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Sintesi
Storia - Italia Repubblicana
Italiano - Ermetismo con Quasimodo
Geografia - Stati Uniti
Inglese - New York
Musica - Jazz
Educazione civica - La costituzione italiana
Storia dell'arte - La pittura metafisica con De Chirico
Tecnica - I motori termici
Scienze - Inquinamento da traffico automobilistico
Francese - La presse
Educazione motoria - I tessuti
Lettoscrittura - La febbre del sabato sera
Estratto del documento

L’immediato dopoguerra

La seconda guerra mondiale, in Italia, era definitivamente finita nel

maggio del 1945. Questa la situazione generale del paese.

-Il fascismo era caduto. L’Italia era pur sempre considerata, dai paesi

che si erano opposti al nazismo, una nazione sconfitta.

-Truppe inglesi e statunitensi occupavano l’intera penisola.

-Dopo una guerra durata 5 anni, l’Italia era una nazione devastata.

Trasporti e comunicazioni erano a pezzi; milioni di vani abitazione

erano distrutti o danneggiati; le produzioni industriale, agricola e

zootecnica erano calate; grandissimo era il bisogno di materie prime;

la disoccupazione era altissima e la miseria dilagava.

-L’Italia era una monarchia. Vittorio Emanuele III aveva abdicato in

favore di suo figlio,Umberto II.

-Dopo i 20 anni di dittatura fascista, si ricostituivano i partiti. Tra i

maggiori ricordiamo la Democrazia cristiana, il cui esponente era

Alcide de Gasperi; il Partito Comunista, sotto la guida di Palmiro

Togliatti; il Partito socialista, la cui figura più vista era Pietro Nenni; il

Partito liberale. Da oltre 20 anni non si votava.

Vari erano i problemi che l’Italia doveva affrontare alla fine della

guerra.

-Si doveva dare al paese un nuovo governo. Sino al 1945, l’Italia era

stata una nazione monarchica. Ma la monarchia, aveva favorito e

fiancheggiato il fascismo, un regime che aveva trascinato il paese in

una guerra catastrofica. A guerra finita, era giusto chiedere al popolo di

scegliere la monarchia o la repubblica.

- Il paese doveva avere una nuova Costituzione che desse le linee

fondamentali del nuovo Stato.

-

Il paese andava ricostruito.

-I primi governi dell’Italia post-fascista furono governi di unità

nazionale, a cui parteciparono cioè tutti i partiti anti-fascisti che

avevano preso parte alla resistenza. Il primo governo fu presieduto da

Ferruccio Parri; nei successivi governi la presidenza del consiglio passò

ad Alcide de Gasperi

furono le prime elezioni della storia italiana in cui votarono le donne.

Per evitare che la sua scarsa popolarità danneggiasse la monarchia, re

Vittorio Emanuele III aveva rinunciato al trono a favore del figlio

Umberto II, ma la sua decisione fu tardiva e non servì allo scopo. A

favore della repubblica si pronunciarono quasi 13 milioni di Italiani e

venne proclamata la repubblica. Come presidente provvisorio venne

eletto uno studioso di diritto, il liberale Enrico De Nicola. Oltre a

scegliere tra monarchia e repubblica, gli Italiani quello stesso giorno

furono chiamati anche a eleggere un'Assemblea Costituente, che

aveva il compito di scrivere la nuova Costituzione. Quest’ultima

avrebbe dovuto essere più democratica e moderna dello Statuto di

Carlo Alberto, un documento che era stato concesso dal sovrano

sabaudo nel 1848 senza il voto dei cittadini. All'interno dell'Assemblea

si affermarono tre partiti: la Democrazia Cristiana, che ottenne il

37.20% dei voti e 207 deputati, il Partito Comunista Italiano con il

18.70% e 104 deputati, e il Partito Socialista Italiano con 20.70% dei

voti e 115 deputati. Il 25 giugno 1946 cominciarono ufficialmente i

lavori l'Assemblea Costituente con Giuseppe Saragat alla presidenza

Anche in Italia,come in Europa, i partiti politici si

schieravano in due “blocchi”

I governi di coalizione durarono sino al 1947. Poi quell’intesa si ruppe e

i partiti socialista e comunista furono estromessi dal governo. In quei

mesi di delineava la frattura tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Anche i

partiti italiani si schierarono in due frazioni:

-si ispiravano al modello degli Stati Uniti, per le sue automobili

lussuose, per i suoi grattacieli, per il jazz, la Democrazia cristiana e

due piccoli partiti di antiche tradizioni, il Partito liberale e il Partito

repubblicano.

-al modello dell’Unione Sovietica era invece orientato il Partito

comunista, considerata come la terra in cui gli ideali di uguaglianza e

di giustizia sociale erano divenuti realtà.

Il Partito Socialista, infine, era diviso al suo interno: la maggioranza

intendeva allearsi con i comunisti, mentre un piccolo gruppo aveva

come modello i partiti socialdemocratici o riformisti delle nazioni

europee occidentali e non si fidava né del PCI né dell’URSS.

Nel gennaio del 1947, questa minoranza uscì dal Partito socialista e

La Democrazia cristiana colse allora l’occasione per costruire un nuovo

governo di centro, senza socialisti e comunisti, ma con l’appoggio di

liberali, socialdemocratici e repubblicani. Molti erano i motivi di

disaccordo che opponevano questa coalizione alla sinistra socialista e

comunista. Un contrasto particolarmente acceso si sviluppò riguardo al

Piano Marshall, il programma statunitense di aiuti politici-economici ai

Paesi europei occidentali. Il governo di centro era favorevole ad

accettare questi aiuti, mentre il Partito comunista e quello socialista

erano contrari; l’adesione al Piano Marshall avrebbe infatti implicato

anche un alleanza con gli Stati Uniti.

Dopo aspre discussioni l’Italia vi aderì. Tale scelta ebbe effettivamente

come conseguenza l’alleanza politica con gli Stati Uniti, ma risultò

anche vantaggiosa, perché facilitò la ricostruzione della nostra

economia. Un manifesto del 1948 fa

propaganda al Piano Marshall

La battaglia decisiva per stabilire con quale delle due grandi potenze

si sarebbe alleata l’Italia e che tipo di Paese( liberale o comunista)

sarebbe diventata si svolse con le elezioni del 1948.

Alle urne si fronteggiavano due schieramenti: la Democrazia cristiana

e il Fronte popolare. Le elezioni si risolsero in un trionfo della

Democrazia cristiana.

Pur essendo in grado di governare con il suo solo partito, il

democristiano Alcide De Gasperi cercò l’appoggio di altre formazioni

politiche. Al governo parteciparono quindi anche liberali, repubblicani

e socialdemocratici. Tale schieramento fu detto “quadripartito”, perché

composto da quattro partiti, e “centrista”, perché escludeva sia la

destra che la sinistra.

L’11 maggio 1948 l’economista liberale Luigi Einaudi fu eletto

presidente della repubblica. Poteva ora iniziare la ricostruzione

economica del Paese.

La ricostruzione

La ricostruzione dell’economia italiana avvenne in tempi

relativamente brevi. Questi alcuni punti essenziali.

-Nel 1961 la produzione italiana era raddoppiata.

-Tra il 1948 e il 1952 fu attuato il “Piano Marshall”. Imponenti aiuti

giunsero dagli Stati Uniti. Gli Stati Uniti favorivano enormemente la

ricostruzione italiana.

-I maggiori progressi si ebbero in campo industriale.

-In quegli anni, l’offerta di manodopera superava la domanda, vi era

una diffusa disoccupazione, con il risultato di deprimere i salari e

favorire i proprietari di industria.

-Questa situazione di squilibrio tra domanda e offerta favoriva i

proprietari di industrie: si badava poco a rendere sicuri i luoghi di

lavoro; spesso non si rispettavano i contratti. Il proprietario era

diventato il padrone assoluto della sua fabbrica.

- Il sud dell’Italia era ancora una zona depressa, dove spesso si

accendevano rivolte contadine. L’agricoltura restava stagnante, gli

investimenti industriali mancavano. Per risolvere quei problemi, nel

1945, furono varati 2 provvedimenti: una riforma agraria, che portò

alla distribuzione di terre ai contadini; e l’istituzione della Cassa per il

Mezzogiorno, iniziativa dello Stato per costruire nelle zone più povere

del paese alcune strutture di base come acquedotti, ponti,strade,porti,

condotte per l’energia elettrica, così da creare le condizioni per gli

investimenti economici e favorire l’impianto di industrie.

- Tra il 1951 e il 1962 l’Italia conobbe la più rapida e profonda

trasformazione economica e sociale della sua storia recente. Gli anni

di più forte sviluppo – all’incirca tra il 1958 e il 1962 – sono quelli detti

del <<miracolo economico>>. Tra il 1958 e il 1962 la produzione di

automobili crebbe da 148000 a 760000. La FIAT fu una grande

protagonista dell’industrializzazione e il settore automobilistico, con il

suo indotto, fu il motore dello sviluppo industriale italiano. In quello

stesso periodo si verificava un gigantesco trasferimento di

ciclomotori e giradischi. Migliorarono i servizi ospedalieri e l’assistenza

medica. Aumentò il livello di istruzione e crebbero le spese per le

vacanze e il tempo libero. Mentre l’industria, il commercio e il turismo

crescevano, calava il numero degli addetti all’agricoltura, specialmente

nel Sud che restava povera e legata a metodi tradizionali, mentre al

Nord era meccanizzata.

Molti, allora, cambiavano occupazione e si trasferirono al Nord. Fu una

migrazione interna di enorme importanza: circa 5 milioni di persone

passarono dall’agricoltura all’industria.

Nel dopoguerra si aprono le frontiere pei i

lavoratori italiani

L’Italia aderì alla Comunità Economica Europea o CEE fin dalla

fondazione nel 1957. I nostri prodotti trovarono subito un vasto

mercato negli altri Paesi membri, mentre i consumatori italiani

potevano acquistare a prezzi più convenienti merci prodotte all’estero.

Questo contribuì moltissimo alla crescita della nostra economia.

Non solo. L’adesione dell’Italia alla CEE aprì ai lavoratori italiani le

frontiere di molti Paesi europei. Così, fra il 1951 e il 1970, oltre

3.600.000 Italiani si trasferirono in cerca di lavoro in

Francia,Germania,Belgio e Svizzera.

L’Italia entra nella NATO

L’adesione dell’Italia al Piano Marshall e la vittoria della DC nel 1948

portarono a una stretta alleanza politica con gli Stati Uniti. Nel 1949

l’Italia aderì alla NATO. Gli Stati Uniti consideravano il nostro Paese un

punto strategico, in virtù della sua prossimità al blocco comunista, e in

varie regioni (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Sicilia, Sardegna,

Campania) vennero installate basi militari della NATO e degli Stati

Uniti. La NATO ( in inglese “North Atlantic Treaty Organization”) è

un'organizzazione internazionale per la collaborazione nella difesa. Il

trattato istitutivo della NATO, il Patto Atlantico, fu firmato a Washington

D.C. il 4 aprile 1949 ed entrò in vigore il 24 agosto dello stesso anno.

1962-66:la svolta politica, i governi di centro-

sinistra

Nel 1962 finiva l’epoca dei governi centristi, si apriva la fase dei

governi di <<centro-sinistra>>, cioè formati da quelle forze che

costituivano il centro, e cioè la Democrazia cristiana e i suoi alleati e

dal Partito socialista, la <<sinistra>>. Quel cambiamento avveniva

perché il Partito socialista andava abbandonando l’alleanza con il

Partito comunista, per avvicinarsi invece al sistema occidentale.

I primi governi di centrosinistra realizzarono alcune importanti riforme:

• Venne istituita una scuola media unica, uguale per tutti, e l’obbligo

scolastico fu elevato ai 14 anni;

• Furono rese proprietà dello Stato tutte le aziende che producevano

energia elettrica, concentrandole in un'unica struttura, l’ ENEL (Ente

Nazionale per l’Energia Elettrica.

Il centro-sinistra aveva ambiziosi programmi di riforme, ma alcune di

queste avevano alti costi. Quando il progetto del centro-sinistra era

stato attuato, il buon andamento dell’economia pareva permettere

ambiziosi programmi di spesa. Però, a partire dal 1962, lo Stato aveva

meno introiti. Per questo il centro-sinistra entrò in crisi. Si iniziò a

parlare di “promesse tradite”. Il malcontento si manifestò soprattutto

nella scuola e nel mondo operaio.

Il cosiddetto <<sessantotto>>, partito dalle università, fu un fenomeno

non soltanto italiano ma interessò molti paesi occidentali. Obiettivo

iniziale della contestazione studentesca era il sistema educativo nel

suo complesso, accusato di essere arcaico, troppo severo, attento solo

all’<<imparare a memoria>>. Inoltre le università non avevano

strutture adeguate; le rette erano alte e ciò impediva spesso l’accesso

all’istruzione superiore agli studenti delle classi sociali più disagiate. Le

proteste assunsero la forma di cortei, di slogan, di occupazioni di aule,

di creazioni di corsi alternativi che contestavano gli insegnanti; molto

frequenti furono gli scontri con la polizia.

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