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Introduzione Tesina sull'Intelligenza Artificiale
Questa tesina di maturità prende in esame l'Intelligenza Artificiale. La tesina permette di sviluppare i seguenti argomenti: in Storia la Seconda Guerra mondiale, in Economia aziendale gli investimenti in immobilizzazioni, in Informatica i sistemi esperti, in materie extra-scolastiche il settore dell'Intelligenza Artificiale.
Collegamenti
Tesina sull'Intelligenza Artificiale
Storia - La Seconda Guerra mondiale.
Economia aziendale - Gli investimenti in immobilizzazioni.
Informatica - I sistemi esperti.
Materie extrascolastiche - Il settore dell'Intelligenza Artificiale.
Premessa
Intelligenza artificiale: penso si tratti dell’ossimoro più provocatorio mai esistito. Da
una parte l’intelligenza, prezioso elemento che caratterizza la natura umana
definendola unica nel suo genere; dall’altro l’artificio, che non ha nulla a che fare
con la natura in sé, ma che deriva da ragionamenti, intuizioni e regole che l’uomo
definisce. È ovvio che a questo punto la domanda sorga spontanea: una macchina
può davvero essere in grado di pensare e di essere cosciente di ciò che fa?
Studiosi affermano che in un futuro più o meno breve, macchine pensanti
affiancheranno l’uomo nella vita di tutti i giorni, anche se oggi, questa appare una
visione un po’ lontana.
Questo argomento, a mio parere affascinante, mi ha spinto ad affrontare il rapporto
che l’uomo ha con gli sviluppi di questa disciplina . Da un lato l’intelligenza artificiale
sul piano utilitaristico (I.A. debole) che ha affiancato l’uomo durante la sua
evoluzione nel corso dei secoli, supportandolo nelle scelte e nella risoluzione di una
moltitudine di problemi; dall’altro la nuova frontiera della scienza (I.A. forte),
illustrata sulla base di un film americano A.I – Artificial Intelligence di S. Spielberg,
che mi ha colpito a tal punto da voler approfondire l’argomento che spesso risulta
sconosciuto a molti di noi.
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Definizione
Non è per nulla facile dare una definizione universale di Intelligenza Artificiale: essa
potrebbe essere definita come il settore dell’informatica che si occupa di creare
macchine intelligenti, con lo scopo di imitare il modello umano.
Rimane però aperto il problema che nessuno ha definito in modo oggettivo, cosa sia
l’intelligenza stessa.
In genere, con questo termine s’intende da un lato la capacità di adattarsi ai
cambiamenti dell’ambiente circostante, e dall’altro, la capacità di comprensione
della realtà in tutte le sue forme. Il linguaggio e gli impulsi giunti dall’esterno
portano un essere intelligente a reagire di conseguenza: questo, infatti, è spinto a
elaborare una soluzione per la risoluzione del problema o il completamento di un
compito specifico.
Così, con l’obiettivo di ricreare l’intelligenza umana, in una conferenza a Dartmouth
College, nel 1955, John McCarthy, un informatico statunitense, inventò il termine
‘Intelligenza Artificiale’ dando il via quella che sarebbe diventata la scienza del
futuro. Possiamo quindi affermare che l’IA è l’insieme delle tecniche e degli studi
volti a realizzare macchine in grado di riprodurre comportamenti tipici
dell’intelligenza umana.
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Sistemi Esperti
Una delle aree in cui l’IA trova maggior sviluppo è la progettazione di sistemi
esperti.
Un sistema esperto è un programma che tenta di riprodurre il comportamento di un
esperto umano in uno specifico ambito o settore. In particolare:
• fornisce le stesse risposte che fornirebbe l’esperto umano;
• è in grado di giustificare la propria risposta
I componenti necessari per la realizzazione di un sistema esperto sono:
base di conoscenza: insieme di conoscenze composto di fatti e regole, che
− costituisce la conoscenza globale dell’esperto
motore inferenziale: parte attiva del sistema e usa la base di conoscenza per
−
dedurre nuovi informazioni e produrre soluzioni.
interfaccia utente: il suo compito è quello di rendere più naturale possibile la
− comunicazione tra l’utente e il sistema esperto, quindi sotto forma di domande
e risposte.
Si può dire quindi che i sistemi esperti non sono basati su algoritmi di
funzionamento, ma su una serie di regole che ne determinano il funzionamento.
Questa logica basata su regole si rifà ai sillogismi aristotelici, ovvero, ragionamenti
concatenati che consentono di giungere a una conclusione. Il ragionamento
sillogistico si ha ogni volta che due premesse iniziali, determinano una conclusione
finale, ovvero:
PREMESSA MAGGIORE + PREMESSA MINORE = CONCLUSIONE
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Vediamo un esempio:
(premessa maggiore) Ogni animale è mortale
•
(premessa minore) Ogni uomo è animale
•
(conclusione) Dunque ogni uomo è mortale
•
Un sillogismo però è considerato valido se questo è logicamente valido: occorre,
infatti, che le premesse siano veritiere altrimenti si giungerebbe ad una conclusione
sbagliata:
(premessa maggiore) Ogni animale vola
•
(premessa minore) L'asino è un animale
•
(conclusione) Dunque l'asino vola
•
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IA debole e forte
Nel corso della storia si sono venute a creare due visioni molto diverse sul concetto
di intelligenza artificiale che riportiamo in seguito.
IA debole
Questa è un’intelligenza artificiale che agisce come se pensasse e avesse una mente.
L’IA debole assume una posizione utilitaristica: questa non si pone più l’obiettivo di
realizzare intelligenze simili a quelle umane, ma realizzare software che possano
sostituire alcune funzioni umane. Questa quindi eseguirà solo una serie di
operazioni pre-‐impostate dal programmatore.
A tal proposito possiamo soffermarci sulla nascita di questa disciplina. La sua storia
è alquanto moderna, le origini risalgono invece agli anni che precedono la nascita di
Cristo. Basti pensare ai primi meccanismi ai quali l’uomo delegava operazioni tipiche
della mente umana come l’abaco, per esempio, per effettuare calcoli aritmetici.
Proseguendo nei secoli l’uomo ha iniziato a servirsi di macchine e macchinari per
facilitare lo svolgimento delle sue mansioni. Con l’avvento di queste macchine ha
preso vita l’idea di progresso: con le seconda rivoluzione industriale il processo
produttivo, infatti, ha subito una trasformazione radicale. La catena di montaggio
ha portato l’uomo a svolgere compiti specifici e ripetitivi consistenti in un
frammento del processo di produzione che subiva il bene. Grazie al concetto di
catena di montaggio quindi, molte imprese riuscirono ad abbattere i costi e
soprattutto i tempi di produzione. Questi processi però comportavano per il
lavoratore uno stress che lo estraniava dalla realtà: con l’introduzione
dell’automazione aziendale avvenuta negli anni ’50 e ’60, si sono ridotti
notevolmente gli effetti negativi della produzione in serie ma allo stesso tempo si
sono creati effetti negativi per la manodopera nelle fabbriche la quale diminuì
notevolmente poiché le macchine erano in grado di sostituire l’uomo nei compiti
più faticosi, pericolosi e banali.
Ovviamente l’utilizzo di queste macchine accelera il processo produttivo
dell’azienda permettendole di produrre nuovi prodotti e quindi assicurarsi uno
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sbocco in vari mercati. L’acquisto di questi macchinari comporta una spesa per
l’azienda che investe una consistente somma di denaro in un bene di medio/lunga
durata. Ne consegue che questo investimento immobilizzato dovrà essere coperto
dal capitale permanente di cui l’azienda dispone, in modo tale da preservarne
l’equilibrio e la stabilità.
Come abbiamo visto l’avvento della tecnologia nel corso della storia ha