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Sintesi
Italiano: Francesco De Gregori (Viva l'Italia);

Storia: il brigantaggio;

Geografia: Francia;

Scienze: vulcani;

Ed. Tecnica: energia nucleare;

Ed. Artistica: F. Hayez (Il Bacio);

Inglese: The USA (the christmas);

Tedesco: Presentazione;

Ed. Fisica: il golf.
Estratto del documento

Aspetti positivi Aspetti negativi

Viva l'Italia, l'Italia liberata L'Italia derubata e colpita dal cuore

L'Italia del valzer, l'Italia del caffè Viva l'Italia presa a tradimento

Viva l'Italia, l'Italia che non muore L'Italia assassinata dai giornali e dal cemento

Viva l'Italia, l'Italia che non ha paura L'Italia con gli occhi aperti nella notte scura

Viva l'Italia,l'Italia che è in mezzo al mare Viva l'Italia,l'Italia che è in mezzo al mare

L'Italia metà giardino, e metà galera

Viva l'Italia, l'Italia tutta intera L'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare

Viva l'Italia, l'Italia che lavora L'Italia che si dispera

L'Italia che si innamora L'Italia metà dovere e metà fortuna

Viva l'Italia, l'Italia sulla luna V.17: Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre

L'Italia con le bandiere L'Italia nuda come sempre

L'Italia con gli occhi aperti, nella notte triste

Viva l'Italia, l'Italia che resiste

La canzone può essere ambientata in un

periodo che va dalla fine della Seconda Guerra

Mondiale agli anni settanta (Viva l'Italia,

l'Italia liberata V.17,Viva l'Italia, l'Italia del 12

dicembre).

Il cantante descrive un'Italia che piange, ride e

si dispera, ma che nello stesso tempo è sempre

riuscita a sopravvivere nelle brutte vicende. In

realtà, gli avvenimenti con una chiara

collocazione storica sono solo due il 12

dicembre del 1969 con la strage di Piazza

Fontana e l'Italia liberata dal regime fascista

dopo la seconda guerra mondiale.

Viene inoltre fatta una presentazione del

carattere dell'Italia che va al di sopra di ogni ambientazione storica; infatti, se si analizza la

storia Italiana ci troviamo spesso di fronte a cadute, crisi e riprese, catastrofi e nuove

riprese, e si potrebbe dire che l'Italia ha la capacità di riprendersi dalle situazioni più

incredibili e impressionanti.

I versi presentano anche molti contrasti e termini opposti, infatti l'Italia viene ricordata come

un paese derubato e assassinato, ma viene anche posto lo sguardo sui suoi aspetti più leggeri

e spensierati, come l'Italia del valzer e del caffè.

Il cantante utilizza la tecnica della personificazione per descrivere emozioni positive e

negative dell'Italia. Le emozioni negative evidenziano un'Italia che non riesce più a

piangere, e nonostante tutto non si spaventa e continua a vivere senza dimenticare il passato,

stando attenti anche al presente. Le emozioni positive invece ci ricordano che, nonostante le

brutte vicende, l'Italia sempre riuscita a salvarsi e a sopravvivere; è riuscita a risollevarsi dai

periodi bui, come le crisi, e ha sempre affrontato le butte situazioni in cui si venuta a

trovare.

La canzone l'ho trovata molto interessante, non solo per il ritmo della musica ma anche per

l'interpretazione del cantante e per i termini utilizzati. Mentre ascolto la canzone mi

viengono in mente non solo i belli e i brutti avvenimenti dell'Italia, ma i magnifici paesaggi

e i frutti che fino ad oggi ci hanno donato. I versi che mi sono piaciuti di più sono stati gli

ultimi di ogni strofa (Viva l'Italia, l'Italia che non muore V.4; Viva l'Italia, l'Italia che non ha

paura V.8; Viva l'Italia, l'Italia tutta intera V.12; Viva l'Italia, l'Italia sulla luna V.16; Viva

l'Italia, l'Italia che resiste V.20) perchè sono tutti positivi e ci fanno capire che l'Italia

nonostante le brutte vicende che ha subito è sempre stata coraggiosa. Ho voluto recensire

nella mia tesina quest'opera non solo perchè è una delle più significative di De Gregori, ma

anche perchè rende evidente che l'Italia, anche in anni recenti, ha dovuto affrontare e tentare

di risolvere duri problemi. STORIA:

“Il Brigantaggio”

Questo è uno dei problemi generati dal processo di

unificazione italiana

All'Indomani dell'Unità d'Italia sorsero molti problemi soprattutto nel sud del paese,

caduto in una situazione per nulla pacifica; infatti, non appena finiti i combattimenti

tra bande garibaldine e truppe borboniche, scoppiò una violenta guerriglia nelle zone

tra Irpinia, Basilicata, Caserta, Puglia e Calabria. I protagonisti di questa violenta

rivolta furono prevalentemente contadini i quali, disperati e pieni di rabbia per la

situazione economico-sociale del sud Italia dopo l’unità, non trovavano altro modo

per esprimere il loro malcontento e la loro disillusione.

Ciò iniziò nell'autunno del 1860 e continuò per oltre cinque anni. Il fenomeno

raggiunse dimensioni di massa e prese il nome di “Brigantaggio”. I briganti rubarono,

scesero in bande dai loro rifugi sulle montagne, saccheggiarono e sparsero il terrore.

Questa guerriglia fu alimentata dalla propaganda borbonica, particolarmente forte al

confine dello Stato della Chiesa, il quale offrì anche rifugio e basi d'appoggio ai

briganti.

SITUAZIONE ECONOMICO-SOCIALE DOPO L'UNITA' D'ITALIA

Dopo l’Unità di Italia vi furono grandi cambiamenti che comportavano enormi costi e

lo stato doveva già far fronte ai debiti accumulati con le spese delle guerre

d'indipendenza. I governi della Destra Storica imposero al Paese un importante

sistema di prelievo fiscale, che colpiva i consumi e gravava più sui ceti popolari che

su quelli agiati.

Nell'Italia unita vi era un notevole squilibrio, soprattutto tra il nord e il sud del paese,

in cui vi era arretratezza:

Le strade erano poche e in cattive condizioni, soprattutto nelle zone

- meridionali; la rete dei trasporti era quasi inesistente e le ferrovie (dove

c'erano) si fermavano ai confini senza allacciarsi ad altre ferrovie, inoltre la

rete ferroviaria esistente era concentrata per tre quarti nelle zone del Piemonte

e della Lombardia (1707 km di ferrovie di cui 850 concentrati nel regno sardo-

piemontese, 483 nel Lombardo Veneto e 225 in Toscana; 22500 km circa di

strade nazionali e 63500 comunali, contro gli oltre 400000 della Francia del

secondo impero);

-L'isolamento geografico e la mancanza di vie di comunicazione, il permanere

di forme di proprietà e di gestione semifeudali e la scarsità degli investimenti

avevano fatto sì che la maggior parte dell'attività agricola fosse destinata

all'autoconsumo e la produzione per il mercato fosse limitatissima.

Le scuole erano poche, infatti c'era molto analfabetismo (78% uomini e 90%

- donne nelle regioni meridionali). Anche per quanto riguarda la lingua parlata vi

erano problemi: non considerando gli abitanti della Toscana, il numero di

coloro che sapevano parlare, accanto al dialetto, la lingua italiana, era molto

modesto.

In Italia l’agricoltura era un settore prevalente, ma vi erano livelli di sviluppo

- diversi nelle diverse zone italiane; infatti l'Italia al momento della sua

costituzione era un paese essenzialmente agricolo (nelle campagne lavorava il

70% della popolazione, producendo il 57% del prodotto nazionale lordo) e con

un'industria debole (18% della manodopera, 20% del prodotto).

Nelle campagne del centro-nord si stava formando di un ceto di imprenditori

- agrari, molto spesso non proprietari terrieri, disponibili a investire il capitale

nel miglioramento e nella gestione del fondo secondo criteri di efficacia e

tecniche moderne, in particolare nell'allevamento e nella risicoltura. Notevoli

investimenti di tipo capitalistico si ebbero anche nelle piantagioni di gelso, in

funzione della produzione industriale della seta.

L'industria era poco sviluppata rispetto ai paesi europei ed era presente solo in

- Lombardia, in Piemonte e in Liguria; vi era arretratezza industriale nell'Italia

centrale, in particolare nel territorio dell'ex Stato della Chiesa. Inoltre,

soprattutto nell'Italia meridionale, l'agricoltura presentava caratteri drammatici

di arretratezza; la prevalenza del latifondo determinò un pesante stato di

degrado e di immobilismo.

La maggioranza della popolazione era composta da persone molto povere che

- vivevano in condizioni di miseria. Invece al nord il lavoro veniva investito

nell'agricoltura e i capitali creavano aziende agricole moderne che davano

lavoro a molti operai.

Le condizioni igienico-sanitarie erano molto scarse in quanto vi erano

- abitazioni malsane prive di acqua potabile e con una scarsa igiene.

Tutto questo portò alla diffusione di molte malattie come, per esempio, il

- colera, il tifo, la malaria e la pellagra, in quanto mangiavano solo alimenti a

base di farina e di grano turco (come per esempio la polenta); vi era così una

costante mancanza di vitamine. La mortalità, soprattutto quella infantile, era

molto alta (la più alta d'Europa); inoltre la durata di vita media degli adulti era

meno di 40 anni.

Lo stato italiano aveva preso i vecchi debiti dei vecchi stati; e soprattutto il

- Piemonte aveva avuto forti spese per le guerre fatte durante il processo di

unificazione italiana, ciò portò all'aumento delle spese, che divennero più alte

delle entrate; inoltre molta popolazione si trova a pagare tasse più alte di quelle

che pagava prima dell’unificazione dei vecchi stati.

FENOMENO DEL BRIGANTAGGIO

Il “Brigantaggio” è un fenomeno politico-sociale caratterizzato da gruppi di persone

che esprimono il proprio malcontento per l’unificazione italiana con la guerriglia;

esso si diffonde nel mezzogiorno italiano.

Il termine “brigante” è sinonimo di “fuorilegge”: si pensa che furono coinvolte 350

bande e decine di migliaia di ribelli, comandati dai capi come: Crocco, La Gala,

Pasquale Romano. Questi capi provocarono un forte disagio sociale, basato su

promesse mancate e reazioni contro il nuovo stato, fondato sull'alleanza della

borghesia settentrionale e dei proprietari terrieri meridionali.

Le cause di questo fenomeno sono principalmente: la tassa sul macinato, la leva

obbligatoria, la mancata distribuzione delle terre dei latifondi che i contadini

speravano di ottenere.

I briganti trovano l’appoggio dei contadini i quali hanno così la possibilità di opporsi

alla prepotenza dei signori.

Lo stato considera il brigantaggio come un movimento contrario all'Unità d'Italia e

non si rende conto delle vere cause (la fame, la miseria, il disperato bisogno di terra

per i contadini,) che lo hanno provocato.

I briganti si rifugiano nelle aree montuose per motivi strettamente militari, infatti

queste si prestano bene a una guerra per “bande” condotta in luoghi sconosciuti al

nemico.

In quelle aree alcuni capi (come Crocco nella zona attorno a Potenza) possono

aggregare formazioni di diverse migliaia di uomini e compiere azioni militari di

ampia portata, impegnando severamente l'esercito italiano. Queste guerriglie vengono

alimentate dalla propaganda borbonica, particolarmente forte al confine con lo Stato

della Chiesa (che offre anche rifugio e basi d'appoggio ai briganti). La virulenza di

questo fenomeno è soprattutto dovuta al disagio sociale e alla delusione suscitata

dalle promesse non mantenute fatte durante la “rivoluzione unitaria”. La disperata

reazione di un mondo contadino trova nella figura del brigante il proprio “eroe

sociale”, capace di contrapporsi al nuovo Stato fondato sulla recente alleanza tra

borghesia settentrionale e proprietà terriera meridionale. Gli italiani hanno fatto

nascere un nuovo stato che contava su un'industria scarsamente sviluppata e

un'agricoltura con arretrati sistemi di manodopera, inoltre vi era un mercato

inesistente incapace di stimolare lo sviluppo.

In queste condizioni molti compiti connessi

allo sviluppo (comunicazione, infra-

strutture, stimolo degli investimenti)

ricadevano sullo Stato. Il fenomeno prende i

caratteri di una vera e propria guerra civile,

costringendo i piemontesi a portare il

numero dei soldati al sud dai 22000 iniziali

a 50000 nel dicembre 1861, a 105000 nel

1862, fino a un massimo di 120000 nel

1863.

CONSEGUENZE

Non vi sono conseguenze dirette del fenomeno del Brigantaggio però, da allora fino

ai nostri giorni, si può notare un malcontento e una insoddisfazione generalizzata tra

la popolazione del sud Italia.

Ciò è reso evidente da alcuni fenomeni storici che hanno colpito successivamente

queste zone come, per esempio, quello dell’emigrazione, sia verso altri stati che verso

il nord Italia, oppure quello della nascita delle organizzazioni mafiose, che possono

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