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Collegamenti Mappa concettuale terza media sull'inquinamento
Italiano: Inquinamento Ambientale - Delta del Niger.
Letteratura: Positivismo - Naturalismo - Verismo.
Storia: Seconda Rivoluzione Industriale - Seconda Guerra Mondiale: Hiroshima e Nagasaki.
Geografia: Il Giappone.
Scienze: Buco nell’Ozono - Effetto Serra.
Inglese: The Second Industrial Revolution.
Educazione tecnica: Combustibili Fossili - Energia Rinnovabile.
Educazione artistica: William Turner.
Educazione musicale: Belle Epoque - Melodramma - Operetta.
Scienze motorie: Sport in Natura: Orienteering - Danni alla Salute nello Sport all’aperto.
abitanti, il 60% della popolazione sopravvive grazie alle attività direttamente
collegate all’ecosistema; ma l’aspettativa di vita di tutti gli abitanti del Delta del
Niger arriva a poco più di 40 anni. La distribuzione delle risorse non è equa. Il
tasso di disoccupazione varia tra il 75 ed il 95%, perché a lavorare nei pozzi
petroliferi è soprattutto manodopera specializzata proveniente dall’estero.
Gli unici ad arricchirsi con il petrolio sono le multinazionali ed i politici locali
corrotti. Negli ultimi decenni però queste disuguaglianze hanno esasperato la
popolazione che, attraverso proteste e mobilitazioni (subendo repressioni violente
da parte dello Stato e dagli agenti della sicurezza privata delle multinazionali) è
arrivata a rivendicare la fine del saccheggio indiscriminato del territorio,
chiedendo la bonifica dei corsi d’acqua e dei terreni, una più equa distribuzione
dei proventi del petrolio, nonché il risarcimento del danno ecologico.
Nel 2005 è stato anche costituito un gruppo armato, il MEND (Movimento di
Emancipazione del Delta del Niger), che ha compiuto numerose operazioni di
sabotaggio dei pozzi, delle condutture e si è reso responsabile del rapimento di
alcuni lavoratori delle multinazionali. Il movimento dichiara di combattere per il
controllo del petrolio in tutto il Delta del Niger e per consentire agli abitanti di
trarre i giusti benefici dalle estrazioni.
La popolazione cerca di sopravvivere riprendendosi il proprio territorio
saccheggiato e devastato dalle logiche imperialistiche, che mietono vittime e
sacrificano gli equilibri naturali in tutto il mondo, non solo in Africa, non solo in
quello che un tempo era un paradiso ed oggi è solo l’opaco ricordo di una natura
violentata. La Nigeria cerca di rialzarsi, ma l’opinione pubblica internazionale
sembra non appoggiare concretamente questa lotta a cui non concede neppure il
giusto risalto mediatico.
LETTERATURA - Positivismo, Naturalismo e Verismo.
Positivismo. Il Positivismo è quel movimento filosofico e culturale del XIX
secolo che privilegia lo studio della realtà concreta e scientifica, in tal senso
definita “positiva”, dichiarando prive di valore le conoscenze astratte, metafisiche
e spiritualistiche del Romanticismo.
Nasce verso la fine della Prima Rivoluzione Industriale (prima metà dell’800) e si
afferma parallelamente allo sviluppo tecnologico della Seconda Rivoluzione
Industriale (seconda metà dell’800), della quale appoggia la convinzione
ottimistica di un progresso sociale e scientifico, frutto della riorganizzazione
tecnica e industriale della società. Il Progresso Scientifico era già stato avviato
nella seconda metà del 700, ma è proprio nell’800 che si cominciano a raccogliere
i frutti, in una società in continua evoluzione.
Infatti, negli ultimi decenni dell’800, si ha una nuova esaltazione della ragione e
della sua capacità di conoscere e misurare la realtà, grazie: allo sviluppo
industriale e tecnologico della Seconda Rivoluzione Industriale, al consolidarsi
degli stati liberali e degli imperi coloniali, ed al rafforzamento economico e politico
della borghesia capitalistica.
I principi del Positivismo sono:
1) La scienza è la sola conoscenza possibile, perché applica il metodo tecnico-
scientifico: unico strumento valido che va esteso a tutti i campi, compresi quelli
che riguardano l’uomo e la società; pertanto i procedimenti, non attuabili con tale
metodo, non danno origine a conoscenza. 5 26
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2) Va data piena fiducia all’applicazione del metodo tecnico-scientifico perché
rappresenta strumento idoneo per una riorganizzazione globale della vita sociale
che possa portare al progresso ed al miglioramento dell’uomo, al fine di risolvere
la crisi del mondo moderno.
Il Positivismo appare quindi come la filosofia della moderna società industriale e
l’ideologia della borghesia liberale dell’occidente. Non per nulla esso si sviluppa in
quelle nazioni (Inghilterra, Francia e Germania) che appaiono all’avanguardia del
progresso industriale e tecnico-scientifico, mentre impiega più tempo ad
affermarsi nei paesi in ritardo da questo punto di vista, come l’Italia. La diffusione
in larga scala della corrente positivistica è favorita soprattutto dalla Seconda
Rivoluzione Industriale, che porta al decollo del sistema industriale, scientifico e
tecnologico, alimentando quel clima generale di esaltante fiducia nelle forze
dell’uomo e nelle potenzialità delle scienze.
Durante il Positivismo, i successi della scienza fanno pensare che la metodologia
scientifica (che analizza fatti concreti ed oggettivi) sia vincente e che possa
accostarsi anche in quei campi in cui non si è ancora applicata, come la filosofia
che si basa sull’esperienza (Empirismo) e su dati concreti (Esperimenti) e che,
dopo aver acquisito i risultati scientifici, deve coordinarli. Pertanto ciò che la
filosofia empirica propone è di dare alla metodologia scientifica il compito di
risolvere i problemi sociali.
L’era della Seconda Rivoluzione Industriale presenta aspetti diversi, a seconda dei
paesi in cui si sviluppa. L’Inghilterra, che ha già vissuto i problemi della Prima
Rivoluzione Industriale, li ha in parte superati; altri paesi, invece, che stanno
vivendo per la prima volta la Rivoluzione Industriale, si trovano ad affrontare tutti
i contrasti che l'Inghilterra aveva già risolto. Quindi, partendo dai conflitti sociali
della Rivoluzione Industriale, si sviluppano due correnti positiviste diverse.
La religione, la filosofia e la poesia, che avevano caratterizzato il Romanticismo,
passano in secondo piano e diventano, comunque, anch’esse oggetto di analisi
scientifiche. Si crea una vera e propria “ideologia del progresso”, fondata sul
convincimento che il sapere scientifico apra all’umanità un cammino inarrestabile
di prosperità.
Il Positivismo ha moltissime affinità con l’Illuminismo, come quella di riproporre il
primato delle scienze e del metodo scientifico, fondato su osservazione, analisi,
sintesi e descrizione, ma esiste una sostanziale differenza tra il pensiero
illuministico e quello positivista: l’Illuminismo fu l’ideologia di una borghesia che
nel ‘700 era la classe sociale emergente, rivoluzionaria, in lotta contro il potere
dominante dell’aristocrazia e del clero; il Positivismo è invece espressione di una
borghesia capitalistica, conservatrice, anti-rivoluzionaria ed impegnata ad
arginare la crescita della nuova classe sociale e rivoluzionaria: la classe operaia, il
proletariato, il quarto stato.
L’elaborazione filosofica del Positivismo si ha per mezzo del francese Auguste
Comte, che nell’opera “Corso di Filosofia Positiva” (pubblicata nel 1830-1842),
teorizza che l’umanità ha attraversato varie fasi di sviluppo, delle quali l’ultima, la
contemporanea, è la fase positiva, in cui gli uomini non cercano più di capire il
“perché” dei fenomeni, ma si dedicano allo studio del “come” questi fenomeni si
manifestano. Comte organizza tutte le scienze in un sistema gerarchico, a capo
del quale mette la sociologia (la scienza che studia la società), seguita dalla
filosofia. Secondo Comte ogni fenomeno deve essere osservato e confrontato con
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altri di cui si ha esperienza, per arrivare alla formulazione di leggi e principi che
spieghino come è la realtà.
Frutto della cultura positivistica, in campo scientifico, è la “teoria dell’evoluzione”
di Charles Darwin, il quale, con il principio della “selezione naturale”, ha
ipotizzato che si sono salvate dall’estinzione solo quelle specie che seppero
sviluppare, per mutazione genetica, caratteristiche adatte alla sopravvivenza che
trasmisero ai loro discendenti; pertanto, secondo questa teoria, sono condannate
all’estinzione le specie più deboli, rispetto a quelle più forti.
Inoltre l’uomo, divenuto oggetto di studio, è condizionato da 3 elementi: le origini
familiari, l’ambiente sociale ed il contesto storico; infine viene riaffermata da
Darwin la “legge dell’ereditarietà” di Gregor Mendel, a cui non si può sfuggire.
L’evoluzionismo darwiniano, poiché sosteneva anche che l’uomo è il frutto finale
di una catena evolutiva e discende da una scimmia antropomorfa, fu fortemente
osteggiato dalla Chiesa e suscitò discussioni e dibattiti accesissimi.
Tutta la cultura di fine ‘800 verrà influenzata dal Positivismo, alla cui base
troviamo il principio che lo studio deve fondarsi sull’analisi di fatti concreti e
oggettivi, secondo il metodo delle scienze naturali. Però, sulla base dell’analisi
condotta dalle scienze sociali, a questo cosiddetto progressismo di contro si
affianca un senso di inevitabilità e di rassegnazione.
Naturalismo. Il riflesso letterario della cultura positivistica fu il Naturalismo,
corrente di origine francese che dominerà la letteratura europea per circa un
trentennio e da cui deriverà il Verismo Italiano. Il Naturalismo si sviluppa in
Francia tra il 1870 e il 1890 circa. Il suo proposito è quello di riprodurre quanto
più fedelmente possibile, nell’opera d’arte, la natura o la realtà, evitando ogni
azione soggettiva che porterebbe alla “falsificazione” dell’elemento naturale.
Al centro dell’attenzione del Naturalismo vi è la Società, in cui si formano e si
realizzano i comportamenti umani, che mirano a poter dare un contributo al
progresso civile e sociale. Gli autori naturalisti analizzano vari ambienti,
registrano le condizioni di vita con rigorosa oggettività e scrupolo
documentaristico, offrendo un ritratto fotografico della società francese.
La prima applicazione del Naturalismo, che manifesta l’oggettività dell’autore
nella rappresentazione della realtà, si trova nell’opera di Gustave Flaubert (1821-
1880), autore del famoso romanzo “Madame Bovary” (dalla protagonista del
romanzo deriva il termine bovarismo che indica la tendenza di una persona a
sostenere un ruolo non corrispondente alla propria condizione sociale, a evadere
dalla realtà per rifugiarsi in fantasticherie romantiche). Flaubert sostiene che il
narratore non deve intervenire con commenti o considerazioni personali
nell’esposizione dei fatti, per non rischiare di deformarli, ma deve limitarsi a
registrare con “occhio fotografico” personaggi, situazioni ed ambienti.
Il genere più adatto per compiere l’analisi oggettiva e dettagliata della società,
secondo i naturalisti, è il romanzo. Infatti, il capo-scuola del movimento
naturalista Émile Zola (1840-1902), nell’opera “I Rougon-Macquart”, con un ciclo
di venti romanzi, rappresenta la realtà attraverso le vicende di una ricca famiglia
borghese, vissuta durante il Secondo Impero, attraverso il suo albero genealogico
che riflette così la storia di un'epoca.
Zola accoglie, come premessa indispensabile di ogni opera letteraria, i fondamenti
scientifici del Positivismo. Egli ritiene che i pensieri morali e le passioni dell’uomo
siano strettamente connesse alla sua struttura fisiologica e che, per questo
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motivo, ogni studio sulla psicologia umana debba essere fondato su dati concreti
e obiettivi. Il comportamento del singolo dipende in gran parte dall’eredità
genetica della stirpe (race), dall’ambiente (milieu) e dal momento storico
(moment). Su tali basi Zola costruisce la teoria del “romanzo sperimentale”:
l’uomo è un “documento” sul quale il narratore deve indagare, mantenendo una
impassibilità ed un autocontrollo assoluti nei confronti della materia narrata,
quasi trasformandosi da artista in scienziato.
Verismo. Gli scrittori siciliani Giovanni Verga e Luigi Capuana diffusero in Italia
negli anni tra il 1860 e il 1890 i modelli francesi del Naturalismo e le teorie del
romanzo sperimentale di Zola. Si definì, grazie alla mediazione di questi scrittori,
una nuova corrente letteraria che prese il nome di Verismo. In particolare su di
essa influì il criterio dell’obiettività: il concetto di narratore dal sapere illimitato,
moralmente al centro della vicenda (come era accaduto nei Promessi Sposi) viene