzione mista nella quale coesistevano potere regio, aristocratico e democratico in perfetto equilibrio.
ακμή,
Non è tutta via sbagliato supporre che per Polibio tale solidità apparisse come l’ in seguito al quale
inevitabile sarebbe arrivato il declino: la misteriosa morte dell’amico Scipione Africano e le lotte civili
dovute al tribunato di Tiberio Gracco ne erano la prima manifestazione.
3.4. L’ άνακύκλωσις: un paradigma storico di validità universale?
Polibio teorizzò l’evoluzione ciclica dei regimi di governo avendo a che fare con la storia a lui precedente,
ma è possibile utilizzare la sua teoria per interpretare la storia a lui seguente, anche quella più recente?
Pensando al lungo corso della storia che ha portato oggi all’affermazione della democrazia è possibile
notare come questa sia appunto frutto di un percorso nel quale sono apparse diverse forme di governo:
impero, regime autoritario, regime totalitario e democrazia.
Queste forme possono rappresentare quelle che Polibio chiamava monarchia-tirannide, aristocrazia-
oligarchia, demagogia-democrazia?
Marco Mari, III Classico A-Liceo Classico G.G.Trissino, Valdagno | Polibio e la teoria 5
dell’άνακύκλωσις
LA SOCIETÀ DI MASSA NOVECENTESCA TRA DEMOCRAZIA E
DEMAGOGIA.
Esame di stato 2008
4. Il novecento, il secolo della società di massa.
4.1. Le Le città sono piene di gente. Le case piene di inquilini. Gli
origini alberghi pieni di ospiti. I treni pieni di viaggiatori. I caffè pieni
della di consumatori. Le strade piene di passanti. Le anticamere dei
società di
medici piene di ammalati. Gli spettacoli […] pieni di spettatori.
massa. […] La moltitudine, improvvisamente, s’è fatta visibile […].
Nel 1930 Josè Luis Ortega
Prima, se esisteva, passava inavvertita, occupava il fondo dello
y Gasset scrisse nel libro La
scenario sociale; adesso s’è avanzata nelle prime linee, è essa
ribellione delle masse:
stessa il personaggio principale.
Ormai non ci sono più protagonisti: c’è soltanto un coro.
Dal tono utilizzato in questa descrizione si può facilmente cogliere il fattore di novità rappresentato dalla
società di massa
nascente agli inizi del XX secolo.
Tuttavia il concetto di società di massa, inteso come apparato omogeneo in cui i singoli tendono a
scomparire rispetto al gruppo, iniziò a prendere forma tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, quando
con la rivoluzione francese la cosiddetta massa entrò con forza nella scena politica.
Il 1789 infatti rappresenta un punto di svolta nella storia politica occidentale essendo l’anno zero della
cosiddetta “età delle rivoluzioni”, teorizzata dallo storico contemporaneo Eric Hobsbawm nella sua opera
1914-1991: Il secolo breve.
Da questo momento in poi il popolo visse in prima persona ogni mutamento politico e sociale della propria
nazione, a differenza delle epoche precedenti in cui la vita della massa non era particolarmente sensibile ai
cambi di regime politico.
Nel novecento dunque si è avuta la completa realizzazione della società di massa, la quale ha suscitato e
continua a suscitare resistenze e reazioni di ogni sorta e che è stata dipinta, a seconda dei punti di vista, sia
ottimisticamente come frutto della democratizzazione e della diffusione del benessere, sia con accenti di
angosciata preoccupazione come simbolo dell’appiattimento generale e minaccia per le libertà individuali.
Come vedremo di seguito la società di massa è stata la protagonista indiscussa di tutte le dinamiche
politiche del XX secolo, un periodo di stallo tra democrazia e la sua deriva più demagogica rappresentata
dai totalitarismi.
Marco Mari, III Classico A-Liceo Classico G.G.Trissino, Valdagno | Il novecento, il secolo della 6
società di massa.
LA SOCIETÀ DI MASSA NOVECENTESCA TRA DEMOCRAZIA E
DEMAGOGIA.
Esame di stato 2008
4.2. La formazione della nuova società
Di fondamentale importanza nel processo di sviluppo e crescita della società democratica fu il ruolo giocato
istruzione informazione,
da ed che non a caso divennero poi gli strumenti di controllo più validi della massa
da parte dei regimi totalitari.
A partire dagli anni ’70 dell’ XIX secolo tutti i governi europei si impegnarono per rendere l’istruzione
elementare obbligatoria e gratuita, portando l’insegnamento sotto il controllo pubblico.